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Autore: StellaDelMattino    27/08/2015    2 recensioni
Ognuno possiede un po' di oscurità in sé. Semplicemente perché è nella nostra natura: ogni persona, anche la più buona, ha nell'anima una macchia scura che contamina ciò che avrebbe potuto essere perfetto.
Madison Huddle è solo una ragazza dal passato turbolento e con uno sguardo ironico sul mondo, quando arriva nella Città, ma da quando incontra Red, tipo eccentrico e misterioso, capisce che non è e non sarà mai normale.
Eppure, il vero problema non è questo, bensì il fatto che nella Città nessuno è normale.
Basti pensare a Gianduiotto, mutante che ama prendere la forma di un macaco e braccio destro di Red, o a Zwinky e Twinky, bariste del "De Vil", o ancora a Maude Maggots, strega della congrega della Mezzaluna, brillante e combattiva.
Per non parlare di Alexander Morales, l'uomo (se si può definire così) forse più potente e spietato, il capo della Famiglia, l'affascinante giovane che Madison non riuscirà mai a capire.
Dal primo capitolo:
"Che ne dici, tesoro" disse una voce sconosciuta attirando la sua attenzione e facendola fermare "se ti do qualche spiegazione sul perché ti sei svegliata in mezzo a una marea di matti?"
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3

Someone new

 

Madison si svegliò quando il sole era ormai alto nel cielo.
Ci mise qualche secondo a mettere a fuoco l'appartamento in cui si era addormentata il giorno prima, ancora disordinato e polveroso quanto il giorno prima.
Gli occhi le bruciavano, probabilmente perché il giorno prima aveva pianto, e si sentiva un po' scombussolata.
Si alzò e si stiracchiò, scrocchiando un braccio intorpidito. Quel divano era veramente scomodo, la ragazza già ringraziava di esser riuscita a dormire.
Massaggiandosi il collo, fece un giro per la stanza e meditò sul prossimo passo da fare. Fu sul punto di urlare, quando vide una strana presenza sul balcone.
Quando realizzò che era Red, tirò un sospiro di sollievo.
Lui la guardò divertito e la salutò con un cenno del capo.
Madison, osservandolo meglio, scoppiò a ridere. Aveva un completo bianco a pois verdi, uguale al pigiama che lei stava indossando. Sopra la testa, poi, era appollaiato il solito cilindro rosso.
“Perché ti sei vestito come me?” gli chiese ridacchiando.
Lui sbuffò, contrariato. “Io non sono in pigiama.”
“Se lo dici tu.”
“A questo proposito, direi proprio che è il caso che ti cambi, questo tuo completo è ormai logoro” disse lui, sardonico.
Madison si guardò, notando subito tutto lo sporco che la copriva. Pensò che probabilmente puzzava parecchio, ma questa cosa invece che ricoprirla di imbarazzo la fece sorridere.
“Mi stai proponendo di andare a fare shopping?” gli chiese, con uno sguardo sospettoso che più che altro era una presa in giro.
“No” rispose Red, con fare fintamente sofisticato “io porto lo shopping direttamente da te.”
In quel momento entrò in casa un asino -doveva essere Gianduiotto, pensò Madison-, che portava un enorme baule. Dietro di lui c'era Brownie, che brontolava come al solito.
L'animale si trasformò nel macaco, appena dopo aver messo giù il carico ai piedi della ragazza, e saltò sulla spalla di Red.
“Devi sapere che un modo per riconoscere le creature è anche vedere il loro abbigliamento: i vampiri sono soliti vestirsi di nero, grigio o un po' alla punk, i mannari sembrano usciti dall'armadio del nonno, le arpie non escono mai senza i tacchi: molto alla reginetta del ballo” diceva gesticolando e facendo delle buffe espressioni di quasi disgusto.
Mad ridacchiava. “Quindi se voglio capire cosa sono, l'abbigliamento mi può aiutare.”
“Esattamente.” Red schioccò le dita “Fammi vedere che sai fare.”
La ragazza aprì il baule, in cui c'era davvero di tutto.
“Quale creatura va in giro con un tutù rosa?” chiese leggermente sconvolta quando ne trovò uno. Dall'espressione del giovane capì che lui l'avrebbe potuto benissimo mettere.
Trovò un paio di jeans scuri e una maglia a mezze maniche color crema. Tirò poi fuori anche un giubbotto di pelle marrone, ma quello non aveva intenzione di metterlo, dato il caldo. Cercò il bagno e si cambiò.
Red sospirò e si passò una mano sulla fronte. “È uno stile tutto sommato normale, è possibile che il tuo stile cambi man mano che la creatura in te nasce, per ora non saprei dirti nulla.”
Le fece prendere alcuni altri vestiti, poi la guardò in modo piuttosto malizioso.
“Beh, non ti abbiamo preso la biancheria per ovvie ragioni. Quella dovrai comprarla tu” disse poi.
Mad arrossì leggermente. Ci pensò su, poi si schiarì la voce. “Non ho soldi, con me, e non so dove siano i negozi...”
Red rise. “Dato che sei nuova, ti darò io dei soldi, ma ti devi trovare un lavoro al più presto. Andiamo, figlia del potente guerriero.”
La ragazza lo fissò, interrogativa. E quello che avrebbe dovuto significare?
Notandolo, lui scrollò le spalle. “Non conosci neanche cosa voglia dire il tuo nome?”
Mad alzò un sopracciglio, ma non replicò.
I quattro si incamminarono, percorrendo le vie che bene o male Madison si ricordava aver attraversato quando erano giunti per la prima volta all'appartamento.
“Più o meno dove è la Città?” chiese la ragazza. Voleva sapere quanta strada aveva percorso dormendo, per semplice curiosità.
“Nessuno lo sa” rispose Red, scrollando le spalle. “Non importa da dove tu sia partito: tutti arrivano nove giorni dopo essersi addormentati. Tieni presente che qui c'è gente da tutto il mondo e sia australiani che norvegesi arrivano nove giorni dopo.”
“Avrei detto che è impossibile, ma in questi giorni ho deciso di mettere questo termine nelle parole che non esistono” replicò Madison, che si stava iniziando ad abituare a quella realtà. Ormai non si stupiva più così facilmente.
“Metaforicamente, spero. Non hai davvero una lista termini che non esistono, vero?” chiese Red. La ragazza lo guardò per vedere se stava scherzando e, vedendolo serio, alzò gli occhi al cielo.
“Certo che era metaforicamente.”
“Ah, se ti stai chiedendo se il GPS qui funzioni, la risposta è no” disse poi lui, ritornando alla domanda di prima.
“E i cellulari invece? Si possono utilizzare?” Madison non pensava che ne avrebbe potuto trovare uno lì.
“Solo per comunicare all'interno della Città. E niente social network, te lo posso assicurare: scordati Internet.”
Madison assimilò queste informazioni non senza un po' di confusione. Avrebbe capito pian piano.
A un certo punto, Red si fermò.
“È meglio che io non ti accompagni, non so quanto ti possa essere utile farti vedere con me. Di qui in poi ti accompagnerà Gianduiotto” disse.
Da parte sua, il macaco spiccò un salto dalla spalla di Red e si trasformò gradualmente in un umano.
Madison spalancò la bocca, Gianduiotto non era solo un ragazzo. Era un ragazzo bellissimo.
“Ti sei scelto proprio un aspetto niente male!” esclamò la ragazza, guardando il bel fisico del mutaforme e poi concentrandosi sui suoi occhioni blu. Fu felice del fatto che, per qualche strana legge che ancora non conosceva, Gianduiotto non fosse nudo.
Red e Brownie se ne andarono, mentre gli altri due proseguirono e si inoltrarono nel fiume di gente che abitava le strade.
Lui aveva una voce squillante, ma non fastidiosa. Le spiegò che non amava prendere aspetto umano, cosa che si vedeva molto bene dal modo in cui si muoveva, piuttosto impacciato. Le espressioni del suo volto riflettevano chiaramente tutto ciò che pensava: non era proprio degli animali tenere segrete le proprie emozioni, cosa che gli umani invece facevano quasi senza rendersene conto. Nello stesso modo anche le sue parole erano molto schiette e forse fu per questo che Madison si trovava molto a più a suo agio con lui che con Red, che era così misterioso e spesso vagamente ambiguo.
“Prima di entrare nella Città com'eri?” chiese la ragazza a un certo punto.
“Così. Meno bello, però: penso di avere inconsciamente adattato la mia forma al mio ideale di perfezione” disse, senza mezzi termini. “Però preferisco gli altri animali.”
Madison sorrise: non le sarebbe dispiaciuto essere una mutante. Di certo non per migliorare il suo aspetto fisico, ma per vedere cosa si prova ad essere qualcos'altro. Volare, respirare sott'acqua, o anche solo correre come fanno i gatti.
Arrivarono finalmente in una zona piena di negozi soprattutto di vestiti: la ragazza non riconobbe nessuna delle marche che c'erano nella sua città.
Gianduiotto le indicò un negozio di intimo e i due ci entrarono.
Madison prese ciò che le serviva e lo provò: per tutto il tempo che era stata nel camerino, il mutante era rimasto davanti allo scaffale dei reggiseni, visibilmente perso nei suoi pensieri. Non sembrava per niente interessato agli oggetti che vedeva, come avrebbe fatto un animale, e nemmeno minimamente imbarazzato quando la ragazza glielo fece notare.
“Perché è strano? Sono solo cose. Non sono prede, non mi interessano” aveva replicato lui.
Un brivido corse lungo la spina dorsale della ragazza. La persona, o più che altro l'animale, con cui lei più si sentiva a suo agio, si interessava solamente alle prede. E lei stessa avrebbe potuto essere una si quelle.
Si sforzò di cacciare quel pensiero dalla sua testa.
“Come mai il tuo soprannome è Whisky?” chiese Madison.
“Lo ha scelto Red” replicò, con la stessa espressione seria ma allegra che aveva da quando si era trasformato in umano. “Quando sei in difficoltà chiedi sempre aiuto al Whisky. Queste sono state le sue testuali parole e a me piaceva come parola: è armoniosa.”
Mad scoppiò a ridere: Red era ancora un mistero per lei, ma la ragazza aveva capito che, qualsiasi cosa fosse, lui era molto strano. E per questo, la nascita di quel soprannome era molto da Red.
Questo pensiero le fece venire un'idea per avere maggiori informazioni su di lui.
“Come mai sei così attaccato a lui, a Red?” chiese allora.
Gianduiotto non mutò la sua espressione. “Red è molto potente” disse “e di sicuro tutti conoscono il suo nome. Da qualcuno è benvoluto, da altri è odiato, ma è in ogni caso molto influente. Per me è un punto di riferimento: io sono i suoi occhi, lui è il mio modo di sopravvivere.”
Madison annuì, pensando che fosse quello il motivo per cui l'aveva accompagnata al negozio: se l'avessero vista con lui le sarebbero stati buttati addosso dei pregiudizi che difficilmente l'avrebbero fatta integrare. Ciò che disse Gianduiotto, però, non fece aumentare il mistero che ricopriva Red.
Dopo un po' che camminavano, Madison riuscì a intravedere il verde ambiente che circondava la Città. Fuori da essa, si estendevano campi di prato verde, che per qualche strana ragione la fecero iniziare a pensare ai Campi Elisi, il Paradiso della mitologia greca. Forse perché la Città era così tetra e il vento che passava tra gli edifici soffiava macabre minacce di morte, o perché Madison aveva ormai appreso che quello sarebbe stato un Inferno, eppure vedendo quel paesaggio fu invasa da una sensazione di pace interiore.
Qualcosa macchiò quella sua visione idilliaca: il movimento incerto di qualcuno che barcollava fino al limitare della Città.
Una ragazza dai lunghi capelli biondi, spaghetti che ondeggiavano seguendo il vento, si fermò sul confine con gli occhi chiusi. Stette immobile per qualche secondo, Madison la fissava senza riuscire a fare alcuna cosa.
La ragazza aprì finalmente gli occhi e in essi passò un'espressione di stupore e terrore. Poi crollò a terra.
Madison iniziò a correre verso di lei, mentre diverse emozioni passavano nel suo cuore: preoccupazione per quello che sarebbe successo e sollievo perché almeno non era più sola. Gianduiotto la chiamò e la affiancò, poi le prese un braccio fermandola.
“Cosa stai facendo?” esclamò “Red non aveva previsto un'altra nuova.”
Un moto di rabbia si accese in lei. Non avrebbe lasciato che quella ragazza se la cavasse da sola in quel mondo di mostri.
“Io non sono il cagnolino di Red” disse lei in un sussurro.
Si girò senza guardarsi indietro, decisa ad aiutare la nuova ragazza, con o senza l'aiuto di Gianduiotto.


*Angolo autrice*
Salve a tutti!
Eccoci col nuovo capitolo!
Beh, non ho molto da dire se non che spero vi piaccia la storia. Ci stiamo addentrando nel vivo della faccenda e fra non molto si farà la conoscenza con la Famiglia. Che vi aspettate? Cosa pensate dei personaggi?
Mi raccomando fatemelo sapere!
Cosa importante: le creature presenti nella storia hanno tutte un'origine folkloristica, ma sono state tutte reinventate da me, quindi ci tengo a dire che non sono completamente farina del mio sacco e che non sono neanche completamente uguali a quelle del folklore.
Al prossimo capitolo, 
StellaDelMattino

   
 
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