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Autore: Ormhaxan    19/08/2015    5 recensioni
"Voglio Willas, voglio Alto Giardino e i cagnolini e il vascello fluviale, e figli di nome Eddard, Bran e Rickon." [Cit. Sansa, Tempesta di Spade.]
Cosa sarebbe successo se, realizzati i piani dei Tyrell, Sansa avesse sposato l'erede di Alto Giardino?
Una AU! che narra l'incontro tra i due giovani, i primi timori, i demoni che entrambi si portano dentro il proprio animo, la gentilezza ritrovata nei compagni di vita più improbabili, l'amore che sboccia come una rosa selvaggia alla fine dell'Inverno.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Margaery Tyrell, Oberyn Martell, Sansa Stark, Willas Tyrell
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Moglie. Willas Tyrell strinse la presa attorno all’argenteo manico del suo bastone, le labbra e la gola improvvisamente secche, e i suoi occhi azzurri furono percorsi per un istante da incertezza nell’osservare la lettiga fare il suo ingresso nell’imponente castello.
Aveva intuito i pieni di sua nonna, Lady Olenna, ancora prima della sua partenza verso la capitale, ma mai avrebbe immaginato che i Lannister accettassero di lasciare andare la loro preziosa Colomba per darla in sposa a lui, Willas Tyrell, erede di Alto Giardino.
Non aveva mai conosciuto Sansa Stark, figlia primogenita di Lord Eddard e Lady Catelyn, ma dalle lettere ricevute in quei mesi da sua sorella e da sua nonna l’aveva immaginata come una ragazzina dolce e fragile, oltre che una bellezza rara.
Dieci anni li separavano, dieci lunghi anni in cui lui era diventato un uomo fatto e finito, aveva appena assaporato le gioie di essere l’erede dell’Altopiano e un cavaliere; poi c’era stato il torneo, il suo primo torneo, e i suoi sogni di diventare il nuovo Leo Longthorn, il più valoroso e ammirato cavaliere della casa Tyrell vissuto cento anni prima, si erano spezzati insieme alla sua gamba.
Il suo sguardo corse in basso, verso la sua gamba storta e debole, e le sue labbra sottili, incorniciate in una perfetta barba dalle sfumature rossicce, si incresparono in una smorfia di disgusto.
Quale Lady potrebbe mai amare uno storpio? Sarai anche l’erede dell’Altopiano, un lord, ma rimarrai per sempre uno storpio. Sansa, con il tempo, potrà imparare ad amare il tuo castello, le tue terre, fare proprie le vostre usanze, ma non amerà mai uno storpio che ha bisogno di un bastone per stare in piedi.”

Poco distante la lettiga si fermò, sua cugina Elinor fu la prima a scendere, e Willas si impose di scacciare dalla mente quei pensieri negativi e portare la sua attenzione esclusivamente sulla dama che in quel momento stava scendendo timidamente dalla suddetta lettiga.
Indossava un lungo vestito turchese con i ricami argentati e ampie maniche ad ala, sopra di esso portava una lunga cappa di un blu tendente all’indaco chiusa sul davanti con un fermaglio e con un ampio cappuccio sulla parte anteriore; i capelli rossi erano acconciati secondo la moda del sud, di Approdo del Re, e il suo incarnato era pallido come quello di ogni nobile dama.
Non aveva mai conosciuto la di lei madre, Catelyn Stark, ma aveva conosciuto la sorella di quest’ultima, Lady Lysa Arryn e vedova di Jon Arryn, e nei colori di Sansa riconobbe subito i colori della casa Tully.
Da bambino aveva incrociato la sua strada anche con l’altra sua zia, Lyanna, morta in circostanze misteriose nella remota Torre della Gioia; anche lui, come molti altri, era stato presente durante il nefasto Torneo di Harrenehal, testimone dell’incoronazione della giovane Stark da parte del Principe Rhaegar e dello sgomento e di tutto il dolore e delle tragedie che erano seguite.
Le loro due casate – Tyrell e Stark -  avevano combattuto ai lati opposti della Ribellione di Robert, i primi fedeli alla corona e i secondi al fianco del forte e rabbioso Baratheon diventato re grazie all’appoggio e al tradimento dei Lannister, e tra loro non c’era mai stata amicizia.
Ma questo era successo tanto, tanto tempo fa, e Willas non avrebbe permesso al passato di condizionare il suo presente e scrivere il suo futuro.


Sansa si coprì gli occhi con una mano per non essere accecata dal forte sole che splendeva alto nel cielo privo di nubi.
Il cortile del castello era vasto e circondato da mura alte, tutto attorno a lei era luminoso, così diverso dall’onnipresente grigio di Grande Inverno.
Anche l’aria sembrava diversa, un’aria più pulita rispetto al nauseabondo tanfo che aleggiava nella capitale, all’aria secca e sempre fresca del nord: tutto, in verità, era diverso, così estraneo ma allo stesso tempo familiare, un nuovo inizio nella sua giovane vita.
E poi lo vide: Willas Tyrell, erede di Alto Giardino, con i suoi occhi azzurri e i capelli castani dalle sfumature rossicce, come rossiccia era l’elegante barba che incorniciava  le sue labbra, il suo mento e parte delle sue guance; lo avrebbe riconosciuto tra tanti, appoggiato al suo bastone dal manico argentato su cui erano state intarsiate delle rose, simbolo della casa Tyrell, i suoi tratti appena marcati che gli conferivano un’aria elegante e affascinante, che ricordavano quelli di Ser Loras, quelli di sua sorella minore Margaery.

“Lady Sansa. – Willas la salutò con rispetto e cortesia, prendendole delicatamente una mano e sfiorandone il dorso con le sue labbra – Benvenuta ad Alto Giardino, nella vostra nuova dimora.”
“Milord, sono onorata di essere in questo splendido castello, conoscervi finalmente: ho sentito molto parlare di voi dalla vostra famiglia, del vostro valore e della vostra gentilezza, e durante il viaggio ho potuto apprezzare le bellezze dell’Altopiano.”
“Devo sperare, dunque, che i miei fratelli abbiano parlato bene di me: siamo molto legati, noi quattro, ma alle volte sappiamo anche essere spietati l’uno con l’altro.”
“Non temete, Milord, i vostri fratelli vi hanno riservato solo elogi e parole di affetto, mi hanno fatto sentire in famiglia. – abbozzò un sorriso – Ma anche io, come voi, ho dei fratelli minori e…”
Sansa lasciò bruscamente la frase a metà e si diede della sciocca. Lei aveva avuto dei fratelli minori: la selvaggia Arya; il dolce Bran; il piccolo Rickon.
Arya, Bran, Rickon: tutti morti.
“Perdonatemi, Milady, non avrei mai voluto riportare alla luce ricordi dolorosi, e per quanto possano contare le mie parole vorrei dirvi che sono profondamente addolorato per le vostre perdite: vostro padre è stato un valoroso lord, uno dei migliori, e i vostri fratelli…”
“Mio padre era un traditore, ha cercato di togliere la corona al suo legittimo Re, e anche mio fratello Robb è un traditore!”
“Ma lui mi porterà la testa di Joffrey, e quella di Cersei, e di tutti i Lannister responsabili per la morte di nostro padre. Poi toccherà a Theon, ai Greyjoy, a tutti coloro che si sono messi contro di noi.”

Willas la guardò stupito, piacevolmente colpito dalle parole pronunciate da una ragazza appena sedicenne così perfettamente istruita nel recitare una parte, così esperta nel Gioco del Trono.
Tutti sapevano che Joffrey non era affatto il legittimo erede di Robert Baratheon, che era frutto di un incesto – così palese era la sua somiglianza con lo Sterminatore di Re, Jaime Lannister, fratello gemello della Regina Cersei – e che Stannis, il freddo e distaccato fratello di mezzo, era il suo vero successore.
Ma Stannis aveva ucciso Renly, o almeno questo era quello che si diceva, e Tywin Lannister era un uomo troppo pericoloso e potente, un nemico spietato, il più ricco di tutti i Sette Regni.
Non era saggio mettersi contro Lord Twyn, e combattere al suo fianco durante la Battaglia delle Acque Nere si era dimostrata una scelta saggia, un modo per far dimenticare – no, non dimenticare, solo perdonare – le spade che i Tyrell avevano concesso a Renley alla morte del maggiore dei Baratheon.
“Ma voi gli volevate bene, era vostro padre, e so che volete molto bene a vostro fratello Robb. Traditori o no sono la vostra famiglia, ed è normale che preghiate per loro, non c’è nulla di oltraggioso in questo.”
“Milord, io… - Mi sta mettendo alla prova, pensò Sansa, vuole capire chi sono veramente, a chi va la mia fedeltà; devo stare attenta a ciò che dico, a come mi muovo, non dimenticare che i Tyrell sono alleati dei Lannister e riferiranno ogni mia mossa.
E mi picchierà, proprio come Joffrey, mi picchierà e mi umilierà ogni qual volta farò o dirò qualcosa di sbagliato. Anche Joffrey sembrava uno di quei principi delle ballate, innamorato di me, ma poi… -
Come voi dite, Milord.”
“Chiamatemi Willas, ve ne prego. Non sono ancora il lord di Alto Giardino, solo il suo erede, il suo custode fino al ritorno di mio padre.”
“Willas.”
“Molto meglio. – Willas sorrise, un sorriso così dolce, un sorriso che Joffrey non aveva mai avuto – Mi è stato detto che adorate le tortine al limone, non è così?”
“Sono i miei dolci preferiti sin da bambina, ma a Grande Inverno erano rari, poichè i limoni raggiungevano il nord raramente e non sempre in ottime condizioni.”
“Ad Alto Giardino abbiamo centinaia di alberi di limoni, e pesche, e qualsiasi tipo di frutta desiderate. E per il vostro arrivo ho ordinato ai cuochi di preparare enormi quantità di tortine al limone, e dolci, e qualsiasi altra cosa vorrete.”
“Quando?” chiese lei, guardandolo con i suoi grandi e brillanti occhi azzurri.
“Stasera, dopo che avrete preso possesso delle vostre stanze, fatto un bagno. – rispose – Immagino siate molto stanca, Sansa.”
“E’ stato un lungo viaggio, non quanto quello affrontato per raggiungere la Capitale dal nord, ma l’ho affrontato con serenità.”
“In questo caso non vi tratterrò un istante di più. – con un gesto della mano ordinò alle dame che si sarebbero prese cura della giovane Stark di avvicinarsi e successivamente fece un leggero inchino di congedo – Perdonate il mio non scortarvi personalmente nelle vostre stanze, ma da molti anni oramai io e la mia gamba non siamo propriamente a nostro agio con le scale: vi affido alle amorevoli cure di mia cugina Elinor e di mia zia Janna, in attesa di rivedervi stasera al banchetto in vostro onore.”
“Venite, Lady Sansa, da questa parte!” esclamò Elinor, indicandole un corridoio poco lontano, delle scale in penombra.
Sansa annuì, si allontanò di qualche passo, per poi fermarsi e guardare nuovamente il suo futuro sposo, ancora immobile nel punto in cui l’aveva lasciato:
“Vi ringrazio per la vostra accoglienza, Milord. – gli disse per poi correggersi immediatamente – Willas.”



“Davvero una splendida colomba! – esclamò Raymund Tyrell, distante cugino di Willas e fratello di Megga, una delle ragazze che aveva seguito Lady Olenna e Margaery ad Approdo del Re – Non trovi anche tu, Willas?”
Willas lo guardò con la coda dell’occhio, quel lontano cugino che era più un terzo fratello minore per lui, ritornando poi ad osservare la figura di Sansa oramai lontana.
“Di una bellezza rara, lo ammetto, ma non una colomba. – rispose distaccato – Un uccellino spaventato, appena uscito dalla gabbia dorata in cui l’avevano rinchiuso, ecco cos’è Sansa Stark.”
“Povera piccola, chissà cosa ha passato ad Approdo del Re, tra quei leoni affamati.”
“E’ ferita, impaurita, lo si capisce subito, ma presto l’uccellino si trasformerà in un’aquila dagli artigli affilati. – si scambiò un’occhiata complice con Ray e sorrise sornione – Io stesso me ne prenderò cura, farò in modo che accada, e non permetterò a nessuno di farle nuovamente del male.”


 

*



Angolo Autrice: Salve, gente! Rieccomi con la seconda parte della storia, parte in cui conosciamo Willas e il suo modo di pensare, i suoi timori e le sue paure.
Questo, almeno, è come io mi sono sempre immaginata Willas: diverso da Loras, ma anche da Garlan, più simile a un Doran Martell nel pensare e agire.
Diciamo anche che, insieme a Olenna, è l'unico Tyrell che mi piace - ma anche Garlan sembra un tipo che promette bene - e che mi affascina moltissimo.
Inoltre, ho deciso di dare spazio ad un Tyrell minore, Raymund, uno che zio George nomina soltanto, ma che io ho deciso di "promuovere" ad amico e confidente di Willas essendo i fratelli e il resto della famiglia lontani.
Ringrazio, infine, tutte le persone che hanno letto in silenzio, decisio di seguire la storia, e soprattutto mi hanno lasciato una recensione. Non sapete quanto queste hanno significato per me, specialmente essendo io nuova in questa sezione, quindi i ringraziamenti sono doppi e spero di leggerne altre!

Alla prossima,
V.
 
  
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