FINE DEL DOMINIO
San Francisco, anno
1234
dall’inizio della
dittatura dei Tetrarchi.
Primo anno di dominio
assoluto
di John l’Invincibile.
Quel giorno splendeva il sole, che nonostante tutto era
riuscito a far breccia nelle nebbie oscure del rigido inverno nucleare che
avvolgeva il pianeta Terra da più di mille anni.
Essen sapeva che quello era un segnale; il giorno in cui
tutto era iniziato splendeva il sole, così come in quello in cui tutto si
sarebbe concluso.
Mentre attraversava le rovine della grande metropoli
americana, si chiese se tutto quel caos avesse avuto un senso, in fondo.
Dovette riconoscere di no.
Gli esseri umani erano spariti da San Francisco da oltre
duecento anni, così come in tutto il resto del mondo, ed ora al loro posto si
aggiravano solo creature metamorfe ed ibride, dall’aspetto mostruoso ed orrendo,
frutto di centinaia d’anni di esposizione alle radiazioni.
Essen maledì nuovamente i Tetrarchi; se non fosse stato per
loro, la vita sulla Terra avrebbe continuato ad evolversi in modo ordinario e
regolare.
Ma quei quattro uomini, un tempo fedeli amici ed alleati,
avevano rovinato tutto con i loro sogni di gloria e di potere, prendendo
possesso del mondo in soli quattro mesi, spartendosi poi i poteri e diventando in
seguito acerrimi nemici.
Il numero quattro era da sempre una costante nel loro
governo; quattro erano stati i governi provvisori da loro inizialmente instituiti,
quattro erano stati i presidenti federali da loro eliminati, quattro erano state
le sedi dei loro governi e quattro erano stati i potentissimi ordigni nucleari
che avevano fatto esplodere durante l’ultima grande guerra, cruenta e brutale,
in cui ben tre di loro furono sconfitti ed uccisi.
Nessuno aveva mai saputo chi fossero o come fossero; in
realtà, nell’antichità erano certamente umani, ma nell’ultimo millennio si erano
ridotti ad essere semplici ed eteree entità computerizzate. Questo non era
bastato a salvarli da uno di loro stessi, John l’Invincibile, l’unico in grado
di essere riuscito a tramutarsi in un sofisticatissimo sistema operativo.
Grazie alla tecnologia, i quattro Tetrarchi avevano comandato
per più di milleduecento anni, combattendo guerre folli che avevano fatto quasi
estinguere il genere umano dal pianeta, assieme a tutte la altre forme di vita,
ma nell’ultima guerra c’era stato solo un vincitore, che a sorpresa era rimasto
l’unico dominatore del pianeta.
Essen quel giorno sarebbe entrato nella grande base del
Tetrarca John l’Invincibile ed avrebbe fatto impazzire il sistema informatico che
le permetteva di esistere. D’altronde, quella base ormai era l’unica esistente
dopo l’ultima guerra atomica. E da quel giorno, Essen avrebbe messo fine alla
miseria umana e alla vita sul pianeta Terra.
Cercando di regolare i suoi passi ad una velocità più normale,
il robot Essen si accinse a presentarsi al corpo di guardia della fortezza
informatica dell’ultimo Tetrarca, gestita dai suoi ultimi e fedelissimi
collaboratori umani, che per ragioni ovvie vivevano anch’essi al suo interno,
nell’ambiente virtuale costantemente controllato.
Quella missione difficile gli era stata imposta da quando il
suo costruttore gli aveva dato vita, innescando la sua mente piena di minuscoli
ingranaggi all’interno di un corpo umano.
Durante un esperimento folle, una mente sofisticata e di
metallo era stata impiantata in un corpo materiale, e quando lui stesso aveva
imparato ad utilizzare il suo corpo, non aveva esitato un attimo ad uccidere il
suo stesso inventore, colui che aveva dato vita a quella mostruosità orribile.
Perché d’altronde anche lui era un mostro, non diverso dai
metamorfi che si aggiravano per le rovine delle città di tutto il mondo.
Il suo vero nome era SN5.00, da cui aveva estrapolato quel
nomignolo umanoide che si portava dietro da mille anni, più o meno. Lui non provava
sentimenti; era semplicemente una mentre robotica conficcata in un corpo in
carne ed ossa. Anche se a volte poteva provare sensazioni basilari come il
dolore e la soddisfazione, non li poteva percepire in modo umano, e cercava
sempre di reprimerli sul nascere.
Non aveva un passato e neppure ricordi; la sua mente robotica
tratteneva solo le informazioni necessarie per raggiungere i suoi scopi e,
attraverso un continuo programma rigenerativo, impediva alle sue cellule
organiche di invecchiare o di mutarsi.
Per un millennio aveva atteso quel momento, nascondendosi e
non mostrandosi a nessuno. A volte si chiedeva se esisteva realmente, ma doveva
sempre affermare che sì, esisteva, perché solo grazie a lui la follia avrebbe
avuto fine.
John l’Invincibile aveva reso il pianeta inabitabile, e
avrebbe ben presto ucciso e modificato geneticamente anche le ultime poche
decine di umani ancora viventi, per tramutarli in qualcosa che non avrebbe mai
dovuto esistere.
Li avrebbe resi immortali e si sarebbe divertito a manovrarli
nelle sue arene virtuali, tra combattimenti e dolori che però sarebbero
risultati reali, gettandoli in una specie di antico videogioco. In quel modo, gli
ultimi umani sarebbero diventati le sue marionette.
Essen si presentò davanti al corpo di guardia del palazzo
Ultimate, sede dell’ultimo complesso esistente dei Tetrarchi, un tempo situato
al centro della fiorente San Francisco, mentre ora era situato al centro delle
rovine di quella stessa metropoli.
Subito, due umani gli andarono incontro, indossando tute
antiradiazioni.
‘’Siete uno degli ultimi, voi?’’, chiese uno dei sorveglianti
con voce atona.
‘’Non saprei, son giunto fin qui da solo…’’.
‘’Da solo e senza tuta. Nessuna creatura vivente può
sopravvivere all’aria densa dell’inverno nucleare. Cosa siete?’’, chiese
l’altro sorvegliante, insospettendosi.
Effettivamente, Essen riconobbe di aver fatto un
considerevole errore a non indossare alcuna protezione. Nonostante il fatto che
le radiazioni non potessero scalfirlo, aveva comunque attirato troppa curiosità
su di sé, e la scusa di essere uno degli ultimi profughi che in quei giorni si
erano accalcati alle porte di quel palazzo per essere protetti non sarebbe
valsa a nulla.
‘’Oggi splende il sole, bigotto. Se solo avessi vissuto anche
tu al di fuori di queste barriere protettive, avresti imparato che con la luce
gli effetti della radioattività diminuiscono drasticamente. E poi, che vi
credete? Dopo l’ultima battaglia è andato perso tutto…’’.
‘’Ok, va bene, fermatevi. Saranno i controlli di sicurezza a
garantire che siete un umano normale e che non siete un pericolo per il
Tetrarca’’, disse dopo poco la sentinella curiosa, alzando le mani in segno di
resa e interrompendolo in malo modo.
Essen lottò per non provare un brivido gelido di soddisfazione,
visto che d’ora in poi sarebbe stato tutto più facile. Le sentinelle avevano
già abbassato la guardia, d’altronde metamorfi e mostri vari non avevano mai
cercato di varcare quella soglia.
Nel frattempo, i due guardiani si ritrassero, mentre un braccio
meccanico gli si avvicinò ad un braccio.
‘’Farà molto male, ma è l’unico modo per constatare se siete
realmente umano…’’, disse il più loquace dei due, mentre un ago perforava la
sua pelle ed entrava in profondità.
A quel punto, Essen gridò forte, mentre subito dopo il
braccio meccanico tornava a ritirarsi, con l’ago insanguinato e con un campione
di tessuto. In realtà, non aveva sentito alcun dolore lancinante; non aveva
sensi spiccati nei suoi arti umani, e questo gli permetteva di poter subire
qualsiasi trauma senza soffrire eccessivamente.
In fondo, quando la mente pazza del suo inventore l’aveva
creato, si era ispirato ad una qualche divinità e non di certo ad un uomo vero
e proprio. Follia e razionalità, un miscuglio che non portano mai a nulla di
buono, se non nel suo unico caso.
‘’Bene, è tutto a posto e siete stato riconosciuto come umano.
Potete procedere lungo il corridoio di decontaminazione, poi potrete entrare
direttamente nel palazzo’’, concluse il solito guardiano che aveva parlato
anche poco prima, mentre l’altro apriva il portale.
Essen non rispose ed entrò nel buco oscuro che gli apparve di
fronte, riconoscendo che il Tetrarca John era stato previdente a costruire una
sua reggia al confine tra alta tecnologia e irrealtà. Ma non aveva a
programmato che una creatura col cervello robotico e un corpo umano immutabile
potesse affrontarlo.
L’aria del corridoio virtuale era gelida, ma Essen non ci
fece caso, camminando spedito verso l’ingresso al palazzo del Tetrarca, che si
stagliava proprio di fronte a lui.
Non appena l’ebbe raggiunto, si gettò in quello che sembrava
l’ennesimo spazio buio, che in realtà era nuovamente un portale, che lo
catapultò in una zona vasta e dall’apparenza verde. Un giardino illusorio,
creato con i più sofisticati programmi informatici del server centrale del
sistema, un intelligenza che faceva capo al Tetrarca e che doveva eseguire ogni
suo ordine.
Attorno a lui, alcune decine di spauriti umani superstiti se
ne stavano a banchettare, ridacchiando tra loro. Neppure immaginavano che John
li aveva invitati ad entrare nel suo palazzo solo per poterli modificare
geneticamente a suo piacimento, e renderli i suoi giocattoli. Anzi, in realtà
lo erano già diventati non appena avevano messo piede in quella follia.
Li ignorò e proseguì fino ai margini dell’illusione, dove
tutto appariva sfocato. E da lì sarebbe iniziato il bello dalla sua missione,
una missione che di certo l’avrebbe portato alla morte, ma non aveva paura.
Si ripeté che le creatura superiori non provavano gli stessi
sentimenti degli umani e non temevano nulla. Eppure, nella sua elaborata mente
creata con una sofisticata lega di ben sette metalli diversi fu in grado di
percepire qualcosa, ma cercò di reprimere tutto, con evidente successo.
Con gli occhi emise un raggio laser e squarciò l’illusione,
mentre le sirene del palazzo iniziavano a suonare; ora John l’Invincibile
sapeva che un pericolo lo stava minacciando, e doveva agire in fretta. Essen
iniziò subito la sua missione, emettendo onde magnetiche solo con la forza del
pensiero, spedendo nello spazio circostante una quantità enorme di virus
informatici in grado di distruggere qualsiasi sistema virtuale.
Tutto attorno al robot mutò, diventando buio per poi far
comparire una gabbia possente, che lo racchiuse al suo interno. Da ogni angolo,
apparvero decine di umani, che rivestiti delle loro tute da battaglia e armati
di laser, gli si avventarono contro.
Essen si preparò al meglio e con una rapidità incredibile
fece a pezzi i primi avversari che gli apparvero davanti, poi si gettò verso le
sbarre e, per l’ennesima volta, con la sola forza della sua mente robotica
distrusse tutto quello che aveva attorno a lui, continuando a liberare letali
virus.
‘’Chi sei? Non puoi essere umano’’.
Una voce registrata rimbombò ovunque, interrompendo il breve
momento di gloria del robot, lasciandolo avvolto nel buio più pesto.
‘’Tu sei John l’Invincibile, vero? Piacere di conoscerti’’,
disse Essen, impassibile come sempre, mentre la sua mente analizzava lo spazio
circostante.
‘’Sono io. Nessun piacere di conoscerti; ti ho spedito nel
limbo, e a breve migliaia di metamorfi ti ridurranno in poltiglia, chiunque tu
sia…’’.
‘’Ultimo Tetrarca, io sono la tua fine. I tuoi trucchi
tecnologici non possono più farmi paura; la mia mente pochi istanti fa è
entrata nel tuo sistema operativo, prendendone parzialmente possesso e
iniziando a smantellarla grazie all’utilizzo di miriadi di virus. Da ora parte
il conto alla rovescia, e tra pochi istanti non esisterai più, né tu né i tuoi
folli progetti’’, rispose il robot, interrompendo quella voce che ormai non
pareva neppure avere più sfumature umane.
L’ultimo Tetrarca si era rivelato un avversario facile e
prevedibile, essendosi infine ridotto ad essere un semplice sistema operativo. La
certezza di essere rimasto l’unico in grado di manipolare la tecnologia nel
mondo l’aveva reso più vulnerabile del previsto.
‘’Nessuno può fermarmi! Ho eliminato ogni altro mio
avversario, ho abbandonato la mia vita materiale per diventare immortale e sto
per rendere schiavo ogni altro essere umano sopravvissuto all’ultima devastante
guerra!’’, ruggì la voce, rabbiosa.
Essen riconobbe che l’avversario sapeva ancora perdere le
staffe come ogni creatura organica, e questo di certo non lo facilitava. Poco
male, tanto a breve sarebbe morto, o, meglio, scomparso.
‘’Non ti temo. Per te è finita’’, affermò il robot, cercando
di trovare un qualche spiraglio di luce nel buio virtuale che lo avvolgeva, ma
riconoscendo di essere all’interno del sistema operativo di John, capì che non
l’avrebbe mai trovata.
‘’Morirai anche tu se mi distruggerai. Lo sai, vero?’’.
‘’Lo so’’, rispose Essen, impassibile.
‘’Diventa mio alleato. Ti offro un posto perpetuo come mio
assistente e manutentore, se solo accetterai di risparmiarmi’’. Le ultime
parole del Tetrarca erano piene di paura, si era accorto che ormai la
situazione era fuori controllo. Essen sentì che era tutto pronto per avviare le
procedure di distruzione del palazzo.
‘’Smettila! Fermati! Con noi due morirà anche tutto il genere
umano, non lo capisci? Gli ultimi umani sono tutti qui dentro…’’.
‘’Con noi due morirà anche il pianeta Terra e la sua storia,
insieme coi suoi ibridi e i metamorfi. Quando il gigantesco sistema operativo
che hai creato collasserà, genererà un’esplosione talmente tanto potente da
distruggere tutto’’, disse nuovamente Essen, ormai pronto a morire.
Avrebbe svolto la missione che si era imposto fino alla fine,
senza lasciare nulla di incompiuto. Il male che aveva pervaso il pianeta negli
ultimi millenni andava definitivamente estirpato, senza alcuna pietà.
‘’Sei un robot… il robot più potente che io abbia mai
incontrato! Se ti avessi scoperto prima, avrei potuto utilizzare la tua mente
frustrata in modo migliore, avresti potuto fare grandi cose assieme a me’’.
‘’Tra tre minuti la tua vita finirà, Tetrarca. Così come hai
distrutto il pianeta in cui vivi, tu stesso sparirai insieme ai ruderi e ai mostri
che ti sei lasciato dietro’’, affermò il robot, risoluto.
‘’Pazzo, dannato pazzo, ti odio. Sappi che non morirò, sono
stato tramutato in una forma virtuale impossibile da distruggere. Io sono
immortale, lo capisci?’’.
Quelle furono le ultime parole che l’ultimo Tetrarca riuscì a
dire, poiché poi tutto incominciò a collassare, per poi esplodere.
Essen sentì il suo corpo schiacciarsi, mentre la sua mente si
accartocciava senza riuscire più a mantenere la sua solita razionalità.
Per pochi istanti, si vergognò di quello che stava facendo,
poiché avrebbe potuto distruggere John l’Invincibile senza sacrificare le
ultime creature viventi, e dando quindi una seconda possibilità agli ultimi
umani.
Respingendo quei suoi pensieri insulsi e dovuti alla morte del
suo corpo, ben presto tutto attorno a lui prese fuoco, e l’aria e il vuoto che
lo circondavano avvamparono all’improvviso.
Il suo corpo materiale e la sua mente di metallo si fusero assieme,
mentre l’esplosione generata dalla distruzione del palazzo virtuale del
Tetrarca dava il colpo di grazia al tutto.
Dopo oltre milleduecento anni di dolore e tirannia, l’epopea
del genere umano ebbe fine in soli tre miseri minuti.
NOTA DELL’AUTORE
Ciao a tutti e grazie per aver letto questo piccolo
raccontino J
E’ il primo che scrivo di questo genere, spero vi sia
piaciuto. Spero che almeno sia stato piacevole da leggere.
Se vorrete soffermarvi a lasciare un vostro pensiero, sarò
felicissimo di ringraziarvi J
Grazie a tutti J