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Autore: izzie_sadaharu    01/09/2015    1 recensioni
Kagura parte per passare un mese sul pianeta Yato, ma qualcosa non va come previsto: perchè dopo tre mesi ancora non è tornata? E cosa c'entrano in questa fanfiction i pirati dello spazio Harusame? E soprattutto, cosa ci fa Mutsu su una nave pirata?
Genere: Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kagura, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Okita Sougo si fermò davanti all'ingresso del Cancello del Purgatorio. Dall'interno provenivano schiamazzi e urla di incitamento, e riusciva già a sentire perfettamente l'odore del sangue versato da quei guerrieri crudeli. Inspirò a fondo, poi sfiorò con le dita l'elsa della sua katana. La sensazione della tsuka tra le dita riusciva sempre a calmarlo, eppure in quel momento sentiva alla bocca dello stomaco una strana pressione, e il suo corpo gli stava lanciando strani segnali di avvertimento.
Pericolo.
Sorrise fra sé e sé. Adorava quel tipo di ansia, che gli permetteva di dare il meglio in ogni duello e in ogni combattimento, e che lasciava lucida la sua mente. Poteva ragionare in tutta tranquillità mentre faceva a pezzi qualsiasi avversario davanti a sé.
Aprì la porta dell'arena, permettendo al cigolio del metallo di annunciare la sua presenza.
Davanti a lui, in un gruppo compatto, una decina di ronin incappucciati stava conversando in un brusio sommesso. Okita dubitava molto che stessero discutendo su quale fosse la marca più gustosa di tè in mercato, tuttavia cercò di mostrarsi impassibile quando gli giunse alle orecchie la parola 'polvere verde'.
«Ah, bentornato, Juko-kun.» Uno degli uomini aveva alzato lo sguardo su di lui, e l'aveva salutato educatamente. Molto più educatamente di quanto Sougo si sarebbe aspettato da gente così sanguinaria, ma non commentò. Si limitò a fare un cenno col capo. «Ne è passato di tempo!» Sorrise, tentando di reprimere il ghigno che gli stava spuntando inevitabilmente sulle labbra. «Ho interrotto una discussione importante?»
Gli altri incappucciati scossero la testa. «Noi ce ne stavamo giusto andando.»
Ovvio, pensò Sougo. Avete intuito che non è il caso di parlare di certe cose davanti a uno sconosciuto, eh? Sfortunatamente per voi, Okita sarà anche uno Shinsengumi pericoloso, ma Juko-kun ha stretto amicizia con il Jouishi vostro affiliato tempo fa.
Quando il gruppo si disperse, lasciando soli Sougo e l'uomo, il ragazzo si decise a parlare. «Kyo-san, forse ho sbagliato momento...»
L'uomo sorrise, e Okita notò con un accenno di stupore che sembrava quasi imbarazzato. «No, per niente, Juko-kun! Stavamo..ehm.. »
«Parlando di droga?» Suggerì il più giovane. «O forse di una marca di tè al gelsomino che non conosco...» Ormai l'ho detto, pensò. È una scommessa su quanto sia malleabile quest'idiota.
«Come...»
«Come faccio a saperlo? Beh, ho tirato a indovinare. Sono entrato nel momento sbagliato, immagino.»
«Juko-kun... ecco... io mi fido di te.»
E sbagli, idiota. «Grazie, Kyo-san. Anche io mi fido di te. So che se ci fosse un pericolo mi metteresti subito in guardia, perchè anche io farei lo stesso.» Stoccata finale! Se non avesse avuto paura di far saltare la copertura, avrebbe sorriso. Ma non lo fece, si limitò a guardare negli occhi il Joui con un'espressione il più dolce possibile.
Con soddisfazione vide l'esitazione negli occhi di Kyo, poi l'uomo parlò. «E va bene. Te lo dico, ma solo perchè tu possa stare attento a non fare passi falsi. Sei così giovane...»
Ma molto più esperto di te, a quanto pare. Ci sei cascato con tutte le scarpe. Ribattè fra sé e sé Sougo.
«È in giro un nuovo tipo di droga, chiamata Blue Death. Si riconosce per il caratteristico colore verde smeraldo, e per un odore pungente, difficile da dimenticare una volta che lo si sente.»
Okita alzò le sopracciglia, scettico. «Se è verde perchè si chiama Blue Death? Intendo, non dovrebbe essere Green Death, o qualcosa del genere...?»
Kyo scosse la testa. «Si chiama Blue Death, perchè i primi a metterla in commercio fummo noi, i Rakuen no Chi. Sai, sangue del paradiso, no? E si suppone che il sangue del paradiso sia blu, quindi...»
«Vedo un paio di falle nel ragionamento, ma prosegui.»
L'uomo si strinse nelle spalle. «Non c'è molto da aggiungere in realtà. Sai che c'è in circolazione questa droga, quindi ne stai lontano.»
Questo bastardello non mi dirà un'altra parola se io non cambio tattica. Si studiò un unghia, fingendosi uno di quei tipici adolescenti insicuri. «Immagino che non sia una di quelle polverelle che ogni tanto ci spariamo io e i miei amici per divertirci... » Gli lanciò un'occhiata incerta, e dentro di sé esultò quando vide il panico passare negli occhi viola del suo interlocutore.
«ASSOLUTAMENTE NO! La Blue Death è stata creata con il proposito di farne un veleno potentissimo! Ho sentito dire che è riuscita a stendere anche uomini fortissimi... anzi, pare che abbia addirittura messo k.o. membri del clan Yato!»
Okita represse un moto di sopresa. Rimase impassibile quanto poteva, poi continuò con la sua messinscena di ragazzino spaurito. «Ah... allora penso proprio che dovrò starne alla larga.. Grazie dell'avvertimento, Kyo-san.»
Bene, adesso sappiamo come hanno fatto l'ex capitano della settima divisione degli Harusame e quel mostro di ragazzina che ha per sorella a essere stati catturati. Salutò il Joui e si allontanò, percorrendo l'ampia scalinata che conduceva in superficie.
Prossima tappa, Yoshiwara, Pensò. Se c'è qualcuno che ha informazioni più dettagliate su questa Blue Death, è nel quartiere dei piaceri sotterraneo.

 

Un uomo si avvicinò a Kyo, arrivandogli alle spalle. «Ottimo lavoro, Yida-sama.»
Egli sorrise. «Grazie, Minekoto. Tempo di avvisare mio fratello del successo del piano, che ne dite?»

 

 

Sougo stava per posare il piede sull'ultimo gradino, quando un braccio sottile gli arrivò alla gola da dietro come per strozzarlo. Veloce, sguainò la katana con un momento rotatorio dell'intero corpo, che lo portò faccia a faccia con l'aggressore, la punta della spada appoggiata alla gola di una donna. Era molto bella, i suoi capelli ambrati erano raccolti in una coda fluente, e due grossi occhi neri lo squadravano astutamente. Okita abbassò lo sguardo, e trasalì. Non aveva notato il grosso pugnale che gli minacciava il torace, né la pistola carica puntata contro il petto.
Erano in una situazione di stallo.
Cheryl sorrise dolcemente. «A nanna, Sougo!»
Prima di cadere al suolo, Okita sentì un odore acre e fastidioso. Si maledisse fra sé e sé, poi sbattè la faccia contro il suolo, e tutto diventò buio.

 

 

 

* ANGOLO AUTRICE *

Bene, salve!
Era più di un mese che non aggiornavo! Vi sono mancata? * sorride speranzosa * No scherzi a parte, come ho scritto nella bio, ho passato un periodo molto, molto impegnato (i ritmi di lavoro erano aumentati, e nello stesso tempo dovevo anche studiare – ma perchè ho scelto il classico, mannaggia a Cicero??)
Anyway, eccomi qua! Sono tornata a tormentarvi con questi capitoli contorti xD Si cominciano ad allineare tutti i punti che portano alla conclusione, anche se siamo ancora lontani! (che sudata!...)
(anche se mai come le sudate che si fanno quando si guarda Kuroko no Basket.. sono alla terza stagione e vi giuro che ho sudato venti camicie! xD)
Comunque, vaneggi a parte, questo era il capitolo, spero che vi sia piaciuto!
Alla prossima :)
Isa ▲
(PS, ho iniziato a leggere shadowhunters! Sono al quarto libro, e me ne sto innamorando *.* Questo per dirvi che se notate cambiamenti nel mio stile di scrittura, potrebbe essere dovuto anche a quello!)
(PPS, mi sono dimenticata di dirlo! Tsuka = elsa della katana)

   
 
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