Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: BlackCrimson    30/08/2015    4 recensioni
( Per Favore immaginate la storia come se fosse un Anime o Manga )
In un tempo lontano, l'oscurità era riuscita a dare vita ai peggiori incubi dell'umanità, creando degli esseri immondi denominati creature della notte. Non tutte queste creature però costituivano una minaccia ma altre, non esitavano a bramare con sempre maggiore foga la vita degli altri.
Per questo motivo, venne istituito un ordine per combattere e limitare tali disgrazie. Coloro che ne facevano parte erano chiamati Hunter.
Elizabeth, una giovane cacciatrice, che però teme fortemente i vampiri, si troverà a sua insaputa a combattere al fianco di uno di questi. Riuscirà ad affrontare la sua paura e realizzare il suo sogno?
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Incubi e Rivelazioni




Una leggera nebbia nerastra sembrava vagare solitaria tra le vie deserte del villaggio. 

Si faceva largo fra le piccole case ed alcuni giardini, sfiorando delicata il terreno in pietra ricoperto di polvere. Al suo passaggio, queste sottili particelle si elevavano verso l’alto, verso altra oscurità. Poiché non c’era spazio per la luce in quel luogo avvolto dalle tenebre. 

La nube nerastra continuò allora a vagare senza meta per un tempo imprecisato, ritrovandosi a percorrere numerose volte gli stessi tortuosi sentieri. Intrappolata in un labirinto immenso e senza fine. 

 

« Sono qui! » 

 

Una voce squillante e giovanile spezzò improvvisamente il silenzio di quel luogo, facendo volgere l’attenzione della nebbia nella direzione di una piccola stradina parzialmente illuminata, che subito decise di imboccare. 

 

« Avanti muoviti! Prova a prendermi! » 

 

Parlò di nuovo e più chiaramente quella minuta voce. La nube, a quel punto, accelerò la sua avanzata fino a scorgere in lontananza l’uscita di quello stretto vicolo. 

Si fermò, ritrovatasi davanti ad una piccola piazzetta con al centro una fontana in pietra.  

Si sorprese nel notare una bambina di circa dieci anni e dai capelli lunghi, mori e con occhi azzurri, correre per tutta la piazza seguita da un altro bambino della stessa età, ma biondo e dai capelli corti. 

 

« Sei lento! Sei lento! » Continuava a ripetere la piccola, saltellando in tutte le direzioni e sfuggendo alla presa dell’altro. 

« Non sfidarmi! » 

A quella risposta, la giovane si girò e gli fece la linguaccia per poi ridere e correre da un terzo bambino, disteso su un muretto davanti a una casa. 

« Avanti Blaze! Smettila di dormire e vieni a giocare anche tu! » Gli disse afferrandogli un braccio e cercando di trascinarlo a terra. Ma il giovane corvino non si mosse di un millimetro e neanche diede segno di svegliarsi. 

« Sei davvero antipatico! » Gli disse lei incrociando le braccia al petto con un broncio. 

« Presa! » 

Senza rendersene conto, il biondo le era apparso alle spalle e le aveva toccato la schiena. 

« Tocca a te ora! » continuò con un sorriso soddisfatto stampato in volto. 

« Uffa! Non è giusto! Mi sono distratta! » Esclamò allora lei, lanciandosi in modo immediato verso di lui.

Il ragazzino la schivò abilmente e con velocità disumana scomparve dalla sua vista per poi riapparire in perfetto equilibrio sulla cima della fontana. 

« Non è valido usare i tuoi poteri Keyn! » Gridò la bambina portandosi le mani ai fianchi con disappunto. 

Il bambino sogghignò « Prima non li ho usati! E poi non è colpa mia se tu non li hai! » 

« Sei cattivo! » Esclamò offesa lei, dandogli le spalle. 

Il suo sguardo andò di nuovo a posarsi sul piccolo Blaze, ancora dormiente. 

« E tu perché non dici niente!!! Lo so che ci senti!! »

Blaze ringhiò appena e si spostò sul fianco, dandole le spalle. 

Allora la bambina afferrò il primo sasso che riuscì a trovare a terra e glielo lanciò con quanta più forza possibile. Casualmente, lo colpì proprio in testa. Blaze si svegliò di scatto con un sobbalzo e cadde a terra con un orribile tonfo. 

« Hooy Isabelle!!! Ma che ti è saltato in mente!! » Le gridò tenendosi premuto il bernoccolo appena formatosi dietro la nuca. 

« Così impari! » Rispose soltanto lei, strizzando gli occhi e facendo la linguaccia anche a lui. 

Keyn a quel punto scoppiò a ridere, indicando volutamente il suo amico a terra. 

« Steso da un’umana!! Ahaha! Sei caduto veramente in bas… Ugh! » 

Un altro sasso raggiunse il piccolo vampiro, facendogli perdere l’equilibrio e precipitare all’interno della vasca più grande e piena d’acqua della fontana. 

« Non te la cavi male neanche tu! » Sorrise ironicamente Isabelle rigirandosi un altro sasso in mano. 

Anche Blaze scoppiò a ridere non appena Keyn riemerse dall’acqua appoggiandosi al bordo in pietra della fontana, completamente fradicio. 

Il biondo sbuffò appena, sputando ad arco l’acqua rimasta in bocca con fare annoiato. 

« Visto? Dopotutto non sei così forte… » Lo derise la bambina. 

« A si? Allora evita questo! » Affermò Keyn colpendo con forza e con il palmo della mano la superficie dell’acqua. Un’onda enorme andò ad investire gli altri due, bagnandoli dalla testa ai piedi. Keyn rise di nuovo nel vedere le loro facce guardarlo con rabbia e disapprovazione. 

A quel punto, Isabelle e Blaze si scambiarono un’occhiata di intesa, e senza preavviso si gettarono su Keyn senza dargli il tempo di scansarsi. 

« Hey! Ma cos… » 

Finirono tutti e tre nella vasca della fontana, trascinando Keyn completamente sott’acqua. Appena riemersero, si scambiarono degli sguardi sconcertati e continuarono a ridere, insieme. 

 

Poi, tutto scomparve. Avvolto nuovamente dalla più completa oscurità. 

La nube si ritrovò a fondersi con il buio e tentò invano di avanzare in cerca di un’ancora di salvezza che potesse liberarla da quel senso di vuoto. 

Il suo desiderio sembrò essere ascoltato, poiché una flebile luce apparve in lontananza. 

Come una falena attirata dal bagliore di una luna distante, la nebbia avanzò velocemente in quella direzione. 

Ma quella speranza si tramutò presto in un incubo, non appena scorse le due piccole figure al centro di quella luce. 

Erano cresciuti, anche se di poco, e quindi fu facile riconoscerli. Keyn ed Isabelle.

Il ragazzino era inginocchiato con le spalle ricurve verso il basso. 

Piangeva silenziosamente, guardando la ragazza stesa fra le sue braccia. Sembrava dormire beatamente, ma la sua pelle troppo chiara e il respiro assente dicevano il contrario. 

Sul suo collo, inoltre, si era espansa una piccola chiazza di sangue, ormai secco. Lo stesso sangue che sporcava leggermente le labbra del vampiro. 

Scosse la testa sconvolto, prima piano, poi sempre più forte, nel tentativo di negare quello che era appena accaduto. Chiamò il suo nome ripetutamente, sperando che si svegliasse. Ma man mano che il tempo passava, la sua voce si faceva sempre più debole, fino a trasformarsi in un sussurro strozzato. 

Tirò su col naso, asciugandosi le lacrime incessanti con il dorso della mano e si chinò su di lei, stringendola con forza, come per poterle donare parte della sua forza vitale. 

Ma pian piano, la figura della giovane ragazza svanì tra le sue braccia, lasciando il povero ragazzino solo e tremante. 

Si guardò le mani, disgustato per quello che aveva appena fatto. Queste, da un primo momento rosee, iniziarono a sporcarsi del liquido vitale di lei. 

In preda al panico, cominciò strofinarsele per ripulirsele con sempre maggior forza, ma non sembrò funzionare. Il sangue continuava ad espandersi tra le sue dita, lento e prepotente. 

Fu allora che urlò. 

Urlò verso l’alto con tutto il fiato che aveva in gola, dando sfogo a tutta la disperazione che fino ad ora aveva cercato di trattenere.

 

 

 

 

Si svegliò di soprassalto, spalancando gli occhi di colpo. 

Il suo petto si alzava e si abbassava ad un ritmo frenetico, nel tentativo di incanalare più aria possibile per colmare quel senso di freddo bruciore che gli aveva invaso ogni cellula del corpo. 

Se avesse avuto un cuore pulsante, di certo a quel punto lo avrebbe sentito battere all’impazzata per l’agitazione. 

Rilassò i muscoli e sospirò piano non appena si rese conto di ritrovarsi disteso nel letto della sua stanza nella villa degli Hunter. 

« Ben tornato tra noi! » 

Spostò la sua attenzione sull’individuo che aveva appena parlato. 

« Blaze? » sussurrò appena, vedendolo in piedi difronte al suo letto, con le spalle appoggiate al muro e una mano in tasca. 

« Ti aspettavi qualcun altro? » disse con tono serio. 

Keyn non rispose e si alzò a sedere facendo forza con le braccia. Subito il dolore al petto non tardò ad arrivare ed istintivamente si portò una mano all’altezza della ferita. Vi trovò un tessuto soffice ad avvolgerla e abbassò lo sguardo sulle bende bianche. 

Digrignò i denti con rabbia, ricordando il momento in cui Vincent era riuscito a trafiggerlo, e per giunta con la sua stessa spada. Non poteva esserci umiliazione peggiore...
Di quello che avvenne dopo, invece, non ne aveva memoria. 

Subito sollevò lo sguardo e fece per parlare, ma Blaze lo precedette. 

« So a cosa stai pensando, quindi si, stiamo tutti bene… E no, non lo abbiamo sconfitto… Per essere precisi nemmeno scalfito… »

Keyn parve confuso dopo quello che gli aveva spiegato l’altro. 

« E allora come…? » 

« Come? » Lo interruppe di nuovo Blaze « … Beh… Chiedilo ad Elizabeth. Dopotutto è grazie a lei se siamo entrambi ancora qui… » 

« Elizabeth? »Keyn rimase visibilmente sorpreso. 

« Esattamente. Purtroppo non ti so dire altro, perché anche io ho fatto la tua stessa faccia quando ho visto Vincent andarsene come se niente fosse… » 

Keyn distolse l’attenzione dall’amico, soffermandosi a pensare per qualche istante. 

« Devo andare da lei » Affermò poi sbrigativo. Scostò con un unico movimento le lenzuola che lo coprivano e appoggiò i piedi scalzi per terra. Si diede una piccola spinta con le braccia e si alzò barcollando. Subito sentì le forze mancargli e dovette appoggiarsi al materasso per non crollare a terra. Strinse i denti per la frustrazione e decise di riprovare aiutandosi con il bordo del letto. 

Blaze non mosse un muscolo e continuò a guardare severamente il suo amico mentre avanzava in direzione dell’armadio, appoggiandosi numerose volte al muro per non cadere. 

« Dovresti riposare… » disse poi freddamente. Il suo, più che un consiglio, aveva tutta l’aria di essere un ordine preciso. 

« Sto bene » affermò l’altro infilandosi con cautela una camicia bianca, trattenendo appena un lamento.

« No, tu non stai bene… » ribadì Blaze con tono grave, scostandosi dalla parete. « … Puoi ingannare gli altri, ma non me… » 

Keyn si bloccò un attimo, per poi finire di abbottonarsi la camicia senza degnarlo di attenzione. 

« … Sei stato ferito gravemente e le tue capacità di rigenerazione sono assai pessime… » Continuò l’altro marcando l'ultima parola. 

« Sono a posto » Rispose subito Keyn, intuendo a dove volesse arrivare. 

« Io non direi proprio… Anzi, a guardarti bene sei ridotto ad uno straccio… » 

« Sei venuto qui solo per farmi la predica? » disse girandosi verso Blaze.

« Si, potrebbe essere… Visto quello che è successo… » 

« Allora mi perdonerai se ti dico che non ho bisogno dei tuoi consigli… »

« A me sembra il contrario… Ti rammento che per poco non sei finito all’altro mondo per mano di una avversario che in teoria, doveva essere al tuo pari… » 

« Questo lo so benissimo » 

« Spiegami, allora, cosa diavolo ti è successo quella notte. Durante le numerose volte in cui abbiamo combattuto insieme, non ti ho mai visto ridotto in quello stato, né tanto meno così vulnerabile… » 

« Ho solamente commesso l’errore di sottovalutare Vincent… Nient’altro… »

Blaze, ovviamente, non gli credette. Lo conosceva troppo bene per cadere in una simile scusa e sapeva che la ragione del suo malessere era tutt'altra. Aveva già un’ipotesi a riguardo. Cioè l’unica cosa che avrebbe potuto indebolirlo a tal punto, ma sperò di sbagliarsi.

« … E cosa farai se dovessi imbatterti nuovamente in lui? Sarai in grado di sconfiggerlo? » Continuò assottigliando lo sguardo nel marcare ancora l’ultima parola. 

« Tsz… » Keyn distolse lo sguardo stringendo i denti « … Ci penserò a tempo debito… » 

Poi prese una cintura dall’armadio e se la mise intorno alla vita. 

« Che tattica degna di nota… Invece di far finta di stare bene, perché ora non chiedi a Raphael di darti del buon sangue fresco? Così almeno potrai rimetterti in fretta… » 

« Te lo ripeto che non ne ho alcun bisogno! » affermò, e subito dopo si strinse con forza il petto per via di una nuova ed improvvisa fitta di dolore. 

« Vedo… »  commentò Blaze sarcastico, sorreggendosi il gomito del braccio fasciato. 

« Piantala, deciderò io quando sarà il momento. Quindi puoi anche andartene adesso… » 

« Ma perché continui ad essere così testardo? Guardati! Ti reggi a malapena in piedi! Si può sapere qual’è il tuo problema?! » 

« Ho detto di no!!! » 

Blaze si zittì immediatamente nel sentire il tono furioso con il quale Keyn aveva pronunciato quelle parole. Dischiuse leggermente la bocca in una smorfia di incredulità nel notare lo sguardo adirato e deciso del suo amico, celare una lieve paura. Keyn se ne accorse e si affrettò a distogliere lo sguardo per non svelare più di quanto non avesse già fatto. Ma ormai era troppo tardi. 

Aveva capito tutto ed gli era bastato solamente farlo arrabbiare, approfittando del fatto che si era appena svegliato. Il resto era venuto da sé. 

« Da quanto? » Chiese solamente Blaze con voce calma e grave, chinando il capo verso il basso. 

Il vampiro non rispose, forse per timore o semplicemente perché non sapeva cosa rispondergli. 

« Da quanto tempo… Non bevi … Del sangue umano? » Le parole uscirono dalla sua bocca con un suono amaro e freddo, trattenendo una profonda preoccupazione. 

« La cosa non ti riguarda… » disse Keyn tagliente, dandogli le spalle. 

Blaze rimase come impietrito da una simile risposta e non fiatò. 

Lentamente, si portò una mano sul nodo del pezzo di stoffa posto dietro al suo collo. Tirò il nastro e lasciò che quel tessuto bianco scivolasse via dal suo braccio fino a poggiarsi delicatamente al suolo. Con passo lento, si avvicinò a Keyn e lo costrinse a voltarsi verso di lui afferrandolo saldamente per il colletto della camicia con la mano sinistra. 

Il pugno arrivò inaspettato e deciso sul suo zigomo, senza neanche dargli il tempo di difendersi. Forte a tal punto da scaraventarlo contro il muro alle sue spalle e farlo cadere sul pavimento. 

« Non mi riguarda?!! » gli inveì contro Blaze, trattenendo la voglia di colpirlo nuovamente. 

« … Forse a te non importa di te stesso, ma per una volta, prova a pensare a chi ti sta attorno!! » 

Keyn lo guardò visibilmente sorpreso, ma non si mosse. 

« … Credi veramente che a nessuno importi di te? Ci tieni tanto a farti del male da solo?! » 

Fece una pausa, per controllare il più possibile il respiro per sbollire la rabbia, ma con scarso risultato. 

« …Tu non immagini come ci siamo sentiti quando abbiamo visto Vincent colpirti in quel modo! Tu non hai visto lo sguardo che aveva Elizabeth in quel momento!! E tu non sai che è stata proprio lei a salvarti la vita gettandosi su di te per farti da scudo mentre Vincent stava per darti il colpo di grazia!!! »

Keyn spalancò gli occhi sconvolto da quella rivelazione. Abbassò lo sguardo, puntando verso un punto indefinito sul pavimento.

« … Quindi non venirmi a dire che la cosa non è di nostro interesse! » Continuò Blaze abbassando lievemente il tono della voce. Poi si avviò verso l’uscita, non volendo più discutere con lui. 

« Quando ti sarai deciso a non fare di testa tua, sai dove trovarmi… » 

Keyn rimase immobile a guardare Blaze uscire dalla sua stanza e richiudersi la porta alle spalle con forza. 

Poi, si sistemò meglio con la schiena contro il muro e si passò una mano sul volto, sospirando. 

L’espressione sul suo volto cambiò improvvisamente, e digrignò i denti sbattendo un pugno a terra. 

« Dannazione! » 

 

 

*    *    *

 

 

Elizabeth continuò a camminare lentamente, seguendo a testa bassa il vampiro che gli faceva strada fra le vie della cittadina di Caisonville. Si abbassò meglio il cappuccio del mantello sul volto, stringendosi poi le spalle con le braccia, mentre una gelida brezza le sfiorava il viso. 

Vincent, qualche passo davanti a lei, procedeva fiero e composto al centro delle strade. Al contempo, le altre creature si facevano da parte al suo passaggio, scrutando con interesse il nuovo ospite che lo seguiva. 

Elizabeth tremò impercettibilmente nel notare tutti quegli occhi rossi fissarla e si affrettò a restare al fianco del purosangue, sicura che non la avrebbero attaccata in sua presenza. Non le sfuggì, invece, un’accenno di sorpresa nel notare diversi demoni indaffarati a riparare le case danneggiate dal loro precedente attacco. Tutta la città, per quanto fredda, stava assumendo un aspetto del tutto diverso dall’ultima volta che vi era stata. 

« Come vedi ci stiamo dando da fare per migliorare questa città… » Le spiegò Moore notando lo sguardo di lei. 

Elizabeth non rispose e continuò a guardarsi intono intimorita. 

« … Dopotutto, queste sono le nostre nuove case… » 

Lei strinse leggermente una mano a pugno, consapevole della strage che avevano compiuto per impadronirsi di Caisonville. E forse a lei sarebbe toccata la stessa fine di quei poveri abitanti. Quindi, sentirlo parlare in quel modo, non poteva far altro che farle salire un forte senso di nausea. 

« Eccoci, siamo arrivati » Disse improvvisamente Vincent, fermandosi davanti ad una grande casa in pietra. 

Rispetto a tutte le abitazioni che aveva visto fino ora, questa le batteva tutte in senso di imponenza e bellezza. Un grande terrazzo in legno fungeva da tettoia all’entrata, leggermente sollevata dal terreno grazie ad un rialzo in pietra. Il tetto, sempre in legno, si intonava ai vari sostegni del medesimo materiale, che sorreggevano l’atrio interno e alcuni terrazzi. Le tende color rosso porpora svolazzavano dalle ampie finestre, lasciate aperte per permettere all’aria di rinfrescare gli interni. 

Ne rimase un attimo ad ammirare la costruzione, scostandosi una ciocca di capelli dagli occhi. 

« Entra » Le ordinò poi Vincent, posizionandosi dietro di lei per esortarla ad avanzare. 

Lei sobbalzò leggermente e si avvicinò alla porta principale. 

Subito questa le venne aperta da un altro individuo, vestito quasi del tutto di bianco e con profondi occhi neri. La osservò con serietà finché non la vide fermarsi davanti ad una scalinata che portava verso i piani superiori. 

« Darius, ti presento Elizabeth… » Affermò Vincent, passando davanti al suo servo con un ghigno stampato in volto. « … Sarà nostra ospite per qualche tempo… » 

« Ne sono contento… » Rispose l’altro con un tono inespressivo « … Volete che la accompagni nella sua stanza? »

« No, ci penserò io… » Affermò subito il purosangue « … Ho bisogno che voi portiate un messaggio a tutte le creature di questa città… » 

« … Che genere di messaggio? » 

A quel punto, Vincent abbassò la voce, distogliendo l’attenzione dalla giovane per concentrarsi unicamente sulle parole che stava per dire. 

« Nessuno e te lo ripeto… Nessuno, dovrà avvicinarsi a lei senza il mio  consenso… » Il suo tono era gelido, e socchiuse gli occhi fino ad assumere una curvatura tagliente « … Altrimenti dovrà pagarne le conseguenze difronte a me! » 

Darius rimase basito qualche istante. Poi fece un lieve inchino con il busto. 

« Sarà fatto »

« Molto bene! » Esclamò Vincent tornando ad avvicinarsi ad Elizabeth. 

« Seguimi » le disse ed insieme salirono una lunga scalinata fino al primo piano. 

Continuarono a camminare seguendo un lungo tappeto rosso posto sul pavimento di un corridoio, illuminato solamente dalla poca luce esterna che riusciva ad entrare. 

Giunsero davanti ad una porta in legno chiaro e Vincent la aprì, facendo cenno ad Elizabeth di entrare per prima. 

La nuova camera si rivelò inaspettatamente spaziosa e ben curata. 

Sulla destra spiccava una grande letto a baldacchino a due piazze, con delle lenzuola color panna e cuscini rossi. Difronte ad esso vi era una scrivania in legno pregiato, con sopra alcuni libri e un candelabro. E al fianco di essa, vi era una porta socchiusa, che probabilmente doveva essere il bagno. 

Sobbalzò leggermente, appena sentì la porta alle sue spalle chiudersi. 

Si voltò per poi ritrovarsi Vincent vicinissimo a lei. Subito arretrò, fino a portarsi al fianco del letto. 

« Come vi sembra questo posto? » le chiese lui con un ghigno e accorciando la distanza da lei. 

« Che… Cosa volete fare? » Elizabeth non badò alla domanda appena fatale e tentò di arretrare ancora, ma si ritrovò a cadere sul letto. Prima che potesse spostarsi, Vincent la bloccò afferrandole un polso e appoggiando l’altra mano sul materasso, all’altezza del suo orecchio. Poi si chinò su di lei, assaporando il terrore formarsi sul volto della ragazza. 

Ora Elizabeth poteva sentire chiaramente il respiro freddo del vampiro sulla sua pelle, e si ritrovò a tremare non appena la bocca di lui si avvicinò al suo collo. 
« Molto probabilmente ve lo avrò già detto... Ma voi avete un profumo particolarmente delizioso, mia cara Elizabeth... »

Lei incominciò a sudare freddo ed istintivamente, cercò di invocare il suo potere per allontanarlo il più in fretta possibile, ma non successe nulla. 

Spostò velocemente il suo sguardo sul polso che Vincent le stava bloccando e si sorprese nell’intravedere un piccolo bracciale metallico avvolgerlo. 

« Potete stare tranquilla, ho solamente preso una precauzione… » Le sussurrò il vampiro nell’orecchio. « … Nel caso vi venissero in mente strane idee… »

Poi si rialzò, riassumendo posizione eretta e si voltò facendo per andarsene. 

« Asp… Aspettate! » lo bloccò Elizabeth, rialzandosi a sedere. 

« Perché sono qui? » La domanda le sfuggì dalla bocca e si maledisse per aver prolungato la permanenza del vampiro in quella stanza. Ma la curiosità di sapere cosa ne sarebbe stato del suo destino, era troppo forte. 

Vincent sorrise appena, restando immobile sulla porta. 

« Non vi illudete… Per il momento voi non siete altro che un mio prezioso... » 


« Trofeo... » Continuò Elizabeth in un sussurro a limite dall'essere sconvolta.

Vincent sogghignò leccandosi i canini sporgenti e guardandola direttamente negli occhi, tanto che Elizabeth ne rimase profondamente impaurita. 

Poi, senza aggiungere altro, se ne andò, rinchiudendola all’interno della stanza. 

Elizabeth allora, si gettò con la testa immersa fra i cuscini e pianse. 

Se la considerava solo un trofeo, allora le cose non potevano far altro che peggiorare. 

 

 

*    *    *

 

 

Poco dopo, Vincent si ritrovò a percorrere nuovamente la scalinata che lo avrebbe portato al pian terreno. Si fermò non appena vide la porta di ingresso aprirsi e Darius entrare. 

Quest’ultimo percepì subito la presenza del vampiro intento ad osservarlo ed alzò gli occhi nella sua direzione. 

« Ho portato a termine l’incarico che mi avevate affidato… Nobile Moore… » 

Disse cordialmente. 

« Molto bene… » Si limitò a rispondere l’altro, riprendendo a scendere. 

Darius lo osservò dirigersi verso una porta posta al lato sinistro della scala, spostando leggermente la testa. 

« Posso chiederle una cosa? » 

Vincent si fermò. Non gli rispose, ma si limitò a guardarlo con la coda dell’occhio. 

« Perché volete tenere qui quell’umana? Che intenzioni avete con lei? » 

Gli occhi del purosangue si assottigliarono. 

« La cosa ti turba? … Darius » La voce era calma, inclinata solamente nel pronunciare quell’ultimo nome. Tuttavia non bastò per intimorire il suo servo. 

« No » rispose dopo qualche attimo di teso silenzio. « … Ma le creature potrebbero infastidirsi sentendo il suo… odore. Non è saggio tenerla in vita, almeno da umana… » 

Una lama dorata apparve improvvisamente sulla sua gola, sorretta dal purosangue comparso davanti a lui in un istante.  

« Allora sta a te evitare che succeda… » Disse con rabbia, ma mantenendo controllata l’intensità della voce.  « … E non osare più dirmi cosa devo fare, altrimenti non esiterò un istante a staccarti la testa e strapparti il cuore dal petto… » 

« Mi perdoni… Non era mia intenzione farlo… » Affermò Darius, chinando leggermente il capo. 

« Me lo auguro… » 

Vincent fece dissolvere la sua arma guardando diffidente negli occhi. Poi se ne andò a passo svelto e deciso, senza più voltarsi indietro. 

Darius, che lo aveva seguito con lo sguardo, restò a fissare ancora per qualche attimo il punto in cui il vampiro era scomparso. 

Attese qualche secondo e successivamente, da una tasca interna della sua giacca, prese un paio di occhiali dalla montatura nera e fine, e gli aprì con un unico movimento della mano. Se li mise aiutandosi a sistemarli meglio con un dito.  

Digrignò i denti seccato, dirigendosi verso un’altra stanza, posta alla sua destra. 

Afferrò un candelabro appoggiato su un tavolo al centro della sala e si avvicinò al muro più interno. 

Fece pressione con una mano in un punto ben preciso, e un pietra si spostò verso l’interno. Un rumore di ingranaggi invase la stanza ed alcune pietre del muro si spostarono lateralmente, facendo intravedere una stretta scala a chiocciola. 

Darius entrò sicuro in quel nuovo passaggio che si era formato e scese quella lunga e vorticosa scalinata. Giunto alla fine, si ritrovò a percorrere un piccolo e stretto corridoio. 

Procedeva tranquillamente, facendosi strada con solamente la piccola luce della fiamma del candelabro. Non dovette camminare a lungo, poiché giunse davanti ad un portone spesso di legno scuro. Appoggiò la mano su di esso, e pronunciò una parola in una lingua non umana. 

Un piccolo bagliore violaceo circondò la porta, facendo scattare una serratura. 

Questa si aprì magicamente per poi richiudersi non appena Darius ne varcò la soglia. 

Una volta dentro, accese con calma un paio di candele poste sui muri, illuminando completamente la piccola stanza. 

Successivamente, il suo sguardo andò a posarsi sulle boccette di vetro poste ordinatamente su una tavolo accostato ad una parete. Queste contenevano dei liquidi di differente colore, con tonalità più chiare e più scure. Si avvicinò ed afferrò da un cassetto un paio di fogli di carta giallognola, che poi posizionò in orine sparso sul tavolo. 

Sorrise appena con le labbra, nel leggere alcune formule e annotazioni impresse su di essi. Poi i suoi occhi vagarono tra le varie provette e libri situati su un altro tavolo dietro di lui. Più precisamente, si soffermarono su una piccola pietra color nero opaco, che in quel momento era avvolta da una luminescenza violacea. 

Andò a prenderla e la osservò con interesse. 

Sogghignò soddisfatto e la strinse nella sua mano.  

« Eccellente … »







Ciao! Come state! Scusate questo tardivo aggiornamento, ma questo periodo è stato piuttosto impegnativo e sono pieno di esami... Quindi chiedo scusa se il capitolo risulterà un po' più corto degli altri... Spero che comunque vi sia piaciuto :)

Passando alla storia, che ne dite di un po' di domande? :) Secondo voi Blaze ha esagerato? Si è arrabbiato troppo con Keyn o ha fatto bene?
E' stato solo un incubo quello di Keyn o...
Ed alla povera Elizabeth, cosa accadrà?
Mah... Commentate e fatemi sapere cosa ne pensate :D

OOK, ora passiamo ai ringraziamenti!! :)
Un grazie particolare va a: LoStregatto
Nephertiti
Cristina Maurich 55
Per aver lasciato delle bellissime recensioni! **
Altri mille grazie vanno a: Akemi chan
Martina Malfoy
Shadow writer
valey_
Per aver messo la storia nelle seguite :D
poi
Alexya_
fairy94
Per aver messo la storia nelle ricordate :D bibliofila_mascherata
chiaretta8059
- dark_heroes_
Sali_17
Grazie a tutti!! :))
Ovviamente ringrazio nuovamente chiunque legga questa storia :)
Cercherò di aggiornare il prima possibile, però prima è meglio se mi concentro sugli esami :P
Alla prossima! Ciaooooo!

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: BlackCrimson