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Autore: _ter87_    31/08/2015    1 recensioni
quella voce ormai le faceva venire i brividi. Non la associava più all'amore della sua vita, ma al suo incubo peggiore. Deglutì, girandosi lentamente dopo aver preso il contenitore per la torta e stringendolo al petto guardò verso il ragazzo.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Cheerilee, Discord, Fluttershy, Rainbow Dash, Un po' tutti
Note: AU, Lime, Otherverse | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
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Era cresciuta in orfanotrofio. La madre naturale l'aveva lasciata lì fuori quando era ancora una neonata ed era andata via, 'a viversi la sua vita altrove' questo almeno era quello che c'era scritto su di una lettera che le era stata consegnata solo all'età di 12 anni. La sua mamma voleva essere famosa, girare il mondo..lei era un peso. Rise ancora, sarcasticamente questa volta mentre si asciugava l'ennesima lacrima: un peso fin dalla nascita. Per chiunque.
Ad ogni modo, quella donna che lei chiamava zia l'aveva adottata quando aveva solo 14 anni perché era una donna sola in cerca di compagnia, e la ragazzina le ricordava tremendamente la figlia persa in un incidente aereo solo tre anni prima. E se due più due fa quattro..
Iniziarono subito le pratiche per l'affidamento e in 9 mesi diventarono una famiglia. Le due andarono subito d'accordo, come si dice? Avevano caratteri decisamente compatibili tra loro..
La donna la portò nella sua pasticcera dopo solo un mese. Le mostrò la cucina, i forni, il locale e i frigoriferi. Le insegnò a fare le creme, quella all'uovo per prima. Poi quelle con i coloranti, quelle 'colore dell'arcobaleno' come le chiamava lei.
<< Ti piace questo posto, Fluttershy? >> le chiese qualche settimana dopo il suo primo giorno lì. << Certo che mi piace! >> rispose la ragazza, intenta a montare la panna per una sua nuova creazione << questo posto è..sensazionale! >> alzò entrambe le mani al cielo mentre disse queste parole e quasi fece cadere la pentola con tutta la panna dentro! << Ops.. >> disse poi ridendo, afferrando al volo la pentola e stringendosi nelle spalle a mo di scusa. Con quella donna, Cherilee il suo nome, non era timida come per il resto del mondo. Si sentiva libera, al sicuro quando era vicino a lei e grazie a questo ben presto fu in grado di imparare molto più del montare la panna. Fece qualche errore all'inizio come giusto che sia, ma ben presto fu in grado di preparare dei manicaretti davvero gustosi che venivano richiesti anche da fuori città. Grazie a lei la pasticceria prese prestigio, diventando più grande e sempre più famosa. Nel giro di qualche mese, tutti conoscevano le due donne e Fluttershy iniziò ad acquisire sempre più spasimanti visto che diventava ogni giorno più bella. I suoi capelli erano di un colore decisamente troppo strano per lei, un marrone pallido..sbiadito. Fu in quel periodo che prese la decisione di tingersi i capelli e la sua scelta ricadde sul rosa, colore che tutt'ora portava egregiamente. Inizialmente la 'zia' non fu troppo felice della sua scelta, ma con il tempo riuscì ad abituarsi arrivando addirittura a dire di non riuscire più a vederla con il suo colore naturale. Una di quelle mattine, fece il suo ingresso in pasticceria un ragazzo. Alto, capelli fino alle spalle di un colore strano quanto il rosa di Fluttershy. Occhi azzurri, vestito in modo stravagante.. 
Quel ragazzo catturò immediatamente la sua attenzione, e con un sorriso che andava da un orecchio all'altro gli si avvicinò, chiedendogli cosa volesse ordinare. Lo avesse saputo prima, di certo non lo avrebbe mai fatto.....
Dopo quella ragazza dai capelli arcobaleno, per quel giorno entrarono altre poche persone, semplicemente per un caffè o una brioche. Non per vantarsene, ma faceva anche il caffè più buono di tutta la città, e non era la sola a dirlo! Lasciò da parte i propri ricordi e vari pensieri dopo un po' dedicandosi completamente al lavoro, unica cosa nella sua vita in cui aveva ancora un minimo interesse.. 
<< Ehi, Rainbow Dash! Allora questa torta? >> 
<< Arriva Rarity, non ti scaldare! >> la torta aveva raggiunto la sua destinazione -la palestra poco più avanti della pasticceria- sana e salva. Durante il tragitto, Rainbow non aveva fatto altro che pensare e ripensare a cosa era successo in pasticceria. Il comportamento di quel ragazzo era stato a dir poco strano..e la ragazza? A parte il fatto che fosse decisamente carina, cosa le era successo? Il trambusto lo aveva sentito e poi quel ragazzo aveva fatto finta di nulla, come mai? Scosse il capo dopo qualche istante scacciando via ogni pensiero riguardo quella pasticceria e, una volta dentro la palestra e dopo aver posato la torta, si tolse la giacca dando una mano agli altri per gli ultimi preparativi della festa. A party ormai iniziato, Rainbow andò a prendere posto nel solito angolino dove si posizionava anche durante le lezioni. Adorava quella parte della palestra perché lì non ci arrivava mai nessuno e riusciva a stare un o' per conto suo, accompagnata soltanto dai suoi stessi pensieri. Quel giorno, quegli ultimi erano popolati da lunghi capelli rosa. Perché non riusciva a togliersi quella ragazza dalla mente? Cos'aveva in più rispetto a qualsiasi altra persona? Eppure lei aveva..ma non ebbe nemmeno il tempo di finire quel pensiero che.. 
<< Ehi, amore..sei qui >> una voce la riscosse, costringendola a girarsi. La sua fidanzata, Jackie, soprannominata Applejack per il suo amore sconfinato per le mele, fece il suo ingresso nella sua 'area personale', sorridendole dolcemente come faceva sempre. Rainbow si alzò, raggiungendola e stampandole un caldo bacio sulle labbra stringendola contro il proprio corpo dalla schiena. << Piccola, sei venuta? >>
<< Avrei mai potuto mancare? La torta sei riuscita a prenderla? >> la ragazza annuì sorridente, più che altro, forse, per altri pensieri. Abbracciò ancora per qualche secondo la ragazza, lasciandola andare solo quando sentì il proprio nome urlato da fuori. << Chi è che rompe le scatole proprio ora? >> mormorò, nascondendo per qualche secondo il viso nell'incavo del collo della ragazza ancora avanti a lei. Lasciò qualche leggero bacio contro la sua pelle, staccandosi per raggiungere finalmente quella voce che ancora insistentemente la stava chiamando. Era Pinkie, fidanzata del padrone della palestra. Si avvicinò a lei di corsa, preoccupata pensando che fosse successo qualcosa alla torta, che fosse caduto qualche festone. Era una festa a sorpresa, ci avevano lavorato su per due mesi e davvero, al pensiero che qualcosa potesse andare storto si sentiva quasi male. Era sempre stata una ragazza leggermente 'fissata' potremmo dire, per la perfezione e le cose riuscite bene. Odiava se qualcosa usciva fuori dalle righe, e così era anche quando andava a scuola. In quel periodo, spesso si era trovata a fronteggiare delle situazioni che mettevano a dura prova il suo sistema nervoso e forse fu proprio a causa di questo lato del suo carattere, che venne soprannominata Rainbow Dash non solo per il colore di capelli che portava ma anche per la sua indole di combattente. Ma non era stato sempre così..alle elementari era spesso stata vittima di bullismo non solo da parte dei ragazzi più grandi ma anche da quelli della sua stessa classe.
Ricorderà per tutta la vita quel giorno in cui Michael, il più grande della sua classe, decise di farle uno scherzo per deriderla di fronte a tutta la scuola infilandole dei ragni nel cestino del pranzo -che portava in un sacchetto che lasciava sempre in corridoio- mentre ancora erano tutti a lezione. Non riuscì a difendersi all'epoca, ma riuscì ad assestargli comunque un bel calcio nei cosiddetti guadagnandosi il rispetto di qualcuno e maggior disprezzo da altri. 
Ma in quei giorni, qualcosa nella ragazza cambiò. Con il passare del tempo divenne sempre più sicura di sè, mai in grado di sfidare quelli più grandi di lei che le incutevano un leggero timore, ma abbastanza da permettersi di difendere i più deboli, come era lei fino a qualche tempo prima. In uno di quegli 'scontri', conobbe Jackie. Bassina, lunghi capelli biondi e lisci come spaghetti tenuti sempre su da una coda e grandi occhi marroni. Si era trasferita nella grande città da pochi giorni, veniva dalla campagna lei e per quel motivo in testa portava sempre un classico cappello da cowboy in paglia chiara con un laccio che glielo teneva ben saldo sulla testa che non toglieva mai, probabilmente per sentirsi più a casa. Catturò immediatamente l'attenzione di tutti sia in modo positivo che in negativo. Chi si fece avanti per primo fu, ovviamente, chi era dalla parte dei cattivi. Inizialmente furono solo piccoli insulti come 'campagnola', oppure 'cosa ci fai qui, tornatene dalle tue galline!' e la ragazza sembrava in grado di sostenere il peso di tutto quello. Venne soprannominata Applejack, perché la sua famiglia aveva aperto un negozio di mele in città ed ecco il motivo del trasferimento. Avevano torte di mele, sciroppo di mele, bignè alle mele..insomma, mancava solo la pasta alle mele ma Rainbow era sicura che prima o poi avrebbero inventato anche quella! Un bel giorno si trovò a passare per i corridoi, di ritorno dal bagno, proprio la ragazza dai capelli arcobaleno, e ciò che vide non le piacque affatto.. 
<< Ehi Applejack, ho sentito che i tuoi zii stanno venendo in città, vogliono aprire un negozio di pere! >> le stava dicendo Sunset, una ragazza che aveva fama di essere la più perfida dell'intera contea. << Ma non è tutto! >> continuò, non lasciando nemmeno il tempo alla ragazza di controbattere. Non che lei volesse farlo, comunque. Aveva ben altri problemi per la testa, non poteva certo mettersi a pensare a.. << ho sentito anche che tua mamma è scappata con un bel contadino quando tu eri solo una piccola campagnola. Sbaglio forse? >> Rainbow rimase di sasso. Cosa? Poteva essere vero? Fece un passo indietro -occhi e bocca leggermente spalancati e mani su quest'ultima- pronta per andare via, ma bastò uno sguardo al viso di lei, ai suoi occhi che sembravano quasi..spenti?, a farle tornare la forza. Sapeva cosa si provava ad essere derisi in quella maniera, sapeva cosa si provava ad essere la vittima designata, ma non poteva sopportare che si entrasse nel personale della vita di una persona. Quello mai. << Ehi Sunset >> urlò, uscendo allo scoperto e facendo qualche passo avanti lungo il corridoio << non credi di stare esagerando ora? >> e davvero, tutto quel coraggio da dove le stava uscendo? Si stupì di se stessa, deglutendo un groppo di saliva che le si era formato in gola e portandosi le mani sui fianchi per stringerli, come a voler sembrare più minacciosa. << Ma guarda guarda chi abbiamo qui >> e non perse l'occasione per deriderla, Sunset, cosa che faceva ormai sempre << Rainbow Splash..la vergogna di questa scuola. Dì un po', sei riuscita a fare almeno un punto a pallavolo o hai pensato bene di rompere il naso a qualcuno anche oggi? >> la ragazza strinse le mani a pugno lungo il proprio corpo, cercando di non darle corda. E va bene, ok, non era poi così brava negli sport. E allora? In realtà non lo era quasi in nulla, ma solo perché non si impegnava evitando il contatto con i suoi coetanei il più possibile. Prima o poi le cose cambieranno, si diceva sempre, tu cambierai Rainbow. Ma dopo quasi sei anni era ancora lì, sperando in un miracolo che forse non sarebbe mai avvenuto.
<< Lasciala in pace, Sunset. Hai capito bene? >> disse lei imperterrita, iniziando quasi a tremare dalla collera che sentiva montare sempre più in corpo. Perché doveva vincere sempre lei, perché doveva essere la più temuta della scuola? Ma soprattutto. Perché lei, Rainbow Dash, doveva farsi mettere i piedi in testa da quella ragazza. Chi era e cosa aveva di meglio? Nulla. E con quel nuovo pensiero in testa lentamente mosse qualche passo, avvicinandosi alle due ragazze ancora ferme di fronte agli armadietti. La bionda continuava a lanciarle sguardi spaventati pensando fosse una matta totale mentre l'altra aveva un sorriso sghembo incollato al viso, e quando Rainbow fu abbastanza vicina si portò la mano destra al fianco spostando anche il peso del corpo su quel lato e si allontanò di poco dalla nuova arrivata per poter guardare meglio in faccia la rivale. << Cosa succede Rainbow, stamattina hai mangiato pane e coraggio? >> l'altra si portò le mani ai capelli esasperata, afferrando delle ciocche e tirandole appena, grugnendo. << Devi smetterla, Sunset. Mi hai capita? Io sono stanca delle tue continue molestie. Sono stanca, del tuo voler fare la cattiva. Cosa ti ha fatto questa povera ragazza, me lo spieghi? >> vedendosi indicare, Applejack si sentì arrossire leggermente ed abbassò di poco lo sguardo, indietreggiando sperando quasi di essere risucchiata dal muro o dal pavimento, era uguale per lei. << E' nuova, non mi piacciono i novellini, tu dovresti saperlo bene >> rispose la ragazza dai capelli mechati, marcando apposta la parola 'tu'. Si, lei lo sapeva. Era stata la vittima designata per quasi un anno, finché non era arrivata quella nuova ragazza..
Sospirò Rainbow, lanciando un altro proprio a lei. No, non ci stava a lasciarla lì in balia di quel mostro, per nulla al mondo! Con uno scatto repentino si avvicinò a Sunset, fingendo di volerla colpire. La ragazza urlò con quanto fiato avesse in gola e si strinse su se stessa dandole così il tempo di afferrare la nuova arrivata dal braccio e trascinarsela via. Iniziarono a correre lungo i corridoi di quella scuola senza meta, scappando da qualcosa che non era davvero così pericoloso alla fine dei conti. << Ehi, ehi..credo che possiamo fermarci ora! >> Applejack tentò di richiamare l'attenzione di Rainbow Dash che era però troppo occupata a correre. << Ehi! >> provò ancora, tirando ora una ciocca gialla della sua capigliatura. L'altra urlò appena per il dolore, fermandosi di colpo e lasciando finalmente andare il suo braccio. La guardò malissimo poi, tanto che lei quasi ne ebbe paura, ma 'sei matta?' le disse solo 'sto tentando di salvarti la vita!'. E sembrava tremendamente seria mentre lo diceva, tanto che la contadina restò seria, davvero..cercò di farlo ma poi, senza preavviso, le scoppiò a ridere in faccia. La capigliatura color arcobaleno della ragazza tenuta obbligatoriamente all'insù quasi si afflosciò, e con un'espressione decisamente infastidita iniziò a picchiettare il piede per terra. << Sentiamo, staresti ridendo perché..? >> chiese all'altra, sinceramente incuriosita. E lei che cercava di essere seriamente gentile con qualcuno per una volta. Questo era il ringraziamento! << Per un attimo ho creduto fossi seria, sul salvare la vita. Ehi, siamo in una scuola mica in guerra! >> e fu ora il turno di Rainbow di arrossire. Lo sapeva che erano in una scuola, la sua scuola, ma sapeva anche quanto Sunset potesse essere terribile. Aprì la bocca per ribattere allora, puntandole anche l'indice contro ma lei fu più veloce, e 'lo so cosa vuoi dirmi; che non so cosa mi aspetta, che devo stare attenta a quella ragazza eccetera, eccetera' le disse, sorprendendola. Dov'era finita la ragazzina spaventata a morte di qualche minuto prima? Non era più lì con lei, sicuramente. Quella che aveva ora di fronte era una ragazza completamente diversa, e le piaceva.. 
Sorrise ironicamente, sbuffando fuori una risata ed allargo le braccia fingendo un inchino. << Mi scusi tanto, la prossima volta cercherò di non salvarle la vita, donzella >> disse, provocando le risate nella bionda. E aveva perfino la risata da campagnola, si accorse lei ascoltandola con un sorriso sulle labbra. << Ehi, quale hai detto che è il tuo nome? >> disse improvvisamente la più piccola, alzando leggermente la voce per poter sovrastare quella di lei che d'un tratto si bloccò, restando a guardarla per qualche secondo in silenzio prima di aprirsi in un enorme sorriso e porgerle la mano, afferrando da sola una delle sue per stringerla e scuoterla insieme alla propria. << Il mio nome è Jackie, la regina delle torte di mele, piacere di conoscerti >> e come in un riflesso incondizionato, la mano libera di Rainbow scattò fino a posarsi sulla sua bocca cercando di soffocare una risata che minacciava di uscire e infrangersi sulla faccia della povera -ora conosceva il suo nome- Jackie. Lei notò il movimento e la stretta divenne sempre più lenta fino a che non lasciò andare la sua mano, guardandola con sospetto. << Che hai bella, qualche problema con le mele? >> Rainbow scosse immediatamente la testa alzando anche le mani manco fosse in arresto e 'assolutamente no, signora' rispose, facendole una piccola boccaccia. Da quel momento, la loro amicizia crebbe sempre di più. Studiavano insieme, uscivano insieme e a volte facevano anche dei pigiama party -ristretti, molto ristretti..praticamente solo loro due- per poter stare sveglie a parlare del più e del meno. Molte cose le accomunavano, pochissime non lo facevano. Erano praticamente anime gemelle in fatto di amicizia, questo almeno finché Rainbow non resistette più, decidendo di rivelarle la verità..
Era una domenica tanto, troppo soleggiata e come quasi tutti i giorni festivi si trovavano al parco per la loro corsa settimanale. Ci tenevano molto alla loro forma fisica anche se non avevano niente da invidiare alle più belle modelle del mondo. Erano abbastanza alte, snelle, con le forme nei punti giusti! Ma come tutte le ragazze si vedevano brutte, grasse e zitelle a vita.

   
 
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