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Autore: ciaramy93    18/08/2015    3 recensioni
Elena è la principessa del regno di Mystic Falls. Ragazza di sani principi morali e molto dedita al dovere verso la sua nazione.
Damon è un giovane nobile dello stesso regno.
Costretti ad un matrimonio combinato per il bene della loro nazione,scopriranno che doversi innamorare per forza di una persona non è affatto semplice.
Piccoli avvertimenti:ho modificato qualche rapporto personale e anche qualche aspetto fisico dei personaggi(es. Elena e Katherine si assomigliano ma non sono uguali),inoltre i nostri personaggi non vivono in un mondo dove esiste il soprannaturale e il contesto è ottocentesco. Userò il corsivo per esprimere i pensieri dei personaggi e le cose tra parentesi sono dei piccoli appunti di chiarimento. Detto questo,spero vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: Non-con, Violenza
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Da quando Damon era partito per il marchesato dei Monti Bianchi a scoprire che cosa potessero avere in mente Kai e Rebekah, era passata più di una settimana senza che lui fosse tornato. Elena aveva informato le guardie della destinazione di suo marito, e quando la pattuglia reale arrivò nella tenuta, ricevette risposte negative su dove si potesse trovare il principe sia dal marchese Matt, che dalla marchesa Rebecca. Non che Elena si aspettasse una confessione da parte di Rebekah.
 
Dato che si trattava della sicurezza del principe, i signori marchesi non furono creduti sulla parola e la loro proprietà venne setacciata da cima a fondo, ma niente. Di Damon neanche l'ombra. Sembrava sparito nel nulla. Inoltre, a far destare più sospetto negli animi dei reali, in quella settimana sparirono misteriosamente anche Katherine e Stefan.
Grayson non sapeva più dove sbattere la testa. Non gli sembrava vero che suo genero fosse sparito a pochi giorni dall'ultima disputa del torneo e il fatto che se suo fratello fosse venuto a conoscenza della scomparsa di sua figlia avrebbe fatto scoppiare una guerra, lo preoccupava moltissimo. Era come se i suoi incubi peggiori si fossero avverati. E come se non bastasse, in tutto quell'arco di tempo Elena non era stata esattamente  al massimo della forma,dato che aveva avuto frequenti nausee e giramenti di testa
 
A dieci giorni dalla scomparsa di Damon, Elena decise di infischiarsene del suo malessere e di andare a cercare Damon lei stessa. Si mise i suoi abiti più semplici e un mantello nero, poi imboccò il passaggio segreto attraverso i sotterranei, dato che da quando Damon era sparito era stata raddoppiata la sicurezza per ogni membro della famiglia reale, e dunque sarebbe stato pressoché impossibile per lei uscire dal cancello principale senza essere vista. Il passaggio segreto la fece uscire nelle stalle dove svelta montò sulla sua giumenta e più veloce della luce galoppò verso il cancello posteriore del Palazzo. Una volta uscita dalla tenuta del Palazzo non rallentò, anzi stimolò la sua fedele giumenta ad andare ancora più veloce, mentre guardando il cielo stellato pregò Dio di darle la forza per compiere la sua impresa. Una volta arrivata nel marchesato dei Monti Bianchi, scese come una furia da cavallo e di corsa percorse le scale conducevano al portone. Grazie a Dio lo trovò aperto e svelta cominciò a perlustrare le varie stanze buie, poi si accorse di uno spiraglio di luce proveniente da una stanza chiusa e il suo buon senso le suggerì di controllare lì. Elena aprì la porta come una furia, avendo già in mente di fare una scenata a Rebekah, ma appena aprì la porta si fermò sulla soglia sconvolta dalla scena che le si presentò davanti.
 
La scena che Elena si ritrovò davanti era talmente raccapricciante che avrebbe potuto competere con una storia dell'orrore. Le pareti bianche del salotto erano schizzate di sangue e al centro della stanza c'era un divano, il quale quasi sicuramente era uscito bianco dalla fabbrica che l'aveva prodotto, ma adesso il suo colore predominante era il rosso, dato che era completamente imbrattato di sangue. Seduto sul divano c'era la vittima di quel massacro e in piedi davanti a lui l'omicida con ancora l'arma del delitto in mano: un grosso pugnale da caccia, con tutta la lama sporca di sangue e la punta che gocciava in modo raccapricciante.

L'assassino era girato di spalle, ma Elena capì che si trattava di Rebekah e ogni parte del suo corpo supplicava che la vittima non fosse Damon. Ad ogni modo, quello era omicidio ed era suo dovere come principessa quantomeno rimproverarla, così al massimo dell'indignazione strillò:«Oh mio Dio! Ma cosa hai fatto?!». La voce di Elena era stridula per quanto era sconvolta. A quell’esclamazione, Rebekah girò la testa verso di lei e sfoderò un ghigno compiaciuto, poi si spostò senza girarsi e disse:«Tranquilla! Non è il tuo prezioso Damon!».
Appena Rebekah si spostò, Elena si rese conto che l'infelice vittima non era altri che Matt(*), il marito di Rebekah; allora Elena urlò:«Oh mio Dio, Matt! Matt, no!»,ma non osava avvicinarsi né muoversi per paura di compromettere la scena del crimine; poi continuò:«Come hai potuto farlo? Quest'uomo ti ha accolta in casa sua e ti ha presa con sé nonostante sapesse quello che sei!». Poi vedendo che lei continuava a darle le spalle, continuò:«Abbi almeno la compiacenza di girarti e di guardarmi negli occhi, codarda!». Allora Rebekah si girò verso Elena e a quel punto la nostra principessa non seppe se era più sconvolgente l'uomo sgozzato davanti a lei o quello che le si presentava ora davanti. Rebekah aveva i capelli raccolti in un morbido chignon e indossava un abito bianco, stile impero. Il viso di Rebekah e il suo vestito erano entrambi grondanti di sangue, ma quello che stupì Elena era che la stoffa leggera dell'abito stile impero cadeva morbida sulle curve accentuandole, dunque era impossibile non notare la piccola ma ben visibile protuberanza che aveva Rebekah all'altezza del ventre, segno di una gravidanza che si trovava circa a metà del suo corso. A quella scoperta, Elena gridò ancora più indignata:«Non ci posso credere che hai commesso un omicidio essendo incinta! Non pensi che tuo figlio potrebbe avere bisogno di un padre?». Rebekah sgranò gli occhi sorpresa, si era incinta ma avrebbe potuto scalare una montagna se avesse voluto, non si sarebbe certo fatta frenare dalle sue condizioni, perciò disse:«Credi che una donna incinta non possa commettere omicidio?! E poi chi ti dice che è Matt il padre di mio figlio. Magari è Kai. Magari è Damon, chi lo sa! Te lo farei dire da mio marito, ma gli ho tagliato la gola, quindi non può parlare!». A quel punto Elena non ci vide più. Passò dall'indignazione alla rabbia in un nanosecondo e disse quello che non aveva mai avuto il coraggio di dirle: «Tu…lurida puttana! Che ne hai fatto di Damon?»
«Uh, senti senti! Allora lo conosci l'uso di quella parola!». La canzonò Rebekah, poi, buttando il pugnale a terra continuò con tono di rimprovero:«Avresti dovuto chiamarmi così dal primo giorno che mi hai incontrata, invece di chiamarmi “signorina” come una rammollita! Comunque non preoccuparti per Damon! Adesso ti porto da lui!»
.
Detto questo, Rebekah attraversò la stanza a grandi passi fino a raggiungere Elena,che prese per un braccio e la condusse con la forza fuori dall'edificio. Fuori nel cortile ad aspettarle, c'era una carrozza nera,con una persona completamente coperta da un mantello nero per cocchiere. Rebekah condusse con la forza Elena vicino al veicolo e aperta la portiera le gridò contro: «Sali!». Elena fece come le era stato ordinato e subito Rebekah la raggiunse all'interno. Chiuse subito la portiera e mise una benda sugli occhi di Elena per non farle vedere dove sarebbero andate. Dopo averla intrappolata nella morsa delle sue braccia, intimò al cocchiere:«Raggiungi il posto che ti è stato detto!», così quello partì dando inizio ad un tragitto che durò circa 20 minuti, tra traballi e scosse, ma ad Elena a causa della sua condizione di ostaggio, sembrò molto più lungo. Rebekah la fece scendere dalla carrozza con ancora la benda sugli occhi, poi Elena sentì la carrozza ripartire. Cercava di recepire qualche suono per capire dove si trovasse, ma riusciva solo a sentire  le folate di vento tra gli alberi. D'improvviso Rebekah le tolse la benda ed Elena notò di essere vicina a quello che nel regno era conosciuto come “Burrone del morto”. Era facile capire perché l’avessero chiamato così, dato che era un burrone molto profondo, con le pareti rocciose molto ripide e talmente profondo che al posto del fondo c'era una grossa linea nera. Era percorso in alcuni punti da ponti di legno, nessuno dei quali era sicuro da attraversare, e il punto in cui si trovarono Elena e Rebekah era proprio uno di quelli.
 
La scena che si presentò davanti ad Elena non appena Rebekah le tolse la benda, era raccapricciante tanto quanto la visione di Matt sgozzato. Dall'altro lato del burrone c'era Kai che rideva beffardo e Damon,Katherine e Stefan ognuno legato e imbavagliato a un albero.
«Grazie piccola! Adesso ci penso io! Raggiungimi da questa parte!». Disse Kai rivolto a Rebekah e lei fece dietro front, lasciando Elena lì. Per fare il giro del burrone dal punto in cui iniziava ci sarebbero volute delle ore a piedi, perciò Elena era convinta di poter trattare con Kai in quel tempo che sarebbe stato solo.
«Ti prego, lasciali andare!». Supplicò Elena, e Kai notando la disperazione nella sua voce, con un coltello tagliò le corde che tenevano imprigionato Damon e lo tenne fermo nella morsa delle sue braccia per evitare che scappasse, poi rispose ad Elena:«Oh, molto volentieri, piccola! Anzi, sono così buono da far prendere a tuo marito la via più breve attraverso il ponte!».

Detto questo, spinse Damon sul ponte che iniziò ad oscillare e traballare molto pericolosamente. Elena sapeva che quei ponti non erano fatti per sostenere il peso di un essere umano, così con un tono ancora più supplicante gridò:«No, ti prego! È troppo pericoloso!», ma Damon fu costretto ad avanzare perché dalla sua parte del ponte c'era Kai che gli puntava una pistola contro. Damon si tolse il bavaglio che gli serrava la bocca e avanzando molto cautamente disse:«Non preoccuparti, amore! Posso farcela!». Elena dalla sua posizione lo guardava ansiosa, perché il ponte oscillava ad ogni passo di Damon.
«Oh ma che scena commovente!». Commentò Kai con un tono canzonatorio, poi disse:«Perché non la movimentiamo un po'?», dopodiché con un coltello tagliò una delle corde del ponte, così ora il ponte, già di per sé instabile, pendeva tutto verso destra e solo per un fortuito miracolo gli altri tre sostegni ressero.
«No!». Gridò Elena arrivando di corsa sull'orlo del burrone, e con suo grande sollievo vide che Damon era riuscito a non cadere perché era riuscito ad aggrapparsi alle travi.
«Non preoccuparti! Sto bene!». Disse Damon rivolto ad Elena. Poi usando le travi come una scala, proseguì verso la parte del burrone dove si trovava Elena. Man mano che Damon si avvicinava, l'espressione di Elena diventava più serena. Kai dalla sua posizione riuscì a vedere che Damon,contro ogni probabilità, era quasi arrivato a destinazione, dunque tagliò anche l'altra corda, che, per un malaugurato caso gli si legò alla caviglia sinistra e lo trascinò giù. I pilastri del ponte dalla parte di Elena ancora reggevano miracolosamente, per cui sia Damon, sia Kai solidamente attaccati al ponte, stavano bene. I pilastri però non avrebbero retto ancora a lungo ed Elena lo sapeva, perciò si allungò e si sporse dal ciglio del burrone e tese la mano sinistra verso Damon, mentre con la destra si teneva solidamente attaccata al ramo di un albero per non cadere lei stessa. Damon tese a sua volta la mano sinistra verso Elena per afferrarla, e ci riuscì giusto un attimo prima che i sostegni del ponte cedessero. Il ponte precipitò nel burrone senza fondo, portandosi dietro Kai.
«Oddio, Kai!». Nonostante tutto quello che le aveva fatto e quanto male si era comportato nei suoi confronti, Elena era talmente buona che si preoccupò in quel momento delle sorti del suo antico stupratore. Le urla raccapriccianti di quest'ultimo si sentirono a lungo, oltretutto prolungate dall'eco della gola in cui sprofondava il burrone. Poi, tutto tacque. Segno che il loro nemico era ormai morto.(**)
 
Una volta cessate le urla, Elena si riebbe e cercò di tirare su Damon con tutte le sue forze:«Ti tengo, Damon! Ti tengo!». Lo rassicurò Elena, e Damon, animato da quell'incoraggiamento riuscì ad arrampicarsi sulla parete rocciosa con una mano sola e ad arrivare sano e salvo nel punto preciso dove stava Elena. Nonostante fosse stremato dalla fatica della scalata, trovò lo stesso la forza di abbracciarla e baciarla, avendo temuto fino a quel momento di non poterlo fare più.
«Credevo che non ti avrei rivista mai più, Elena e, detto sinceramente non ci sarebbe stata morte peggiore se non ti avessi rivista almeno un'ultima volta!». Confessò lui mentre le accarezzava il viso tra gli spasmi, ancora sovraccarico di adrenalina per essere quasi morto e lei, ansimando a sua volta disse:«Oh Damon! Non avrei mai permesso che ti facessero del male, lo sai! E non ti avrei permesso di abbandonare questa terra, senza farti sapere che stai per diventare padre!».
Elena cercava di buttarla sull'ironia con quell'ultima battuta, ma a quanto pare Damon non ne colse il senso, poiché disse con tono sorpreso e indignato:«Cosa? No, no! Assolutamente no! Rebekah è incinta, ma non sono io il padre di suo figlio! Non puoi crederlo davvero!». Era davvero offeso che Elena potesse pensare una cosa del genere, dopo che avevano chiarito le loro questioni su quel punto di vista. Lei ancora più sorpresa di lui, disse: «Ma no! Che cosa hai capito? Io non parlavo di lei, parlavo di me! E dato che non perdo sangue, posso dire che, nonostante questo trambusto, non ho subito un aborto spontaneo!»
«Cosa?!». Damon era allucinato e piacevolmente sorpreso. Non si aspettava una tale piega degli eventi, e per lui quella nuova prospettiva, la prospettiva di diventare padre era esilarante. Elena con un sorriso beato ripeté:«Aspetto un bambino, Damon!». Allora lui a quella conferma si illuminò di gioia ed esclamò:«Oh Elena, è meraviglioso!», e assalendola di nuovo la baciò con passione.

La coppia reale avrebbe continuato ad amoreggiare, ma dei mugolii dall'altra parte del burrone gli ricordarono che Stefan e Katherine erano ancora legati e imbavagliati dall'altra parte. Così Damon ed Elena cominciarono ad avviarsi verso l'inizio del burrone per poterlo raggirare in sicurezza. La fortuna volle che per la strada incontrassero lo stallone di Damon legato a un albero, così dopo averlo montato riuscirono ad arrivare molto velocemente dall'altra parte, addirittura prima di Rebekah, che era partita prima di loro.
Svelti liberarono Stefan e Katherine e gli tolsero i bavagli. Subito Elena abbracciò sua cugina e le chiese premurosa:«Katherine, stai bene?»
«Si, grazie a te!». Rispose Katherine raggiante, continuando ad abbracciarla. Damon si avvicinò a Stefan e disse:«Vostra Grazia, mi rincresce molto, ma vi ho giudicato male, credendo che potevate essere l'amante di mia moglie. Sospetto nato da un'insana gelosia, per cui vi prego di perdonarmi!». Così dicendo gli tese la mano in segno di pace e Stefan la prese con un sorriso beato:«Oh è tutto a posto! Comunque, potete chiamarmi Stefan e darmi del tu!»
«Anche tu! Chiamami Damon! Inoltre Elena mi ha detto che per lei sei come un fratello, per cui ho intenzione di trattarti con il riguardo che riserverei ad un cognato!»
«Oh, grazie tante!». Poi si allontanò appena e raggiunse Katherine, che cinse in un caloroso abbraccio, poi la baciò castamente sulle labbra e disse:«Credo però che mi dobbiate considerare un cugino, se Katherine accetterà di sposarmi!»
«Certo che ti sposerò!». Esclamò Katherine orgogliosa, per poi baciare ancora Stefan. Damon ed Elena si baciarono a loro volta e a quel punto arrivò Rebekah, che li guardò sconvolta e sbigottita per un lungo istante, poi disse:«Come avete fatto a liberarvi? E dov'è Kai?».
Elena si fece leggermente avanti e con un'espressione contrita rispose:«Mi dispiace, ma Kai è caduto nel burrone, quindi è morto!», ed aveva un tono che sembrava sinceramente dispiaciuto. Rebekah non poteva credere alle sue orecchie. Era come se il mondo le stesse crollando addosso. Lei amava davvero quel ragazzo, il padre di suo figlio. Elena dal canto suo, non voleva essere ambasciatrice di altre brutte notizie, ma era suo dovere farlo:«Inoltre, tu sei sua complice e colpevole di omicidio, per cui, per mezzo dei poteri di cui sono investita, ti dichiaro in arresto!»
Subito Damon e Stefan si gettarono su di lei per immobilizzarla, ma non fece nessuna obiezione, né fisica né verbale, quindi fu facile portarla a Palazzo e far si che avesse un giusto processo.
 

 
*:Mi dispiace per Matt,però a volte per un bene superiore dei sacrifici vanno affrontati! E poi,parliamoci chiaramente,anche in TVD è una presenza piuttosto inutile,ammettiamolo
**:Non sono invece affatto dispiaciuta per la morte di Kai,e sono contenta che sia morto anche nella serie televisiva e spero che continuerà a rimanere morto nei secoli dei secoli. Amen.
 
Eccomi qui con il nuovo capitolo. Che dirvi? Io ve l’avevo detto che sarebbe stato pieno di eventi. Il piano di Kai e Rebekah è stato attuato e mandato all’aria per un fortuito caso aggiungerei. Ora che cosa aspetterà la nostra ex concubina? Beh,rimanete con me e lo scoprirete! Grazie come sempre alle persone che hanno messo la storia nelle varie categorie,a chi legge silenziosamente e soprattutto a chi si ricorda di lasciarmi due righe. A presto!
-Greta

 
   
 
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