Late –
part II
Ichigo
lanciò un’occhiata alla sveglia sul comodino mentre si sistemava in
fretta e
furia il rossetto: erano le sette in punto, lei aveva ovviamente quei
soliti
cinque minuti di ritardo, ma era invece strano che Ryo, di solito più
svizzero
di un abitante di Berna, non le avesse mandato il solito messaggio per
avvisarla che era pronto sotto casa sua.
Terminò di aggiustarsi il trucco e si ravvivò i capelli, ammirandosi nello specchio a figura intera appeso nell’anta dell’armadio. Il nuovo paio di pantaloni neri che Zakuro le aveva regalato per il compleanno le stava davvero bene, doveva ammetterlo, e sperò che piacessero anche a lui. Ci teneva, dopotutto, che l’americano l’apprezzasse anche in quelle che lui poteva considerare sciocchezze, soprattutto visto quanto l’aveva sempre presa in giro, e continuasse a farlo, definendola una ragazzina.
Guardò il cellulare per controllare se per caso le fosse sfuggito il messaggio, ma esso era rimasto muto e il tempo aveva invece continuato a scorrere.
Aggrottò le sopracciglia; cinque minuti di ritardo erano solo cinque minuti, e lei lo sapeva bene, ma era comunque strano.
Forse aveva trovato un po’ di traffico, pensò buttando le ultime cose dentro la pochette, specialmente se per una volta aveva deciso di lasciare in garage la sua scomodissima moto e prendere invece l’auto.
Canticchiò sottovoce una canzone intanto che si sistemava una sciarpa azzurra intorno al collo per proteggersi dal venticello di aprile, poi agguantò il cappotto e si diresse con calma al piano di sotto – tutto ciò in altri cinque minuti, passati senza che giungesse nessun segno del suo ragazzo.
Si morse il labbro quando si sedette sul divano; doveva forse iniziare a preoccuparsi? Che Shirogane avesse ben già più di dieci minuti di ritardo era una cosa davvero insolita, non era mai capitato prima in tutti gli anni che l’aveva conosciuto, e specialmente non da quando avevano iniziato ad uscire insieme. Era ben conscia del fastidio che gli arrecavano le attese e i ritardi, quindi davvero non sapeva cosa pensare.
Ricontrollò il cellulare per l’ennesima volta, ma non era cambiato nulla. Forse avrebbe potuto chiamarlo, ma le sembrava un po’ incoerente da parte sua stressarlo, quando lei era la prima a sparire per innumerevoli minuti prima di presentarsi agli appuntamenti.
Si arrotolò una ciocca attorno ad un dito, picchiettando sulla tastiera con fare indeciso. L’orologio scoccò un quarto d’ora di ritardo.
Ora era decisamente preoccupata.
Si alzò dal divano e quasi corse fuori dalla porta, pensando che sarebbe impazzita se fosse rimasta in casa a pensare a tutte le possibilità per le quali Shirogane avrebbe cambiato così radicalmente la sua abitudine – e lei, paranoica com’era, le poteva pensare davvero tutte.
Chiuse il cancello con un botto, incamminandosi veloce verso il Caffè, il primo posto in cui avrebbe potuto trovarlo normalmente – finché non svoltò l’angolo e non se lo trovò, tranquillo, illeso, e fischiettante, comodamente seduto sulla sua moto.
Ichigo si bloccò di colpo, stupita ed incredula, mentre lui le sorrideva amabilmente.
“Sei… sei in ritardo,” bofonchiò confusa.
Ryo annuì e sorrise irriverente: “E’ fastidioso, vero?”
“… Shirogane!”
Terminò di aggiustarsi il trucco e si ravvivò i capelli, ammirandosi nello specchio a figura intera appeso nell’anta dell’armadio. Il nuovo paio di pantaloni neri che Zakuro le aveva regalato per il compleanno le stava davvero bene, doveva ammetterlo, e sperò che piacessero anche a lui. Ci teneva, dopotutto, che l’americano l’apprezzasse anche in quelle che lui poteva considerare sciocchezze, soprattutto visto quanto l’aveva sempre presa in giro, e continuasse a farlo, definendola una ragazzina.
Guardò il cellulare per controllare se per caso le fosse sfuggito il messaggio, ma esso era rimasto muto e il tempo aveva invece continuato a scorrere.
Aggrottò le sopracciglia; cinque minuti di ritardo erano solo cinque minuti, e lei lo sapeva bene, ma era comunque strano.
Forse aveva trovato un po’ di traffico, pensò buttando le ultime cose dentro la pochette, specialmente se per una volta aveva deciso di lasciare in garage la sua scomodissima moto e prendere invece l’auto.
Canticchiò sottovoce una canzone intanto che si sistemava una sciarpa azzurra intorno al collo per proteggersi dal venticello di aprile, poi agguantò il cappotto e si diresse con calma al piano di sotto – tutto ciò in altri cinque minuti, passati senza che giungesse nessun segno del suo ragazzo.
Si morse il labbro quando si sedette sul divano; doveva forse iniziare a preoccuparsi? Che Shirogane avesse ben già più di dieci minuti di ritardo era una cosa davvero insolita, non era mai capitato prima in tutti gli anni che l’aveva conosciuto, e specialmente non da quando avevano iniziato ad uscire insieme. Era ben conscia del fastidio che gli arrecavano le attese e i ritardi, quindi davvero non sapeva cosa pensare.
Ricontrollò il cellulare per l’ennesima volta, ma non era cambiato nulla. Forse avrebbe potuto chiamarlo, ma le sembrava un po’ incoerente da parte sua stressarlo, quando lei era la prima a sparire per innumerevoli minuti prima di presentarsi agli appuntamenti.
Si arrotolò una ciocca attorno ad un dito, picchiettando sulla tastiera con fare indeciso. L’orologio scoccò un quarto d’ora di ritardo.
Ora era decisamente preoccupata.
Si alzò dal divano e quasi corse fuori dalla porta, pensando che sarebbe impazzita se fosse rimasta in casa a pensare a tutte le possibilità per le quali Shirogane avrebbe cambiato così radicalmente la sua abitudine – e lei, paranoica com’era, le poteva pensare davvero tutte.
Chiuse il cancello con un botto, incamminandosi veloce verso il Caffè, il primo posto in cui avrebbe potuto trovarlo normalmente – finché non svoltò l’angolo e non se lo trovò, tranquillo, illeso, e fischiettante, comodamente seduto sulla sua moto.
Ichigo si bloccò di colpo, stupita ed incredula, mentre lui le sorrideva amabilmente.
“Sei… sei in ritardo,” bofonchiò confusa.
Ryo annuì e sorrise irriverente: “E’ fastidioso, vero?”
“… Shirogane!”
Primo
aggiornamento oltreoceanico! Infatti
noterete l’orario insolito… xD
Immagino
che anche a voi sarà capitato
qualcosa di simile, normalmente io sono Ryo, con l’odio profondo per i
ritardi
e l’essere sempre pronta sempre
prima,
mentre ovviamente il mio moroso è
costantemente in ritardo (e l’unica volta in cui deve essere in ritardo
è
puntuale, certo xD).
Non vi ho
ancora risposto alle recensioni,
dovete perdonarmi, ma non ho avuto un momento libero prima di adesso,
quando
finalmente mi sono convinta a buttare giù questa storiella che avevo in
mente
da un po’ xD Vado a farmi un pisolino, che stasera sarà una lunga notte
:3
Bacioni
americani a tutti, a presto spero!
<3