Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar
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Autore: FrancyC_01    29/08/2015    3 recensioni
Skipper, Soldato, Rico e Kowalski sono quattro ragazzi diversissimi tra loro. Sono pronti per iniziare la loro carriera da liceali alla High School Central Park, prestigioso istituto privato di New York. Nonostante le loro differenze diventeranno migliori amici e assieme alle loro amiche Doris e Marlene supereranno brillantemente il loro primo anno di liceo, durante il quale dovranno affrontare le difficoltà adolescenziali, i problemi con le rispettive famiglie, i primi amori, gli scontri con Julien (il ragazzo più popolare della scuola) e con l'eterna rivale della HSCP, la High School Hoboken
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno a pranzo Skipper si divertì un mondo. Kowalski aveva presentato loro Rico: all'inizio sembrava un po' imbarazzato, probabilmente a disagio per il fatto che non poteva comunicare normalmente, ma poi man mano che il discorso proseguiva riusciva ad inserirsi, facendo versi che prontamente Kowalski traduceva. Scoprirono che era un ragazzo simpatico e forte, anche perché aveva dovuto affrontare l'handicap fin da quando era piccolo e non era stato facile. 
Skipper scoprì che i suoi nuovi amici abitavano tutti a New York, ma le loro estrazioni sociali erano diversissime: Soldato, come aveva già scoperto, era di Brooklyn e non avrebbe potuto frequentare la HSCP se non fosse stato per una borsa di studio ottenuta per i suoi ottimi risultati scolastici; Kowalski e Rico erano di Staten Island e i loro padri erano titolari di un'impresa edile che guadagnava miliardi, ecco spiegato come facevano a conoscersi; Marlene era del Queens e anche lei aveva ottenuto una borsa di studio mentre Doris era di Manhattan e viveva con la cameriera e il fratello gemello Francis perché i suoi genitori erano in politica e viaggiavano per il mondo tutto l'anno. 
Mentre tornava a casa alla fine della giornata Skipper si chiese come avrebbe fatto a risprofondare nel silenzio. Naturalmente a casa non c'era nessuno e lui si buttò sul divano sfinito. Era molto contento di come era andato il suo primo giorno.
Il display del suo telefono si illuminò: un messaggio di Soldato. Gli aveva scritto se poteva fargli un favore: controllargli gli orari dei bus che partivano da Brooklyn e arrivavano a Manhattan. Skipper lo fece con piacere: aveva capito che Soldato era un tipo distratto ma incredibilmente buono e innocente. Era un ragazzo che aveva dovuto lottare per ottenere quello che voleva. Sapeva che suo padre guidava la metropolitana mentre la madre insegnava nell'asilo del loro quartiere. Erano due persone gentili e umili che, da bravi genitori, l'avevano sempre sostenuto nelle sue scelte. Soldato era legatissimo alla sua famiglia, che aveva dovuto fare numerosi sacrifici per pagargli le rette scolastiche. La borsa di studio era stata una manna dal cielo. 
Sapeva anche che per lui il pranzo della domenica era sacro e quando aveva scoperto che Skipper non ne aveva mai fatto uno come si deve aveva insistito per invitarlo a casa sua quel fine settimana. Quella domenica avrebbe conosciuto la famiglia del suo nuovo amico ed era un po' agitato. Non era mai stato a casa di amici, ma sapeva che doveva comportarsi educatamente, per non fare brutta figura. Soldato gli aveva detto che sua madre ci teneva molto alle buone maniere.
Mentre gli inviava gli orari sentì la porta aprirsi. Con sua grande sorpresa si accorse che era sua madre. Skipper si alzò per andargli incontro e quando lei se ne accorse gli sorrise -"Ciao tesoro, come è andata la giornata?"- -"Bene mamma, grazie. Come mai sei tornata così presto?"- -"Perché volevo vederti e passare un po' di tempo con te"- ma la sua espressione preoccupata e il fatto che fosse nervosa tradiva tutto -"Non è vero mamma. Non mentire. Perché sei qui?"- -"Sto cercando un documento importantissimo, devo presentarlo ad una causa"- Skipper sospirò. Se c'era una cosa che odiava di più dell'indifferenza dei suoi era il fatto che gli mentissero. Mentre guardava sua madre cercare il documento capì che gli faceva pena. Era così dedita al lavoro che non si accorgeva di tutte le cose belle che esistevano al di fuori del suo ufficio. Uguale suo padre, che lui considerava un uomo freddo e insensibile.
Finalmente sua madre trovò il documento -"Eccolo!"- poi si girò nella direzione di Skipper -"Non devo tornare subito in ufficio, se vuoi possiamo fare una passeggiata"- Skipper era sorpreso: forse era veramente interessata alla sua vita scolastica -"Volentieri mamma"-.
Camminando per Central Park lui le raccontò dei suoi nuovi amici, delle lezioni che aveva seguito e dell'impressione che la scuola gli aveva fatto. Sua madre ascoltava e sorrideva -"Sono contenta che tu ti sia fatto degli amici, Skipper. Sembrano bravi ragazzi. Ti va di invitarli un giorno così li incontriamo anche io e tuo padre?"- ok, adesso non la riconosceva proprio più -"Va bene mamma. A proposito, domenica pranzo a casa di Soldato"- -"Va bene, noi saremo fuori tutto il giorno"- adesso era tornata in lei -"devo tornare in ufficio. Tu torni a casa o rimani fuori?"- -"Torno a casa, devo fare i compiti"- arrivati a casa lei gli diede un bacio e poi ritornò al lavoro. Adesso Skipper non sapeva che fare. In realtà aveva già fatto i compiti durante l'ora di francese e adesso si ritrovava disoccupato. Provò a guardare la tv ma non c'era niente, come al solito. Riuscì a tirare l'ora di cena e dopodiché andò in camera sua. Passò tutta la sera a guardare lo sky line illuminato. Era la sua visione preferita in assoluto. Chissà come sarebbe stato se ci fossero state ancora le Torri Gemelle. Skipper provò un'ondata disgusto verso quei terroristi che avevano ucciso migliaia di innocenti. Il suo sogno era quello di difendere più persone possibili. Da grande non voleva diventare banchiere o avvocato: voleva fare qualcosa di utile per evitare che cose come quell'attentato si ripetessero. Mentre pensava a queste cose gli arrivò un messaggio: stavolta era di Marlene. Gli aveva augurato la buona notte e lui fece lo stesso. Dopo averlo letto si sentì tranquillo, in pace con se stesso. Non gli era mai successo, ma almeno quella notte andò a dormire felice.



Nota dell'autrice:
Ciao a tutti, in questo capitolo conosciamo qualcosa in più sui protagonisti e sulla madre di Skipper. Povero ragazzo! Non ci si può stupire se lui è quello che è! Baci :-*
   
 
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