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Autore: The Lady of His Heart 23    26/08/2015    0 recensioni
Sasha e i suoi pensieri. Sasha e i suoi sogni. Sasha e il suo mondo.
Sbagliato, complesso e pieno di giocattoli difettosi.
Ma forse è lei stessa uno di quei giocattoli.
E forse lo è anche Alex.
E forse lo sai anche tu.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Già nella seconda settimana di inizio anno, il prof di letteratura ha deciso di farci fare una specie di tema – test d’ingresso per verificare quanto i suoi alunni si fossero allenati durante le vacanze, ma soprattutto per accertarsi che io sapessi davvero scrivere e che la mia risposta della settimana scorsa non fosse stata solo una semplice botta di culo leggiucchiata qua e la.
Il tema da trattare riguardava “casualmente” la risposta che gli avevo dato qualche settimana fa, ma con qualche approfondimento specifico.
Ovviamente a chi pensate abbia dato al colpa la classe per una cavolata del genere?
Inizio il mio tema e l’aula si carica di un silenzio funebre. Quei silenzi in cui sei in grado di sentire lo spostamento dei pianeti, se non fosse per gli uccelli e le macchine fuori dalla finestra. Abbiamo tre ore per quel tema, a io alla seconda ho già praticamente finito tutto.
Osservandomi attorno vedo un sacco di gente preoccupata e sinceramente non riesco proprio a capire il perché di tanta agitazione. E’ squallido vedere ragazzi e ragazze con i telefonini sotto il banco o nel borsellino intenti a scopiazzare le idee di qualcun altro da internet. Le idee dovrebbero essere personali, si dovrebbe ragionare con la propria testa e non ereditare un difetto altrui. Ma alle volte mi chiedo se ciò che dico a senso. Della serie: che senso ha parlare con gente che non capisce il senso delle tue parole, insomma non ha senso. E non ha ancora più senso non saper cosa scrivere. Ci possono essere ovviamente dei momenti di dubbi o indecisioni o semplici blocchi pomeridiani ma non penso che la gente sia così ingenua o poco interessante da non aver niente da dire. Insomma come si può rimanere inermi e non dire la propria davanti agli eventi catastrofici della nostra società.
Dopo averlo letto circa dieci volte, mi alzo e lo consegno. Il professore solleva leggermente il capo per osservare chi sia e sono pronta a scommettere, dal suo volto che non è poi così sorpreso che la prima a consegnare sia io. Prende il mio compito e ci avvolge attorno una fascetta con su scritto Compiti del Primo Quadrimestre della 4° A. Gli chiedo se posso andare al bagno e lui mi fa cenno di si con la testa. E poi niente, è finita li.
Esattamente tre giorni dopo aveva già corretto tutti i compiti.
Camminava tra i banchi porgendo i fogli sui vari tavoli dei vari ragazzi dicendo frasi del genere “Non ti sei applicato abbastanza” “Potevi fare di più” “Niente male” “Applicarsi fa miracoli” e “Signor Ricci, per lei copiare non ha il minimo senso, dato che non è capace di fare correttamente anche quello” tutti ridono.
Quando arriva a me mi irrigidisco, ma mi sciolgo appena vedo il voto.
“Un lavoro eccellente. E non aggiungo altro”mi dice. Proprio sotto il mio noma a grandezza cubitale in modo che tutti possano vederlo, anche per quelli di quinto dalla finestra di fronte, scintilla un gigantesco e rosso 9. Sorrido soddisfatta di me stessa, ma la gioia dura poco. Qualcuno tira un calcio alla mia sedia facendomi sbattere contro il tavolo. Cavolo se fa male. Mi volto e Gioia Caputo mi fissa con il suo sguardo acido da vipera velenosa e mi fa “Quanto hai preso frocia?”mi domanda. Mi volto senza risponderle e nascondo il voto con la manica della maglia.
Credeteci o no, lei è il niente male della situazione, con il suo otto e mezzo che punta a raggiungermi. Non mi va di dirle che le ho rubato il primato e quindi chino il capo e mi sto zitta. Non ho la minima idea del mio attuale comportamento, ma sono pronta a dedurre che è scaturito dal fatto che, come ho scritto nel mio tema, tentiamo a unirci alla massa (anche se sbagliato)solo per sopravvivere.
   
 
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