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Autore: Giuls_breath    25/08/2015    1 recensioni
Era trascorso circa un anno dagli ultimi terribili eventi che avevano devastato Mystic Falls, era tutto normale…. o almeno così mi piaceva pensare.
Stavo male, era un dato di fatto, non una fantasia o una suggestione.
Stavo male per tante cose, mi sentivo come una bomba ad orologeria e non sapevo che cosa avrebbe potuto disinnescarla, chi mi avrebbe aiutata.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Kai, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il mio mondo - prigione
 
Ottavo Capitolo

 
Motus!” gridò Bonnie, Kai fu travolto dalla magia finendo contro i vetri della finestra che si infransero e lui finì giù: i vetri lo ferirono alla testa, uno si conficco nel polpaccio. Non urlò, strinse solo forte i denti e lo sfilò.
Intorno a lui cominciò a sentirsi un gran chiasso, urla, corse, passi affrettati seguiti da rumori sinistri… gli ricordò la terribile notte in cui aveva braccato e ucciso i suoi fratelli, c’era sangue dappertutto, coltelli sporchi, sedie spezzate nel tentativo di sfuggirgli, porte divelte…. aprì gli occhi e vide tutte le luci nell’istituto accese. Le ferite si erano rimarginate, si rimise in piedi e corse di sopra, delle ragazze gli tagliarono la strada, scappavano urlando a squarciagola, “Che succede?” provò a chiedere loro. Urlarono solo più forte per correre via.
Prese a salire di corsa le scale, altri ancora gli tagliarono la strada, riuscì a fermare uno studente dal volto pallidissimo e dall’aria terrorizzata “E’ impazzita, è entrata nella nostra stanza e ha cominciato a…” altri rumori, altre porte spalancate e altre urla.
“Che è successo? PARLA!” urlò Kai scuotendo il ragazzo davanti a lui.
“La faccia. La faccia.” ripeté con crescente terrore prima di scappare via. Kai corse di nuovo a perdifiato al piano da cui provenivano le urla, cercò Bonnie chiamandola, era quasi arrivato alla fine del corridoio quando la vide, vide una scena che lo sconvolse: Bonnie aveva la sclera completamente bianca, manteneva per i capelli una ragazza dai capelli rossi e sottili con una mano e con l’altra stringeva un pugnale, quel pugnale.
“Sei qui vedo.” disse Bonnie con voce disumana.
Kai fece un passo avanti deglutendo.
“Cosa ci fai qui? Vuoi imparare qualche nuovo trucchetto?” chiese rafforzando la presa sulla ragazza urlante e sul pugnale.
“Non ho ben capito, cosa stai cercando di dimostrare a tutti, alla ragazza per prima." proseguì "Nessuno ti crede. Nessuno lo farà mai. Dunque, perché non scappi? Perché non vai via? Perché so che in realtà il mostro vive ancora dentro di te.”
Kai guardò la ragazza, ben sapendo che non era lei a parlare né lei a vederlo in quel momento, e le disse: “So chi ero, non ho fatto altro che pensarci in quei 20 anni di prigione che mi hanno reso ancora più terribile. So cosa sono diventato dopo la fusione con mio fratello, so che cosa mi ha reso l’abbandono e l’inganno di Bonnie, ma so oggi chi posso essere, chi voglio essere, un ragazzo diverso… sarò ciò che tu non sarai mai e ti garantisco che farò di tutto per sconfiggerti e non ti permetterò mai di averla.”
Rise “E come? Con le chiacchiere? Non puoi sconfiggermi con qualche semplice magia.” rise di nuovo “Nessun’arma di questo mondo può farlo.”
“Cosa vuoi da lei?”
“La sua Congrega ci ha imprigionato e solo con il suo sangue e la sua morte potremmo tornare a regnare sulla Terra.”
“Perché?”
“Per ora siamo confinati in una dimensione, ma presto riusciremo a sopraffare la Bennett, prendere il suo potere e con questo e con il suo sangue, spezzeremo definitivamente il sigillo che ci ha tenuto segregati al 1903.”
“1903? Avevo letto che eravate confinati all’Inferno!”
“E’ strano che non lo ricordi…. ricordi quando tu proprio dicesti che il 1994 non era l’inferno di Damon Salvatore?”
“….ma il mio.” concluse in un soffio “Vi ho liberato io. Ho liberato lo spirito della vostra setta.”
Il suo volto si deformò in un ghigno “Già. Hai liberato la seconda famiglia di Lily Salvatore, ma hai dimenticato che se facevi uscire loro, avresti in un certo senso liberato anche noi. Prigionieri nello stesso Inferno, è strano che tu non ci abbia mai visto, sai c’è stato un momento – e sarebbe stato ironico, sai – in cui ho persino pensato di usare il tuo sangue, ma poi ho saputo del patto stretto con la Salvatore e puff, uscita indolore per te.”
A Kai mancò quasi il respiro, tutto questo dolore, questa sofferenza a cui stava sottoponendo Bonnie, l’aveva creato lui. Non era cambiato…. 
Minus Blessem Somnium Invoco.”
Il volto di Bonnie si deformò in un’espressione di grande sofferenza, urlò. Urlò così forte che le pareti sembrarono vibrare. Kai corse verso Bonnie, le sfilò il pugnale di mano e lo gettò dall’altra parte della stanza. Ci furono risate demoniache che scossero l’edificio, la ragazza tenuta prima in ostaggio, riuscì a fuggire. Le sclere della ragazza divennero di un bianco ancora più intenso mentre il terreno prese a oscillare così forte che Kai dovette mantenersi allo stipite della porta.
“Temo serva qualcosa di più forte.” disse schernendolo la voce demoniaca.
Sanguinem Invocio Arresto Immediate.” la creatura strillò, i vetri della finestra si infransero.
Kai guardò alle sue spalle e vide una donna dai capelli scuri e la pelle olivastra, lo sguardo duro e determinato, i palmi delle mani aperte e rivolte verso Bonnie, ora piegata in due per il dolore.
Sanguinem Invocio Arresto Immediate.” continuò la donna con tono imperioso.
Le urla demoniache lentamente cedettero il posto alle urla di Bonnie che era distesa a terra.
La creatura si era fermata, Kai guardò dietro di sé, la donna era sparita. 
Ci furono ancora delle urla, che piano piano scemarono nel silenzio.
Silenzio rotto solo dalle urla e da un pianto disperato di Bonnie, Kai abbandonato lo smarrimento iniziale, si precipitò verso Bonnie, la fece girare lentamente pancia in su. Aveva gli occhi chiusi, li teneva chiusi con quanta forza aveva. Tremava come una foglia. 
Kai posò le mani sulle sue braccia e la scosse, “Bonnie” la chiamò “mi senti?”
Bonnie aprì gli occhi, altre lacrime rigarono le sue guance, lo guardò mettendosi a sedere. 
“Mi ha fatto del male, mi ha fatto male!” esclamò tremante mettendosi seduta “Non ci posso credere.. oddio… ma perché… io…” diceva cose sconnesse.
Kai la scosse piano per le braccia di nuovo “Bonnie, è finita.”
Bonnie tremava, tremava se possibile ancora di più, era terrorizzata. Terrorizzata da quello che aveva fatto e ancora scossa da un terrore profondo lo abbracciò. Kai rimase un attimo sorpreso per poi ricambiare quell’abbraccio, la sentì abbracciarlo forte. Doveva essersi proprio spaventata molto.
“Non posso credere che stavo per uccidere una persona, non ci posso credere!” ripeteva rafforzando la presa sulla maglia di Kai che stringeva forte a sua volta la ragazza tra le sue braccia “Ti prego, aiutami..” lo supplicò tra i singhiozzi.
“Lo farò, te l’avevo già promesso. Mantengo sempre le mie promesse.”
Bonnie continuò a piangere, Kai non sciolse l’abbraccio, aspettò che si calmasse prima di aiutarla a rimettersi in piedi. Bonnie ci provò, ma svenne tra le sue braccia. Kai la prese e la portò in stanza, incrociò Caroline che correva a velocità soprannaturale da una parte all’altra, stava rimettendo tutto in ordine. Kai non sapeva dove fossero gli altri studenti, ma al momento la priorità ce l’aveva Bonnie la cui testa era poggiata contro il suo petto, il viso di nuovo sereno e bagnato dalle lacrime versate. 
Quando la mise a letto si scoprì avere il cuore che batteva forte. Aveva avuto così tanta paura per lei, paura che fosse troppo tardi e che il demone avesse vinto, l’avesse sconfitta. 
Ti prego, non ancora. Fa’ che riesca a salvarla. Si scoprì a supplicare.
“Come sta?” chiese Caroline alle sue spalle.
La mise a letto assicurandosi che posasse la testa sul cuscino, le mani sul ventre, la guardò ancora un istante per poi coprirla. 
“E’ stato terribile e temo che si sia resa conto di ciò che ha fatto questa volta.” rispose in tono grave.
“Cosa possiamo fare?”
“Non lo so, ma devo farti una domanda. Tu hai mai visto qui al College una donna dai capelli scuri lunghi e lisci, la pelle un po’ olivastra..”
“No.” disse Caroline scuotendo la testa bionda e arruffata “Non mi pare ci sia qualcuno con questa descrizione qui, perché?”
“Perché lei è riuscita a fermare il mostro che aveva preso il controllo su Bonnie. Ora devo trovarla e quando ci riuscirò devo saperne di più su tutta la storia, ho… bisogno di documentarmi con chi ne sa veramente. Io qui… arrangio, ma non so se riesco a far fronte a tutto questo. Ho troppa paura di non farcela e vederla sparire così da un giorno all’altro e sotto i miei occhi. Non me lo perdonerei.”
“Kai?” lo chiamò, lui la guardò “Di nuovo ti preoccupi per lei!”
“Mi preoccupo di non riuscire a uscirne vivo!” esclamò nel tono di chi dice una cosa talmente ovvia che si stupisce di chi afferma tutt’altro.
“Sì, sì certo.” lo canzonò come per dirgli che non credeva neanche un po’ a ciò che diceva, ma faceva finta di niente.
Kai guardò Bonnie, che cosa gli stava succedendo?



“Non puoi andartene adesso!” gridò Damon.
Kai aveva deciso di andarsene, non poteva restare. Non poteva dopo quello che gli stava succedendo, se fosse morta ci sarebbe stato troppo male perciò tanto valeva andarsene subito.
“Damon, non ti ci mettere anche tu! Mi è bastata Caroline!”
Quest’ultima, saputo che Kai voleva andarsene, aveva chiamato Damon per convincerlo a restare, mentre lei aveva portato a fare una passeggiata Bonnie.
“Dì la verità, perché te ne stai andando?”
“Non sono utile qui! Se non fosse stato per quella strega, Bonnie sarebbe rimasta già uccisa! Non sono abbastanza bravo!”
“Ehi, ehi, ehi e dov’è finito Mr Potente Stregone, Mr Io-So-Tutto-E-Voi-No?”
“E’ stato spazzato via da quello sguardo demoniaco, dalla consapevolezza di non essere abbastanza!”
“Ehi, è vero che avevi bisogno di una gran bella dose di umiltà, ma questo è troppo!” Kai continuò ad infilare le maglie in valigia “E non pensi a Bonnie?” chiese Damon.
“Proprio perché penso a lei me ne vado.” rispose con tristezza.
“Che è successo veramente? Con te non so perché ma ho sempre la sensazione che dietro una risposta ce ne siano altre dieci e che quelle dieci siano corrette, mentre la prima che mi dai è sempre una facciata. Sputa il rospo!”
“Te l’ho detto, non sono bravo, né utile e Bonnie…” abbassò lo sguardo con espressione triste, si sentiva dilaniare in due. Aveva voluto così tanto tornare lì e dimostrare chi poteva essere, voleva convincere Bonnie e poi aveva scoperto che era posseduta dalla Magia Nera e aveva tentato di aiutarla; aveva vissuto momenti brevi sì con lei, ma intensi e non li avrebbe mai dimenticati, ma non poteva sopportare di veder morire anche lei e per colpa sua ancora. 
“Bonnie ha bisogno di te.” gli disse Damon “Va’ a cercare la strega, questo sì. Ma non abbandonarla o le darai motivo di pensare che hai voluto solo prenderti gioco di lei, illudendola e abbandonandola. Di nuovo.” aggiunse.
Quelle parole furono come un pugnale che trapassò Kai da parte a parte, lo fecero riflettere. Aveva ancora alcuni pantaloni tra le mani, così deciso a restare li buttò tutto sul letto per poi accasciarsi su quello.
Tra i due scese il silenzio, Kai fissava il comò al lato del suo letto e Damon fissava Kai.
“Tu tieni a lei, non è vero?”
Kai sembrò ridestarsi “Cosa? Io? Per favore, no!” rispose con l’espressione di chi ha proposto qualcosa di orribile.
“Sì, okay. Tanto so che non mi diresti mai come stanno le cose. Non è necessario che tu me lo dica, tu conosci la verità e anche se la respingi prima o poi verrà a galla.”
Altre parole che colpirono Kai nel profondo: sì, forse quella verità avrebbe echeggiato presto nel suo animo, solo che per il momento, Kai preferiva tener sopito qualunque tipo di verità. Non si sentiva ancora pronto a denudarsi in quel modo. 
“Senti, Damon, ciò che è davvero importante in questo momento è che Bonnie viva!” esclamò “E che trovi la strega!” aggiunse poi.
“Va bene! Quindi? Qual è il piano?”
“Torno a Mystic Falls, magari potrei cominciare cercando qualcosa di più sulla famiglia di Bonnie. Magari ha qualche parente ancora in vita! Qualcuno che magari può aiutarla!”
“Ottimo piano! Vengo con te.” disse Damon strofinandosi le mani.
“Perché?”
“Andiamo, non penserai mica che ti faccia fare questa ricerca da solo! E poi semmai dovrai dire a Bonnie che sei stato tu a salvarla e a riportarle una zia o cugina di quinto grado, ci sarò io a confermarlo!” 
“Non ho bisogno di testimoni, Damon! E non ho bisogno che Bonnie mi ringrazi! Te l’ho detto, mi interessa essere visto almeno come una persona e non come un mostro. Se succedesse già qualcosa così, mi riterrò soddisfatto, credimi!”
“E la tua brama di potere?”
Kai ci pensò un momento prima di rispondere “Quella l’ho messa da parte per ora.”
Damon annuì pensieroso.
“Andiamo!” disse Kai uscendo dalla stanza.
“Ok.” lo seguì Damon.


“Siamo arrivati?”
“No.”
“Siamo arrivati?”
“No.”
“Siamo arrivati?”
“No.”
“Siamo arrivati?”
“NO!” sbottò Damon “La pianti di fare sempre la stessa domanda? Ti si è inceppato il neurone?”
“No, ma tu stai andando pianissimo!” tacque qualche istante “Oh, guarda ci sta sorpassando una lumaca sulla sinistra.”
Damon guardò verso il lato indicato, guardò verso Kai e con espressione disgustata esclamò “Non sei divertente! E poi cosa vuoi fare? Guidare tu?”
“Per esempio!” 
“Ah sì, e quando avresti preso la patente, nel mondo – prigione? Chi ti ha promosso? Il tuo amico nessuno?”
“E tu, Damon quando l’hai presa? A, vediamo, 150 anni? Chi ti ha promosso il trisavolo dall’aldilà? Perché mi risulta che ai tuoi 16 anni c’erano ancora i cavalli e le carrozze!” lo schernì Kai a sua volta. 
Il viaggio andò avanti così. Quando arrivarono a Mystic Falls i due smisero di rintuzzarsi e si comportarono da persone serie. La biblioteca di Mystic Falls era molto più moderna di quanto Damon ricordasse: c’erano sì centinaia, migliaia di volumi accatastati sulle tante mensole lignee dei mobili aderenti alle pareti, ma c’erano anche decine di tavoli singoli e doppi dotati di computer. C’era un leggero odore di muffa dovuto senza dubbio ai tanti libroni conservati negli scaffali. Kai sorrise a sentire quell’odore, gli piaceva l’odore dei libri, indipendentemente dal loro stato di conservazione. Damon invece storse il naso, gli provocava una leggera nausea l’odore della muffa. 
Con una gomitata al fianco, Kai invitò Damon ad entrare nella biblioteca. Si avvicinarono ad un addetto e chiesero l’albero genealogico della famiglia Bennett, il tipo si insospettì e chiese loro i documenti, dal momento che nessuno dei due poteva fornirli in quanto “solo un parente poteva fare questo tipo di richiesta” secondo il bibliotecario, Damon lo soggiogò. Ernie Baston, così si chiamava il tipo sulla cinquantina, divenne molto più gentile ed esaudì la richiesta dei due. Dopo due minuti tornò con quanto loro richiesto.
Kai prese un tavolo doppio dotato di computer, Damon lo raggiunse di lì a un minuto. 
“Ecco qui il volume. Dovrebbe esserci ciò che cercate.” disse dando il pesante volume a Kai che lo appoggiò sul ripiano “Vi serve altro ragazzi?”
“Un bicchiere di bourbon, per favore.” disse Damon.
“Ma.. ehm, veramente… qui è vietato..” balbettò Ernie.
“Damon mi meraviglio di te! Ti vanti tanto di essere un gentiluomo e mi cadi su queste piccole cose!” lo punzecchiò Kai in tono divertito “Lo perdoni, alla sua epoca non esistevano nemmeno le biblioteche.”
Ernie non disse niente.
Kai e Damon cominciarono a sfogliare le pagine polverose, quando Kai con la coda dell’occhio vide il bibliotecario ancora lì, accanto a loro. 
“C’è qualcosa che non va?” gli chiese proprio Kai.
“Ehm, se posso chiedere, come mai cercate la famiglia Bennett?”
Kai e Damon si guardarono “Stiamo facendo una ricerca sulle famiglie di Mystic Falls.”
“Oh, beh è una cosa curiosa. Assai curiosa.” 
“Cioè? Si spieghi cortesemente.” disse in tono brusco Damon.
“La settimana scorsa anche un altro tipo è venuto qui e ha chiesto della famiglia Bennett in particolare di due persone Bonnie Bennett e Johanna Bennett. Ha detto per una ricerca anche lui. Per questo dico che è curioso.”
Kai si alzò e si pose dinanzi all’uomo che lo osservava tra il curioso e lo spaventato, dovuto probabilmente allo sguardo inquisitore del giovane dinanzi a lui. Kai posò le mani sulle tempie dell’uomo “Ma cosa fa?”
“Si rilassi.” lo rimproverò in tono calmo Kai che chiuse gli occhi.
“Ma – ma, io – io non…” 
Kai aprì gli occhi, sembrava volesse incenerirlo, fu talmente duro lo sguardo che assunse che bastò ad interrompere il balbettio sconnesso di Ernie che smise di parlare pur non rilassandosi affatto. Kai chiuse di nuovo gli occhi ed entrò nella mente dell’uomo. Vide i suoi pensieri, lo vide al lavoro, lo vide rimproverare un gruppo di ragazzi che aveva rovesciato una bottiglia d’acqua su un volume sembrava dell’800, lo vide a casa con i suoi figli adolescenti, lo vide sorridere alla moglie e accarezzarle la guancia, salutarla prima di andare a lavoro, poi…. lo vide. Pallidissimo, capelli folti e biondi che circondavano il viso spigoloso, occhi verdi e sguardo penetrante. Era lo stesso ragazzo che aveva visto nei sogni di Bonnie, Sebastian.
“Signore” diceva “sono qui per fare una ricerca sulle famiglie del posto, in particolare la famiglia Bennett. Avete un volume dedicato a questa famiglia particolarmente… diciamo, stravagante?”
“Ma, ehm, veramente?” chiese non capendo esattamente la domanda.
“Allora?” chiese in tono impaziente.
“In biblioteca ci sono gli alberi genealogici di tutte le famiglie, ma non so se c’è proprio un volume dedicato ai Bennett.”
“Per favore, controlli.” 
Ernie entrò negli archivi e trovò il volume, lo stesso che aveva fornito a Damon e Kai e rimase perplesso dalla richiesta di quel giovane di soli 20 anni, si meravigliava che un giovane potesse provare interesse per una famiglia così antica. Perplesso e curioso, Ernie portò il volume a Sebastian.
“La ringrazio.” Ernie si allontanò tornando alla sua postazione, senza mai però distogliere la sua attenzione dal giovane, perché i Bennett? Perché era tanto interessato a quella famiglia?
Era forse un parente, un discendente? Oh, accidenti non aveva chiesto alcun documento di identificazione! Si alzò e andò dal giovane, ma prima che potesse fare quella domanda, Sebastian gli chiese di Bonnie Bennett, non l’aveva mai sentita nominare. Chiese quindi anche di Johanna Bennett, ma ignorava chi fosse anche quest’ultima. Il ricordo sfumò per poi diventare una nebbiolina fitta di cui non si comprendeva più nulla né le parole né i volti, era stato soggiogato
.
Kai tornò al presente, aprì gli occhi e ringraziò Ernie, il quale grattandosi la testa completamente sconcertato – e ancora sotto effetto del soggiogamento – tornò alla sua postazione.
“Sebastian è stato qui. E’ lui. E’ riuscito a rendersi reale, è passato dal sogno alla realtà. E’ qui. Esiste. Prima” spiegò a Damon “era solo nei sogni di Bonnie, io l’ho visto ed è lo stesso presente nei ricordi di Ernie, dopo però l’ultimo… attacco, evidentemente ha guadagnato potenza ed è riuscito ad entrare nella nostra dimensione.”
“Okay, il Morfeo Oscuro è sulla Terra etc etc. Ritorniamo alla stessa domanda, come lo fermiamo?”
“Perché ha chiesto di questa Johanna Bennett? L’hai mai sentita nominare?” chiese Kai.
Damon ci pensò, ma non ricordava nessuno con quel nome.
“No.” rispose solo. “Proviamo a cercarla qui in biblioteca, forse… anzi doveva essere una strega, ti pare?” chiese Damon cercando conferma.
Kai annuì. 
“Dai accendi quest’affare!” lo invitò Damon mentre iniziava a sfogliare le pagine del volume.
Kai guardò il monitor spento, lo squadrò facendo zigzagare lo sguardo da una parte all’altra dello schermo. Provò a spingere il monitor, come si accendeva quell’affare?
Damon alzò lo sguardo perplesso “Prova a spingere ancora un po’ e lo rompi!” 
Kai lo guardò con sguardo interrogativo, Damon alzò gli occhi al cielo, passò così senza troppi complimenti il pesantissimo libro che stava consultando tra le braccia di Kai e accese lui il computer. Kai cercò di non badare troppo al disagio che sentiva in quel momento nel non sapere fare quella cosa, a quanto sembrava banale. 
Il computer si accese e Damon iniziò a cercare, ma cercando direttamente di Johanna Bennett non ottenne nessun risultato. “Prova a cercare Bennett!” propose Kai, ma uscirono nomi di artisti che non avevano nulla a che vedere con Bonnie e la sua famiglia.
“Mh.” dissero entrambi pensierosi.
“Proviamo con le parole magia, Congrega, Bennett.” disse Kai quasi urlando – e attirando non pochi sguardi minacciosi da parte degli altri presenti in sala – “Mi spaventi a volte! Positivamente, si intende.” disse Damon.
Kai lo fulminò con lo sguardo poi tornò a fissare lo schermo, 1 risultato.
“Forse ci siamo!” esclamò Kai di nuovo.
“Sssh.” disse qualcuno.
Damon ci cliccò su e si caricò una pagina il cui sfondo era di un giallo ocra, probabilmente chi aveva costruito il sito pensava di dare un’aura antica a quanto andava a leggere, poi a mano a mano la scrittura e le immagini si caricarono.
Nel 1550” cominciò a leggere sottovoce Damon “Salem Village era una comunità rurale staccatosi dal nucleo di Salem Town formata da emigranti di seconda e terza generazione. Gli abitanti di questa ‘Nuova Inghilterra’ erano “un popolo prescelto da Dio perché colonizzasse quei territori che una volta erano del diavolo” così scrisse una volta Cotton Mather, ministro della colonia. La gente di Salem si è sempre considerata una nemica del diavolo e del suo operato. Gli anni precedenti non erano stati semplici: invasioni di locuste, prolungati e ripetuti periodi di siccità avevano distrutto i raccolti in tutta la regione causando una miseria generale. A tutto ciò si aggiunse un terribile incendio che distrutte gran parte della città, a seguire ci fu un terribile terremoto che rase al suolo Port Royal uccidendo duemila persone. A molti il tutto sembrò essere parte di un piano del diavolo per cacciare i parenti e amici dei coloni dalle terre del Massachusetts. In questo clima di forte superstizione, cominciò una vera e propria caccia contro le streghe.
Tra le tante famiglie allora residenti nella colonia, vi era la famiglia Bennett. Vi fu un clima di forsennata caccia alle streghe, Priscilla Bennett fu additata come tale e cacciata dalla colonia. La donna dunque giunse a Mystic Falls, allora minuscolo paese..”
“Perché ora è una metropoli?” disse ironicamente Kai.
“sperando di poter ricominciare una nuova vita.” proseguì Damon “ma proprio in quello stesso anno 1560 ci fu una terribile epidemia, seguita da una terribile siccità. Il popolo essendo molto superstizioso attribuì quelle calamità all’arrivo della donna. La stessa fu costretta a lasciare Mystic Fall per farvi successivamente ritorno nel 1570 con due figlie adolescenti, Monika e Adele. 
Nel 1585 Monika ebbe un bambino di nome Sam, secondo una leggenda, dotato di poteri paranormali. Fu sin da subito, si vocifera, un bambino dotato di poteri eccezionali, si dice che sapesse parlare sin dai primi mesi di vita, che facesse strani versi gutturali e facesse levitare gli oggetti. Il bambino Sam all’età di 7 anni scomparve, la madre non sembrava preoccupata, anzi predisse che presto sarebbe tornato. Nessuno le credette, tanto è vero che la polizia iniziò a sospettare che la donna avesse ucciso il figlio e gettato il corpo in qualche terra nei pressi di Mystic Falls. 
Realmente il figlio tornò poco tempo, il bambino giocando nei boschi si era smarrito ed era stato ritrovato da Joseph Parker, ricco proprietario terriero.”
Kai fece un piccolo sobbalzo “Monika fu molto grata all’uomo, con il quale strinse probabilmente una forte amicizia.” 
“Andiamo un po’ più avanti, dobbiamo arrivare al 1600.” disse Kai.
Damon fece scorrere la pagina, 1600. 
I Bennett e i Parker si unirono in quello che sembrava essere uno strano sodalizio, secondo una leggenda, si unirono per scacciare i demoni che avevano dilaniato Mystic Falls e dintorni nei decenni precedenti. I Parker e i Bennett furono quasi tutti uccisi in seguito a quella terribile notte, tranne Sam Bennett e August Parker.”
Ci fu un attimo di silenzio alla fine di quel racconto, non avevano trovato nulla di questa Johanna Bennett in quel racconto. Avevano soltanto avuto conferma che ciò che Kai aveva letto tempo prima non era falso.
“Consultiamo l’albero genealogico della famiglia Bennett!”
Partirono dall’inizio, c’erano più donne che uomini in quella famiglia… erano tutte così simili…
“ECCOLA!” urlò Kai.
“Sssh!”
Stessi capelli scuri e lisci, lo stesso colore della pelle, occhi castani. Era lei che aveva visto quella sera quando Bonnie era stata posseduta, era lei che aveva liberato Bonnie, era lei che ora doveva cercare. “Lucy Bennett” c’era scritto sotto la foto, doveva essere stato aggiornato da poco quel documento poiché la foto era recente.
“Okay, ora dobbiamo cercare questa Lucy Bennett! Quante Bennett potranno esserci nel Paese?” chiese ironico Damon.
“Non m’importa! A costo di doverla cercare per tutto il Paese, lo farò.”
“Frena i cavalli, Psycho! Allora, sappiamo che non te lo sei inventato, lei esiste e probabilmente è in città quindi forse non c’è bisogno di andare a cercarla per il Paese, quasi sicuramente è a Mystic Falls.”
“E che facciamo, bussiamo ad ogni porta e chiediamo se c’è una Bennett dentro?” chiese Kai ironicamente.
“Non sei divertente.” 
“Sto solo cercando di essere ironico quanto te!”  
Damon con uno sbuffo spense il computer e con un cenno della mano gli disse di seguirlo, Kai si guardò intorno pensieroso. La sua famiglia e quella di Bonnie si conoscevano, erano alleate un tempo! Forse ecco spiegato anche il motivo per cui ci voleva il sangue di una Bennett per uscire da lì, magari avevano fatto precedentemente qualche patto, chissà!
“Ernie” sentì Damon parlare “il ragazzo… che ha chiesto precedentemente della famiglia Bennett, ha trovato quello che cercava? Ha trovato niente qui su Johanna?”
“Non lo so… io – io non… mi ricordo bene. Ricordo fino ad un certo punto.”
“Damon, lascia perdere. E’ stato soggiogato.” disse Kai dando una pacca sulla spalla di Damon.
I due uscirono dalla biblioteca pieni di dubbi e di domande, le risposte però certamente non le avrebbero trovate in quel posto. Forse tutte le risposte alle loro domande le aveva questa donna, Lucy.
“Che facciamo?” chiese Kai.
“E’ quasi buio. Ti riporto al Whitmore.”
Detto questo né Damon né Kai parlarono più, ognuno perso nei proprio pensieri. Ognuno cercava di collegare quante più cose era possibile fra loro. Kai si sentiva stanco, aveva un gran mal di testa. 
Aveva bisogno di dormire.




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Buonasera!

Però quante scoperte in questo capitolo, eh?
Bonnie che abbraccia Kai, Kai che scopre dell'alleanza tra le loro famiglie ma soprattutto Lucy!
Lucy - ci tengo a dirvelo - è un personaggio realmente apparso in The Vampire Diaries ed è apparso nella 2x07. Se fate un rewatch la trovate ;)
Tornando al capitolo, spero vi sia piaciuto e spero di trovare le vostre recensioni anche nel prossimo.
Grazie alle lettrici che commentano, grazie anche a quelle silenziose e al prossimo capitolo x
  
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