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Autore: Theresa    29/08/2015    0 recensioni
_STORIA IN REVISIONE_
Questo è il seguito della altra fan fiction intitolata Hanabi.
Hanabi e finalmente tornata a casa con Hero ma ovviamente la sua vita non sarò tranquilla e felice.
Lily non è stata catturata e comincia il sospetto che non fosse solo una sottoposta, Hero deve aprire una fatidica lettera da parte della sua famiglia e quando tutto sembra andare per il verso giusto Hanabi non potrà più essere l'arma di Hero.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Death the Kid, Elka Frog, Hiro Shimono, Liz Thompson, Nuovo Personaggio | Coppie: Black*Star/Tsubaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hanabi'
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SARAI NEL POSTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO

Maka si guardò attorno per pochi istanti, poi si assicurò che tutti fossero arrivati e si rimise in testa al gruppo.
Arrivati alla fine della boscaglia dovette fermarsi, inorridita si voltò verso gli altri e cercò lo sguardo di Kid.
-E' sparita.- disse in un soffio e gli occhi lucidi. -L'anima di Tsubaki è sparita all'improvviso, come inghiottita.-
-Come sparita!?- Urlò Black Star guardando la compagna supplichevole.
-Concentrati di più!- si infervorì Hanabi.
-Tutte le anime sono scomparse.-
Tutti si voltarono verso Kid che sembrava leggermente preoccupato, tutto puzzava di trappola e loro vi stavo finendo dentro come mosche in una ragnatela.
-Hanno attivato il Soul protect.- Hanabi sembrò calmarsi mentre lo diceva.
-Andiamo dove hai sentito l'ultima volta la sua anima.- sentenziò lo shinigami e Maka annuì ricacciando indietro le lacrime di frustrazione.
Appena uscita dalla boscaglia videro stagliarsi non molto lontano da loro una immensa struttura gotica, piena di guglie e gargouille e grandi vetrate, vicino vi erano altre due piccole costruzioni nello stesso stile ma sembravano goffe e grasse in confronto alla figura slanciata della cattedrale.
Quella doveva essere la dimora della negromante ma non ebbero il tempo di pensarci troppo perché a pochi metri dall'inizio della loro corsa vennero attaccati, il suo esercito di pietra arrivò veloce, i soldati nascevano dalla terra, spuntavano come funghi e fendevano l'aria con i loro spadoni.
-Ci pensiamo noi!- Gridò Hanabi riferendosi anche ad Hero.
-Anche io e Liz, andate avanti, vi raggiungiamo!-
I quattro ragazzi liberarono il passaggio agli altri quattro che oltrepassarono i nemici il più velocemente possibile, si ritrovarono soli contro un esercito.
La pietra si frantumava sotto i loro colpi, i soldati cadevano a terra alzando nuvole di sabbia rendendo difficile respirare e mescolandosi al sangue delle ferite.
-Avvinatevi a me!- gridò Hanabi mentre conficcava gli artigli del suo pugno chiuso in pieno volto ad un soldato.
Le obbedirono, spalla a spalla si difendevano.
-Kid, pensi di poter usare il Death Cannon solo con Liz!?- Urlò Hanabi sopra il clangore, il soldato vicino a lei venne tranciato di netto da un fendente di Hero, lei appuntò le gambe con la spada dentata a quello davanti a se.
-Copritemi solo per qualche secondo!- rispose lo shinigami.
-Sicuro?- Chiese Liz, più che altro preoccupata di non riuscire a gestire tutto quel potere da sola.
-Mi sono rassegnato a non essere simmetrico, non ricordarmelo che mi viene da vomitare al solo pensiero.-
-Vediamo di dargli più tempo possibile!- gridò Hero sopra il fragore della roccia che andava in pezzi.
Kid respirò a fondo mentre la prima linea di sozu sui suoi capelli si univa e la sua anima cominciava a crescere.
Liz cambiò forma avvolgendosi attorno al braccio del ragazzo.
-Soglia del rumore 0.03. Puoi sparare, Kid!- ma poteva davvero farlo o la sua arma sarebbe andata in pezzi?
Il ragazzo fece fuoco varie volte, la sua distruzione si abbatté su quei corpi senza anima fino a che non ne rimase più nessuno.
-Wow!- esclamò Hanabi -La potenza di uno shinigami non è poi così male!- sorrise entusiasta.
-Che ti aspettavi?- chiese Liz tornando in forma di pistola, sopportare da sola la sua anima non era stato facile ma meno faticoso di quanto pensasse, ora però le serviva qualche minuto per riprendere fiato prima di poterlo fare di nuovo.
-Sono un maiale.- mugugnò Kid cadendo a terra -Combattere non simmetricamente, come ho potuto...-
-Forza chi,non ti preoccupare. Hai dovuto farlo, sei stato costretto. Non sei mica un maiale, i maiali sono brutti.- Cercò di risollevarlo Liz.
-E lui non è brutto ma bellissimo?- chiese Hanabi con ironia.
Liz arrossì e fulminò la migliore amica che avrebbe smesso di ridere se solo l'avesse vista ma in forma di pistola non riusciva a trasmetterle tutta la sua stizza.
-Non vorrei disturbare.- si intromise Hero che non sapeva come trattare lo shinigami durante le sue crisi -Ma dovremmo raggiungere gli altri.-
Aveva perso le loro anime troppo lontane, era una fortuna che Kid fosse rimasto con loro.
Kid si ricompose, come spesso succedeva quando gli veniva fatto presente che aveva un compito da portare a termine.
Non fecero, però, tempo ad andarsene che delle mani di pietra afferrarono Hanabi per le caviglie, rapide era spuntate dalla terra e si avvinghiarono a lei come edera, vi si aggrapparono arrampicandosi lungo il suo corpo non permettendole più di muoversi.
Hero rimase pietrificato incapace di usare la spada per paura di colpirla, Kid per un attimo sembrò esitare.
-Spara, idiota!Spa- non poté finire la frase, una mano le tappò la bocca, il sapore asciutto della terra le entrò in bocca, le altre la stavo costringendo in ginocchio ma i suoi occhi pieni di rabbia colpirono Hero.
Kid sparò e Hero cominciò a tagliare le altre mani che stavo cercando di raggiungere le loro simili.
Una voragine si aprì sotto di lei, le mani la trascinarono lungo la galleria che si era appena creata, Hero e Kid le stavano dietro, la terra dietro di loro cominciò a richiudersi e riuscivano a seguirla solo grazie alla luce dei colpi dello shinigami che ancora cercava di colpire le braccia.
Improvvisamente le mani trascinarono Hanabi verso l'altro ed i due si arrampicarono in fretta e furia riuscendo ad uscire dal cubicolo un istante prima che ritornasse pietra.
Si ritrovarono all'interno della cattedrale, i banchi per i fedeli non c'erano e nemmeno l'altare ma l'aria che si respirava lì dentro era ancora impregnata dal culto che vi veniva compito.
Le immense vetrate erano illuminate dai raggi della luna che veniva distorti attraverso i disegni creati con il vetro, il rosone era la maggior fonte di luce presente perché i vetri di cui era composto erano i più chiari.
I raggi però non riuscivano ad illuminare abbastanza, il soffitto rimaneva immerso nel buio e vi erano zone in cui le tenebra era troppo dense per essere dissipate.
La ragazza rimase senza fiato mentre ammirava le vetrate, vi era una storia che iniziava con il caos ma lei sapeva come andava a finire, lo aveva sognato.
Il silenzio fu rotto da uno sbuffo annoiato di una bambina.
-Te le ricordi, Hanabi, te le ricordi le vetrate?- chiese Lily, ma la ragazza non rispose ancora imbavagliata e tenuta stretta dalle mani.
Dal nulla apparve un gigante di pietra e si fiondò sui due ragazzi.
-Ma sicuro che te li ricordi.- continuò lei, la sua voce sembrava poter superare il clamore dei colpi con facilità. -Ricordi pure la poesia dopo tutto. Allora, come avevo predetto sei nel posto giusto al momento giusto.- rise, la voce della bambina distorta in qualcosa di agghiacciante.

-Forza Maka!Sbrigati!- le gridò il ragazzo che procedeva davanti a lei ad una andatura più spedita.
-Rallenta.- protestò lei incapace di tenere il passo -Dovresti seguire me!-
Ma lui non la stava ascoltando così con uno sforzo riuscì ad avvicinarsi e agguantare la sa sciarpa nera costringendolo a fermarsi.
-Che cazzo vuoi!- gridò lui infuriato mentre sputacchiava per il fatto di essere appena stato strozzato.
-Ti ho detto che mi devi seguire.- rispose autoritaria lei battendo la falce contro il terreno per sottolineare ciò che stava dicendo.- Inoltre stai andando nella direzione sbagliata quindi cerca di attardati io andrò il più veloce possibile.-
Black Star le riversò uno sguardo di fuoco, sentiva che non c'era più tempo da perdere e che aveva aspettato abbastanza, se ne era stato da parte senza creare problemi, aveva collaborato ma ora non riusciva più a farlo.
Stava per ribattere ma Soul si affrettò a calmare il suo migliore amico, non avrebbe giovato a nessuno andare nella direzione sbagliata meno che meno a Tsubaki.
Il ragazzo dai capelli azzurri si rassegnò cominciando a seguire la master verso le due piccole strutture gotiche che sembrano dei tozzi troll in confronto alla cattedrale.
Arrivati alla struttura Black Star sfondò la porta gridando a squarciagola il nome di Tsubaki, come un ruggito la sua voce sbatté contro le pareti in pietra e sembrò oltrepassarle.
Ma non fu la voce dolce della sua arma a rispondergli bensì quella più acuta della sua compagna.
-Se è tenuta in ostaggio non può risponderti, Black Star! Shinigami solo sa cosa avrei attirato facendo tut-
Il ragazzo riuscì a prenderla appena in tempo per un braccio per toglierla dal raggio di azione di un ammasso gelatinoso che era piombato dal soffitto.
Lei lo ringraziò ma poi la sua attenzione si spostò su ciò che avevano ora davanti e non solo perché era un nemico da sconfiggere.
-Ma non lo avevi ucciso?- fu l'unica cosa che riuscì a dire al ricordi di quel corpo ridotto in pezzi dall'onda dell'anima del master.
-Ragazzo dai capelli blu!- quello del mostro che avevano davanti non fu davvero una frase, la voce era distorta e rauca come se vi fosse qualcosa che gli stringesse la gola impedendogli di parlare ma l'ira che trasmise fece fremere la pietra e tutto il suo corpo.
-Io sono il grande Black Star!- gridò di rimando il ragazzo pronto a combattere ma Maka si frappose.
-Vai da Tsubaki.- disse -Sempre dritto per quel corridoio.-
Black Star le riservò solo una fugace occhiata -Lo lasciò a te.-
-Lo sistemeremo con il Majugori.- rispose Soul, Maka annuì c'era di nuovo quella determinazione nei suoi occhi, quella con la quale aveva affrontato il kishin da sola, senza un arma, solo con i pugni e la sua forza di volontà.
-TI MANGERO'! MANGERO' LA TUA ANIMA RAGAZZO!- gridò l'uovo di kishin con la sua voce graffiata, si fiondò sul ragazzo ma lui lo schivò con facilità, come se stesse semplicemente saltando uno ostacolo.
Infilò il corridoio che aveva indicato la ragazza senza più guardarsi indietro, sapeva che poteva fidarsi di lei quando finalmente riusciva a trovare tutto il suo coraggio ed ora l'unica cosa che gli poteva interessare era Tsubaki.
Con Patty stretta in un pugno corse, quando trovava un muro si limitava a buttarlo giù, non prendeva le svolte, continuava dritto con l'unico obbiettivo di trovarla ed intanto stringeva la pistola, un arma estranea nelle sue mani ma anche un anima che cui riusciva a legare.
Continuò così distruggendo pietra su pietra fino a che quello che si trovò davanti fu una parete che invece di cadere sotto il suo colpo lo risucchiò in un baratro senza fondo, cadde nel buio senza trovare appigli.
-Black Star, che ci fai qui?- la voce di Tsubaki era dolce come sempre, le era mancata solo ora riusciva a realizzarlo davvero, ma vi era una nota di preoccupazione.
Si rimise in piedi, sentì un rivolo di sangue caldo scorrergli lungo il collo, doveva aver sbattuto fortemente la testa e forse aveva addirittura perso conoscenza.
Si guardò intorno in cerca della ragazza dai capelli corvini mentre sentiva sotto la stretta delle sue dita il metallo freddo dell'arma.
Si trovava in una stanza interamente di pietra, la individuò facilmente, l'unica fonte di luce proveniva da un punto imprecisato vicino a lei.
Tsubaki aveva le mani bloccate nella parete, come se vi fossero state cementate, gemette quando un pezzo del suo piede venne prece dal muro con voracità.
Il ragazzo gridò il suo nome e senza nemmeno pensarci le corse incontro ma un giovane si frappose.
Sapeva di averlo già visto, la rosa nera lo fissava senza espressione.
-Joshua, per favore...- lo pregò Tsubaki con le lacrime agli occhi ma consapevole che niente poteva raggiungere il cuore del ragazzo, la sua anima era stata fatta a pezzi e rimessa insieme ed ora non era più niente, niente che si potesse definire umano.
-Che le stai facendo!- gridò il master cercando di colpirlo con un pugno, la sua mano passò attraverso il voltò del ragazzo senza colpirlo.
La rosa si spostò velocemente riuscendo a prendere la sprovvista il dio, gli bloccò la mano armata dietro la schiena e lo tenne fermo.
-Joshua! Lascialo!- lui non accennò di averla sentita.
Black Star fece leva sulla gambe e lo prese con la mano libera per il bavero della camicia.
Lo sbatté a terra davanti a lui e gli puntò la pistola contro.
-Lei è mia.- disse, gli occhi spalancati, premette il grilletto.

 

Ecco un altro capitolo, un po' corto perchè...non so...o corto o kilometrico.
Spero non sia così male.
Mmmmmmmmmmmmmmmmmmm

  
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