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Autore: BALERION1    03/09/2015    2 recensioni
Dopo alcuni anni dalla fine della loro grande avventura Inuyasha, Kagome e i loro amici vivono la loro vita tranquillamente e allegramente. Ma non durerà a lungo. Un nuovo e potente nemico sta per fare la sua comparsa. La più grande sfida per il gruppo di eroi sta per cominciare. Una sfida che li porterà a scoprire nuovi mondi, combattere avversari forti e micidiali, e svelare antichi misteri.
Questa è la mia primissima fanfiction. Spero che vi piaccia e che commentiate in molti.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta
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Fine della tregua
 
Dapprima avvertirono una grande aura provenire da Ovest. Fulmini e saette caddero nel mezzo della foresta, avvolgendo a spirale il pozzo mangia-ossa. Alla fine, dalle viscere della terra si sprigiono un enorme raggio di luce azzurra diretta verso il cielo, accompagnato da un gran fragore. Durò tutto in meno di un minuto, al termine del quale si udì uno strano ringhio sibilante che pero solo in due lo avevano udito.
 “Ma cosa!”.
Esclamo Shippo sorpreso. Seguito da Miroku
“Che sta succedendo?”.
Tra tutti, solo Sango ebbe modo di notare un particolare degno di nota.
“Proveniva dalle parti del pozzo.”.
Erano ancora a osservare increduli e quasi non si accorsero che Inuyasha spiccò un balzo e si mise a correre in quella direzione.
“Aspetta Inuyasha, dove vai!?” cerco di chiedergli Kagome.
 
Non era un fatto normale: dall’ultima volta che era stato utilizzato, il pozzo non si è più riaperto. Ma se quella luce proveniva davvero dal pozzo, significa una cosa sola: qualcuno o qualcosa lo aveva attraversato. Era questo il pensiero che Inuyasha aveva nella mente, mentre si avviava a tutta velocità. E c’era anche un altro fatto insolito: il raggio di luce emanava un’energia sconosciuta, né demoniaca o spirituale, quasi proveniente da un altro mondo.
In poco tempo giunse in una distesa erbosa libera dagli alberi, e al centro sorgeva l’antico pozzo, realizzato con il legno di un albero secolare. Non c’era nessuno, e nemmeno una traccia di tutta l’energia percepita fino a un attimo fa, come se si fosse volatilizzata.
Si avvicinò cautamente, pronto a reagire. Ma sembrava totalmente sicuro, e si calmò.
Poco dopo arrivarono anche Kagome, Sango e Miroku, tutti su Shippo trasformato in un pallone: ora sapeva controllare questa trasformazione, riuscendo a modellare il suo corpo, che si presentava più simile a un tappeto lungo e piatto.
Kagome si precipitò da lui.
“Inuyasha!”.
Pensando ancora all’evento di poco fa, Miroku formulò una domanda.
“Inuyasha hai visto qualcosa?”.
“No, purtroppo. Pero c’è uno strano odore qui.” indicando con la mano l’interno del pozzo “Che non ho mai sentito.”.
Anche Shippo provò a odorare l’aria “Che strano quest’odore ricorda quello di una lucertola o un serpente.”.
Sango elaborò una teoria migliore.
“Intendi forse dire l’odore di un rettile?”.
“Sì ma più intenso, e ha una fragranza molto particolare.” aggiunse Inuyasha.
Poi tutti girarono lo sguardo verso il pozzo con lo stesso pensiero in mente, solo Miroku ebbe il coraggio di dirlo.
“Pero una cosa è certa, se quella luce proveniva da qui, significa che il pozzo è stato riaperto.”.
Si guardarono attorno, in cerca di una qualunque presenza. Nonostante ciò non c’era anima viva nei dintorni, nemmeno una minima traccia del passaggio del responsabile.
Kagome ebbe uno strano presentimento. Shippo lo notò.
“Che succede Kagome? Avverti qualcosa?”.
“No, niente, era solo la mia impressione.”.
Non sanno di essere osservati.
 
Improvvisamente dal cielo comparve una sfera di luce bianca. Si avvicinò rapidamente, proprio nella loro direzione. Arrivata a toccare terra, delicatamente si posò sul terreno e tutti videro apparire Sesshomaru con stupore. Restarono sorpresi, nessuno si aspettava l’arrivo del principe dei demoni. Lui si avvicinò al pozzo osservandolo attentamente per poi alzare lo sguardo. Si mise a scrutare i dintorni, come se sapesse che c’era qualcosa la fuori, qualcosa di terrificante.
Inuyasha si fece avanti per saperne di più “Ei Sesshomaru che ci fai qui?”.
“Che cos’hai visto?” chiese il fratello maggiore.
Lui si limito a dirgli della tempesta e il raggio di luce. Poi senza aggiungere niente si voltò con l’intenzione di andarsene.
“Aspetta Sesshomaru! Penso che tu sappia che sta succedendo. Perciò voglio saperlo anch’io!”.
Non lo degno nemmeno di uno sguardo e gli rispose freddamente, come da sua abitudine.
“Non ti riguarda.”.
“Che cosa?!”.
“Faresti meglio a preoccuparti per te stesso Inuyasha. Questa è una cosa che riguarda solo me!”.
Detto questo, si ritrasformo in una sfera di luce. E prima che Inuyasha potesse chiedere spiegazione, lui era già svanito.
“Ma tu guarda quel dannato!”.
“Beh, d’altronde lui è fatto così.”. Gli rispose Sango.
Un secondo dopo da dietro le spalle, i compagni udirono un fruscio. Era Rin, dopo aver visto la bianca sfera atterrare nel bosco, aveva corso per arrivare il prima possibile. Sapeva bene di chi si trattava. Rimase delusa di non essere arrivata in tempo.
Poi dal cielo videro arrivare anche Jaken e Kohaku. Sango fu felice di rivedere suo fratello dopo un po’ di tempo che non si faceva vedere e anche Rin saluto il piccolo demone, suo vecchio amico. Ovviamente a lui importava solo del suo padrone e chiese dove fosse. Inuyasha non perse tempo con i saluti, sollevò Jaken da terra e iniziò a interrogarlo.
“Perché Sesshomaru è venuto qua?! Dove sta andando?!”.
Kagome lo rabbonì a suo modo. E di nuovo il mezzo-demone si ritrovò con la faccia a terra.
“Adesso basta Inuyasha. VAI A CUCCIA!!”. “E mai possibile che debba sempre pensarci io?”.
“Per favore puoi dirci perché Sesshomaru si comporta così?”.
“Questi non sono affari vostri! Per quale motivo dovrei dirvelo?”.
Poi fu la volta di Rin. Anche se voleva mantenere il riserbo sulla faccenda, dovette cedere. Poiché avevano trascorso molto tempo insieme, il suo atteggiamento era diverso nei suoi confronti. Senza contare che temeva di essere punito dal suo padrone se non si fosse comportato bene con lei. Così, dopo un sospiro arrendevole, cominciò a confessare.
“Uff. E va bene ve lo dirò: non ho la minima idea di dove sia diretto padron Sesshomaru, né per quale motivo sia venuto qua. A pensarci bene, è da quando ha visto quella colonna di luce azzurra comparire in lontananza che si comporta stranamente.”.
“Una luce azzurra? L’avete vista anche voi?” chiese Miroku.
Fu Kohaku a parlare, questa volta.
“Sì. Eravamo alle montagne a Est. Avevamo appena sconfitto un’orda di demoni, quando e comparsa. Il signor Sesshomaru è rimasto fermo a guardare per qualche secondo, poi improvvisamente è partito in questa direzione.”.
Jaken confermò la versione del ragazzo. Il suo sguardo turbato rivelò che c’era anche dell’altro che doveva dire. Rin se ne rese conto è implorò l’amico di parlare.
“C’è qualcosa che non va Jaken?”.
“Be, ecco io….. ho visto qualcosa, che non credevo sarebbe mai potuto accadere.”.
Kagome lo incoraggiò a parlare. Lei e gli altri, erano tutti impazienti di ascoltare ciò che aveva provocato un così grande timore a Jaken. Non che fosse un tipo coraggioso, ma non lo avevano mai visto così preoccupato.
In fine si decise.
“Vedete, ciò che temo più di padron Sesshomaru è il suo sorriso. Si sa che quelle rare volte che sorride significa ‘’guai in vista’’. Nel momento in cui la strana luce è apparsa, ho visto il suo volto e….”.
Inuyasha tagliò corto, credendo di intuire la fine della frase.
“E quindi? Che cosa ha fatto si è messo a sorridere?”.
“No peggio. Io ancora non credo ai miei occhi. Sul suo volto era dipinto il terrore nella sua espressione più pura. Padron Sesshomaru era pietrificato dalla paura.”.
Questo fece impensierire tutti quanti. Nessuno poté crederci: Sesshomaru spaventato. Non si era mai sentita una cosa simile. Se la misteriosa luce aveva terrorizzato il potente Sesshomaru, sempre rimasto freddo e impassibile, perfino di fronte alla morte, potrebbe essere il presagio dell’arrivo di un’imminente catastrofe.
 
Improvvisamente tra gli alberi spira uno strano vento caldo, e con esso odore di bruciato. Inuyasha lo avverte, guardando in direzione del villaggio, vide il fumo e le braci invadere il cielo. Subito il gruppo ripercorre la strada di casa, preoccupati per i loro figli. Appena fuori dal bosco si trovarono di fronte uno scenario disastroso: case semi distrutte, alcune in fiamme e il riecheggiare nell’aria di urla di terrore e ruggiti imponenti. Quella visione riporto alla loro mente i ricordi di tutte le stragi cui avevano assistito anni prima. Scenari che non avrebbero mai sperato di rivedere, tantomeno a casa loro, con i loro figli intrappolati li.
Molti degli abitanti erano riusciti a mettersi in salvo, comprese le gemelle, ma ce ne erano altri che mancavano all’appello. Tra questi i figli di Kagome e il piccolo Touya.
“Bambine, cosa è successo?!”.
Nanami gli rispose ancora scossa.
“Ci sono dei mostri Papa!”.
“Mostri?” chiese Sango.
Nozomi parlò al posto della sorella.
“Sì. Sono spuntati fuori all’improvviso dal bosco e hanno iniziato a distruggere tutto!”.
Inuyasha non poté più aspettare. Si lanciò nel mezzo della confusione, assieme a Kagome. Nel frattempo gli altri, esclusa Rin, si diedero da fare per mettere in salvo le persone. I due genitori gridarono a squarciagola, cercando un qualche segno. Alla fine, nel mezzo della mischia, Kagome riuscì a trovare i bambini, nascosti in una casa. Li strinse forte a sé, rassicuratasi che stessero bene. Ma si rese conto troppo tardi di aver attirato l’attenzione di qualcos’altro. Dalle fiamme emerse un’enorme bestia simile a un gigantesco mastino dalla pelle color porpora, con la testa schiacciata, grandi denti sporgenti e una lunga coda armata di aculei. Il mostro si avvicinò lentamente, ringhiando e spalancando le fauci, pregustando il momento di uccidere. La ragazza era terrorizzata e senza le sue frecce non poteva fare niente per fermarlo. Con uno scatto fulmineo, la creatura partì a tutta velocita verso di loro. Stava per saltargli addosso, quando Inuyasha sbucò dal nulla e lo colpì con gli artigli proprio sulla testa.
“Presto Kagome, allontanatevi!”.
Entrambi gli avversari caricarono, l’uno contro l’altro, con gli artigli sfoderati. Il gigantesco cane mancò il bersaglio, mentre Inuyasha lo centrò in pieno alla zampa destra. Il colpo non ebbe alcun effetto e la creatura si girò spalancando le fauci. Allora non rimaneva che una sola cosa da fare per Inuyasha: estrarre Tessaiga. Il nemico indietreggiò nel vedere la vecchia spada arrugginita trasformarsi in una zanna enorme.
“Che c’è? Non mi dirai che hai paura?”. “In questo caso: preparati a morire!!”.
Schermì il suo avversario, per poi lanciarsi contro di lui a spada alzata.
 
Nel frattempo Kohaku, Miroku e Sango avevano portato in salvo le ultime persone. Quand’ecco comparire un altro mostro caniforme. Pensando di poterlo sconfiggere da solo, Miroku ricorse ai suoi Fuda. Ma anch’essi, come Sankon-Tessou di Inuyasha, non ebbero il minimo effetto. Subito il ragazzo corse in suo aiuto, lanciò i dischi rotanti, risultando inutili contro la pelle del mostro, dura come la pietra. Il ragazzo non si scompose e decise di utilizzare subito la sua enorme Kusarigama. Ma prima che potesse scagliare il colpo, un'altra creatura lo colpì di sorpresa. Questa volta si trattava di un enorme uccello nero con il becco pieno di denti asserragliati tra loro e una coda da rettile. Il colpo era così forte che per poco il ragazzo stava per cadere da Kirara. La situazione era critica, Miroku non avrebbe potuto battere il mostro da solo, e Kohaku non poteva andare in suo aiuto finche quell’uccellaccio gli sbarrava la strada.
 
Anche Shippo e Jaken furono attaccati da un altro mastino infernale, mentre erano nel villaggio. Il piccolo demone Kappa provò a usare il bastone Nintojo, ma la creatura restò impassibile mentre le fiamme lo avvolgevano per poi balzare fuori senza aver riportato alcun danno. Jaken rimase impietrito dalla paura, e non fece in tempo per scappare che il mostro gli piombò addosso bloccandolo al suolo.
“Aaaa!! No risparmiami!! Aiuto!!!!”.
Poco prima che fosse divorato, Shippo intervenne in suo aiuto ricorrendo a una delle sue magie.
“Ci penso io. Magia di volpe: ceppo strangolatore!!”.
Tirò sul dorso della creatura un piccolo seme che in pochi secondi iniziò a crescergli sulla schiena, diventando un albero rampicante che finì per avvolgere il nemico completamente, stritolandolo come fossero spire di serpenti. Jaken rimase stupito, non sapeva che quel cuccioletto fosse diventato tanto abile.
“Eheheheh, neanche un bestione come te ha potuto niente contro il grande Shippo. Mentre tu Jaken sembra stia perdendo colpi.”.
“Guarda che non avevo bisogno del tuo aiuto, era tutto sotto controllo, io….”.
Prima che finisse di parlare, fece un sobbalzo dallo spavento. Anche Shippo rimase di stucco quando si girò e si rese conto che non era finita. Con grande facilità la creatura strappò le radici, liberandosi dalla morsa. Ora il suo sguardo più furioso che mai era rivolto verso i due malcapitati. Ma prima che potesse avventarsi su di loro, un raggio di luce colpì alle spalle il grosso cane, trapassandolo da parte a parte, per poi dissolversi in una luce rosa accecante. Quando si diradò, nella direzione da cui era partito il raggio, si riconobbe subito che si trattava di Kagome. Le sue frecce magiche erano ancora efficaci come un tempo.
“State bene voi due?!”.
Fu Shippo a risponderle.
“Certo, era tutto perfettamente sotto controllo.”.
“O certo, come no.”.
Il ragazzino-volpe, indispettito da quel commento, lanciò un’occhiataccia al Kappa che ricambiava.
“Avete visto Inuyasha? Sapete dov’è?”.
Nessuno dei due ne sapeva nulla. Allora Kagome fece una richiesta.
“Shippo, per favore, potresti trasformarti e portarmi in alto?”.
Il ragazzino non perse tempo, subito prese la forma di un pallone rosa su cui la ragazza saltò sopra. Mentre Jaken si rifiutava categoricamente di salire.
“No grazie. Non ho bisogno del vostro aiuto per andarmene da qui.”.
Shippo riprese a punzecchiarlo “Come ti pare. Allora buona fortuna contro gli altri mostri.”.
Ripensandoci meglio, Jaken si rese conto che potevano essercene altri di quei bestioni e cambio subito idea in merito. Riuscì ad aggrapparsi a quella specie di pallone per un pelo, mentre stava decollando. Dall’alto Kagome scrutava il suolo in cerca del suo amato, l’unica cosa che vedeva era il fumo che saliva e la desolazione provocata dalle creature. Poi scorse da lontano la battaglia tra Kohaku e il mostro alato che infuriava. Il ragazzo tentava in tutti i modi di colpire quella bestia che era troppo agile e coriacea quanto il gigantesco mastino contro cui Miroku stava lottando, sotto di loro. Per il monaco si stava mettendo male: i suoi riti purificatori non hanno effetto sulla pelle del mostro. La sola speranza possibile per lui era la “furia di Taishaku”, una tecnica segreta del suo bastone magico. Pero per poterla usare doveva aspettare un minuto per prepararsi e i continui movimenti della creatura non gli rendevano le cose facili. In un momento di distrazione il grande cane infernale lo caricò violentemente scagliandolo contro un muro. Miroku cercò di riprendersi dal colpo e di reimpossessarsi del bastone, ma il mostro lo teneva bloccato a terra. Sembrava che non ci fossero speranze per lui. Quando all’improvviso, un oggetto roteante colpì il mostro alla coda, tagliandogliela prima che potesse trafiggere Miroku. La creatura gridò di dolore mentre quel che restava della sua coda si scioglieva lentamente, estendendosi nel resto del corpo. L’enorme arma fece una curvata in aria tornando da dove era partito, dritto da Sango. Era proprio lei, con la sua vecchia tenuta da sterminatrice e Hiraikotsu alla sua mano.
“Accidenti! Me la sono vista davvero brutta, questa volta.”.
 “Wow! E’ stato davvero forte!!”.
“Touya! Stai bene? Sei ferito?”.
“Hai visto Papà cosa ha fatto la Mamma? Tu sapevi che poteva farlo? Posso imparare a farlo anch’io?”.
Tutte quelle domande erano un chiaro segno che stava bene.
“Ascoltami figlio. Devi restare giù. Non muoverti finché non te lo dirò io.”.
Detto questo, il monaco si rialzo per tornare alla carica, con il piccolo che lo incitava.
“Vai Papà! Vai Mamma! Distruggeteli tutti, quei brutti mostri!!”.
Intanto Sango scagliò di nuovo l’enorme arma contro la creatura volante. Il mostro evitò il primo colpo e si diresse contro la sterminatrice per toglierla di mezzo. Essa non si mosse, rimase immobile come se stesse aspettando. E in fatti, poco prima di raggiungerla, si rese conto di aver trascurato qualcosa. Di fatti il ragazzo era finalmente riuscito a colpirlo alle ali, agganciandovi due rampini legati a dei cavi metallici, e ora lo teneva sospeso in aria. Non era questo ciò che non si aspettava: mentre si dimenava nel tentativo di liberarsi, Hiraikotsu lo tranciò di netto in due parti uguali che nel giro di pochi secondi si dissolsero completamente.
A questo punto rimaneva da eliminare il mastino gigante. Ora che era stato avvelenato, non riusciva più a reagire come prima. Miroku colse l’occasione per finirlo. Piantò il bastone nel terreno, nella direzione del nemico, e si stava preparando a colpire. La punta d’orata inizio a illuminarsi e sprigionare fulmini e saette. Una volta raggiunta la massima potenza, il monaco diede il comando e le saette si scagliarono contro l’enorme mostro, che fu avvolto da intense fiamme blu. In pochi istanti il corpo di quell’essere finì purificato e ridotto in cenere. Finalmente i tre poterono tirare un sospiro di sollievo. E anche Sango si tranquillizzò nel rivedere suo figlio sano e salvo.
“Piccolo mio! Stai bene?”.
“Mamma, sei stata mitica!!! Non sapevo che eri così brava. Quanti demoni hai ucciso nella tua vita? Scommetto più di mille.”.
A quelle domande, le risposte sarebbero arrivate presto, ma non ora. Non era ancora finita del tutto. La battaglia di Inuyasha stava per giungere al termine.
Il mezzo-demone aveva ferito l’animale in diversi punti delle braccia e della schiena, riuscendo a indebolirlo, e ora era intento a infliggergli il colpo di grazia. I due avversari si stavano preparando per usare tutte le energie rimastegli. Partirono entrambi a grande velocità, uno contro l’altro per l’ennesima volta.  Inuyasha riuscì a passargli sopra e con un colpo di Tessaiga fendette in pieno il dorso del nemico, lasciando un taglio lungo e profondo. Non appena ebbero toccato terra, Inuyasha rinfoderò la spada incurante del mostro che ora giaceva al suolo. Lo scontro era finito.
Senza preavviso sopraggiunse Kagome, in groppa a Shippo. Era finalmente riuscita a trovarlo.
“Inuyasha!! Va tutto bene?”.
“Sì, non preoccuparti. Quel demone non era un granché come avversario. Piuttosto, tu come stai? E i piccoli?”.
“Sì, stiamo tutti bene.”.
“Non preoccuparti Inuyasha. Finché ci sarò io, Kagome non corre alcun pericolo.”.
Jaken era riuscito a stare aggrappato a Shippo, senza cadere di sotto per miracolo, e si mise di nuovo a irritarlo.
“O certo! Come hai fatto prima con me? Che quasi ci lasciavi le penne anche tu!”.
Mentre i due si scambiavano occhiate feroci, non si accorsero in tempo che Inuyasha gli diede un pugno in testa ciascuno. Entrambi si lamentarono per il dolore. Poi il mezzo-demone si mise a rimproverarli.
“Ma che vi è saltato in mente! Portare Kagome in un luogo così pericoloso! Dovrei scuoiarvi vivi entrambi!!”.
“Inuyasha!! Ma che maniere! E poi se vuoi saperlo, sono stata io a dire loro di portarmi qui.”.
“Ti rendi conto che poteva essere pericoloso per te Kagome.”.
“Guarda che so difendermi da sola. E tu lo sai.”.
“Ed io non ho bisogno né del tuo aiuto, né di questi due mostriciattoli!”.
Shippo non ne poté più e si mise a urlare arrabbiato contro quel tipo impertinente.
“Inuyasha sei un vero egoista!! Arr!!! Certe volte vorrei tanto…”.
“State giù!!!”. Gridò Inuyasha, gettandosi addosso a Kagome e gli altri per tenerli a terra.
Inizialmente non capirono, finché non videro una grossa ombra ringhiante passare sopra di loro. La creatura era ancora viva. Se non fosse stato per i sensi di Inuyasha, avrebbe potuto finire in tragedia.
“Maledetto! Sei ancora vivo! Non ti lascerò scappare!!”.
Il mostro si diresse verso la foresta con il ragazzo al suo inseguimento. Voleva finire quello che aveva iniziato. Corse a grande velocità, seguendo l’odore. Finché, arrivato in una piccola radura erbosa, la traccia si fermava di colpo. Si avvicinò cautamente, cercando di avvertire il minimo rumore, scrutando attentamente i dintorni per individuare quella macchia color porpora tra le foglie. Con uno scatto improvviso si scansò da lì, evitando per un pelo l’attacco.
“E’ da codardi colpire alle spalle!!”.
A questo punto decise di farla finita. Non poteva farlo prima per non rischiare di ferire qualcuno, ma ora erano soli, e niente poteva più frenarlo. Con Tessaiga in pugno, egli raccolse tutte le forze. Poi con un fendente ben assetato, scaglio contro il nemico la Cicatrice del Vento. Un lampo accecante si sprigionò dalla spada andando a colpire la bestia moribonda, riducendola in pezzi. Una volta diradatori il rombo del colpo e la polvere sollevata, Inuyasha si rese conto di aver vinto.
Eppure sentiva di non essere solo. Guardando tra gli alberi intravide qualcosa che lo stava osservando in lontananza. Una figura umana con gli occhi rosso sangue, avvolto in un mantello nero con cappuccio.
“Chi sei tu?! Mostrati!!”.
In poco tempo, la sua spavalderia iniziò sfaldarsi, lasciando il posto alla paura e l’insicurezza. Non capiva cosa stesse succedendo, ma si rese conto che non si trattava di niente di buono.
La strana figura si voltò e prima che il ragazzo potesse raggiungerla, scomparve nell’ombra. Inuyasha rimase lì immobile pensieroso.
Fu la voce di Kagome a riportarlo alla realtà. La ragazza lo raggiunse, in pensiero per lui. Era sollevata nel vedere che non era ferito, ma cambiò opinione quando si accorse che Inuyasha era strano.
“Inuyasha qualcosa non va? Sembri preoccupato.”.
“No, va tutto bene.”.
Le rispose con un sorriso fasullo, cercando di convincerla, ma lei sapeva che non era così.
Tornati al villaggio, videro che ormai le fiamme erano spente e tutti erano salvi. Dopo un breve ricongiungimento con i bambini, Sango disse loro di raggiungerli per vedere qualcosa. Giunti dove si trovavano gli altri, la sterminatrice fece notare loro un punto per terra.
“Ma queste sono pietre.” disse Kagome.
Come suo solito, Inuyasha non capì subito.
“Ci avete fatto chiamare per guardare un mucchio di sassi?”.
Miroku si prese la libertà di spiegare.
“Questo è il punto in cui la divina Kagome ha abbattuto una di quelle bestie. Dovrebbero esserci dei resti o un qualche residuo di energia malvagia, invece niente. E poi queste pietre, prima dell’attacco, non c’erano.”.
Tutti erano pensierosi per questo fatto insolito.
Restarono a guardare quelle pietre, finché Shippo non arrivò in fretta e furia e si mise a setacciare tra i sassi. Il gruppo non capiva cosa stesse facendo. Poi il ragazzino fece un’esclamazione soddisfatta.
“Trovato! Lo sapevo.”.
Kagome gli chiese di cosa stesse parlando, poi il demone-volpe mostrò agli altri una statuetta di metallo che raffigurava proprio il mostro-cane ucciso in quel punto. Illustrò la sua scoperta a tutti, con orgoglio.
“Come sospettavo.”.
Sango incuriosita gli chiese di mostrargliela, e si mise a osservarla attentamente.
“Scusa Shippo.” chiese Miroku “Ma come facevi a sapere di quella statuetta?”.
Il ragazzino volse lo sguardo verso il monaco, e dal kimono ne tirò fuori altre tre.
“Ne avevo notata una prima, vicino a un mucchio di pietre, come questo. Mi ero ricordato che era nel punto in cui uno di quei mostri era morto. Così ho controllato e ho scoperto che si trovavano anche negli altri.”.
La scoperta lasciò tutti sconcertati. Ma anche ciò che stava per dire Sango non era da meno.
“Ragazzi credo di aver capito. Ho idea che questo sia un simulacro.”.
La teoria era valida: ne avevano affrontati altri in passato, e sapevano che i simulacri non hanno aura demoniaca. Per questo nessuno riusciva ad avvertire quella dei mostri.
“Ma questo è molto strano. Non ne ho mai visto uno simile. E’ di una fattura che non sembra essere di quelle parti.”.
Mentre tutti stavano riflettendo, Kagome vide in Inuyasha ancora quello sguardo preoccupato di prima. Decise di spronarlo a parlare.
“Avanti Inuyasha. E’ ora di parlare.”.
Lui la guardò perplesso, in realtà sapeva di cosa parlava.
“Che vuoi dire?”.
“Guarda che lo so che hai qualcosa che ti tormenta. Ti ho visto, e so che è importante. Quindi parla.”.
Inuyasha rimase in silenzio, mentre gli altri erano impazienti di ascoltare. Alla fine si convinse.
“Ho visto qualcosa nel bosco. Uno strano tizio era lì che mi stava ad osservare.”.
“Qualcuno ti stava spiando?” s’intromise Miroku “Sei riuscito a vedere chi fosse?”.
“No. Era troppo lontano e lui era come avvolto in uno strano mantello. Comunque sono sicuro che qualunque fosse non era umano.”.
Sta volta fu Sango a porre la domanda “E questo come fai a dirlo?”.
Seguita di nuovo da Miroku “Se fosse stato un demone, avremmo dovuto percepire la sua aura demoniaca.”.
E poi da Kagome “Già è vero.”.
“Non credo che quello fosse un demone. I suoi occhi avevano qualcosa di strano, non so cosa, ma di certo non appartenevano a un demone. Una cosa è certa: penso che sarete d’accordo che quello che ho visto io, l’attacco e quello che è successo al pozzo Mangia-Ossa sono tutti collegati.”.
Infatti, era così. Tutti avevano pensato la stessa cosa. Ora la questione era scoprire chi c’è dietro tutto questo, cosa vuole e perché è venuto qui.
 
Non è questa, però, la cosa che ha sconvolto di più la mente di Inuyasha. Lui non l’ha detto, ma c’era dell’altro in ciò che gli era accaduto nella foresta. Quando il suo sguardo e quello dello sconosciuto si sono incrociati, ha sentito nella sua mente un’innaturale voce sinistra che parlava in una lingua sconosciuta che ancora adesso gli risuonava in testa, scolpita nel profondo.
Di solito Inuyasha non si lascia spaventare facilmente, ma questa volta ha avvertito un presentimento, una sorta di meccanismo di allarme e il suo sangue gli si è gelato nelle vene.
Ciò che e successo oggi era solo l’inizio e quello che verrà dopo sarà molto più terribile di quanto possa immaginare.
   
 
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