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Autore: lenina blu    01/09/2015    2 recensioni
Noah alzò il volto, il labbro spaccato che si stava sistemando. Puntò gli occhi dritti verso di me. Belial si era bloccato. Voleva sentire cosa stesse per dire.
-Se mi guardi con quel viso, sto male. Sembra quasi tu sia preoccupata per me. Ed è fantastico, perché mi fai provare un sentimento diverso dalla profonda apatia in cui sono in questo momento. Anche se è sofferenza. Prima ero annoiato dalla mia stessa noia. Ma ora, prenderò a calci questo tizio, solo per vedere un tuo sorriso. Così potrò stare finalmente di nuovo bene.-
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Una dea in Accademia '
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Cos'è la fiducia?

 

Marianna

Avevo cercato Friedrich in biblioteca, in mensa, in sala teatro, in classe e nel suo dormitorio. L'unico posto in cui poteva essere, secondo i suoi amici, era il garage o la palestra. Non ero mai stata nel garage della scuola, e quindi avevo optato prima per quello. In effetti Friedrich mi aveva portato in moto, quindi da qualche parte doveva metterla. La cosa che mi stupii fu il garage: l'edificio di fronte alla mensa, che si raggiungeva attraversando il giardino. Da fuori era un grande capannone, il tetto piatto e le pareti in muratura bianca.

Non mi ero mai soffermata sulla funzione di quel padiglione, d'altronde la scuola era enorme e io non avevo tempo da sprecare in giro a zonzo. Se non lo avessi trovato anche lì, sarei andata in palestra. Non mi sarei fermata fino a quando non lo avrei trovato.

Friedrich era un bravo ragazzo con cui si poteva ragionare. Se si era comportato così aveva dei motivi, e io li avrei scoperti. E dopo ovviamente lo avrei fatto tornare dalla mia parte. C'era la vita di quell'Andrea in gioco, non c'era un minuto da perdere. Ero più che sicura che Eris ormai ne fosse già stata avvisata, e che avesse già qualcosa in mente. Noi aveva un piano si, ma Belial non c'aveva lasciato il tempo per organizzare tutto. Dovevamo improvvisare. Il mio compito era quello di far tornare a tutti i costi Friedrich dalla nostra parte. Eris ci aveva spiegato che per qualche accordo tra gli dei, lei non poteva scendere in campo direttamente e fisicamente contro Belial, che era un dio a tutti gli effetti.

Trovai il grandissimo ingresso principale aperto e mi stupii nel vedere un sacco di ragazzi. Sul serio, quanta gente c'era a scuola? Nessuno indossava la divisa, ma ero più che sicura non fossero del primo anno. Giravano con vestiti quasi “normali” anzi, sporchi di olio di motore e con attrezzi vari. Appena entrata, si stagliò di fronte a me un enorme corridoio che dava su una serie garage più piccoli, disposti su due piani. Per raggiungere il secondo piano c'era una strada asfaltata che partiva dal piano terra e percorreva tutto il piano superiore. Sul serio.

Quanti soldi dovevano aver speso per una cosa del genere? Rimasi sorpresa nel vedere un cartello appeso che indicava i numeri dei garage, e delle classi. Cosa ci facevano delle classi in un garage?

Mi resi conto in quel momento che in effetti gli studenti dell'Alyssa, studiavano fisica applicata e che probabilmente dovessero avere dei laboratori in cui fare esperimenti. Altra cosa che mi sorprese, fu la miriade di ragazzi che lavoravano su moto e macchine, con le serrande dei garage alzati. Alcuni chiacchieravano e basta, altri invece erano concentrati e non si perdevano in discorsi inutili. Bene. Forse era meglio sperare che Friedrich fosse in palestra, lì forse l'avrei trovato più facilmente.

Sospirai. Forza e coraggio Mary.

Ero ancora in parte demoralizzata quando vidi passare di fronte a me un ragazzo. Era il più vicino e il meno impegnato. Sembrava stesse scrivendo qualcosa al cellulare, mentre portava con sé svogliatamente una cassetta di attrezzi. Mi avvicinai velocemente e gli chiesi qualche informazione.

-Scusa, conosci per caso Friedrich Schwarz? E' dell'Alyssa...sai dove posso trovare?-

Lui, visibilmente stanco, nel momento in cui pronunciai il nome di Friedrich, si risvegliò.

-Certo che lo conosco. E' il mio vicino di garage e oggi è completamente impazzito.- disse lui passandosi una mano sulla fronte per asciugarsi il sudore. Ma cosa facevano quei ragazzi?

-Mi puoi portare da lui?- chiesi io decisa. L'avevo trovato. Se Friedrich oggi era “impazzito” significava che non stava per niente bene. Dovevo fare qualcosa.

-Sappi che è molto innervosito. Non piangere se ti risponde male, lo fa sempre quando si incavola...- disse lui facendomi segno di seguirlo. Rimasi sorpresa. Avevo già notato quanto Friedrich si arrabbiasse facilmente, ma che diventasse addirittura così insopportabile, mi sembrava impossibile. Lui era sempre stato gentile con me. Anche se in effetti, dalle ultime volte che avevo parlato non mi era sembrato per niente carino.

-Come mai è così innervosito?- chiesi io seguendo il ragazzo. Era alto come me, biondo con gli occhi castani e aveva un viso simpatico. Non l'avevo mai visto e non mi sembrava un amico di Friedrich.

-Non ne ho la più pallida idea. Non invidio i suoi compagni che fanno gruppo con lui. Lavorare quando fa così, diventa insopportabile- disse lui.

-Gruppo?- chiesi io incuriosita.

-Si, per noi dell'Alyssa ogni tanto, il prof. di fisica meccanica ci assegna la costruzione di qualche motore particolare...- disse lui sbuffando. Cominciavo a preoccuparmi. Se fossi finita a fare l'Alyssa, avrei probabilmente potuto scegliere se fare un potenziamento in materie scientifiche. C'erano poche ragazze che giravano, e tutte sembravano sole, o comunque delle emarginate. In effetti, quando mai tipe come Colette si sarebbero sporcate la mani così?

Camminammo per qualche minuto e poi finalmente arrivammo davanti ad un garage. C'era un grande tavolo su cui due ragazzi lavoravano con alcuni pezzi. Non sembravano per niente entusiasti, anzi si vedeva che erano stanchi. Eppure mantenevano fissi i loro occhi sui pezzi, e con le mani trafficavano con cacciaviti e chiavi inglesi.

Parcheggiata più in fondo c'era la stessa moto su cui ero salita per la prima volta.

Chinato sulla moto, c'era un ragazzo dai capelli corvini, gli occhi verdi concentrati, le labbra serrate, i guantoni coperti di nero. Non indossava la divisa,ma aveva una maglietta nera a maniche corte e i pantaloni grigi di una tuta. Mentre lavorava, ascoltava la musica dalle cuffiette e sembrava essersi completamente isolato. Come poteva stare a dicembre in maniche corte? Era vero che c'era il riscaldamento, però nessuno stava in maniche corte. C'entrava di sicuro il fatto che era un semidio.

Rispetto a tutti gli altri garage, il loro era incredibilmente silenzioso.

Il ragazzo che mi aveva accompagnato fino lì, mi indicò con la testa il garage e se ne andò nel suo. Mi avvicinai lentamente al gruppo di ragazzi che stava lavorando. I due che non avevo mai visto, mi lanciarono uno sguardo veloce e poi tornarono a lavoro. Mi appoggiai allo stipite dell'ingresso, aspettando che Friedrich finisse di fare quello che stava facendo. Non sapevo se era una buona strategia, ma almeno era meglio che interromperlo.

Mi strinsi nel mio maglioncino bianco, giocherellando con i lembi della camicia che fuoriuscivano.

Stavo aspettando che si accorgesse di me, quando mi arrivò un messaggio. Era da parte di Noah:

 

Noi stiamo andando da Belial, è nella zona più vecchia, quella sopra la mensa.

 

Cavolo. La più vicina ero io. Dovevo muovermi e convincere Friedrich a venire con me. Non potevo aspettare che si accorgesse della mia presenza. Alzai gli occhi dal cellulare e sentii la voce di uno dei suoi amici.

-Ti conviene passare più tardi...non è il momento giusto- mi disse sottovoce. No, io avrei parlato con lui adesso. L'avrebbe finita di comportarsi così.

Mi schiarii la voce e lo chiamai.

-Friedrich?-

Mi ignorò. Si alzò dalla moto per andare a cambiare l'arnese che aveva in mano, di cui non conoscevo nemmeno il nome. Ritornò nuovamente sulla moto, senza considerarmi di striscio.

Feci un profondo respiro e lo chiamai di nuovo. Niente.

Era impossibile non mi avesse visto, lo stava facendo apposta. Era un modo carino per dirmi di non “rompere”? Beh, io ero testarda almeno quanto lui. Incrociai le braccia e mi avvicinai.

Lui si sedette per terra improvvisamente. Lanciò addosso al muro l'arnese che aveva in mano. Si tolse le cuffiette. Si voltò verso di me. Non mi aveva mai guardato così.

Quello che avevo di fronte era un altro Friedrich. Mi guardava visibilmente irritato e infastidito. Il verde smeraldino dei suoi occhi brillava e bruciava più intensamente.

Ora capivo perché nessuno gli parlava. Guardai la fine del povero attrezzo addosso al muro. Ovviamente aveva controllato la forza e si era limitato a graffiare il muro. Qualcosa mi diceva, che avrebbe potuto senza problemi bucare la parete. Deglutii.

Anche se quel ferro era passato a un metro da me, non voleva colpirmi. Voleva solo avvertirmi.

Tornai a guardarlo, stupita, ma non per niente scoraggiata. Non aveva detto niente ma il suo sguardo e il suo gesto era stato molto chiaro.

-Vieni con me- dissi io non sapendo da dove cominciare. Lui aprì la bocca, quasi per dire qualcosa, ma ancora più arrabbiato di prima. Le sopracciglia increspate e le mani serrate in pugni. Nonostante se ne stesse con le gambe distese, mi desse la schiena, il suo volto era voltato verso di me.

-Tagliaferro non ha fatto niente di male. Stiamo andando a salvarlo da Belial- dissi io per nulla intimorita. Mi ero fatta le ossa con Eris e con Colette. Certo, nessuno mi aveva mai lanciato qualcosa quasi addosso, ma ero più che sicura che era stato solo un avvertimento e che non aveva il coraggio di andare oltre. Friedrich, si voltò e si alzò con un movimento fluido. Si avvicinò al tavolo degli attrezzi su cui lavoravano anche gli altri ragazzi.

-Fate una pausa- disse lui togliendosi i guanti e pulendosi le mani con un panno. Non sembrava per niente una domanda, ma un ordine. Li stava mandando via, perché così potessimo parlare da soli. I due ragazzi si guardarono sorpresi, mi guardarono e mollarono tutto quello che stavano facendo.

Quando i due se ne furono andati, Friedrich si voltò verso di me e sbattè il panno sul tavolo.

-Mi sembrava di essere stato chiaro- disse lui avvicinandosi.

-E' inutile che fai tante scene, non mi spaventi per niente. Quindi per favore, vieni con me. Abbiamo bisogno di te- dissi io cercando di mantenere un tono neutrale. Lui alzò un sopracciglio e incrociò le braccia.

-Non ci guadagno niente dal darvi una mano. Se ammazzano quel tipo non è affar mio- disse lui avvicinandosi. Non sembrava per niente intenzionato a venire.

-Ma non puoi lasciare che Belial faccia quello che vuole in questa scuola!- dissi io opponendomi. Lui alzò un sopracciglio infilandosi le mani in tasca. Okay, non stava andando per niente bene.

-Sai quante ingiustizie fanno gli dei? E poi in questo caso, lui sta solo agendo per conto delle Moire- disse lui lavandosene le mani completamente.

-Ma tu ci hai fatto una promessa! Mi spieghi perché sei così incazzato?- chiesi io.

-Di cosa stai parlando? Io non ho promesso un bel niente Marianna. Sono incazzato ma i motivi non li vengo di certo a dire a te- disse lui guardandomi dall'alto in basso. Non ci potevo credere. Era completamente un'altra persona! Okay, se mi arrabbiavo anche io, non avrei risolto niente. Feci un respiro profondo e lo guardai negli occhi.

-Si invece. Sei diventato uno di noi, e mi hai detto che ti saresti fidato! E io sono una tua amica, quindi ho più che il diritto di farmi gli affari tuoi. A casa mia agli amici in difficoltà si da una mano, sempre e comunque! Ed è quello che ho sempre fatto con tutti, tu non sarai l'eccezione Friedrich. Quindi adesso mi dici cosa cavolo hai e poi vieni via con me.- dissi io impuntandomi. Lui scrocchiò le nocchie e si avvicinò pericolosamente a me. Mi guardava con quei occhi gelidi.

-Ti sembra che io possa fidarmi di una dea come Eris, che non mi mette nemmeno al corrente di quello che fa? Tu, proprio tu, ti fidi di una che ti ha dato da bere l'elisir senza nemmeno chiederti un parere?- disse lui assottigliando gli occhi.

-Certo che mi fido! La fiducia è proprio questa. Non c'è bisogno che sia informata su tutto quello che fa Eris, non mi interessa se sono una sua pedina, perché mi fido di lei. So che se è lei che agisce, non mi farà del male. E non farà del male nemmeno a chi le sta vicino! Tu invece come puoi pretendere fiducia, se nemmeno noi possiamo fidarci di te?- dissi io arrabbiata. Adesso sul serio mi stava facendo innervosire. Strinsi le mani in pugni.

Ormai io e Friedrich eravamo ad un metro di distanza, ma sembrava ci fosse fuoco tra di noi. Si vedeva che era sempre più incavolato. Eppure qualcosa mi diceva, che con le ultime parole che le avevo detto, qualcosa in lui dovevo aver smosso. Lui non diceva niente, si limitava a guardarmi arrabbiato.

-Io sono qui Friedrich, perché mi fido di te. So che hai i tuoi motivi per cui sei così arrabbiato, ed ecco perché sono qui. Per favore, metti da parte la tua rabbia per un secondo e vieni con me-

Improvvisamente corrugò la fronte e emise un “tsk”. Io ero sincera e lui mi prendeva per il culo?!

Non ci vidi più dalla rabbia.

-Cos'era quel “tsk”?- dissi io assottigliando gli occhi.

-Non ci credo nemmeno un po'- disse lui tra il divertito e amareggiato.

-Cosa credi che sono venuta qui a fare?! Io so che sei una persona su cui contare e su cui fare affidamento! Non ci capisco molto con questa storia degli dei, ma tu ci hai sempre dato una mano! Perchè adesso fai così?!- gli sbottai contro innervosita. Mi sembrava di parlare con un muro!

Lui alzò un sopracciglio, sorrise derisorio, fece un passo indietro e mi diede le spalle. Si avvicinò al tavolo degli attrezzi e indossò nuovamente i guantoni. Stava riprendendo a lavorare, non ci potevo credere. Mi stava ignorando! Per lui la conversazione era finita! Strinsi i pugni, mio dio che nervoso!

-Ho da fare Marianna. Ti lascio alle tue fantasie- disse lui prendendo nuovamente le cuffiette ed avvicinandosi alla moto.

-Non ho finito!- esclamai io avvicinandomi.

Lui si mise le cuffiette e tornò ad ignorarmi. No. Aveva superato il limite. Mi avvicinai alle sue spalle velocemente, appoggiai un piede sulla moto e feci pressione. Cadde a terra dall'altra parte, facendo un frastuono incredibile. Friedrich si pietrificò.

-Non fare mai più così. Rimarrai veramente da solo. Se tu non vuoi venire da Belial, va bene. Ci vado da sola!- dissi io gridandogli addosso. Cuffiette o non cuffiette mi aveva sentito. Non dissi nient'altro e me ne andai infuriata. Feci in tempo ad uscire dal garage, e corsi via cercando di trattenere le lacrime. Odiavo litigare con qualcuno a cui volevo bene, ma questa volta avevo ragione. Se lui non mi avesse dato una mano a salvare Andrea, ci avrei pensato da sola in qualche modo!

 

 

Note autrice

Ciau ragazzzz

Quindi la nostra Mary si troverà sola soletta contro il cattivo dei cattivi :D ? Vedremo che non sarò proprio così :D cooomunque! Secondo voi perché Friedrich è così inca? E veramente non ha intenzione di immischiarsi? Lascio a voi le vostre riflessioni! Certo che mi ha fatto venire il nervoso anche a me che stavo scrivendo il dialogo :D Comunque! Prossimamente troverete sul mio canale YouTube un video in cui vi svelo qualche segreto segretissimo di Eris :) vi terrò informati! Comunque ringrazio tutti tutti tutti veramente per il supporto che mi state dando con Eris! Se lasciate un commentino qui: http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/183852/eris-2/

Vi ringrazio comunque per tutto! Incrociamo le dita :) :)

 

Bacione,

Elena :)

elenalucia.com

https://www.facebook.com/pages/Elena-Lucia/771773842899333?pnref=story

   
 
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