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Autore: ParisRiver    19/08/2015    1 recensioni
“Hey, come va?” disse lui un po’ imbarazzato, non capivo il perché.
“Non bene direi, vi sto salutando perché non vi rivedrò più prima di non si sa quanto tempo” dissi con le lacrime che scendevano sempre di più, “non voglio che te ne vai!” urlai scoppiando a piangergli addosso abbracciandolo.
“Tesoro, non è un addio, ci rivedremo presto, te lo prometto. Nemmeno io voglio lasciarti” disse stringendomi a se sempre di più con una mano sulla testa, stava piangendo anche lui.
Appena ci staccammo dall’abbraccio ci asciugammo le lacrime entrambi, ci guardammo negli occhi e infine mi diede un bacio sulla guancia, “questo non è un addio, è solo un arrivederci” disse salendo in macchina.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era arrivato il giorno della partenza e, come l’ultima volta, non volevo lasciarli andare.
“Dovete andare per forza?” dissi con il broncio.
“Sì tesoro, abbiamo parecchio da fare, dobbiamo lavorare sul nuovo album” mi rispose Jared.
“Ci sentiremo tutti i giorni come sempre, vero?” continuai abbracciandolo.
“Certo che sì, voglio sentirti, e poi ci dovremo anche organizzare, così verrete anche voi a Los Angeles a trovarci” mi abbracciò anche lui.
“Hey, ho un’idea!” saltò su Shannon.
“E cioè? Spara genio” lo presi in giro, lo chiamavo sempre così quando gli venivano in mente idee nuove perché di solito non proponeva niente e se lo faceva erano tutte idee che io e Jared bocciavamo all’istante come le discoteche, perciò si irritava sempre quando ce lo chiamavo.
“Ah ah, divertente, non ti è passato questo vizio eh?” come volevasi dimostrare, fece il finto offeso, “comunque, voi il week end non lavorate, giusto?”
“Sì” dicemmo in coro.
“Bene, se facessimo un week end a testa? Cioè, un week end venite voi a Los Angeles e un week end veniamo noi a New York!”
“Wow, mi sono pentita di averti chiamato genio questa volta, è un’idea eccezionale!” dissi entusiasta.
“Sì, si può fare” disse Ashley.
“Esatto” continuò Chloe.
“Sì, anche per me va più che bene” rispose infine Jared.
“Bene, allora ci vedremo a Los Angeles sabato” dissi.
“Scusa, ma a che ora staccate?” chiese Jared.
“Alle quattro.”
“Allora prendete l’aereo alle sei, così alle nove siete da noi e abbiamo tutto il sabato.”
“Hai ragione, non ci avevo pensato, dopo prenotiamo” dissi rivolgendomi anche a Ashley e Chloe.
“Perfetto, allora ci vediamo venerdì, non vedo l’ora di farvi vedere Los Angeles” disse Shannon abbracciando Chloe, quei due non me la raccontavano giusta.
“Benissimo, a venerdì” dissi, dopo di che ci stringemmo tutti in un mega abbraccio di gruppo.
Li salutammo fin che non oltrepassarono il gate e dopo di che andammo alla biglietteria per prenotare i biglietti per il venerdì sera, fatto ciò, tornammo a casa a darci una sistemata per poi uscire di nuovo e andare in un pub, stavolta senza musica ne niente, per cenare e poi fare una passeggiata a Times Square.
“Non ci posso credere che venerdì li rivedremo di nuovo” dissi tutta felice.
“Sì ma stai calma che in questo mese non hai combinato niente con Jared, a proposito, non te l’ho mai detto ma hai dei canoni parecchio alti, donna!” disse Ashley con un’espressione compiaciuta.
“Hey! E’ mio, giù le zampe” le dissi dandole un leggero schiaffetto sulla mano sinistra, fece una smorfia finta di rabbia.
“We! Io non ho nessuno, Chloe sta con Shannon, tu stai con con Jared, e io?”
“Ehm…io non sto con Jared e probabilmente non ci starò mai” le dissi.
“Nemmeno io sto con Shannon” s’intromise Chloe.
“Sì certo, trombate come gorilla” dissi io scatenando la risata di tutte, “vi sentiamo, le camere sono vicine e ii muri non sono d’acciaio.”
“Oh, almeno mi sono divertita dai! E poi mi piace, è molto dolce e comprensivo, spero che quello che c’è fra di noi possa fruttare un giorno” disse lei. Si era innamorata di lui, ed ero sicura che anche lui si fosse innamorato di lei, dovevano solo parlarne e mettere in ordine i sentimenti…cosa che avrei dovuto fare anche io con Jared, ma non volevo rovinare la nostra amicizia, era troppo importante, non riuscivo ad immaginare la mia vita senza di lui.
“Lo spero per te” le dissi totalmente sincera.
“Già, speriamo bene” continuò Ashley, “ora dobbiamo aiutare Jenny a dichiararsi a Jared.”
“Ma tu sei scema!” mi rigirai.
“Ascolta, devi dirglielo, non puoi restare per sempre così, ti rendi conto che tutti i ragazzi che hai avuto li hai scaricati perché non erano lui? Non potrai mai avere una vita tranquilla se non ti chiarirai con lui su questo punto, e poi detta tra noi, mi sembra che anche tu gli piaccia, si vede.”
“No Ash, non posso, lo so che gli piaccio, me lo disse anche Shannon a Bossier City prima di partire ma non potrà mai funzionare, lui è un attore e un cantante, ha una band, viaggia spesso per concerti, ha trecentosessantacinquemila ragazze ai suoi piedi che gli sbavano dietro, non gli servo io, si dimenticherà di me molto facilmente” dissi con una nota di tristezza sia nella voce che negli occhi, stavo per piangere.
“Lo vedi? Non puoi stare così, bisogna fare qualcosa” disse abbracciandomi.
“No, va bene così” troncai il discorso qui, non volevo parlarne, più ci pensavo e più stavo male.
“Ok, lasciamo perdere dai.”
“Grazie” dissi sorridendole.
Cambiammo subito discorso ed entrammo in un bar a prendere un caffè per poi tornare a casa visto che era mezzanotte e la mattina dopo dovevamo andare a lavorare.
 
Passarono cinque anni da quando decidemmo di far un week end per uno e in cinque anni non ne saltammo nessuno eccetto a volte qualche cambio quando noi avevamo da fare straordinari a lavoro e loro venivano da noi due volte di fila.
In quei cinque anni Shannon e Chloe finalmente parlarono e misero ordine nei loro cuori, inutile dire che si erano messi insieme, io e il mio cuore però non volevamo ascoltarci l’un l’altra e così non dissi nulla a Jared ma rimasi fedele alle mie emozioni e non guardai nessun uomo se non lui, Ashley era ancora uno spirito libero come me e Jared e cercava l’uomo giusto.
“Ragazze, non spaventatevi, ma ho avuto un’altra idea geniale” disse Shannon.
“Cosa? Allora stai diventando veramente un genio!” dissi prendendolo di nuovo in giro come l’ultima volta quando me ne pentii perché l’idea era davvero buona e da cinque anni l’applicavamo tutti i week end.
“Non sei cambiata per niente, stronza eri e stronza rimani” disse facendo finta di essere arrabbiato, quanto mi piaceva prendermi gioco di lui così, e anche a lui piaceva.
“Dai dì” lo incoraggiai accavallando le gambe.
“Sono cinque anni che facciamo avanti e indietro per vederci, visto che noi abbiamo il lab qui e non possiamo muoverci, perché non chiedete il trasferimento nell’azienda di Los Angeles?” me ne pentii di nuovo.
“Ma cosa ti sta succedendo? E’ un’idea fantastica, giuro che se ne avrai un’altra non ti chiamerò più genio” dissi ridendo.
“E’ un’idea bellissima Shan, io ci sto” disse Ashley.
“Anche io” continuò Chloe dandogli stampandogli un bacio sulle labbra, com’erano carini.
“Perfetto, domani al lavoro chiederemo il trasferimento” dissi io apparentemente tranquilla, in realtà scoppiavo di gioia, saremmo potuti stare di nuovo uniti come ai vecchi tempi a Bossier City.
“Speriamo che ce lo diano al più presto possibile, non vedo l’ora di potermi trasferire qui” disse Ashley.
“Anche io” le dissi.
“Idem” disse Chloe ancora appiccicata alle labbra di Shannon, erano proprio innamorati.
 
Passarono altri tre anni dopo aver chiesto il trasferimento e ancora non c’erano posti liberi a Los Angeles, cominciavo a perdere le speranze quando all’improvviso, una mattina, il capo ci chiamò nel suo ufficio tutte e tre, sinceramente avevamo paura perché non sapevamo cosa doveva dirci, poteva essere la notizia del trasferimento ma poteva anche essere una pessima notizia, entrammo e ci sedemmo.
“Salve ragazze, come va?” ci disse.
“Tutto bene, grazie” rispose Chloe per tutt’e tre.
“Cosa deve dirci signore? Va tutto bene?” chiesi in ansia, doveva arrivare dritto al punto.
“Sì, benissimo, e tra poco starete benissimo anche voi, sapete, a Los Angeles c’è stata una strage di licenziamenti e ci sono cinque posti liberi e dato che voi tre siete le mie migliori manager, credo che siate pronte per salire di livello, buon viaggio ragazze, il vostro momento è arrivato.”
“Cosa?” disse Ashley, rimase immobile e senza fiato, non spevo se stava bene o se le stava per prendere un infarto.
“Ash? Tutto apposto?” le chiesi ridendo e facendole aria.
“Los Angeles? Ha detto Los Angeles?” disse.
“Sì, andiamo a Los Angeles!” le dissi contentissima.
“Oh mio Dio! Andiamo a Los Angeles!” scoppiò di botto e e per poco l’infarto non veniva a me.
“Arrivederci ragazze, buona fortuna!” ci salutò il capo.
“Grazie, anche a lei, arrivederci” dimmo noi una alla volta.
Stavamo per andare a Los Angeles, dovevo assolutamente avvertire Jared così feci il suo numero, non rispondeva, di sicuro era impegnato, così lasciai stare, tanto ci stava già pensando Chloe ad avvertire Shannon.
“Ragazze, dobbiamo prenotare il volo, ma non ci ha detto quando cominciamo” disse Ashley.
“Hai ragione, aspetta che vado a chiederglielo” dissi mentre ripercorrevo il corridoio per andare nel suo ufficio, appena arrivataci davanti bussai.
“Avanti.”
“Salve, sono sempre io” dissi ridendo, “volevo sapere quando cominciamo a lavorare.”
“La settimana prossima visto che sarà fine mese, intanto questa l’avete libera.”
“Davvero?”
“Certo, dovrete organizzarvi.” Adoravo il mio capo.
“Sì, grazie mille! Arrivederci” dissi con un mega sorriso.
“Arrivederci a lei.”
Tornai dalle ragazze a dargli la buona notizia e, come previsto, esultarono, almeno avremmo avuto il tempo di organizzare il trasloco.
Dopo aver finito la giornata lavorativa tornammo a casa.
“Dovremo affittarla questa casa o ce la teniamo in caso volessimo tornare per una vacanza o roba simile?” disse Chloe.
“Io direi di tenerla” risposi.
“Sì, anche io, almeno quando ci va possiamo tornare qui senza andare a spendere soldi in un hotel” si aggregò Ashley.
“Perfetto, la casa resta così” affermò Chloe, “io preparo il pranzo, voi andate a vedere per i biglietti?” chiese.
“Certo, andiamo Jen” mi disse Ashley.
Salimmo le scale ed entrammo nella sua camera, ci mettemmo al computer e prenotammo un volo per il venerdì visto che ormai ci trovavamo bene a viaggiare di sera nel fine settimana.
Nel frattempo il mio telefono squillò; era Jared.
“Hey tesoro! Ho saputo di Los Angeles, congratulazioni!” mi urlò al telefono, mi fischiava l’orecchio.
“Dio, la prossima volta faccio prima a farti un’improvvisata, mi hai rotto il timpano” dissi ridendo.
“Simpatica, allora quando venite?” chiese impaziente.
“Al solito, venerdì sera alle nove siamo lì.”
“Perfetto, facciamo come sempre, tu e Ashley venite da me e Chloe va da Shannon, solo che questa volta sarà permanente” permanente?
“Ehm…in che senso permanente?” chiesi spaventata.
“Sì, resterete qui, non vi farò spendere soldi per un’altra casa, la mia è enorme e ci vivo da solo, un po’ di compagnia mi ci vuole, specialmente se è la mia migliore amica.”
“Ma no dai, non vogliamo disturbare, appena troviamo casa ce ne andiamo” continuai a dire, era cocciuto quanto me.
“Non se ne parla zucca di legno, restate qui da me, siete mie amiche, siamo tutti amici, che c’è di male, se lo abbiamo fatto per tutti questi week end perché non farlo ora?” aveva ragione.
“Va bene, poi parleremo dei contributi” cedetti.
“Si si certo, come no” disse con tono sarcastico, tutte le volte che eravamo lì non ci faceva spendere un soldo, non poteva farlo anche ora che avremmo vissuto a casa sua.
“Poi ne riparleremo di questa faccenda, bastardone” troncai il discorso così, era solito nostro insultarci a vicenda per scherzare.
“La tua finezza mi è sempre piaciuta, ciao stronza, a venerdì.”
Chiusi la chiamata e scesi con Ashley in cucina per aiutare Chloe.
“E’ tutto sistemato, venerdì alla solita” dissi.
“Perfetto, non vedo l’ora, praticamente io e Shannon convivremo” disse Chloe.
“Ti ha chiesto di restare?” le chiese Ashley.
“Sì, ha detto che sarei rimasta con lui a casa sua e che non mi avrebbe fatto andare a vivere altrove.”
“Oh che dolce” dissi io, “Ash, anche Jared ha detto che noi resteremo con lui lì, non vuole farci spendere altri soldi” le dissi.
“D’accordo, ma poi dovremo parlarne con lui, bisognerà dividere le spese” disse lei.
“Già gliel’ho detto al telefono ma non sembrava molto d’accordo, quando lo vedo gli do una strigliata a quella testa e poi vedi come ragiona” dissi sorridendo.
“Avete uno strano modo di divertivi sai?” mi disse Chloe.
“No, perché? Noi ci divertiamo così fin da bambini, è bello, anzi bellissimo, direi perfetto” dissi pensando a tutte le volte in cui ci siamo divertiti come matti.
“L’abbiamo persa!” disse Ashley.
“Eh?” non capivo.
“Ti sei incantata, guardavi fisso il lavandino e sorridevi, tu sei un caso grave di mal d’amore.”
“Ma piantala! Sto benissimo” dissi sorridendo sfacciata come ero solita fare.
“Mh mh, sì, dai mangiamo va, altrimenti si fredda” continuò.
Chiusa questa conversazione ci mettemmo a mangiare la nostra amata pasta asciutta, se ne erano innamorate dalla prima volta che gliela feci, avendo i genitori italiani conosco tutti i piatti e sono anche bi lingua, ogni tanto mi sentivano sbraitare in italiano quando parlavo con i miei che erano tornati a vivere a Roma.
“Mio Dio che bello avere un’amica italiana” disse Chloe scatenando la risata di tutte.
“Semmai mezza italiana” dissi ridendo, “i miei sono italiani, io sono nata a Bossier City, sono bi lingua sì, ma io sono americana” dissi mettendo in chiaro la mia provenienza.
Continuammo a mangiare fin che la padella non fu vuota, a pranzo non avevamo mangiato ed eravamo affamate, dopo di che sparecchiammo e ci mettemmo sul divano a guardare la televisione e dopo circa mezz’ora andammo a dormire.
I giorni seguenti passarono di fretta visti gli impegni per il trasloco ed arrivammo subito al venerdì pomeriggio.
“Ragazze, io sono agitata” dissi.
“Tranquilla tesoro, andrà tutto bene a lavoro” mi consolò Ashley.
“Fosse solo per il lavoro, mi spaventa l’idea di vivere con Jared, insomma, è il mio migliore amico ma sono anche innamorata di lui, e se qualcosa va storto?” chiesi spaventata.
“Ma stai tranquilla, niente andrà storto, e un giorno magari riuscirete a fare pace con i vostri sentimenti anche voi” disse Chloe per consolarmi.
“Vedremo, però sono contentissima all’idea di essere di nuovo insieme a loro, a contatto tutti i giorni, dopo sedici anni siamo riusciti a tornare a vivere nella stessa città.”
“Sono felice per te, finalmente sarete di nuovo vicini” disse Ashley accarezzandomi una spalla.
“Grazie, Ash.”
Chiamarono il nostro volo, così ci imbarcammo e partimmo dirette a Los Angeles. Appena arrivate, come al solito, c’erano Jared e Shannon ad aspettarci che ci accolsero con un caldo abbraccio, caldo sul serio, fuori faceva 45 gradi e noi cinque eravamo ammassati l’uno appiccicato all’altro.
Sciolto l’abbraccio, caricammo nelle macchine le valige e andammo nelle rispettive case.
Quella sera io, Jared e Ashley parlammo della casa e delle spese da dividere visto che aravamo coinquilini ora e non era giusto che pagasse tutto lui anche se non voleva soldi da noi, dopo un po’ riuscimmo a convincerlo a farci pagare almeno la spesa.
Dopo aver organizzato tutto ciò, andammo a letto, il giorno seguente fu molto impegnativo per noi per via delle sistemazioni così Shannon e Chloe non li vedemmo per niente.
“Domani Shannon ci ha invitati a cena a casa sua, io non potrò venire perché ho un ehm…impegnp, ma voi andate altrimenti resterete qui da sole, almeno passerete la serata in compagnia.
“Va bene” dicemmo in coro io e Ashley.
“Si è fatto tardi, ma almeno abbiamo finito, andiamo a dormire va” dissi io dirigendomi sulle scale.
“Buonanotte, tesoro” mi disse Jay dandomi un bacio in front.
“Notte Ashley” disse poi.
“Buonanotte a te, tesoro” dissi sorridendogli.
“Notte Jared!” mi seguì Ashley.
Dopo ciò, andammo a dormire e il mattino dopo mi svegliai con una strana sensazione addosso, non sapevo bene cos’era, fatto sta che restai così fino a sera, quando Shannon mi diede la notizia bomba, motivo delle mie sensazioni.
“Ma come mai Jared non è venuto?” gli chiesi io.
“Vieni, cucciola, devo parlarti” mi disse afferrandomi per il braccio e portandomi in giardino.
“Cosa c’è?”
“Vedi, Jared non è venuto perché…”
“Perché…?”
“Si vede con una.”
Rimasi in silenzio per qualche secondo per poi dire solo “ah.”
“Ma tranquilla, l’ho conosciuta, è un’oca, non dureranno nemmeno una settimana” disse lui per consolarmi.
“Shannon, tranquillo, non sminuirla, insomma è giusto, non può pensare sempre a me e solo a me, chi sono io?” dissi con gli occhi lucidi, “sono solo quella innamorata di lui da ben sedici anni” cominciai a piangere addosso a lui mentre mi carezzava la schiena e mi ripeteva “andrà tutto apposto, stai tranquilla.”
“Hai ragione, anche io troverò qualcuno” dissi decisa.
“Non essere precipitosa” mi avvertì.
“Tranquillo, è una ragazza che vuole? Perfetto, anche io voglio un ragazzo” dissi vendicativa.
“Oh Signore, si salvi chi può” disse ridendo e entrando in casa.
Il giorno dopo uscii e andai con Ashley al bar e, purtroppo, flirtai con un tizio che continuava a parlarmi di se, gli lasciai il mio numero così saremmo potuti uscire e andai via.
“Jen, te ne pentirai” mi disse lei.
“Tranquilla, se vuole giocare, giochiamo” dissi io più decisa di prima.
Tornammo a casa e pranzammo insieme a Jared e verso il pomeriggio il tizio del bar mi chiamò.
“Hey, ciao Dug!” dissi fingendomi felice mentre lui mi guardava, “stasera? Certo, va bene, a dopo” riattaccai.
“Chi era?” chiese curioso.
“Un tizio che ho conosciuto e che sto frequentando da qualche giorno” mentii, ero diventata molto brava in questi anni per nascondere il mio segreto a lui.
“Ah” disse solamente, “anche io sto frequentando una ragazza” continuò.
“Davvero? Non lo sapevo” dissi io.
“Beh, ora vado a vedere cosa mettere” dissi alzandomi da tavola e dirigendomi nella mia camera, Ashley mi seguì.
“Lo hai abbattuto peggio di un’ascia con un albero” disse irritata.
“Lui mi ha abbattuta per tutti questi anni, adesso voglio divertirmi anche io” dissi seria, “tu che fai? Vieni con me per favore?” le chiesi.
“Non lo so, stavo pensando di far compagnia a quel poveretto” mentre ne parlavamo, il poveretto entrò in stanza.
“Hey, io stasera vado a casa di Valery quindi ti conviene uscire con lei Ashley, altrimenti sarai da sola” stronzo.
“Va bene, allora uscirò con te” disse lei rivolgendosi a me.
“Perfetto” dissi.
“Bene, io vado” disse lui.
Il pomeriggio volò, noi ci preparammo per uscire e prima di andare salutai Jared.
“Divertiti” mi disse con un sorriso.
“Anche tu, tesoro” dissi abbracciandolo.
Dopo di che uscimmo e andammo in un locale, la serata sembrava non finire mai e più questo tizio parlava, più volevo tornare a casa da Jared, ma lui non c’era, era con Valery, quindi tano valeva che restassi lì.
Quando finalmente si decise a portarci a casa, Ashley si ricordò di aver finito gli assorbenti e andò al supermercato notturno a prenderli visto che era in allarme rosso, nel frattempo io entrai in casa e avrei tanto voluto non farlo.
Jared era disteso per terra, poco cosciente, fradicio di sudore, aveva gli occhi rossi e le occhiaie marcate, gli presi il viso tenendolo per le guance.
“Jay, cos’hai?” non disse niente, “Jay ti prego, parla” continuai piangendo.
“Sto bene” disse dopo qualche secondo, “mi sento solo male.”
“Cos’hai?” provai a chiedergli di nuovo.
“Mi gira la testa, ti prego portami a letto” mi supplicò.
“Certo, e chiamo anche un medico, hai il suo numero?”
“Sì, nel cellulare, ma non chiamarlo, so che cos’ho” mi disse.
“Jared, tu non stai bene, io chiamo il medico.”
“Va bene” disse appena si stese sul letto.
Nel frattempo gli bagnai la fronte con un panno per tenerlo sveglio, che cos’era successo?
 
  
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