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Autore: Atra    31/08/2015    3 recensioni
Un viaggio a piccole tappe nell'infanzia e nell'adolescenza di Seifer
Almasy e di sua sorella, Atra Almasy.
Sarà una lettura alla scoperta di un rapporto del tutto
particolare, che potrebbe addirittura stupirvi.
Ogni ricordo è scolpito integralmente nella mente di Atra,
che racconta disegnando i contorni di un Seifer totalmente diverso da
quello che siamo abituati a conoscere.
Buona lettura!
N.B. Il "What if?" della presenza di Atra è riferito alla
mia fanfiction a capitoli, "Il legame del sangue". 
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fujin, Nuovo Personaggio, Raijin, Seifer Almasy
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami'
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Parte #1.


Di solito noi cadetti sostenevamo la nostra prova alla Caverna di Fuoco in aprile, circa due mesi prima del vero e proprio esame pratico SeeD.
La prova consisteva nell'attraversamento della caverna, che era piena di mostri di elemento Fuoco, fino a raggiungerne la fine, dove ognuno di noi doveva affrontare il G.F. che vi abitava, Ifrid, e conquistarsi il suo rispetto senza necessariamente doverlo portare dalla propria parte e diventarne padroni.
Ogni studente veniva accompagnato da un SeeD, che lo supportava in combattimento e valutava il suo comportamento durante tutto l'esame.
Il punteggio che veniva dato a questa prova costituiva un buon quarto della valutazione finale, come continuavano a ripeterci i professori.
Per questo era indispensabile fare un buon lavoro alla caverna: impiegare il minor tempo possibile, parlare poco, dimostrarsi sicuri, dare delle sonore legnate a Ifrid.
L'anno in cui toccava a quelli del mio corso, le prove erano cominciate proprio i primi giorni di aprile e io dovevo sostenere la mia verso la metà del mese.
Tuttavia, l'ultimo giorno della prima settimana si era verificato un evento che aveva lasciato metà della scuola a bocca aperta e l'altra metà indispettita.
Io appartenevo a quest'ultima categoria, ma giusto perché dalla persona che vi era coinvolta non mi sarei mai aspettata questo!
Cosa era successo? Zell aveva sostenuto la sua prova alla Caverna di Fuoco e Ifrid lo aveva scelto come proprio padrone.
Era ormai da anni che il G.F. veniva usato dal Garden per la prova alla caverna e nessuno degli studenti che si era presentato al suo cospetto per sfidarlo aveva dimostrato di possedere tutti i requisiti per poter diventare il suo padrone. Il Guardian Force era stato così dipinto come una creatura decisamente esigente, cosa che spingeva noi studenti a fare ancora più del nostro meglio.
Tuttavia Ifrid aveva scelto proprio Zell. La cosa suonava decisamente strana, perché il gallinaccio non era conosciuto propriamente per il suo valore in battaglia, quanto per i suoi attacchi isterici quando Seifer gliene faceva una delle sue.
Le prove erano continuate comunque, sebbene Ifrid avesse trovato il proprio padrone. Tuttavia, Zell continuava a prendersela quando qualche studente picchiava troppo il suo adorato G.F., mettendo il broncio e facendo scrocchiare i pugni contro chi aveva superato la prova.
Ricordo che avevo ridacchiato, quando i suoi mugugni erano giunti alle mie orecchie. Era il giorno prima che io sostenessi la mia prova e ovviamente ero molto sicura di me stessa, come al solito.
Ifrid si sarebbe fatto parecchio male.

***

Il SeeD affidatomi per la prova era stata...la Trepe.
Potete immaginare la mia gioia. Io me la ricordo benissimo.
-Non fare quella faccia - aveva commentato lei, quando mi aveva accolta ai cancelli del Garden, scrutando la mia reazione - Ho valutato anche l'esame di tuo fratello, sai?-.
L'avevo superata senza una parola, l'arco che dondolava contro la faretra e un sospiro scocciato che mi sfuggiva dalle labbra.
Era questo il problema, dannazione.
Aveva valutato anche mio fratello.
Non solo sapevo cosa aspettarmi da lei quindi, ma avevo anche un'asta bella alta da superare non solo per me stessa ma anche per la prof.: non potevo concludere la prova con una valutazione peggiore di quella di Seifer! Non lo volevo io e sicuramente non se lo aspettava lei. Ero sicura che se fosse successo questo non mi avrebbe dato il punteggio pieno che pretendevo.
-Cosa c'è? Agitata per la prova?-.
Maledizione, questo era l'altro inconveniente che mi aveva illustrato Seifer, tra un'imprecazione e l'altra: la Trepe non stava mai zitta.
Credevo che stesse scherzando...invece, a quanto pareva, era tutto vero.
Con il senno di poi, sospetto che fosse più una strategia per distrarci che un'effettiva loquacità...il che sarebbe stato interessante, dato che fino a quel giorno avevo creduto che il suo campo forte fossero le domande trabocchetto durante le interrogazioni. A quanto pareva non se le pensava di notte, come avevo congetturato io, ma aveva davvero una propensione sadica per tormentare i suoi studenti.
Adesso capisco anche perché non si è ancora sposata.
Tornando a quel giorno infernale (in tutti i sensi), la Trepe mi aveva scortata fuori dal Garden, continuando a chiedermi come mi sentissi e perché fossi così tesa.
A un certo punto mi ero scocciata e mi ero voltata nel bel mezzo di un suo monologo, rischiando anche che lei mi andasse a sbattere contro:
-Nervi saldi e concentrazione: questo è ciò che ti servirà ogg...-
-Quello che mi serve davvero è che qualcuno chiuda la bocca! - ero sbottata, lanciandole un'occhiata così irritata che le sue guance erano diventate dello stesso colore del suo vestito, cioè color pesca - Grazie- avevo precisato con un cenno del mento e una smorfia falsamente grata, prima di voltarmi senza nemmeno aspettare una replica che non era arrivata.
Beh, almeno il resto del tragitto si era svolto nel silenzio, dandomi l'opportunità di meditare sul fatto che avrei davvero dovuto fare un prova stratosferica per ottenere un punteggio soddisfacente: ero sicura che la Trepe stesse cominciando a considerare l'idea di togliermi qualche punto dalla voce "disciplina".
Oh insomma, se l'aveva sopportata Seifer potevo sopportarla anche io.
Nel peggiore dei casi, avrei detto che era "accidentalmente" scivolata in un fiume di lava.
Mentre rimuginavo su questa scusa cercando di non ridere malignamente, eravamo arrivate in prossimità della caverna: l'erba fitta e verde della pianura stava iniziando a cedere il posto a sprazzi di terreno brullo e dal colore smorto, nel mezzo del quale sorgeva di tanto in tanto qualche roccia bianca e nera che esalava già il calore di quella giornata prematuramente calda.
Un sentiero rivestito di ghiaia sottile che scricchiolava sotto le nostre scarpe conduceva fino all'entrata, una spaccatura oblunga e irregolare che si apriva profondamente nella montagna di fronte a noi.
Due insegnanti erano appostati davanti all'ingresso, cosicchè per entrare era necessario parlare con loro.
-Nome, cognome e numero di matricola- mi aveva borbottato quello di sinistra, squadrandomi con disapprovazione.
-Atra Almasy, studentessa n° 022. E la TAC l'ho già fatta prima dalla Kadowaki, grazie- avevo risposto melliflua, facendo il saluto dei cadetti e fulminando contemporaneamente l'insegnante con un'occhiata.
-Atra!- mi aveva rimproverato scandalizzata la Trepe, sollevando il gomito per darmi un colpetto...che non era mai arrivato perché lei ci aveva ripensato ed era rimasta con il braccio a mezz'aria in una posa alquanto stupida.
Saggia scelta, prof.
L'insegnante di destra aveva avuto un leggero (e sospetto) attacco di tosse, grazie al quale la Trepe si era riscossa per tornare a vestire i panni dell'insegnante modello.
-L'obiettivo è sconfiggere un G.F. di livello base con il supporto da parte di un SeeD- aveva cominciato il tipo di destra con tono meccanico e inespressivo.
"Gli hanno inculcato bene la lezione" avevo pensato ironicamente, stavolta tenendo per me la considerazione e limitandomi a sollevare le sopracciglia, chiedendomi quanto tempo dovessi ancora aspettare per entrare.
La Trepe aveva fatto la riverenza da SeeD:
-L'accompagnerò io. Insegnante n° 14, Quistis Trepe- aveva detto, incrociando poi le braccia, la frusta avvolta attorno alla vita a mo' di cintura che oscillava leggermente.
-Sei pronta, Almasy?- mi aveva chiesto l'insegnante di sinistra, non senza una certa vena di scortesia.
Avevo sfoderato un sorriso beffardo:
-No, ci ho ripensato...oggi fa troppo caldo - avevo detto malignamente, prima di beccarmi uno sguardo truce dalla Trepe e affrettarmi a sbuffare - Sì, sono pronta-.
-Allora definisci il tempo che avrai a disposizione: il minimo è 10 minuti, il massimo 40. Sii cauta nella scelta e non strafare- mi aveva consigliato l'insegnante di destra, prima di abbassare velocemente lo sguardo quando io avevo sollevato il mento e aggrottato le sopracciglia cercando di reprimere una risatina.
Oh no, qui nessuno ti giudicherà. Però, per la prova ti meriti trenta punti su cinquanta!
Ah, patetici. Credevano davvero di metterci a nostro agio, così?!
-No, non esagererò - avevo sorriso, ripetendo il saluto - 10 minuti sono anche troppi per me-.
Seifer ce ne aveva messi nove e quaratatré. Io puntavo ai nove minuti e trenta secondi.
La Trepe aveva sospirato, voltando il viso per guardarmi:
-Atra, credi di esserne in grado?- mi aveva chiesto, sicuramente intuendo le mie intenzioni. Avevo fatto un gesto rapido con la mano:
-Professoressa, si risparmi queste domande per i buoni a nulla- avevo sbuffato, sinceramente irritata da tutte quelle premure. Mi facevano sentire un'emerita idiota incapace.
I due insegnanti si erano scambiati un nervoso sguardo d'intesa, prima di farsi da parte per lasciarmi entrare:
-Molto bene. Buona fortuna- avevano mugugnato in coro, allungando il cronometro alla Trepe.
Avevo varcato la soglia della caverna, lasciandomi alle spalle la bianca luce del mattino e preparandomi ad affrontare la penombra rossastra davanti a me, da dove provenivano già ondate di caldo secco.
Mi ero voltata a cercare la Trepe con lo sguardo: una suggestiva penombra grigia che le investiva il volto mentre armeggiava con il cronometro per appenderselo all'interno del colletto del vestito.
-Cominciamo da...ora- aveva detto poi e subito dopo un "bip" aveva annunciato l'inizio della prova.
-Cerchi di starmi dietro prof., perché non mi fermerò ad aspettarla- l'avevo messa in guardia, prima di cominciare a correre avanti.
Seifer mi aveva detto che procedere nella caverna era facile, perché non era un labirinto.
Al Garden non interessava tanto la nostra abilità nel destreggiarci in posti particolarmente intricati, quanto testare le nostre reazioni di fronte al pericolo. Perlomeno, questo era ciò che richiedeva il tipo di prova che stavo svolgendo in quel momento.
Davanti a me il sentiero di roccia rossastra e spruzzata di una fitta polvere di carbone serpeggiava tra colonne di roccia emergenti dalla lava, sulla cui superficie aleggiava un'aura tremante di calore e fumo.
Il rumore dei miei passi affrettati e veloci non copriva totalmente il ribollire del fluido incandescente, la cui superficie si sollevava a intermittenza come spinta dal basso, a volte formando anche delle grosse bolle d'aria.
-Un bel posticino, eh?- era stata l'osservazione della Trepe appena dietro di me.
Uhm, la prof. sapeva anche cos'era una battuta!
Il caldo esalato dal magma mi investiva in ogni direzione, dato che il sentiero da noi percorso era come un ponte sopra un mare di magma fluido. Ai suoi lati sorgevano delle rocce aguzze, alcune delle quali spezzate o spruzzate dal fluido incandescente.
Non le avevo risposto, scorgendo improvvisamente un Buel sollevarsi da dietro una roccia immersa quasi completamente nella lava, un po' come un iceberg, se solo fossimo stati a Trabia.
Avevo incoccato una freccia e l'avevo semplicemente colpito senza fermarmi. Il mostro si era bloccato a metà strada mentre si avvicinava, agitandosi tutto ed emettendo un verso acuto, prima di crollare nella lava ed esserne inghiottito.
Un tremendo odore di bruciato aveva fatto arricciare il naso a me e alla Trepe, spingendoci a proseguire più velocemente.
-Mancano nove minuti e sedici secondi, Atra. Sei tranquilla?-.
Santo Hyne, la prof. aveva ricominciato con la tiritera.
"Fortunatamente" (non la definirei propriamente una fortuna, quando si sta svolgendo una prova a tempo...) due Piros erano emersi dal magma, rimbalzando proprio davanti a noi e costringendoci a fermarci per fronteggiarli.
-Ah, vediamo come te la cavi con questi!- aveva esclamato soddisfatta la Trepe, sciogliendosi la frusta dalla vita e facendola schioccare contro il terreno di fronte a noi.
-Meglio non dare troppo adito a certi palloni gonfiati- avevo borbottato in risposta, studiando le mosse dei due mostri, che somigliavano proprio a due palle arancioni con una ridicola cresta di fiamme sulla parte superiore e un paio di altrettanto inutili braccine ai lati.
Niente di più facile, davvero.
Avevo incoccato una freccia, continuando a studiare i movimenti ripetitivi dei due mostri. I Piros oscillavano qua e là, spalancando e chiudendo di colpo l'enorme bocca nel loro caratteristico ghigno intimidatorio.
Era quello che mi interessava.
In quel momento il Piros che stavo prendendo di mira aveva deciso di prendere l'iniziativa e si era avventato su di me come un proiettile.
Mi ero abbassata appena in tempo per essere solamente sfiorata dalla sua pelle rovente e ruvida, poi l'avevo cercato di nuovo con lo sguardo, non riuscendo più a trovarlo.
Improvvisamente un sibilo sulle nostre teste ci aveva messe subito sull'attenti, in tempo per vedere il mostro piombare su di noi dall'alto, la bocca spaventosamente aperta.
Avevo richiamato un Blizzard sulla freccia e poi l'avevo scagliata rapidamente contro il Piros.
Il proiettile aveva disegnato una scia azzurrina e i pochi granelli di neve formatisi si erano subito dissolti in vapore a contatto con l'aria rovente della caverna.
La freccia invece era rimasta congelata e si era conficcata precisamente nella bocca spalacata del Piros, che era imploso a un soffio dalla mia faccia sollevata verso l'alto, facendomi cadere addosso una sottile pioggerellina di scintille.
Il secondo Piros aveva scagliato prontamente un Fire diretto alla Trepe, che aveva finto di non avere il controincantesimo.
La fiammata si era schiantata con un rombo secco contro il Shell che avevo sollevato per proteggerla e a quel punto la prof. si era decisa a evocare un maledetto Blizzard per far fuori anche quel Piros abbattendogli un enorme blocco di ghiaccio "in testa".
-Ottimo lavoro, Atra - si era congratulata la Trepe - Vogliamo proseguire?-.
-Ovvio. Abbiamo perso anche fin troppo tempo in divertimenti- avevo replicato seccata, riprendendo la corsa.
-Tutta suo fratello- era stato il commento rassegnato della Trepe, seguito poi dal rumore dei suoi tacchi sulla roccia sotto i nostri piedi.
In quel momento eravamo passate davanti a una Fonte Energetica da cui era possibile assimilare un po' di Fire: io l'avevo ignorata e questo non era sfuggito alla prof.:
-Quindi non ti fermi ad assimilare della magia utile?- mi aveva domandato con il tono tipico delle domande trabocchetto.
Avevo continuato a guardare davanti a me mentre le rispondevo:
-A meno che non sia una magia veramente potente, no. In questo caso non mi serve, quindi la ignoro-.
La Trepe aveva fatto un verso di convinzione, proprio nel momento in cui giungevamo in vista di una specie di isolotto nella lava, al cui centro si apriva la voragine circolare abitata da Ifrid, raggiungibile attraverso uno stretto ponte. Tutt'intorno all'isola sorgevano delle rocce appuntite e allungate, inclinate verso la voragine.
Ricordo che mi avevano dato l'impressione di un tetto di capanna, un particolare che rendeva quel posto più simile a una casa concepita in termini umani.
Dietro la roccia posizionata più a nord della voragine, un altro sentiero serpeggiava verso la fine della caverna, portando a un'uscita di emergenza utilizzata nel caso estremo in cui Ifrid avesse avuto la meglio su uno studente.
Io e la prof. eravamo state costrette a procedere in fila indiana sul sentiero e in quel momento la Trepe mi aveva detto:
-Finora sei stata all'altezza di Seifer, se non più brava. Sai, lui aveva assimilato dalla fonte...-.
Ovvio, quel curiosone era dovuto andare a ficcanasare anche lì...e poi lui adora le magie di elemento Fuoco, quindi figurarsi se non se ne riempiva le tasche.
Non le avevo risposto, perché in quel momento mi serviva concentrazione.
Sotto il gorgogliare della lava sentivo un'elettricità familiare che attraversava l'aria fino a sfiorarmi la pelle, facendola accapponare anche con quaranta gradi.
-Stai bene?- mi aveva domandato la prof., mentre io socchiudevo gli occhi inebriata dalla potenza del G.F.
Ifrid era un Guardian Force di livello intermedio, quindi non era potente come il mio Leviathan, ma era comunque una creatura di tutto rispetto.
Non sapevo ancora perché, ma potevo sentire persino tra la lingua e il palato quell'elettricità, quell'agrodolce retrogusto di energia pura.
-Sembra tutto tranquillo...- aveva mormorato la Trepe guardandosi intorno, una volta giunte sul bordo della voragine.
Ovviamente la sfiga ci sente benissimo e ha una predilezione particolare per queste frasi e per le persone ignare delle loro conseguenze.
Fatto sta che Ifrid aveva scelto proprio quel momento per fare la sua entrata spettacolare, emergendo con un salto dalla voragine e rimanendo sospeso a mezz'aria per guardarmi con i suoi occhietti giallognoli.
-UH, COSA ABBIAMO QUI OGGI? - aveva ruggito, stringendo i pugni - UNA DONNA! COSA MAI PUO' FARMI UNA DONNA?!-.
-La tua prova comincia ora, Atra. Concentrati: hai otto minuti per batterlo- mi aveva mormorato la Trepe, ma io ero già uscita dai gangheri:
-Cosa può farti una donna?! Ti darò tante di quelle legnate che ti metterai a piangere, razza di maschilista che non sei altro!- avevo sbraitato, sollevando l'arco con gesto eloquente.
-BENE, ALLORA- aveva concesso Ifrit, con un verso che somigliava maledettamente a una risata canzonatoria.
Ovviamente in quel momento non era cosciente di quello che avrebbe subito dopo, altrimenti credo che sarebbe stato più cortese.
E sicuramente non ci avrebbe trovato granchè di divertente.
Avevo stretto gli occhi, stringendo le dita attorno all'arco e sfiorandone la corda con il pollice, mentre la Trepe faceva un passo indietro per farmi spazio, la presa ben salda sull'impugnatura della sua frusta.
Il mio sguardo era tornato sul G.F., che nel frattempo si era posizionato davanti a noi dopo aver toccato terra in modo stranamente leggero e aggraziato per la sua stazza.
I muscoli sembravano scolpiti nella pelle bruna e a ogni movimento della creatura si tendevano di scatto, incidendo profonde linee nella carne.
Il collo era circondato da una folta criniera scarlatta che oscillava al calore esalato dalla sua pelle quasi a imitare la danza di una fiamma, sfiorando le lunghe corna viola che si ripartivano da dietro le sue orecchie, appuntite e ornate da orecchini ad anello, e attorcigliandosi attorno ai loro spigoli affilati e irregolari.
La stessa peluria ricopriva i gomiti, i polpacci, i fianchi e il basso ventre, risalendo poi dal petto fino al mento.
I larghi polsi erano ornati da bracciali dorati a fascia alta, entrambi riportanti la stessa incisione, i quali scivolavano lungo le braccia possenti seguendo i loro movimenti.
Beh, Ifrid poteva anche avere lo stile da "bad boy" che mi piaceva tanto, ma gli avrei dato comunque le mazzate che gli spettavano.
A questo proposito, Leviathan si era svegliato proprio in quel momento per avere uno spasmo di eccitazione che mi aveva riportato sull'attenti.
Ah no - avevo pensato immediatamente - Scordatelo: questo è mio, Leviathan.
È per questo che io e il mio G.F. andiamo così d'accordo: siamo sempre pronti a gettarci nella battaglia del secolo!
Ma quella volta mi era toccato metterlo a cuccia: non era una buona idea far fare il lavoro ai G.F. durante un esame...
Il mio Guardian Force mi aveva trasmesso un impulso offeso, prima di rintanarsi docilmente in un angolo della mia mente.
Tuttavia, poco dopo avevo sentito la Junction rinvigorirsi e investirmi il corpo con una scarica di adrenalina: i nervi si erano tesi subito, vibrando come corde prima di acquisire fermezza; i muscoli avevano avuto uno scatto e i movimenti si erano fatti più sciolti.
Avevo scrocchiato il collo, mentre le mie labbra si incurvavano in un sorriso spontaneo.
Ormai anche guardando la figura imponente di Ifrid non provavo più niente.
Ero pronta.
Avevo subito sollevato una mano per richiamare un Blizzard: sopra la testa di Ifrid si era formata una nebbiolina bianca e rarefatta che si era velocemente condensata e solidificata in un enorme e squadrato blocco di ghiaccio, sulla cui superficie irregolare scorrevano già alcune gocce d'acqua, segno che il clima era troppo caldo persino per la più pura magia di elemento Gelo.
Il pezzo di ghiaccio era rimasto sospeso sopra il capo di Ifrid, impegnato a preparare un attacco particolarmente rovente per prendersi la briga di guardare un attimo in alto, fino a quando io avevo trattenuto la magia.
Poi avevo abbassato il braccio per tendere una freccia contro la corda e scagliarla contro il blocco di ghiaccio, colpendolo proprio al centro mentre stava precipitando.
Una ragnatela di crepe e fessure si era ramificata con uno scricchiolio dal punto in cui l'asta e il piumaggio del mio proiettile emergevano dalla superficie del blocco.
A quel punto Ifrid era stato costretto a sollevare il muso, spalancando le fauci zannute proprio nel momento in cui una pioggia di grossi pezzi ghiacciati simili a frammenti di vetro gli era piombata addosso, tintinnando.
-È TUTTO QUI QUELLO CHE SAI FARE, DONNA?- aveva ruggito la creatura con tono canzonatorio, mentre il ghiaccio scivolava via in rivoli d'acqua sulla sua pelle ed evaporava immediatamente a contatto con le fiamme che cominciavano a rivestirla. Avevo ridacchiato, intercettando con lo sguardo un oggetto dalla forma allungata e appuntita che era precipitato rimbalzando ai piedi del G.F. proprio in quel momento.
-Non qui - avevo precisato, sollevando la mano che non teneva l'arco e muovendone le dita - ma - avevo concluso, schioccandole subito dopo.
Il secondo Blizzard che avevo lanciato sulla freccia prima di scagliarla si era liberato dall'arma proprio in quel momento, prendendo subito la forma di un crepitante turbine di ghiaccio e neve che aveva investito prima le gambe e poi l'intero corpo del G.F., sul cui viso si era dipinta una smorfia sorpresa e rabbiosa.
Avevo guardato con la coda nell'occhio il viso della Trepe, contratto in una smorfia di puro stupore. E ne aveva ben donde!
Davanti a noi Ifrid era racchiuso in un enorme e trasparente blocco di ghiaccio: la sua pelle aveva assunto una curiosa sfumatura bluastra e il respiro attorno alla sua bocca si era congelato in una nuvoletta densa e scintillante, mentre le fiamme attorno alle mani si erano dissolte in un fumo nerastro che aveva creato una macchia scura sulla parete interna della nuova casa di quel G.F. maschilista.
Mi ero voltata con un soffio sprezzante, rimettendomi lentamente l'arco a tracolla:
-Se secondo lei dieci secondi sono un risultato troppo poco credibile, la autorizzo a scrivere che ce ne ho messi trenta- avevo sbuffato, rivolta alla Trepe.
La prof. si era riscossa grazie alle mie parole e aveva sollevato una mano a sfiorarsi la bocca:
-Se non l'avessi visto non ci crederei...- aveva mormorato.
Non mi ero nemmeno voltata a risponderle e avevo lasciato vagare lo sguardo sul mare di lava che si perdeva a vista d'occhio attorno a noi, fino a incontrare le buie pareti della caverna, il cui profilo era appena disegnato dal bagliore del fuoco liquido sottostante.
Avevo respirato profondamente per evitare di sprizzare soddisfazione da tutti i pori, mentre mi decidevo a rispondere:
-E va bene: scriva quello che vuole, ma non vada al di sopra del minuto - avevo concesso con un gesto della mano - Non è colpa mia se Ifrid oggi non aveva...fatto riscaldamento- avevo ridacchiato poi.
In quello stesso momento un forte schianto era risuonato alle mie spalle e mi ero voltata in tempo per vedere quel maledetto G.F. liberarsi con uno strattone dalla sua prigione di ghiaccio e scrollarsi di dosso la polvere congelata rimasta posata sulla sua criniera.
-NON E' ANCORA FINITA, DANNATA UMANA!- aveva ringhiato puntandomi un artiglio contro, mentre dei frammenti di ghiaccio affilati come coltelli stavano sibilando nell'aria, diretti proprio verso di me.



Saaaaaaalve a tutti!
Vi avevo detto che il prossimo ricordo sarebbe stato una sorpresa e questo è solo un assaggio. Ma non preoccupatevi, lo scontro è rimandato solo di un giorno: domani avrete la battaglia fra Atra e Ifrid parallelamente al capitolo de "Il legame del sangue"!
Falsa partenza insomma (lo so che sono cattiva, ma...avete visto quanto diamine ho scritto?!), ma non per molto, dai! Domani facciamo fuoco e fiamme (perdonatemi la battuta infelice)!
Chiedo perdono per la lunghezza del ricordo, ma la situazione non è facile da descrivere in poche pagine e sapete che io piuttosto che non essere esaustiva (ed esaperante! nd Atra) preferisco tagliare e prendermela con calma.
Detto questo, vi aspetto domani se vorrete scoprire come Atra farà la pelle a Ifrid!
Ciao!
   
 
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