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Autore: Jasmine_dreamer    30/08/2015    1 recensioni
Mi ricordo il profumo di Oliver, le sue mani incrociate alle mie, i suoi occhi verdi.
L'amore, l'alcol, le sigarette e l'erba, si respirava tutto.
La spiaggia era buia, tutti erano tornati a casa, e Oliver mi aveva appena vista piangere.
Un amore clandestino, un amore durato una sola estate e da lì a breve sapevamo che i nostri sguardi non si sarebbero più incrociati.
Oliver si muoveva dentro di me, rendendomi sua per sempre.
"Nicole.." gemette: "Ti amo."
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I giorni passavano e le condizioni di papà non facevano che peggiorare.
Ero davvero devastata, sia per lui che per Oliver.. ma non potevo permettermi di essere triste, non potevo per mio padre, non potevo per mio figlio.
Così passavo le giornate a ridere e la notte mi concedevo a pianti che parevano eterni.
Uscii con Karen a fare la spesa, una volta entrata mi diressi ai surgelati.. e vidi Oliver.
Christian nel passeggino giocava con due dinosauri di plastica.
Rimasi bloccata a guardare Olly scegliere cosa prendere.
Quando si voltò con delle ali di pollo in mano mi vide, ed esitò per poi dirigesi verso di me.
“Ciao..” mormorai, ma lui non mi degnò neanche di uno sguardo.
Si abbassò invece, verso Chris e parlò con lui.
“Che belli questi dinosauri..” disse.
Christian lo guardò senza dire nulla.
“Posso vederli?” domandò Oliver sorridendo.
Christian glieli porse.
“Sono veramente molto belli e cattivi. Ma dimmi hanno anche dei nomi?”
“Sì” rispose mio figlio: “Morte e cattivissimo.”
Olly sorrise.
“Ora cattivissimo ti mangerà il pancino!” esclamò Oliver strofinandogli il T-rex sulla pancia e facendolo ridere.
“Nicole..” disse poi Oliver senza guardarmi: “Mi piacerebbe trascorrere questa giornata con MIO figlio. Potrei venire da voi?”
“Certo..” sussurrai.
Annuì: “Ci vediamo alle 17.00.”
Accarezzò Chris e se ne andò.
“Cos’è lui mamma?”
“Lui è il tuo papà, tesoro.” Risposi io mentre osservavo Oliver allontanarsi.
Andammo a casa, e dopo mezz’ora arrivò Oliver.
Chris andò da lui con Morte e Cattivissimo, esclamò: “Cattivissimo mangia pancia papà.”
Vidi lo stupore negli occhi di Oliver quando si sentì chiamare ‘papà’.
Poi lo prese in braccio e lo sollevò in aria, fingendo di farlo cadere.
Nostro figlio scoppiò a ridere e poi lo abbracciò.
Non avevo mai visto il mio bambino così affettuoso con nessuno, il rapporto di sangue che aveva con lui superava qualsiasi cosa.
Per Christian, Oliver non era un normale amico di mamma, per lui Olly era speciale, era il suo papà e il suo cuore lo sapeva.
In quell’abbraccio vidi l’unico ragazzo che io avessi mai amato commuoversi.
Poi Christian si diresse verso di me, accucciandosi con la teste sulle mie gambe.
“La mia mamma.” Sussurrò dolcemente.
Sollevò di scattò la testa, si alzò e prese Oliver per mano portandolo verso di me: “Lei è la mia mamma!”
“Lo so, piccolo.” Rispose, ma non spostò mai i suoi occhi su di me.
Poi suonarono alla porta, Karen aprì a mio padre.
“Nonnnno!” strillò Christian lanciandosi su di lui.
“Tesoro mio!” urlò papà prendendolo in braccio.
“Salve Michele.”
“Oliver, ma che sorpresa. Ho saputo che hai saputo del tuo piccolo.” Mormorò stringendogli la mano.
“Sissignore, sono qui proprio per lui.”
“Assomiglia moltissimo anche a te. Devi ringraziare mia figlia per averti dato un bambino così bello. È tremendo, super vivace e non sta fermo un attimo, ma è anche molto dolce.”
“L’ho notato.” Disse Oliver guardando suo figlio e sorridendo.
“Papà vieni camera, faccio vedere altri giochi miei.” Chris prese suo padre per mano e lo trascinò in camera da letto.
Papà arrivò da me.
“Ciao papà.” Lo salutai abbracciandolo.
“Nicole, angioletto.”  Notai il dolore nei suoi occhi.
“Come stai?” domandai.
“Non bene.” Disse in un sospiro: “Non è la morte che mi spaventa, neanche quello che c’è dopo.
È il senso di colpa a farmi paura.”
“Senso di colpa per che cosa?” chiesi.
“Ti lascio di nuovo..” i suoi occhi si riempirono di lacrime.
“Papà..” anche i miei occhi si gonfiarono di lacrime.
“E questa volta non potrò più tornare.. mi dispiace, Nicole. Mi dispiace di essermene andato e di averti abbandonata, mi dispiace di non essere stato un padre esemplare e di non esserti stato accanto. Ma ti giuro che ti ho pensata e amata ogni giorno della mia vita. Ti voglio bene, angioletto.”
“Anche io papà.” Scoppiai a piangere e lo abbracciai.
Poi si allontanò da me e disse: “il mio momento è sempre più vicino, tesoro, ma tu promettimi di essere forte. Io e la mamma ti saremo sempre affianco, ma tu sii forte, devi esserlo per Christian.”
“Ci proverò papà.”
Mi sorrise debolmente.
“Sono fiero di te e della donna che sei diventata.”
Gli diedi un bacio sulla fronte e mi appoggiai con la testa su suo petto.
Non avevo mai capito quanto fosse importante mio padre prima di sapere della sua malattia, e mi chiesi il perché.
Perché quando hai una persona non ti rendi conto del suo valore? Perché dobbiamo sempre accorgercene quando è ormai troppo tardi?
Poi Oliver sbucò dietro di noi.
“Io devo andare, ci sentiamo. Arrivederci Michael.”
Stampò un bacio sulla guancia a Christian e se ne andò.
“Ciao!” urlai.
 
Oliver:


Vedere la sofferenza nei suoi occhi era davvero devastante, ma io non potevo perdonarla.
Ero troppo arrabbiato con lei, mi aveva ingannato su una cosa di fondamentale importanza: un figlio.
Le avrei perdonato qualsiasi cosa, ma non questo, non l’avermi tenuto nascosto per quasi due anni un bambino.. il MIO bambino.
Però mi faceva soffrire, soffrivo al pensiero che lei stesse male, perché lo sapevo che le stava crollando il mondo addosso, dopo che aveva appena scoperto della malattia di suo padre, io avevo scoperto di Christian e l’avevo lasciata.
Ora si trovava di nuovo sola, senza sua madre, senza di me e senza suo padre.
Ed i suoi amici? Che fine avevano fatto? Pian piano dopo che aveva avuto il bambino son spariti tutti, anche quelli che sembravano rimasti dopo, ora non c’erano più.
Io ero arrivato a Milano senza nessuno, ma lei era più sola di me.
Perché anche se dall’altra parte dell’Italia, io avevo il supporto della mia famiglia e dei miei amici.
Ma lei, chi aveva?
Era la persona più sola che conoscessi, e quanto male mi faceva vederla così a pezzi.
Quasi non sorrideva più.
Ma con quale crudeltà l’avevano abbandonata? Dopo tutto quello che aveva subito, come puoi abbandonare un’amica solo perché ha un figlio?
Dalla mia parte era comprensibile, io avevo tutte le ragioni del mondo per avercela con lei, ma nonostante tutto, nonostante lei non lo sapesse, io per lei c’ero ancora, e non avrei mai smesso di esserci.
Perché io amavo davvero quella ragazza, l’amavo più di quanto amassi me stesso e se avesse avuto bisogno di me, se mi avesse chiamato alle 3 del mattino perché stava male, io la avrei ascoltata.
Ma non potevo perdonarla, non ora, era troppo presto.
Anche se forse, in cuor mio, l’avevo già perdonata quando le gridai di odiarla.


Chiedo scusa a tutte per l'assenza ma ero in vacanza, ma ora sono tornata!
   
 
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