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Autore: La Setta Aster    03/09/2015    2 recensioni
Su un pianeta dove la legge è dettata dalla mano più veloce ad estrarre un revolver laser... Un gruppo di coraggiosi eroi affronta il deserto marziano in cerca di vendetta, denaro, donne, denaro, dinamite termica, denaro, e per finire: DENARO! Scopriranno loro stessi cavalcando cavalli elettrici dalla regione di Cydonia alla città di Ma'Adim, facendo esplodere tutto ciò che non gli va a genio.
La Krypteia productions è orgogliosa di presentare...
...John Malkovich, Shia LaBeuf, Zoe Saldana...
C'ERA UNA VOLTA SU MARTE
Genere: Azione, Comico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Cobra pagò caro un carro di legno sormontato da una lamiera di ferro, con un motore a energia solare che doveva aver costruito il figlio del sindaco come compito di scuola. Acquistò anche diverse provviste per il viaggio, cibo, batterie termiche per il revolver, e poi si diresse verso la piccola banca del paese. Era un edificio costruito con un materiale molto primitivo: il cemento. Vi entrò, estrasse la pistola e la puntò al banchiere.

“forza, sai come si fa, non perdiamo tempo”

“purtroppo tutti i cittadini hanno un conto vocale: ognuno prende i soldi solo se lo scanner audio riconosce la loro voce. È stato un regalo, una miglioria gratuita apportata dal signor Stirling” disse con ammirazione il banchiere, un ometto basso e stempiato. Cobra si morse un labbro per non sparare in viso al tizio che aveva davanti.

“svuoti pure il mio conto” disse Blacky, entrando in banca.

“ma certo, signorina” rispose servizievole. Quando la ragazza fu vicina, le porse un microfono, e lei vi disse dentro il suo nome, e la cifra che desiderava prelevare “Helen Sarah Jane Rodriguez, prelevo l’intero conto in banca” disse.

“ma non ti chiamavi Blacky?” le domandò Cobra.

“Blacky Hole, è il mio nome d’arte di quando facevo la ragazza di piacere, e poi uccidevo i miei clienti per prendergli i soldi”

“capisco”

Dalla scrivania dietro alla quale stava seduto il banchiere comparve un lungo e flessuoso collo metallico, che terminava con una placca liscia, a specchio, con un piccolo buco al centro. Helen Sarah Jane Rodriguez vi posò il pollice. Un ago scattò, trapassando la pelle e raccogliendo in una frazione di secondo una goccia di sangue. Ora il sangue della ragazza poteva essere riconosciuto da uno scanner dei crediti, oppure da un terminale portatile per i crediti. In pratica poteva pagare in ogni negozio tramite ‘assegno’ di sangue, oppure trasferire il suo conto in un terminale grande quanto una mano umana, che, se collegato alla cassa di un negozio, vi trasferiva il costo della spesa.

“bene” disse alla fine la ragazza “ora sono una banca vivente, abbiamo circa cinquemila crediti”

“fantastico, allora siamo ricchi” scherzò Cobra.

“da queste parti sì!” Blacky portò le mani ai fianchi.

“è poco più di quel che ho speso per comprare tutto l’occorrente per il viaggio! Avresti dovuto lasciarmi rapinare la banca, a costo di far venire qui ogni singolo cittadino sotto minaccia di morte”

Mentre uscivano, Blacky si avvicinò al cacciatore e gli sussurrò “chi ti dice che non lo abbia fatto io?”

Cobra si fermò sul posto, perplesso “cosa?”

La ragazza ridacchiò “avevo manomesso il sistema affinché mi consentisse, con il mio sangue, di prelevare i soldi di tutti questi poveri disgraziati, in vista di una possibile partenza”

Nemmeno aveva finito di parlare, che un colpo laser fece saltare in aria il cappello di Cobra, che però non ebbe che un leggero sussulto. Rivolse quel suo sguardo penetrante, anche se ora un po’ rassegnato verso Mat, che aveva esploso il colpo.

“dimmi che hai rubato anche i suoi, di soldi” disse indicandolo col pollice.

“certamente”

Cobra raggiunse il suo cappello, che pian piano rimarginava il buco grazie al tessuto vegetale di piante carnivore venusiane, e si chinò piegando le ginocchia per prenderlo. Lo indossò, sistemandolo bene sul capo, e quando Cobra fu pronto a sfoderare il suo ghigno da serpente da sotto la visiera, il buco era ormai un ricordo lontano, rammentato solo da una cicatrice in più in quel tessuto carico di vestigia.

“voi non andate da nessuna parte” disse Mat, che ora pareva miracolosamente ripreso dalla sbronza. Anche lui sapeva sfoggiare uno sguardo piuttosto minaccioso, da sotto la visiera. E aveva anche addosso un trench.

“infatti noi due non andiamo da nessuna parte, ora questa piccola cosetta malefica della tua amica mi sgancia sul mio terminale di credito i soldi oppure le faccio saltare la testa”

“ma tu mica non facevi male alle donne?”

“per te farei volentieri un’eccezione, dolcezza”

“senti, vecchio, tu non duellerai con una ragazzina, e io non sparo alla schiena, soprattutto non a uno che potrebbe essere il mio bisnonno, quindi verrò con te e non ti perderò di vista un attimo, fino al momento in cui potrò sfidarti a duello”

“e lo stesso vale per me” s’intromise nuovamente Mat.

Esasperata, Blacky raccolse da terra un sasso rosso e lo scagliò contro il ragazzo. Inaspettatamente, con la sveltezza di un falco, Mat estrasse la pistola e colpì la roccia, che si trasformò in polvere e si propagò come fumo. La precisione del colpo era impeccabile, e sia Cobra che Blacky rimasero di stucco.

“ha ucciso mio padre, e devo avere almeno la possibilità di affrontarlo” lo disse con tono talmente suadente e carico di dolore, che Blacky, sbuffando, dovette accettare.

“cosa?” esclamò Cobra. “state decidendo su chi mi seguirà e chi no? Ma è assolutamente fuori discussione! Io non faccio da balia!”

“se vuoi impedirci di venirti dietro sparaci. E poi sei davvero sicuro di volere che in giro si sparga la voce che il famigerato Cobra ha rifiutato un duello contro due ragazzini?”

“dite quel che vi pare, non m’importa, ma lasciatemi in pace!” il temibile pistolero stava andando incontro ad una crisi di nervi.

In quello stesso momento, il rombo di una navetta li investì: della forma di un furgone, sul fondo portava quattro invertitori gravitazionali, e due acceleratori sul retro. Era un mezzo goffo, ma portava sei uomini più due piloti, ed era armato di mitragliatrici laser sul muso. Sulla fiancata era verniciato lo stemma del governo centrale terrestre: il pianeta Terra e sovrimpressa la scritta Earthlings. Secondo alcuni cultori delle antiche arti, avevano rubato l’idea a una vecchia casa cinematografica, tale Universal. Comunque sia, si trattava dell’esercito della madrepatria. Si calarono dalla navetta quattro soldati, con corazze bianche che parevano fatte di plastica, con particolari anatomici volti a far apparire le truppe muscolose e possenti, anche se dai volti emaciati doveva essere tutto il contrario. Altri due soldati, con fucili di precisione, furono calati sul tetto del saloon. I soldati puntarono contro Cobra, Mat e Blacky, subito, dei fucili d’assalto laser, delle orribili armi nere con caricatore, manico, poggia spalla, un mirino… ma totalmente anonime, non un briciolo di gusto né stile. Due dei soldati a terra avanzavano da una parte, due dall’altra, portarono i tre eroi ad essere praticamente schiena contro schiena.

“vi dichiariamo in arresto per aver aiutato un pericoloso terrorista o per non aver avvisato le forze militari di stanza a Ma’Adim della sua presenza”

“va bene, ragazzino, tu che sei così bravo a sparare colpi precisi, fai a pezzi quei due cecchini” bisbigliò Cobra a Mat.

“bene, io penso alla navetta, tu fai saltare la testa a questi quattro idioti” disse Blacky.

“e come diavolo pensi di fare a distruggere quella navetta?” gli domandò Mat.

“al mio tre lo scoprirai” concluse con un accenno di divertimento nella voce.

“se sbagliate colpo vi folgoro tutt’e due, sia chiaro, ragazzini” sentenziò Cobra.

“uno…” cominciò Blacky “due…” erano tutti pronti, e concentrati “tre!”

Cobra fu lesto ad estrarre il revolver, e quattro raggi laser andarono a segno alla perfezione, esplodendo contro la corazza bianca in uno zampillare di scintille, seguite dall’ultimo grido di sorpresa dei soldati, mentre cadevano a terra. Quasi nello stesso momento, Mat aveva steso il braccio che impugnava la pistola verso uno dei due cecchini, e con rapidità e precisione, sparò prima ad uno, poi all’altro. Ma la mossa più spettacolare fu quella di Blacky: unendo le punte delle dita della mano cibernetica generò un potente raggio laser, molto potente, d’un rosso accecante, che tagliò in due la navetta come fosse burro. Questa esplose in una vampata di fiamme, una trottola di fuoco. I pezzi caddero su alcuni edifici, distruggendoli, e tutt’intorno regnavano fiamme e rottami. Blacky si guardò intorno, soddisfatta, col fiatone. I nostri tre eroi erano ancora in piedi, schiena contro schiena, che ammiravano il lavoro svolto. Mat sorrideva, ben conscio che aveva messo a segno due colpi notevoli, per un pistolero della sua età. Cobra non si sbilanciava troppo, ma sparare a dei soldati, quattro soldati che gli puntavano le armi, e uscirne illeso portava comunque una buona dose di compiacimento.

“che bello, dicevo” intervenne Mat “mi basterà colpire il pilota di quella navetta e poi avremo un mezzo volante invece di quella carretta malandata” ovviamente era una frecciatina riferita a Blacky “ma questo lo dicevo prima che una cyborg annichilisse il suddetto mezzo”

La ragazza aprì la bocca per rispondere, indignata, ma un gesto della mano di Cobra la zittì. Tendendo l’orecchio esperto, l’uomo disse “rimandate a più tardi i vostri dispetti, ne arrivano altri!”.

Senza aggiungere altro, balzarono tutti e tre sul carro, guidato da Cobra, e partirono con gran fretta. Il solito nuvolone si alzò alle loro spalle, mentre schizzavano via per salvarsi la pelle. Infatti, ben cinque di quelle stesse navette erano giunte a Spirit in cerca di Mark Stirling, e a quanto pare di Cobra, Blacky e Mat.

Qualcuno, nel paese, doveva aver fatto la spia in favore di Stirling, indirizzando le forze contro i tre che ora fuggivano, sapendo che ormai l’indipendentista era fuggito; in questo modo, l’esercito avrebbe catturato o ucciso Cobra, togliendo un problema dall’agenda di Stirling. Ma ormai ci erano andati di mezzo anche i due ragazzi. Due navette si fermarono in città, mentre le altre tre partirono all’inseguimento del carretto. Dal retro, Blacky tentava di colpire il motore, o almeno l’abitacolo. Ma la sua mira con l’arma da lei assemblata non era buona come la sua abilità nel costruire e nell’utilizzare il suo raggio laser. Solo pochi colpi andavano a segno, ma non recavano molti danni.

“perché non usi il tuo raggio laser?” domandò Mat, sovrastando con la voce il frastuono degli invertitori gravitazionali che lavoravano per dare al carro una velocità decente.

“perché sono stanca, va bene? Mi prosciuga le forze usare quel raggio!”

Cobra teneva la cloche stretta, mentre faceva correre quel rottame nel deserto, diretto verso delle alture rocciose, a circa un centinaio di chilometri di distanza. Manteneva una guida irregolare, sterzando spesso e cambiando direzione, per evitare i colpi delle mitragliatrici.

“allora” proseguì Mat “ lascia sparare chi è capace!” così dicendo, le strappò dalle mani il fucile, e, senza prendersi nemmeno un secondo per regolare la mira sul pilota, puntò e sparò, trapassando il vetro della cabina di pilotaggio, nonché il cranio dello sventurato soldato che aveva i mano i comandi della navetta. La testa cadde sui comandi, e il velivolo precipitò in picchiata, trasformandosi presto in un’altra trottola di fiamme.

“non ti do il permesso di rubarmi i bersagli!” sbraitò Blacky, prima di sfoggiare tutta la potenza distruttiva del raggio laser scaturito dalla sua mano. Un’altra navetta fece la fine del burro spalmato su troppo pane.

Dall’ultima navetta sbucarono fuori sei soldati, con dei jet pack, che aprirono il fuoco sul carro. La copertura ferrea parve reggere piuttosto bene, con una modesta resistenza al laser protesse Mat e Blacky, che ora stava distesa, semi svenuta, in mezzo alle provviste. Cobra fu costretto a mettere mano al suo fido revolver placcato in argento. Non appena tre soldati osarono avvicinarsi al carro, furono colpiti in pieno, e caddero come mosche. Ma un revolver poteva ben poco contro la navetta che si parò proprio davanti al mezzo guidato a fatica da Cobra; al cacciatore occorreva l’incredibile precisione di Mat.

“Mat! Navetta!” urlò.

“capito!”

Cobra frenò bruscamente, spegnendo gli invertitori gravitazionali, per poi compiere un ammirevole testa coda e riattivare i propulsori prima che si schiantasse al suolo. Il carro, però, urtò il terreno, ma sfrecciò subito in una nuova corsa. Nel testa coda, la navetta si ritrovò a portata di tiro di Mat, che non attese nemmeno di essere di fronte all’avversario: sparò quando ancora la manovra non era conclusa, colpendo, questa volta, il motore, posto sul tetto del velivolo, che esplose immediatamente.

“sì!” esultò Mat.

“bel colpo, lo ammetto”.

Non appena Mat si accorse che Blacky respirava a fatica, e che era prossima a perdere i sensi, accorse immediatamente.

“Sarah!” esclamò, quando fu sopra di lei. Le prese la testa fra le mani.

“chiamami Blacky, o ti friggo il cervello” disse lei, prima di svenire. 

Il sole scivolava verso il tramonto, alle loro spalle, e la notte si faceva avanti con un bel vestito stellato per la sera.

ANGOLO DEGLI AUTORI:
Quanta attesa per pubblicare il nuovo capitolo... Lo sappiamo, siamo tremendamente in ritardo, e ci dispiace.
Ma finalmente l'avventura dei nostri eroi ha inizio! Tre eroici pistoleri formano una banda scalmanata, e ognuno di loro fugge dal proprio passato, perché non si pianta una pallottola in fronte al passato. Nella prossima puntata: Cobra sta inseguendo Stirling per la sua taglia, per fuggire da Marte, ma soprattutto per fuggire da quello che è il suo vero nemico. Mat è deciso ad affrontare Cobra per l'omicidio del padre, ma dovrà fare i conti con ciò che veramente sa di suo padre. Blacky crede di voler uccidere Cobra per vendicare il suo braccio menomato, ma sa bene anche lei che non è ciò che cerca davvero.
Un saluto dalla Setta Krypteia, e ci vediamo nella prossima puntata! Che speriamo non sia tra nove mesi... Non è che dobbiamo partorire i capitoli, anche se la metafora è azzeccatissima XD

 
  
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