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Autore: Writer96    19/08/2015    10 recensioni
Storia partecipante all' About Daily Life di Himeko Kuroba
“-Questa è un’ammissione di colpa! Maledetto di un Black, dimmi subito dove hai messo i miei dannatissimi occhiali!- urlò James, prima di andare a sbattere con la testa contro una delle gambe della scrivania sulla cui stava scrivendo Remus.
-Io non so assolutamente nulla dei tuoi occhiali, Jamie. Sei tu che a diciassette anni compiuti non riesci ancora a ricordarti dove appoggi le cose, non è mica colpa mia se sei un povero mentecatto... Cieco.- aggiunse poi con un sorrisetto quando vide l’amico alzarsi in piedi aggrappandosi alla gamba di Remus al posto che alla gamba del tavolo.
-Remus, dimmi subito dove quel cane ha nascosto i miei occhiali!-
-Prongs, credimi, non ne ho idea. Ma sarei felice se tu la smettessi, sai, ehm, di palparmi. Davvero.- rispose Remus, allontanando con un gesto stizzito le mani di James dalle proprie spalle"
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Come si amano i pazzi'
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Storia partecipante al contest About Daily Life di Himeko Kuroba sul Forum di EFP
Autore
: Writer96
Titolo: Il migliore amico di Peter Minus, Messer SenzaVista e le guance rosse di Lily Evans
Personaggi:  Sirius Black, James Potter, Remus Lupin, Peter Minus, Lily Evans
Genere: Comico, Romantico (un pochino, diciamo)
Rating: Verde
Avvertimenti: Slice of Life
Introduzione: “-Questa è un’ammissione di colpa! Maledetto di un Black, dimmi subito dove hai messo i miei dannatissimi occhiali!- urlò James, prima di andare a sbattere con la testa contro una delle gambe della scrivania sulla cui stava scrivendo Remus.
-Io non so assolutamente nulla dei tuoi occhiali, Jamie. Sei tu che a diciassette anni compiuti non riesci ancora a ricordarti dove appoggi le cose, non è mica colpa mia se sei un povero mentecatto... Cieco.- aggiunse poi  con un sorrisetto quando vide l’amico alzarsi in piedi aggrappandosi alla gamba di Remus al posto che alla gamba del tavolo.
-Remus, dimmi subito dove quel cane ha nascosto i miei occhiali!-
-Prongs, credimi, non ne ho idea. Ma sarei felice se tu la smettessi, sai, ehm, di palparmi. Davvero.- rispose Remus, allontanando con un gesto stizzito le mani di James dalle proprie spalle.”
Eventuali NdA: E’ una storiella senza pretese, che sfiora il demenziale –spero non arrivi ad esserlo, non del tutto, almeno. Si colloca all’inizio del settimo anno, un venerdì sera non specificato. SPOILER! La Lily che ho descritto è una Lily che ha già cambiato idea su James, che sta iniziando a provare qualcosa per lui senza però cambiare idea e modo di fare radicalmente. Spero davvero di non averla resa OOC, soprattutto nelle parti che riguardano il corridoio e le sue risate. E’ che, se uno ci pensa bene, una ragazza alle prese con una cotta, in una situazione potenzialmente pericolosa e tra l’altro pure assonnata può davvero concedersi qualche risolino isterico. Per quanto riguarda il loro uscire la notte, lo giustifico dicendo che in fondo sono entrambi Caposcuola e male che va Lily può avere sempre una scusa e una giustificazione pronte.
 
 



Il migliore amico di Peter Minus, Messer SenzaVista e le guance rosse di Lily Evans 



-Sirius, questa cosa non è divertente.-
James Potter aprì con foga la porta del bagno e, dopo aver lanciato un’occhiata piena di risentimento in direzione del suo migliore amico, iniziò a sollevare pile e pile di fogli che si trovavano sopra una delle scrivanie, sbuffando senza sosta.
-Non capisco di cosa parli.- replicò Sirius, senza sollevare neanche un istante gli occhi dalla rivista che stava pigramente leggendo steso a pancia in su sul letto.
-Tu sai benissimo di cosa parlo. E non è affatto divertente.- ribadì James, smettendo qualche istante di sollevare e spostare i fogli per inginocchiarsi a terra e iniziare a tastare il pavimento con più frenesia di prima.
-Prongs, dannazione, quello era il mio piede!- sbottò Remus nell’istante in cui sentì la mano dell’amico afferrargli la scarpa e spostarla bruscamente poco più in là.
-Scusa, Moony, non me n’ero accorto. Sai, qualcuno qui mi ha appena fatto lo scherzo meno divertente del secolo.- si lagnò James, continuando a tastare il pavimento senza fermarsi un solo istante.
-Continuo a non capire di cosa stai parlando, Jamie, dico davvero.- esclamò Sirius, con un sorriso ironico che gli aleggiava sulle labbra mentre si beava della vista di una ragazza decisamente poco vestita che pubblicizzava un bagnoschiuma di una strana marca babbana.
-Sirius, chiamami ancora in quel modo e giuro che ti spacco la faccia. Te lo garantisco.-
-Sempre se riesci a vedere dove si trova!- esclamò Sirius, scoppiando a ridere alla vista dell’amico che continuava a gattonare per la stanza muovendo le mani a casaccio davanti a sé.

-Questa è un’ammissione di colpa! Maledetto di un Black, dimmi subito dove hai messo i miei dannatissimi occhiali!- urlò James, prima di andare a sbattere con la testa contro una delle gambe della scrivania sulla cui stava scrivendo Remus.
-Io non so assolutamente nulla dei tuoi occhiali, Jamie. Sei tu che a diciassette anni compiuti non riesci ancora a ricordarti dove appoggi le cose, non è mica colpa mia se sei un povero mentecatto... Cieco.- aggiunse poi  con un sorrisetto quando vide l’amico alzarsi in piedi aggrappandosi alla gamba di Remus al posto che alla gamba del tavolo.
-Remus, dimmi subito dove quel cane ha nascosto i miei occhiali!-
-Prongs, credimi, non ne ho idea. Ma sarei felice se tu la smettessi, sai, ehm, di palparmi. Davvero.- rispose Remus, allontanando con un gesto stizzito le mani di James dalle proprie spalle. James mugugnò qualcosa di incomprensibile e, tenendo le mani allungate davanti a sé, si diresse verso quello che gli sembrava essere Peter e gli afferrò saldamente le braccia.
-Peter, ti prego, non difendere quella brutta persona che è Sirius, almeno tu, dimmi dove sono i miei occhiali. Sono il tuo migliore amico, me lo devi!-

-Ehi, aspetta, chi sarebbe il suo migliore amico?- urlò Sirius, lanciando a terra la rivista e sedendosi ben dritto sul letto.
-Io, Padfoot, io.- sottolineò James, scuotendo con foga le braccia di Peter e annuendo vistosamente.
-Tu? Ma non farmi ridere! Sanno tutti che sono io il migliore amico di Peter.-
-Non credo proprio che sia tu il suo migliore amico. Lo dice sempre, che io sono il migliore!-
-Dice sempre a me che sono il migliore.-
-Ragazzi sul serio, piantatela. Sto cercando di studiare!- si intromise Remus, sbattendo un libro sul tavolo per rafforzare le proprie parole e suonare più autoritario. “Come se servisse a qualcosa”, pensò poi, amareggiato, nel momento in cui Sirius e James ripresero ad urlarsi contro, strattonando ognuno un braccio di Peter.
-Ragazzi... Ragazzi!- riprovò a dire, ottenendo come unico effetto uno sguardo terrorizzato di Peter che provava a dire qualcosa tra una parola e l’altra.
-Sirius, mi pare evidente che sia io la persona a cui Wormtail rivela più cose di sé. Non è vero, Petey?-
-Guarda, James, che sono io il suo compagno preferito di scherzi!-
-Non farmi ridere, non l’ho mai visto divertirsi con nessuno tanto quanto si diverte con me!-
-Questo è perché gli scherzi migliori li facciamo io e lui da soli.-

-Sono io il migliore amico di Peter!- strillò infine Remus, facendo immediatamente calare il silenzio all’interno del dormitorio. Sirius si voltò a guardarlo con gli occhi spalancati e James cominciò a fissare con aria incredula un punto relativamente vicino alla sua faccia.
-Remus, non credo che tu voglia davvero essere coinvolto in questa discussione...- lo redarguì Sirius, senza mollare la presa sul braccio di Peter, che nel frattempo stava cercando di divincolarsi per allontanarsi.
-Infatti, Moony, questa è una cosa che riguarda me e Sirius!- esclamò James, continuando a guardare un punto imprecisato della stanza.
-Me l’ha detto lui, va bene? Ora perché diavolo non la smettete di fare tutto questo rumore?- sbottò Remus, ignorando le espressioni di puro sgomento apparse sui volti dei due amici, che avevano finalmente lasciato le braccia di Peter.

Un silenzio irreale riempì tutto il dormitorio per qualche istante e Remus si illuse davvero di essere riuscito ad ottenere qualche minuto di tranquillità, fino a quando non udì James sbattere un piede a terra e urlare:- Sirius Black, voglio sapere immediatamente dove hai messo i miei occhiali!-
-James, amico, davvero, non ne ho idea.- replicò Sirius, con un sorriso angelico a cui non avrebbe mai potuto credere nessuno.
-Bene, molto bene. Sappi che se cadrò per le scale e mi spezzerò l’osso del collo perché non ho visto uno scalino, ti reputerò unico responsabile della mia dipartita.- affermò melodrammaticamente James. Poi si girò, si diresse a passo di marcia verso la porta, cercò la maniglia per qualche istante e uscì dalla stanza inciampando sul primo gradino.
Remus attese ancora qualche secondo prima di sospirare e voltarsi verso Sirius con le sopracciglia sollevate e un’aria scettica stampata in volto.

-D’accordo, perché gli hai nascosto gli occhiali?- chiese poi, mentre Sirius spalancava gli occhi fingendosi sorpreso da quella domanda.
-Mi credi davvero una persona così orribile?- esclamò Sirius, portandosi una mano al petto e fingendo sgomento e indignazione. Remus ridacchiò involontariamente, prima di alzare gli occhi al cielo e sbuffare una seconda volta.
-Tu sei davvero una persona così orribile, Sirius, non sono solo io che lo credo. Mi auguro per te che James riesca a tornare in camera sano, salvo e vedente, soprattutto.-
-Come sei melodrammatico, Moony. Andiamo, è Prongs! Quello non l’ammazzi manco se lo butti dalla Torre di Astronomia!- si difese Sirius, prima di sedersi nuovamente sul letto. Remus gli diede le spalle e si concentrò sul libro che aveva davanti a sé, chiedendosi come avrebbe fatto ad arrivare fino a giugno in quelle condizioni. All’improvviso si udì una risatina ed entrambi Remus e Sirius si girarono verso il letto dove stava seduto un fino ad allora silenziosissimo Peter.

-Scusate ragazzi è solo che... Stavo pensando alla faccia che aveva Remus mentre James gli palpava la gamba, prima!- esclamò, scoppiando a ridere, seguito a ruota da Sirius, mentre Remus arrossiva furiosamente e mostrava agli amici il dito medio di entrambe le mani.
-Sai, Sirius, mi auguro vivamente che James ritrovi i suoi occhiali in tempo per vedere l’occhio nero che ti avrò procurato se non la pianti subito di ridere.-
-Sei così carino, Moony-cucciolo, quando ti imbarazzi tutto, davvero!-
-Sirius!-
 

****

 
Lily Evans stava osservando con soddisfazione la lettera che aveva appena finito di scrivere, quando sentì il suono di qualcosa che andava a sbattere pesantemente e poi una serie di poco delicate imprecazioni. Si voltò di scatto e si trovò immediatamente a dover reprimere la risatina che stava per sfuggirle dalle labbra quando vide James Potter inciampare sull’ultimo gradino delle scale e cadere faccia avanti sul pavimento della Sala Comune. La risata appena repressa si trasformò in un’espressione severa e piena di disappunto quando lo vide rialzarsi in maniera insicura ed iniziare a barcollare per la Sala, in una maniera che faceva perfettamente intendere che doveva essersi scolato qualcosa di ben più forte di una Burrobirra, quella sera.

-Potter, ancora ti diverti ad ubriacarti con i tuoi compari il venerdì sera?- domandò, nell’esatto momento in cui lui andava ad inciampare contro una poltrona e rischiava di trascinarla a terra con sé, nel tentativo di reggersi in piedi.
-Evans, sei tu?- esclamò James, con la voce incredibilmente non impastata dall’alcool, ma forte e sicura come al solito.
-Certo che sono io, vedi qualcun altro in giro?- commentò causticamente Lily, indicando con un gesto plateale la Sala Comune completamente vuota.
-Ehm...- pronunciò James, girandosi verso quella che doveva essere Lily –“Merlino, ma perché deve proprio avere i capelli rossi in una sala decorata solo con stendardi ed arazzi rosso-oro?”- e portandosi una mano tra i capelli con fare imbarazzato. Lily lo studiò per qualche istante, cercando di capire che cosa ci fosse di diverso in James quella sera e finalmente un lampo di comprensione le attraversò il volto.
-Potter, ma dove diavolo sono finiti i tuoi occhiali?-
-Ecco, Lily, è esattamente questo il problema. Sirius ha avuto la brillante idea di nasconderli da qualche parte e ora io devo trovarli – e non mi suggerire di usare qualche incantesimo, quello là è troppo furbo per farsi fregare da un espediente del genere. Però non sono ubriaco, se la cosa ti conforta.- spiegò, continuando insistentemente a fissare l’arazzo alle spalle di Lily.
-E quindi, Potter-Cieco-Ma-Non-Ubriaco, cos’hai intenzione di fare?- chiese lei, piegando la testa e studiandolo con attenzione.
-Andare a cercarli, mi sembra ovvio.-

A quelle parole, Lily scoppiò a ridere così forte che dovette reggersi al bordo del divano per non cadere e fu solo dopo un minuto buono di risate che riuscì finalmente a formulare una frase di senso compiuto.
-E tu hai intenzione di andarli a cercare dopo che è scattato il coprifuoco senza neanche riuscire a distinguere la tua mano destra dal pavimento?-
-Suvvia, Lily, non sono messo così male. Voglio dire, ancora riesco a muovermi rimanendo illeso!- e, come a testimoniare la falsità delle sue parole, inciampò su un bordo del tappeto e cadde rovinosamente su una poltrona, sotto lo sguardo soddisfatto di Lily.
-Senti, ti accompagno. Non voglio avere la tua morte sulla coscienza.- asserì con decisione la ragazza, dopo qualche secondo di meditazione, facendo sì che sul volto di James si aprisse un sorriso intriso di pura sorpresa.
-Lily Evans che mi accompagna in una delle mie scorribande notturne? Oh, ma questo è un sogno che si avvera!-
-Sta’ zitto, Potter, o potrei seriamente pensare di rimangiarmi la mia decisione. E poi sono un Caposcuola, ho il dovere di controllarti- sbottò lei, nascondendo un sorriso divertito che minacciava di spuntarle sulle labbra. Osservò ancora per qualche istante James che cercava di rialzarsi dalla poltrona in maniera vagamente aggraziata brontolando che “anche lui era un Caposcuola, dannazione, perché tutti se ne dimenticavano?” e poi gli tese la mano, tirandolo verso di sé con uno strattone.
-Ehi, Evans, non ti facevo così forzuta!-
-E’ la forza della disperazione.-
-Prevedibile e scontata battuta, davvero.- esclamò James, ottenendo come risultato una nuova spinta di Lily, questa volta più delicata e divertita. Si rimise in piedi dopo aver barcollato leggermente e sentì la mano della ragazza premergli delicatamente sulla schiena per indirizzarlo verso il buco del ritratto.
-Sta’ attento, Potter, c’è  un gradino davanti a te.- lo avvisò Lily e ottenne in risposta una risatina da parte di James, che si girò per qualche istante a guardarla –o meglio, a guardare il suo naso.
-Sei preoccupata per me? Sono sette anni, Lily, sette!, che aspetto questo momento. E’ una sensazione meravigliosa!-
Lily alzò gli occhi al cielo, pur sapendo che James non poteva vederla, e borbottò qualcosa che somigliava ad un “Non fare il melodrammatico” che fece ridere di gusto il ragazzo.

Iniziarono a camminare senza una meta precisa, con Lily che ogni tanto prendeva James per un braccio e gli evitava di andare a sbattere contro una qualche armatura o contro qualche sporgenza del muro, e James che strizzava gli occhi per riuscire a vedere in maniera un po’ più nitida, rischiando puntualmente di cadere ogni due passi.
-Senti, Potter, stiamo camminando da venti minuti e io non ho ancora visto niente. Non è che hai una vaga idea di dove potrebbero essere stati nascosti i tuoi dannati occhiali?- sbottò Lily ad un certo punto, dopo aver salvato per l’ennesima volta James dall’andare a sbattere contro un arazzo.
-Lily, se avessi avuto una vaga idea non credi che forse sarei andato direttamente lì?- le rispose lui, imitando il tono scocciato usato poco prima dalla ragazza.
-Molto bene. Allora continua da solo.- esclamò Lily, per poi voltarsi e iniziare a marciare in direzione della Sala Comune. “Stupido Potter! - pensò – Uno cerca di aiutarlo e lui come ringraziamento si mette a fare battutine acide.
Era già arrivata a metà corridoio quando la voce di James le giunse nuovamente alle orecchie, costringendola a voltarsi e a tornare indietro.
-Lily, non fare la permalosa, ti prego. Oppure fa’ la permalosa, ma non mi lasciare qui da solo! Davvero, non so neanche se sei andata a destra o a sinistra! Sono come un cucciolo abbandonato, non puoi farmi questo!-

-Sei estremamente fastidioso ed irritante, te l’hanno mai detto?- gli domandò lei, dopo essere tornata al suo fianco ed aver ottenuto come ringraziamento un sorriso così grande e genuino che le fece stringere per qualche secondo la bocca dello stomaco.
-Un sacco di volte, a dire il vero. Però poi di solito le persone aggiungono anche “carismatico”, “gentile”, “divertente”, “simpatico”, “affascinante”...-
-...Cieco...-
-...”cieco”, “bellissimo”... Ehi, un momento! Cieco non lo dice mai nessuno, brutta vipera di una Evans!- brontolò James, facendola scoppiare a ridere divertita. James non poteva esattamente vederla, ma sapere che era stato lui la causa di quelle risate- e, se la conosceva bene come sosteneva, anche del lieve rossore intorno al naso e alle guance- lo fece sentire tutt’a un tratto leggero e felice.

-James!- esclamò Lily all’improvviso, smettendo di ridere –James, se ho idea di come Sirius Black possa ragionare...-
-...Lily, questo è altamente improbabile, visto che Sirius non ragiona...-
-... Sta’ zitto e fammi finire. Dicevo, se ho idea di come Sirius Black possa ragionare, credo di aver capito un possibile nascondiglio per i tuoi occhiali.-
James si concesse qualche secondo di silenzio, in cui avrebbe voluto guardarla adorante, se non fosse stato per il fatto che non era esattamente sicuro di dove la sua faccia fosse, prima di porgerle la mano e dire, con tono pomposo:- Guidami, oh grande Lily Evans!-
-Puoi camminare benissimo da solo, non credo sia necessario che io ti tenga la manina, che dici?- brontolò Lily, spostandogli la mano con un gesto secco. James intensificò il proprio sorriso e riportò la mano esattamente dove si trovava prima, ben deciso a non desistere.
-Se continuiamo a muoverci come prima ci metteremo anni, prima di arrivare, e per quanto il mio spirito Malandrino si stia ribellando a queste mie parole, credo che davvero stiamo sfidando un po’ troppo la sorte ad andare in giro così, a casaccio.- spiegò, senza smettere di sorridere.
-Sul serio, chi sei tu, che ne hai fatto di James Potter?- chiese Lily, ridacchiando senza decidersi ad afferrare la mano che James le porgeva.
-Oh, e va bene, hai vinto tu. Non è perché temo qualcosa, è che, davvero, possiamo sbrigarci a recuperare i miei occhiali prima che mi venga una pesante crisi isterica?- la supplicò James, ottenendo in risposta un sospiro scoraggiato da parte della ragazza, che gli afferrò la mano prima di iniziare a camminare con decisione.

I corridoi ampi e vuoti amplificavano i suoni dei loro passi e delle risatine che James ogni tanto lanciava –“Merlino, sto davvero camminando mano nella mano con Lily Evans?”- e Lily cercava di camminare più in fretta che poteva, evitando di pensare alle possibili punizioni che le sarebbero potute essere assegnate per colpa di quell’idiota di un Potter che era più cieco di una talpa. Una parte di lei avrebbe voluto rallentare, in verità, per godersi un po’ quell’assurda situazione in cui il suo palmo e quello di James erano a così stretto contatto che si sarebbero potuti scambiare per una cosa sola, situazione che, per quanto le dolesse ammetterlo, le causava dei piccoli crampi all’altezza della bocca dello stomaco, come tutta un’altra serie di cose sempre legate a James da un po’ di tempo a questa parte.
-James Potter, siamo arrivati nel luogo in cui, se i miei calcoli sono giusti, tu sarai moralmente obbligato a proclamarti tua regina indiscussa.- esclamò con fare magniloquente, fermandosi all’improvviso dietro ad un angolo. James andò a sbattere contro la sua schiena, rischiando di travolgerla a causa delle sue gambe un po’ troppo lunghe e iniziò a muoversi freneticamente.
-Bene, allora adesso mi puoi dire dove siamo?- le chiese, una punta d’ansia nella voce.
-Siamo... Nel corridoio del terzo piano, proprio a due passi dalla statua della Strega Orba. E, se non mi sbaglio- continuò Lily, sporgendosi dietro l’angolo per studiare la statua per qualche secondo- quelli appollaiati sul suo naso sono esattamente i tuoi occhiali.-

Avrebbe voluto sorridere trionfalmente, ma l’unica cosa che riuscì a fare fu prendere l’ultima boccata d’aria prima di essere travolta da James, che si era lanciato ad abbracciarla.
-Oh Merlino, James, sto soffocando, dannazione, levati!- cercò di dire, spingendo contro le sue spalle nel tentativo di riuscire ad avere ancora un po’ d’aria.
-Oh Lily Evans, sei la persona più incredibile che abbia mai calpestato questo suolo... Dopo di me, è chiaro, ma insomma, stanotte i complimenti sono tutti per te!- e dopo aver detto questo, le stampò un sonoro bacio sulla guancia, per poi staccarsi immediatamente con la sensazione di aver osato un po’ troppo. Lanciò un’occhiata a Lily- che, grazie a Merlino, si trovava esattamente sotto una fonte di luce e quindi appariva se non altro un po’ più definita nei propri contorni- e immediatamente un ghigno gli si formò sulle labbra.

-Ehi, Lily, ma sei arrossita?- le sussurrò, senza smettere di ridacchiare.
-Sei cieco, Potter, non distingui la mia faccia dalle pareti, non vedo come potresti eventualmente vedermi arrossire.- ribattè lei, alzando il mento con fare sdegnato e pregando allo stesso tempo che lui non potesse sentire i battiti del suo cuore leggermente accelerati.
-Lily Evans è arrossita, accidenti, signori e signore, questo è un evento da segnare sul calendario!-
-Piantala!-
-Sei arrossita, che tenerezza, devi essere ancor più bella del solito, con il faccino tutto rosso!-
-James, sul serio, stai per andare incontro ad una morte dolorosa e lenta!-
-Merlino, Lily, che petulante che sei. Guarda che non c’è niente di mal... OUCH. Quanto sei violenta...- mormorò lui, massaggiandosi la testa senza smettere di sorridere. Lily in tutta risposta gli afferrò il braccio e iniziò a trascinarlo verso la statua della Strega Orba. Gli occhiali erano lì, brillanti e abilmente posti esattamente sulla punta del naso, e Lily dovette alzarsi sulla punta dei piedi per riuscire a prenderli.
-Messer SenzaVista, le porgo i miei omaggi e i suoi occhiali!- annunciò lei, per poi appoggiargli gli occhiali sul naso e cercare, con molte difficoltà, di infilargli le astine dietro le orecchie.
-Lascia, lascia, faccio io, o mi ucciderai un orecchio, prima o poi...- le disse James, spostandole con delicatezza le mani per infilare finalmente i propri occhiali.

Sbattè le palpebre un paio di volte, riacquistando poco a poco l’uso completo della propria vista ed immediatamente focalizzò la propria attenzione sul viso di Lily, incredibilmente vicino. Sorrise, di nuovo, leggendo una certa perplessità negli occhi della ragazza, prima di esclamare con fare trionfale:- Oh, ma allora sei davvero arrossita, Lily Evans!-

 
****

 
-Sirius, non indovinerai mai che cosa io abbia trovato sulla punta del naso della statua della Strega Orba. O meglio, cosa Lily abbia trovato, sempre detto, io, che quella ragazza è un genio.- esclamò James, aprendo la porta del dormitorio con un tonfo talmente forte da far cadere a terra il povero Peter che dormiva sul bordo del materasso.
-Merlino, Prongs, ma che ore sono?- bofonchiò Sirius, senza alzare la faccia del cuscino. James camminò verso di lui con lentezza studiata, ignorando gli insulti che Remus gli lanciava sottovoce per spingerlo ad andare a dormire.
-E’ l’ora in cui mi dici perché diavolo il mio migliore amico trova divertente paragonarmi ad una Vecchia Strega Orba tanto da affidarle i miei preziosissimi occhiali!- ululò James, saltando sul letto di Sirius e intrappolandolo tra le coperte mentre iniziava a tirargli dei pugni giocosi.
-Oh, ma, Prongsie, non ti è venuto in mente che è perché effettivamente tu sei una Vecchia Strega Orba?- chiese Sirius, mentre un sorriso sardonico gli invadeva le labbra.
-Una Vecchia Strega Orba?! Te la faccio vedere io, la Vecchia Strega Orba!-

All’urlo belluino di James seguì qualche tonfo, prima che lui e Sirius finissero a rotolarsi sul pavimento in una tanto assonnata quanto violenta lotta in mezzo alle coperte e alle tende del letto di Peter, che erano –non si sa bene come- rimaste coinvolte.
Dopo una buona mezzora, durante la quale Peter aveva ripreso a dormire e Remus li aveva mandati tutti e due a quel paese –non prima di aver sussurrato a James di “fare un occhio nero a Sirius anche da parte sua”- i due ragazzi riemersero dal groviglio di tende e coperte senza riuscire a smettere di ridere tra una minaccia  e l’altra. Ci furono poi alcuni istanti di silenzio, durante i quali James si passò una mano tra i capelli e si rese, improvvisamente, conto di una cosa che gli fece gelare il sangue nelle vene.

-Sirius Black dimmi immediatamente dove hai messo i miei diavolo di occhiali, stavolta!-




Writ's Corner:
Eccoci qua. Storia senza pretese, soliti personaggi, frutto di una sera in cui mi andava di ridere un po' da sola. 
Per tutte le note, leggete pure sopra. Aspetto il giudizio della GiudiciA, che non ricordo onestamente quando arriverà, ma se volte, appena li saprò e li pubblicherò, allegandoli qua sotto, lo scriverò anche sulla mia pagina facebook, Preferirei Uscire con la Piovra Gigante, Potter e così potrete leggerli anche voi.
#StayTuned 

 
   
 
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