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Autore: Loulou_24    28/08/2015    1 recensioni
Ammetto che è il classico cliché innamorarsi del migliore amico del fratello maggiore,giuro che ne avrei fatto volentieri a meno di questo amore impossibile se avessi potuto scegliere. Ma si sa, non si sceglie chi amare. O si? Io in ogni caso non ho avuto possibilità di scelta. E’successo e basta.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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«Tranquilla, ho detto che ci penso io.»  mi diede un bacio sulla guancia e ricominciò a trascinarmi per mano mentre opponevo tutta la forza possibile.
 
Si fermò solo a pochi passi da Sam che era girato di spalle. Lucy mi sorrise e mimò scusa con le labbra.
«Ma di cosa ti sta..Ah!» Lucy mi spinse e andai a sbattere con forza contro Sam che imprecò mentre cadeva per terra. Mi girai in cerca di Lucy già pronta ad ucciderla in quello stesso istante ma lei era sparita. Pronunciai un “merda” a bassa voce e mi affrettai a porgere una mano a quel poveraccio finito in mezzo per colpa di Rìan.
«Scusami sono inciampata e…Stai bene?»
La cosa era parecchio imbarazzante, lui mi guardava divertito mentre si toglieva la terra dai pantaloni.
«Si tranquilla,nulla di rotto.» Sorrise e gli si formarono due piccole fossette ai lati della bocca, proprio come quelle di Rìan.
Non so come avessi fatto a non averlo mai notato prima in 3 lunghi anni di scuola. Era molto bello.
In Lontananza sentii il suono della campanella.
« Bene» Indugiai ancora qualche secondo indecisa su cosa fare «Allora..ciao e scusami ancora.» In realtà non avevo nessuna voglia di andare in classe ma non sapevo che altro aggiungere.
«Non fa niente, a presto.»
Oh lo spero proprio Sam.
Mi girai sorridendogli l’ultima volta e mi diressi a lezione seguendo con lo sguardo Lucy che camminava veloce verso l’entrata a una decina di metri da me.
Sulla porta dell’aula trovai Lucy ad aspettarmi.
«Come è andata tesoro? Era tutto sorridente lui.» Il suo tono aveva una punta di malizia.
«Posso ucciderti? Che figuraccia!» Distratta dalla sua bellezza non avevo pensato la fatto che gli ero caduta addosso come una pera ma ora tutto l’imbarazzo mi stava sovrastando.
«Ma figurati! Ho visto tutta la scena da lontano e lui non sembrava molto dispiaciuto.»
«A chi non darebbe fastidio essere buttati a terra da una persona?»
«Perché non mi ringrazi e basta? Senza di me sono sicura che non gli avresti mai rivolto la parola.»
Su questo non potevo darle torto, senza di lei però non avrei neanche pensato di volergli parlare.
«Grazie» Le risposi prendendola un po’ in giro. «Oh a proposito Daniel? Hai detto che mi dovevi raccontare qualcosa. » Mi ricordai che non le avevo risposto al messaggio e mi sentii un po’ in colpa. « Non mi sentivo molto bene ieri sera, non ho potuto rispondere. » E non era del tutto una bugia.
Subito il suo volto si illuminò. «Non preoccuparti. »  disse con il suo immancabile sorriso «Ieri ci siamo incontrati sul pianerottolo e ci siamo fermati un po’ a parlare, Megan dovresti vederlo ha un sorriso così bello! » Aveva lo sguardo sognante. «Mi ha chiesto di andarci a prendere un caffè questo pomeriggio.»
«Lo sapevo che te lo avrebbe chiesto prima o poi, non avevo dubbi!»
«Cosa dovrei mettermi?» Subito il suo sorriso vacillò. «E’ solo un caffè quindi una cosa semplice, pero non vorrei essere troppo semplice altrimenti potrebbe pensare che non mi interessa o che mi vesto male e io…» Cominciò a far uscire un fiume di parole.
«Calmati, secondo me puoi restare così come sei. Stai bene!» cercai di tranquillizzarla. Ogni volta che doveva uscire con un ragazzo era un dramma! Cominciava a preoccuparsi di ogni minimo dettaglio, anche quello più insignificante. Non capivo il motivo di tutta quell’agitazione; ogni ragazzo la trovava perfetta: struccata,in pigiama,vestita da sera, o con un semplice paio di jeans.
«Non posso restare con i vestiti di stamattina, se sudo? E se poi mi macchio? Magari puzzo!» Cominciava ad essere sempre più disperata.
«Lucy tu non puzzi! Mettiti i jeans e quel top marrone , quello che mi piace un sacco e che mi hai prestato l’altra settimana,hai presente?»
«Si ma sopra? Fa freddo fuori non vorrei ammalarmi e non poter più uscire con lui.»
«Che ne pensi di una giacca Regina del Melodramma?»
«Ah simpatica! Ovvio che metterò una giacca ma quale?»
«Quella di pelle?» le consigliai.
«Ok ma..»
La interruppi subito. «Tesoro devi stare tranquilla,io credo che lui già ti adori. Come ogni singolo ragazzo di questo pianeta oltre tutto. Gli piacerai ok?»
«E se non dovessi piacergli?» Guardandomi con quello sguardo da cucciolo sconsolato. Le presi una mano e la strinsi per rassicurarla.
«Se non dovessi piacergli verrò io a fargli capire quanto è stupido. Ma fidati, tu gli interessi.»
Mi abbracciò forte e desiderai potergli raccontare tutto di Rìan ma non mi sentivo pronta,sarebbe stato come rendere ancora più ufficiale il tutto. Insomma più ufficiale e serio di quanto già non fosse.
«Grazie.» Mi disse con il sorriso di nuovo stampato in volto.
Il professore varcò finalmente la porta dell’aula e ci intimò di sbrigarci ad entrare e come due brave alunne lo seguimmo all’interno sedendoci ai nostri banchi.
 
Il professor Quinn iniziò la sua lezione e cercai il più possibile di seguirla ma dopo i primi 30 minuti la mia testa era già altrove. Girai lo sguardo verso Lucy e la vidi immersa nei suoi pensieri con lo sguardo affascinato. Avrei scommesso casa mia che stava pensando a Daniel. Le lanciai un pezzettino di carta. Lei si girò sorpresa come se fosse appena scesa dalle nuvole.
«Bentornata tra noi.» le sussurrai.  Continuò a guardarmi sorpresa «Ahh l’amore, l’amore..» Le dissi sorridendo poi scoppiò a ridere sotto lo sguardo furioso del professore.
«Signorina  vedo che la mia lezione la diverte tanto,perché non viene a parlarcene la prossima volta?»
«Scusi prof.» Lucy abbassò gli occhi imbarazzata.
 
Le lezioni proseguirono tranquille una dietro l’altra. Incrociai Sam qualche volta per i corridoi e diventai rossa al solo pensiero, lui però mi sorrideva cordiale. All’uscita il cielo era grigio e annunciava lo scoppio di un temporale,iniziai già a preoccuparmi di tutto il tragitto che avrei dovuto fare a piedi fino alla fermata dell’autobus sotto la pioggia ma trovai una bella sorpresa: Rìan e Nicholas erano parcheggiati a 300 metri da me. E niente Rosalie. Per poco non travolsi Sam un’altra volta.
«Ah ma allora hai progettato di uccidermi!» Sam mi guardava con quel sorriso bellissimo ma io ero troppo impegnata a fissare la macchina nera ferma nel parcheggio della scuola.
Finsi una piccola risatina e mi scusai ancora sentii che mi chiamava ma continuai  a fissare Rìan senza badare troppo al suo richiamo.
Quando li raggiunsi Nicholas mi urlò di sbrigarmi a salire.
«Ci riaccompagna a casa,se no stavamo a piedi tutti e due.»
Mi sporsi verso il suo finestrino imbarazzata.
«Grazie, ma io potevo benissimo prendere l’autobus.» In realtà non potevo essere più felice ma volevo mostrare un minimo di disinteresse.
«Eravamo in zona quindi nessun problema e poi non potevamo lasciarti andare a piedi: tra poco inizierà a piovere.»
Salii di corsa sul sedile posteriore.
«E..Rosalie?» Azzardai.
«Rose l’ho accompagnata a casa prima di venire da te.» Mentre parlava si girò verso di me e per poco il mio cuore non scoppiò. Pff “Rose”.
Sentii lo squillo di un cellulare e istintivamente portai la mano alla tasca per controllare che non fosse il mio ma non trovai nulla,presa dal panico iniziai a svuotare la borsa alla rinfusa sul sedile ma non c’era da nessuna parte. Ricontrollai le tasche ma niente. Chiesi a Nicholas di chiamarmi ma aveva il cellulare scarico,diedi il mio numero a Rìan ma il telefono squillava a vuoto e io non sentii la suoneria da nessuna parte.
Pensandoci mi accorsi di non averlo toccato neanche una volta da quando ero arrivata a scuola con l’ansia che cresceva di minuto in minuto sperai di averlo lasciato a casa ma con poca convinzione. Ero sicura di averlo usato durante il tragitto in macchina quindi dovevo averlo per forza.
Appena Rìan accostò la macchina sotto casa dopo averlo ringraziato mi fiondai in camera per cercarlo. Non era neanche a casa. Mi convinsi all’idea che lo avevo perso.
Rielaborai tutto ciò che avevo fatto ma non mi veniva in mente nulla.
Poi mi ricordai che durante lo scontro con Sam di stamattina avevo sentito cadere qualcosa dalle tasche  ma in quel momento ero decisamente troppo presa da lui per controllare cosa c’era ai miei piedi.
  
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