Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: Therry_1984    27/08/2015    2 recensioni
Marzo 2015, Shinjuku. Ryo (detective di polizia) e Kaori (infermiera) sono fidanzati da quasi dieci anni. Il loro rapporto andrà in crisi quando un uomo che desidera vendetta (poichè il defunto padre poliziotto di Ryo ha ucciso il proprio, rapinatore di banca, moltissimi anni prima) ha progettato un piano astuto per fare soffrire Ryo cercando di separarlo da chi ama, cioè la sua fidanzata. Il malvivente architetterà l'omicidio della fidanzata di Mick, collega infermiere di Kaori ma innamorato di lei, cercando di far ricadere la colpa su di lui. Saeko, collega poliziotta di Ryo e innamorata di lui, ne approfitterà per allontanare i due fidanzati in modo squallido ed al di fuori di ogni morale, spingendosi oltre ogni limite. Nella storia sono presenti anche Hideyuki ed Umibozu (rispettivamente gestore della struttura per anziani dove lavora Kaori e coordinatore infermieristico). Ma c'è un altro personaggio in pista che mira al cuore di Kaori: Patrick Darcy, il suo avvocato. Come andrà a finire? Buona lettura a tutti.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: City Hunter, Altro contesto
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Cap. 12 - NON MI PUOI ABBANDONARE COSI' (Seguito Cap. 11)
1 Aprile, ore 01:45
Ryo - Kaori


- Io posso capire che tu sia furioso perchè ero a cena con un uomo che non eri tu, ma quello che è successo dopo è stato assolutamente incredibile. Ti sei comportato come un animale, ti rendi conto!? - Lo rimproverò Kaori mentre lo fissava negli occhi. Lui non aveva abbassato lo sguardo, era consapevole che lei in parte aveva ragione ma non avrebbe voluto dargliela vinta. Così si alzò cercando di smaltire un po' la rabbia e facendo due passi nel salotto per riordinare le idee. Kaori conosceva quell'atteggiamento, era il suo modo di fare per prendere tempo.

- Ok, Kaori. In parte potresti anche avere ragione, sicuramente un po' mi ha dato fastidio trovarti lì, ma tu non puoi immaginare cosa è successo dopo. - Le disse lui fermandosi in piedi ed osservandola dall'alto al basso.

- No, non posso immaginare cosa sia successo dopo. Ah, scusa, hai sfracassato il naso del mio collega su un cofano di un'auto come una bestia, l'hai trattato come l'ultimo dei serial killer ed io ho passato la mia serata, per inciso, la serata del mio compleanno, al pronto soccorso. Se proprio proprio vogliamo dirla tutta. Con una persona che adesso sarà accusata di omicidio, e, per quanto può valere, sono sicura che Mick non può aver commesso una cosa così terribile. - Disse Kaori.

- E tu come fai ad esserne sicura. Siete molto intimi? Vi conoscete così bene? - Chiese Ryo con una punta di gelosia che non scappò a Kaori.

- Siamo colleghi, spesso lavoriamo insieme. Non è di certo il mio migliore amico ma ci metterei la mano sul fuoco che è una persona onesta e leale. - Cercò di convincerlo Kaori volendo ribattere a ciò che lui aveva detto. Non aveva voglia di litigare ancora per gelosia.

- La nostra posizione si aggrava, Kaori. Per questa tua vicinanza con l'accusato, e per questa mia vicinanza con te, dovrò passare il caso a Saeko poichè io potrei essere troppo coinvolto e tu, come ben sai, verrai sicuramente interrogata. - Disse Ryo ora risiedendosi di fronte a lei.

- Io non ho nulla da nascondere. - Asserì lei con forza.

- Sei proprio sicura? Tu mi potresti giurare qui ed ora che tu e Mick Angel non avete una relazione fuori dal lavoro.... - Non finì la frase che Kaori gli arrivò con uno schiaffo sulla guancia in segno di sdegno.

- Come puoi solo pensare una cosa così!!! Dopo tutti gli anni che stiamo insieme e che mi conosci!!! - Kaori urlava, il suo volto era paonazzo dalla rabbia ma Ryo si massaggiò la guancia ferita cercando di mantenere la calma come avrebbe fatto in qualsiasi altro caso.

- E quindi come mi puoi spiegare che il reggiseno che io ti regalai nove anni fa era sul cadavere della vittima, cioè della fidanzata di Mick? - Chiese lui con estrema calma.

In quel momento Kaori si bloccò come se il regista di un film avesse fatto un fermo immagine.

- Non è possibile?!?! - Disse lei con un filo di voce. - Non ho avuto il tempo di dirti che me l'hanno rubato. Lo indossavo durante il lavoro oggi pomeriggio, poi alla fine mi sono andata a fare una doccia e quando sono uscita era sparito, per quello era senza biancheria intima. Poi si è presentato Mick all'uscita e mi ha fatto questa sorpresa di portarmi a cena. -

Ryo la ascoltava con una tranquillità apparente ma dentro era molto confuso. I fatti non tornavano, tutto quello che Kaori stava dicendo era assolutamente assurdo. Era completamente sicuro della onestà della sua ragazza, ma una parte di sè non era sicura di credere davvero a quella versione dei fatti. Kaori notò che lui la guardava perplesso. Si chinò su di lui in ginocchio e gli prese le mani nelle sue:

- Dimmi che mi credi ti prego, non ti sto mentendo, non ti ho mai mentito. - Lo supplicò mentre in un attimo i suoi occhi neri come la notte passavano da lei al pavimento ad un punto indefinibile della stanza.

- Kaori... - La sua voce era un sussurro ma la donna poteva intuire, guardandolo, la sua indecisione.

- Io posso essere sicuro della tua onestà perchè ti conosco da tanti anni ma capisci anche tu che, razionalmente, questa storia fa acqua da tutte le parti. - Ryo fece per alzarsi in piedi dalla sua posizione seduta sul divano ma Kaori cercò di trattenerlo.

- Per Dio, Ryo non mi puoi abbandonare così! - Urlò Kaori scossa dal pianto, calde lacrime le scendevano sul viso. La donna si accasciò quasi a terra fra i singhiozzi. Ryo si alzò prendendo le distanze.

- Finchè questa vicenda non si sarà chiarita, bisogna che non ci vediamo per un po'. - Disse Ryo col cuore a pezzi.

Kaori alzò lo sguardo come per capire se davvero le sue orecchie avevano sentito bene.

- Non stai dicendo sul serio, vero? - Chiese di nuovo la donna.

- Kaori, non pensare che io voglia questo ma se non lo faccio io lo faranno gli altri, lo faranno i miei colleghi, lo farà la polizia, io potrei essere considerato non credibile, e tu complice di un omicidio. Quando mi sono recato nell'appartamento della vittima, quando ho visto il tuo reggiseno sulla vittima, prova ad immaginare come mi sono sentito!!! Il primo regalo che io ti feci nove anni fa!!! E tu ora mi vieni a dire che te l'hanno rubato oggi pomeriggio, prima che Mick venisse a portarti a cena, prima che a pochi isolati trovassimo la sua ragazza strangolata. Ti rendi conto!!!!! - Le urlò Ryo.

Si guardarono per attimi interminabili e poi tra loro crollò il silenzio. La parte di uomo che la amava sapeva che lei era innocente, che non c'entrava nulla con tutto quel casino, ma il reggiseno sulla vittima non era di certo una bella cosa. La parte di detective che albergava nel suo cuore credeva che una spiegazione plausibile ci dovesse essere, ma se fosse capitato a qualcuno a lui sconosciuto, non avrebbe creduto ad una sola parola.

Kaori capiva la situazione, ma sapeva di essere innocente. Sapeva, o forse credeva, in cuor suo che Mick lo fosse. Come poteva essere così carino e per bene ed essere poi in un'altra situazione un assassino? Si chiese Kaori. Poi si alzò in piedi, con uno sprazzo di lucidità e risoluta nella sua posizione. Le chiacchiere stavano a zero: Ryo stava dubitando della sua buona fede. L'uomo che credeva l'amasse più di ogni altra cosa, l'uomo che lei si aspettava che rimanesse per sempre al suo fianco, stava mettendo in dubbio la sua buona fede. Così gli disse:

- Se credi che io sia minimamente coinvolta in questo pasticcio, nonostante tutte le prove siano contro di me, nonostante io dimostrerò la mia innocenza ed estraneità all'accaduto, se solo una piccola parte di te pensa che io ti nasconda qualcosa, prendi la porta ed esci. - Ryo a quelle parole rimase molto scosso, glielo si poteva leggere in faccia.

- Kaori... cerca di capire. Se tutto questo fosse successo a qualcun altro, io sarei pronto a puntargli il dito contro senza nessuna esitazione perchè le prove sono inconfutabili. Io in questo momento non riesco ad essere obiettivo ed oggettivo perchè sono troppo coinvolto. - Le disse avvicinandosi e cercando di abbracciarla, ma lei si ritrasse. Lui rimase con le mani a mezz'aria.

- Mi stai trattando come... non so come... tu capisci che per quanto ti ami la tua posizione è sfavorevole. Se non avessi trovato quel reggiseno sulla vittima. Come ha fatto ad essere lì! - Esclamò lui che non riusciva a venirne a capo.

- Non lo so, Ryo, ti ho detto che me l'hanno rubato mentre ero sotto la doccia. Sono pronta a giurare sulla testa di mio fratello. Ma quello che prevale in te è la tua indole da poliziotto e scommetto che ti chiedi cosa penserà Saeko di te o i tuoi colleghi se mi sostieni o ti schieri dalla mia parte, non è vero!? - Disse Kaori con tono allusivo. Voleva dirgli fino in fondo quello che pensava. Adesso, quella mentecatta di Saeko, se fino ad allora non avrebbe potuto mettere le grinfie su di lui, con questo casino, se lo sarebbe portato via come una tigre che agguanta il suo pezzo di gazzella dopo mesi di astinenza.

- Che diavolo c'entra Saeko! - Ribattè Ryo infastidito. Ma Kaori non mollò la presa.

- Oh, la difendi ora? Ora che la tua fidanzata potrebbe avere bisogno del tuo aiuto, tu difendi quella gattamorta che è da anni che ti vuole portare a letto ma non ha ancora trovato una scusa valida e credibile per attirarti!!!! - Urlò Kaori disperata.

- Ma tu sei pazza!!!! Tu sei proprio fuori!!! - Urlò Ryo con disprezzo e con rabbia. Non capiva perchè Kaori volesse metterla in mezzo quando la reale situazione di omicidio era ben più grave.

- Ci avrei giurato che l'avresti difesa. - Asserì lei come una sentenza. Ryo non sapeva se darle corda in quel senso o ribattere qualcosa di sensato. Non voleva litigare ancora con lei. Era consapevole che in quel momento era come se la stesse abbandonando.

- Io non provo niente per Saeko e non credo nemmeno che lei provi qualcosa per me. - Disse lui per rassicurarla anche se sul fatto che Saeko non provasse qualcosa per lui, sapeva benissimo che non era proprio così.

- Comunque Kaori, non mi sembra il momento di tirare fuori queste inutilità da gelosia ingiustificata quando: primo, il tuo collega è accusato di omicidio; secondo, il reggiseno con il tuo dna è stato ritrovato sul cadavere di una donna strangolata; e, terzo, quando la donna strangolata è la fidanzata del tuo collega. Passerò il resto della settimana ad interrogare tutti quelli che vi sono vicini ed a capire come sono andati i fatti. Ti pregherei solo di capire che per i prossimi giorni io e te dovremmo drasticamente limitare i contatti, poi, quando tutto si sarà risolto ci prenderemo una lunga lunghissima vacanza lontano da tutti e da tutto. Soppratutto dal mio lavoro che tanto odi. - Rispose l'uomo con tutta la calma che aveva in corpo, capiva come si poteva sentire Kaori e mettendosi nei suoi panni non avrebbe potuto biasimarla.

Kaori si sentì un po' più sollevata perchè in fondo la sua spiegazione razionale era assolutamente valida. Avrebbe potuto rischiare e rimetterci il lavoro. Suo fratello avrebbe potuto sospenderla dal servizio fin quando le cose non si fossero chiarite. Di questo ne era quasi sicura. Così si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulla guancia e gli disse:

- E' tardi, vai... ho capito quello che vuoi dire. - Si guardarono a lungo prima di salutarsi.

L'ultima cosa che lui le disse fu:

- Sappi che non ti abbandono. Porta pazienza, sono sicuro che sei innocente, ma la legge non fa eccezione nè per me e nè per noi. -

Chiusa la porta alle sue spalle, Kaori si accasciò al portone e finalmente liberò tutte le sue lacrime, i suoi singhiozzi e tutto ciò che aveva in corpo. Si sentiva molto sola, anche se sapeva che lui aveva ragione ed era razionalmente giusto quello che aveva detto... però lei si sentiva abbandonata. La sua mente continuava a pensare e pensare. Però c'era una cosa da dire, un pensiero che non riusciva ad abbandonarla: se lui l'avesse amata davvero sarebbe dovuto stare dalla sua parte. In una ipotesi di realtà utopica se lei fosse stata al suo posto, avrebbe consegnato il distintivo, si sarebbe anche licenziata se fosse stato necessario e gli sarebbe stata vicino da "civile" e non da poliziotta. Non l'avrebbe abbandonata al suo destino perchè il diminuire i contatti o tagliarli drasticamente, nella sua testa, era come lasciarla.

Si sentiva così stremata, così confusa, consapevole che non avrebbe potuto biasimare del tutto la scelta di Ryo ma consapevole che lui ne avrebbe potuto fare un'altra: restarle vicino.

E ci avrebbe giurato sulla testa di Hideyuki che quella serpe di Saeko ci avrebbe goduto e non poco.

Si alzò lentamente col cuore a pezzi decisa ad andarsi a riposare, ma prima doveva attaccare il cellulare al caricabatterie. Si recò doveva aveva lasciato la borsa e lo trovò. Lo mise sotto carica ma lo accese e vi trovò una decina di chiamate di suo fratello, un paio di Umibozu, ed un messaggio di Mick che le chiedeva dove si trovava. Richiamò i primi due e lasciò stare Mick. Hideyuki, come già lei si aspettava, le aveva appena detto che avrebbe preso due nuovi infermieri per sostituire lei e Mick temporaneamente finchè la loro posizione giuridica non si sarebbe chiarita e che sarebbe stata una buona occasione per prendersi un po' di tempo per se stessa e comunque immaginava che i poliziotti avrebbero sicuramente impegnato i giorni a seguire ad interrogarla o a tenerla impegnata.

Hideyuki le disse che una poliziotta l'aveva già contattato per avere la sua testimonianza su come fossero lei e Mick come persone in quanto loro superiore al lavoro ed avevano chiesto la stessa cosa ad Umibozu, però le aveva assicurato che sia lui, che Umibozu che gli altri colleghi erano tutti dalla loro parte ed Hideyuki le aveva detto: "Ti farò avere il miglior avvocato della città, non ti preoccupare, ne verremo fuori insieme, sorellina, so che sei innocente!"

Quelle parole l'avevano confortata, perchè Ryo non le aveva detto altrettanto invece di abbandonarla?

   
 
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