Capitolo 4
O’Neill si avvicinò alla
cella.
Jack: ragazzi, mi sentite?
Daniel: Jack, sei tu?
Jack: sì Daniel, ma
abbassa la voce o ci farai scoprire
Teal’c: felice di
rivedervi!
Sam: anche io Teal’c, ora
vi tireremo fuori di qui!
Jack: già, ma come? Noi siamo
usciti dalla cella non si sa bene come!
Sam: deve esserci un
generatore d’energia da qualche parte. Eccolo!
Dopo aver disattivato il
campo energetico, Teal’c e Jack presero Daniel che era privo di forze e ci
allontanammo in cerca dello Stargate.
Io ero davanti a loro
quando un gruppo di guardie Jaffa ci sbarrò la strada.
Mi gettai da un lato per
ripararmi dai colpi; mi voltai verso gli altri, che si erano buttati a loro
volta da una parte per non essere colpiti.
Jack: andate allo
Stargate, io li terrò occupati per un po’. Teal’c aiuta Daniel!
Teal’c: va bene O’Neill!
Io andai ad aiutare Daniel
e insieme a Teal’c raggiungemmo la stanza in cui era nascosto lo Stargate.
Digitai le coordinate
della Terra ed inviai il segnale per far aprire l’iride.
Teal’c: Maggiore! Andiamo!
Sam: porta Daniel in
salvo, io aspetto il Colonnello!
Teal’c si voltò e
oltrepassò lo Stargate insieme a Daniel.
Quei momenti di attesa
erano interminabili, allora decisi di andare ad aiutarlo.
Mi precipitai nel
corridoio e trovai O’Neill a terra ferito gravemente.
Le guardie Jaffa erano
tutte morte, ma a breve ne sarebbero arrivate altre.
Mi avvicinai di corsa a
lui; era debole e riusciva a stento a parlare.
Jack: Sam, cosa fai ancora
qui?
Sam: sono venuta a
prenderla
Jack: vai via, potrebbero
arrivarne degli altri
Jack: lei viene via con me
Signore!
Jack: quando la smetterai
di chiamarmi Signore? Ora vai, io stavolta non vengo, rimango qui a coprirvi le
spalle nel caso ce ne fosse bisogno
Sam: no, lei torna sulla
Terra con me; tornerà di nuovo in Minnesota dal suo adorato laghetto con i suoi
fantastici pesci
Provai a tirarlo su per
portarlo allo Stargate, ma appena lo mossi iniziò a perdere molto sangue.
Jack: Sam, ti prego
Mi fissò negli occhi. Io
non riuscivo più a trattenere le lacrime, che iniziarono a rigarmi il volto.
Sollevò leggermente un
braccio e mi asciugò una lacrima.
Jack: Sam vai, è un
ordine!
Sam: non ti lascio qui
Jack: e invece sì, vai!
Addio Sam!
Mi sorrise leggermente e
chiuse gli occhi; le sue labbra erano ancora curve.
Io lo fissai qualche
secondo, mentre la morsa allo stomaco aumentava; poi sentii dei passi
avvicinarsi.
Mi allontanai da lui e
raggiunsi lo Stargate che era ancora aperto in attesa del nostro ritorno. Arrivai
all’SGC straziata dal dolore e diedi l’ordine di chiudere l’iride. Quel rumore
metallico alle mie spalle mi procurò un brivido che mi percorse tutta la
schiena. Quella missione mi aveva portato via una parte di me………..una parte del mio
cuore.