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Autore: ChiaraDanger    03/09/2015    1 recensioni
So che può sembrare la solita storia scontata ma spero possiate cambiare idea leggendola.
Questo è un piccolo estratto:
Precedentemente avevo pensato che finalmente stavo provando cosa significasse sentirsi liberi, sentirsi vivi, ma solo in quel momento, solo con lui vicino a me, solo con la sua bocca avvinghiata desiderosamente alla mia stavo veramente provando cosa potesse realmente intendersi col dire sentirsi vivi, sentirsi il sangue scorrere nelle vene e la linfa vitale crescere al proprio interno.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Danielle Jonas, Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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HO DI NUOVO LA CONNESSIONEEEE!! *WWW* *momento di sclero* ahahah e quindi ho ripostato il capitolo e stavolta in forma decenteeee! Scusate sempre l'assenza! Sappiate che però mi sono portata avanti xD 
Fatemi sapere cosa ne pensateeee!!! Kiss Kià


“Non ci capisco niente” disse Lex lasciando cadere la matita che aveva tra le mani “Per me questa roba è arabo”.
“Se magari avessi ascoltato qualcosa a lezione anziché sbavare tutto il tempo sul sostituto della prof”  le risposi ridendo mentre armeggiavo con i fogli che avevo d’avanti.
“Cosa avrei dovuto fare? Dico ma lo hai visto?” mi rimproverò con lo sguardo perso nei pensieri e per me era impossibile non sorridere guardando all’espressione sul suo viso.
“Stai ridendo di me Signorina Scott?” ribatté con fare teatrale facendomi ridere ancora più di gusto.
“Ok ammetto che era davvero un bel vedere” affermai un po’ imbarazzata portandomi le mani alla bocca, ma guadagnando lo stesso tutta l’approvazione della mia amica.
“Quanti anni potrà mai avere? Mi è sembrato giovanissimo” disse ed io annuii in segno di accordo “Credo che dovrei prendere delle ripetizioni da lui” aggiunse poi disinvolta.
“Lex!” gridai fingendo di essere sconvolta da ciò che stava pensando “per una volta tieni le gambe chiuse”.
Stavolta fui io a sconvolgere lei, e per davvero, ma non durò più di qualche secondo poiché subito dopo iniziammo a ridere entrambe guadagnandoci le occhiatacce di tutti i presenti in biblioteca.
 
Era ancora mattina, quasi ora di pranzo, e date le due ore buca a disposizione avevamo deciso di venire a studiare in biblioteca, anche se studiare con Lex era davvero difficile.
Parlava con chiunque si avvicinasse al nostro tavolo e non riusciva a stare ferma per più di due minuti; non proprio l’atteggiamento ideale di chi ha intenzione di studiare.
In più a complicare la situazione si mise il bellissimo, giovanissimo e a quanto pare preparatissimo sostituto della professoressa di letteratura inglese, che proprio non voleva lasciare i suoi pensieri.
 
“Che ne dici di una pausa caffè?” mi guardò con occhi supplicanti una volta che ci fummo ricomposte e io non potei fare a meno di annuire.
Era decisamente il momento giusto per un caffè.
Lasciammo i libri e il materiale consegnatoci a lezione sul tavolo e ci dirigemmo al piano superiore dove erano situate le macchinette e i distributori automatici.
“Espresso o macchiato?” chiese girandosi verso di me che nel frattempo ero intenta a fissare il cibo nel distributore accanto a quello del caffè.
“Io opterei per l’espresso” sentii una voce alle mie spalle che immediatamente catturò la mia attenzione. Sia io che Lex ci girammo nella sua direzione e fissammo lo sguardo su di lui.
“Che espresso sia” rispose lei con un sorriso a 32 denti stampato in faccia.
“A proposito volevo dirle che la lezione di oggi è stata illuminante” aggiunse poi continuando a sorridere.
 
Era incredibile il modo in cui Lex si infatuasse così in fretta di qualcuno che a mala pena conosceva.
Certo non potevo negare che quel ragazzo fosse affascinante e allo stesso tempo molto intelligente, però una sola ora passata con lui la consideravo un po’ poca per gli occhi a cuoricino della mia migliore amica.
Ad ogni modo vederla così era divertente e piacevole quindi decisi di non indugiare oltre sui miei pensieri, ma al contrario mi congedai e mi diressi verso l’esterno a prendere una boccata di aria fresca.
 
“Ciao” mi salutò un volto familiare proveniente dal giardino sulla sinistra.
“Ciao” risposi cordialmente con un sorriso “Tyler giusto?” aggiunsi poi riconoscendo il ragazzo, Running back nella squadra di football della scuola.
Lui mi sorrise annuendo, ovviamente non fu sorpreso del fatto che lo conoscessi.
“Tu invece ti chiami Valerie” affermò deciso lasciandomi senza parole. Come faceva a conoscere il mio nome?
 
Immediatamente mi irrigidii pensando che fosse qualche tipo di scherzo quando però tutto d’un tratto ebbi come un flashback e ricordai che ci eravamo presentati il giorno del compleanno di Nick.
Mi sorprese molto il fatto che si fosse ricordato di me, ciò che invece non mi sorprese fu il fatto che, nel bene o nel male, io a quella serata riuscivo ad associare un solo ricordo.
 
“Come va?” chiesi cercando di sembrare disinvolta e rilassandomi di nuovo, anche se non del tutto.
“Volevo sapere se stasera ti andava di venire a bere qualcosa con me” disse senza giri di parole, cogliendomi un po’ alla sprovvista “E sappi che non accetterò un no come risposata” aggiunse poi sorridendomi dolcemente.
Ero nel panico e non sapevo che fare.
Perché chiedermi di uscire proprio ora? Ne era passato di tempo dall’ultima, e anche prima, volta in cui eravamo stati a contatto. Cosa lo aveva spinto ad avvicinarsi di nuovo a me?
-Lexi dove sei quando servi- pensai abbassando lo sguardo e iniziando a torturarmi le mani come al solito.
“Dove abiti? Ti passo a prendere alle 9.30pm” riprese lui la parola di fronte al mio silenzio imbarazzato.
“Tra la Union e la 4th” risposi ancora confusa, interrompendo finalmente il mio silenzio.
“Perfetto. A stasera allora” disse baciandomi sulla guancia e scappando via.
 
“Allora ti piace il posto?” chiese scortandomi ad un tavolino in legno scuro anteposto ad un divanetto di pelle rossa.
“Molto” risposi accomodandomi e sistemandomi la gonna.
Lex aveva insistito per farmela indossare a tutti i costi ed io alla fine non avevo potuto dire di no.
Mi aveva praticamente vestita lei in una gonna bianca a vita un po’ più alta che però mi scendeva morbida in vita e un top rosa chiaro più aderente.
Diceva che ero sexy così e forse un po’ me lo ci sentivo davvero, fatto sta che senza di lei e il suo aiuto niente di ciò sarebbe stato possibile.
“Sei molto bella stasera” riprese lui la parola una volta che si fu sistemato accanto a me.
 “Grazie” risposi abbassando lo sguardo per nascondere il rossore “anche tu stai bene”.
Mi sorrise sincero, dopodiché si alzò e andò al bancone ad ordinare da bere e a salutare un amico che lavorava lì.
 
-rilassati e sciogliti- pensai una volta rimasta sola, ripetendomi quanto mi aveva raccomandato Lexi -ha detto che ti trova carina e anche lui lo è davvero tanto. Magari questa è l’occasione giusta per dimenticarti di lui e per farlo uscire dalla tua vita-.
Quel pensiero mi scosse un po’. Erano passate più di due settimane ormai dall’ultima volta che lo avevo visto, un po’ grazie al suo continuo assentarsi alle lezioni che avevamo in comune, un po’ grazie alle mie tattiche elaborate su misura per evitarlo.
Mi mancava vederlo e avere la mia dose quotidiana di lui? Assolutamente si, però pensavo che più gli stavo lontana, più sarebbe stato  facile e meno doloroso lasciarlo andare e farlo uscire dal mio cuore.
Così come ero non sarei mai stata la ragazza adatta per lui e cambiare e rinunciare a me stessa con molte probabilità lo stesso non mi avrebbe portata a risultati positivi, quindi la cosa migliore da fare era metterci una pietra su, sperando che Tyler mi avrebbe aiutata in questa impresa.
 
“Spero ti piaccia quel che ho scelto per te” disse tornando dopo qualche minuto e una volta ripreso posto accanto a me iniziammo a bere e a parlare in maniera molto più sciolta di prima, eliminando così definitivamente l’imbarazzo che ancora c’era tra noi.
“Dove sei stata nascosta fino ad ora?” chiese dopo un po’ ridendo divertito a causa di una delle strane teorie che avevo sul football e su coloro che praticano questo sport.
“In mezzo alla gente credo. Sono una che eccelle nel passare inosservata” risposi sorridendo, anche se la mia risposta nascondeva un velo di amarezza.
“Non per me” ribatté con aria seria ma dolce allo stesso tempo “Fin dal nostro primo incontro ho capito che eri diversa dalle altre”.
Sorrisi e abbassai lo sguardo sentendo la familiare sensazione di imbarazzo farsi viva dentro di me, e quando rialzai la testa mi ritrovai a pochi centimetri da lui.
Istintivamente feci un movimento all’indietro ma lui mi bloccò poggiando una mano tra i miei capelli e nel giro di un secondo mi baciò.
Ci staccammo dopo un po’ e un sorriso spontaneo si fece largo sul mio viso.
Forse era il brutto periodo che stavo passando, o forse il fatto che finalmente sentivo di piacere a qualcuno così come ero, fatto sta che quel gesto, quel bacio, mi fece sentire felice, talmente felice da non notare due occhi fissi su di me.
 
“Ti aspetto domani agli allenamenti” disse fermando l’auto fuori casa mia.
“Non mancherò” risposi sorridendo prima di lasciargli un abbraccio e uscire dall’auto.

 
  
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