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Autore: BALERION1    03/09/2015    1 recensioni
Dopo alcuni anni dalla fine della loro grande avventura Inuyasha, Kagome e i loro amici vivono la loro vita tranquillamente e allegramente. Ma non durerà a lungo. Un nuovo e potente nemico sta per fare la sua comparsa. La più grande sfida per il gruppo di eroi sta per cominciare. Una sfida che li porterà a scoprire nuovi mondi, combattere avversari forti e micidiali, e svelare antichi misteri.
Questa è la mia primissima fanfiction. Spero che vi piaccia e che commentiate in molti.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta
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L’incontro e lo scontro
 
Kagome avvertì nuovamente quello stano presentimento. Era molto più forte di prima e più vicino.
“Sento di nuovo quella sensazione!!”.
“Non solo quello! C’è odore di sangue nell’aria, ed è umano!” riferì Inuyasha ai suoi compagni.
Avevano ormai percorso una trentina di chilometri, seguendo la direzione da cui Kagome aveva percepito quella presenza, verso Ovest. La ragazza era aggrappata in spalla al mezzo-demone mentre il monaco, insieme a Sango, li seguivano in groppa a Kirara, presa in prestito da Kohaku. Il ragazzo lo avevano lasciato al villaggio con Shippo per tenere d’occhio i bambini in loro assenza. Non aveva idea di cosa avrebbero trovato, ma Kagome sentiva che il suo presentimento parlava di pericolo, paura e morte.
Gli alberi cominciavano a scomparire, segno che erano quasi fuori dalla foresta. E si trovarono di fronte a una vasta prateria, nel cui centro si ergeva un castello. Lo raggiunsero, aprirono il portone e videro il tremendo massacro che si era compiuto: corpi di soldati mutilati e lasciati ad affogare in pozze di sangue, ancora colante dalle ferite. Non immaginavano di rivivere uno spettacolo simile dopo tutti questi anni di pace.
Tutt’intorno regnava un silenzio raggelante. Troppo silenzio.
Miroku capì che le vittime erano monaci, addestrati al servizio militare. Aveva già sentito parlare di questi ‘’guerrieri santi’’ Vengono spesso incaricati per scovare e proteggere le reliquie più sacre. Avendo un’abilità di combattimento di un ninja e un alto grado di spiritualità, non è facile sconfiggerli, sia per i demoni che per gli umani. Chiunque fosse stato doveva essere molto forte.
Esaminando i corpi notarono che erano stati trafitti con delle lunghe spine acuminate, d’acciaio, ma erano troppo corte e larghe per essere delle lance. E c’era un’altra cosa strana: sia il portone sia gli edifici tutt’attorno erano intatti. Normalmente durante un assalto ci sarebbero molti danni alle strutture, ma qui niente. E una legione di soldati avrebbe attirato troppo l’attenzione e lasciato molte tracce, invece, a parte quelle dei monaci, non ve ne erano altre. Perfino il fiuto sopraffino di Inuyasha non percepiva nessun odore sospetto. Comunque una cosa era certa: il sangue era ancora fresco, il che significa che il massacro è avvenuto poco fa e che il responsabile non è andato molto lontano. Poteva essere ancora lì.
Silenziosamente, si addentrarono nella fortezza, in cerca di un qualche sopravvissuto. L’unica cosa che trovarono erano altri cadaveri e frecce conficcate tutt’attorno, come se le avessero scagliate alla cieca in tutte le direzioni. Poi giunsero nella piazza principale del castello: uno spazio aperto, vuoto, circondato da mura fortificate per difendere il perimetro esterno dagli attacchi. Ora le mura erano tinte di rosso e i corpi dei soldati giacevano lì, dove erano caduti. Ma erano diversi dagli altri: erano rivolti verso il centro dello spiazzo, dove avevano scagliato tutte le frecce disponibili, ed erano stati ridotti a pezzi. Non era opera di una comune lama ma era come se qualcosa li avesse colpiti in volo, uno dopo l’altro, senza dar loro il tempo di reagire. Tutto ciò non aveva senso: se il nemico veniva da fuori, perché avevano colpito quel punto, la zona più interna del castello, inaccessibile, se non attraverso la porta sprangata.
Miroku e Kagome porsero loro una preghiera perché potessero riposare in pace. La calma e il silenzio lì intorno davano i brividi. Pareva di essere in una città fantasma.
Ma all’improvviso un odore famigliare attira l’attenzione di Inuyasha.
“Non siamo soli.”.
Si voltarono verso una porta alle loro spalle. Era la porta che conduceva alla parte interna del castello, sotto terra. Poco alla volta dei passi lenti e pesanti, si facevano sempre più vicini, accompagnati da un rumore di trascinamento. Attesero in posizione, pronti a ricevere qualunque cosa sarebbe uscita da quel portale oscuro. L’attesa era snervante, quel momento sembrava non finire mai, e speravano che non finisse mai per scoprire chi poteva essere tanto malvagio da compiere una strage simile. Un’ombra si mosse nel buio. Si avvicinava sempre di più, schiarendo la sua forma ad ogni passo.
E fu allora che lo videro.
“Eccoti finalmente. Ti aspettavo.”.
Era un essere umanoide, immobile sulla porta. Interamente rivestito da un’armatura metallica squadrata, color blu ceruleo, e con due appendici lunghe e rettangolari, poste dietro l’addome, sotto una placca metallica sulla schiena da cui partivano due creste affilate, in relazione a dove si trovano le scapole. Le gambe erano in parte nascoste da una protezione fluente di scaglie nere, come fosse una cotta di maglia, fino a sotto le ginocchia. Il volto era invece coperto da una maschera ossea nera, raffigurante una sorta di teschio con i denti aguzzi digrignanti, membrane nere al posto degli occhi e delle creste ai lati della testa. Non aveva armi addosso e rimaneva fisso con lo sguardo, celato dalla maschera, sul gruppo di compagni. Non era un essere umano, ma nemmeno un demone. Si trascinava dietro un monaco sopravvissuto, tenendolo per il laccio dell’armatura con la mano sinistra.
Per alcuni secondi non si mosse nessuno, rimasero a fissarsi a vicenda, cercando la più piccola preoccupazione sui loro volti.
“E’ senz’altro lui il colpevole.” avanzò le accuse Miroku, a bassa voce.
“Si non c’è dubbio. Ha ancora addosso l’odore del sangue di questi poveracci.” confermo Inuyasha.
“E’ un essere davvero spaventoso.” aggiunse Kagome.
Inuyasha non era spaventato, solo irrequieto.
“Ei si può sapere chi sei?! Non sei lo stesso tizio dell’altra volta. Ma l’odore che porti addosso è molto simile al suo.”.
Non arrivò nessuna risposta da quell’individuo, che rimase immobile a scrutarli.
“Non starai pensando che….” pensò Sango.
“Sì. Non so come, ma a quanto pare i Cavalieri Neri sono usciti dalla loro prigione.”.
“I sette draghi del continente. Che furono condannati a essere segregati per l’eternità.” riassunse Miroku. “Tu sei uno di loro! Non è così?!”.
Ancora una volta quell’essere rimase indifferente alle loro domande. E continuava a tenere lo sguardo fisso su di loro.
Poi il monaco guerriero cominciò a rinvenire. Tentava di divincolarsi da quella presa, ma era come paralizzato. Notarono che muoveva le labbra, come se cercasse di dire qualcosa, ma non si sentiva niente.
“Adesso ascolta! Questa faccenda riguarda solo me e te. Perciò lascia andare quell’umano, non ha nulla a che fare qui.”.
Il guerriero non disse e fece nulla. Finché d’un tratto, con stupore di tutti, lasciò andare la presa. L’uomo si rialzò a fatica. E sembrava che sta volta si riuscisse a capire cosa stesse cercando di dire. Aveva la voce bassa e flebile, ma si capì indistintamente.
“S… S…. Sca…. Scappate, adesso.”.
Quelle parole furono le sue ultime: il mostro lo aveva colpito alle spalle con una specie di tentacolo metallico appuntito, che ora gli spuntava dal petto. Restarono a guardare con orrore il sangue che colava dalla ferita e la luce nei suoi occhi che si offuscava, tutto mentre il suo assassino restava impassibile. Quell’agonia durò pochi secondi, al termine de quali si spense e lo lasciò cadere a terra.
Questo era troppo e Inuyasha era al limite della sopportazione.
“Maledetto bastardo!”.
E finalmente arrivò la risposta.
“Sarai tu il prossimo a fare questa fine. Caro il mio Inuyasha.”.
Era una voce roca, cavernosa, parzialmente nascosta dalla maschera e perfettamente calma.
“Come fai a conoscere il mio nome?!”.
“Noi sappiamo molte cose sul tuo conto.”.
“Perché hai fatto questo? Che bisogno c’era di sterminare questi monaci?!”.
“Dopo centinaia di anni passati a dormire in una prigione, pensavo sarebbe stato divertente schiacciare qualche centinaio d’insetti.”.
“Non osare chiamarli così! Loro erano esseri umani, e non ti permetto di chiamarli insetti!”.
“Sembra che ti stia a cuore la loro vita.” lo schermì sogghignando. “Non ti preoccupare, tanto tra poco finirai all’altro mondo come tutti gli altri.”.
A questo punto non c’era più niente da dire. Inuyasha aveva perso la pazienza. Sguainò Tessaiga.
“Ora basta! Ti faro pagare tutto il male che hai fatto!”.
Il drago non sembrò preoccupato, anzi era ben lieto di cominciare.
“Ma prima voglio che tu mi risponda: Come fai a nascondere la tua presenza? Dove sono gli altri cavalieri? E soprattutto, come faceva uno dei vostri a sapere dove si trovava la vostra tomba?”.
“Sono molte domande. Ti risponderò volentieri. Pero, voglio prima vedere se sei degno di conoscere le risposte.”.
Improvvisamente, la sagoma del cavaliere cominciò a divenire sfuocato. Come la nebbia, il suo corpo si dissolse fino a scomparire del tutto, lasciando tutti sorpresi e allerta. Non lo vedevano più, perfino l’odore e l’aura erano spariti con lui. Tutto stava a indicare che se ne fosse andato, ma nessuno si fidava. Era stato troppo facile. Da quel che avevano detto il vecchio Myoga, Totosai e Saya, questi draghi dovevano essere dei mostri spietati e invincibili. Era strano che uno di loro abbia abbandonato il campo di battaglia, senza nemmeno tentare un attacco.
Il silenzio tornò a regnare assoluto. Era davvero già tutto finito?
 
“Attento Inuyasha, dietro di te!” gridò Kagome con tutta l’aria che aveva nei polmoni.
Lui si scansò appena in tempo. Dal mezzo del nulla erano comparse ancora quelle lunghe punte di metallo, cinque in tutto, sparate a tutta velocità. Se Kagome non lo avesse avvisato in tempo, non avrebbe avuto scampo.
“Come ha fatto?!” pensò ad alta voce Sango.
“Riesce a rendersi invisibile.” rispose Miroku.
“Dannato vigliacco!! Ora che ti sei mostrato posso colpirti!.”.
Si scagliò con tutta la sua forza verso l’aggressore, pero l’unica cosa che colpì fu solo l’aria. Così si scrutò attorno, cercando di individuarlo. Non ci fu verso, era completamente invisibile e impercettibile.
Poi Kagome gli gridò di scansarsi a sinistra, evitando un altro colpo, dalla sua destra. E subito dopo uno proveniente dal fianco sinistro. Continuarono questa danza ancora e ancora. Lui che schivava tutti i colpi, seguendo le indicazioni della ragazza, e l’altro che si spostava ovunque come un fantasma. Finché il ragazzo non si decise a controbattere con una mossa a effetto.
Aspettò che il prossimo attacco arrivasse. Lo schivò ancora, ma sta volta gli lanciò un fendente a distanza con la Tessaiga rossa: la forma che permette alla spada di abbattere qualunque barriera magica. Il colpo riuscì, l’effetto magico del fendente entrò in azione e poco a poco il corpo del cavaliere ricomparve dal nulla.
“Hai finito di nasconderti codardo!!” schermì Inuyasha.
Intanto cominciava a comprendere i misteri che c’erano dietro le morti die quei monaci. Se non c’era modo di vederlo, non avrebbero mai potuto prepararsi per un attacco. Questo spiega anche perché avevano scagliato frecce in ogni direzione, senza colpire niente. E infine, se non si poteva colpire, siccome le frecce gli passano attraverso, era probabile che potesse oltrepassare oggetti solidi, come mura e portoni. Adesso dovette riconoscere che, ancora una volta, i consigli di quei tre erano stati veramente utili.
 
“Devo ammettere che questa mossa mi ha lasciato senza parole. Direi che ti sei meritato delle risposte.”.
Lo strano comportamento del drago mise di nuovo nel dubbio la compagnia. Perché, dopo avere cercato di eliminare Inuyasha, ora gli parla con così tanta confidenza. Sara una trappola? Oppure vuole solo tentare di confonderli?
“Il mio nome è Chrome. E come hai detto tu, sono uno dei Cavalieri Neri. Per rispondere alla tua prima domanda: il segreto della nostra elusività è dovuto a una speciale barriera magica, la ‘’Barriera Fantasma’’. La usiamo per viaggiare senza essere notati. Impedisce a chiunque di poterci vedere, sentire, toccare, avvertire il nostro odore e perfino percepire la nostra aura. E mi sorprende che quella ragazza sia riuscita a scorgermi. Il suo potere deriva da questo cristallo.” mostrando una pietra azzurra sferica, tenuta nella mano destra.
“Per quanto riguarda come abbiano fatto a trovare la nostra tomba, non ti so rispondere. Non ci è stato riferito. Ci siamo sparpagliati per trovare un luogo sicuro dove rifugiarci ed io ho trovato questo castello, dove ho pensato di divertirmi con i suoi occupanti. Perciò non so dirti nemmeno dove siano gli altri. E comunque, anche se te lo riferissi, cosa pensavi di fare? Assaltarci? Non ti conviene. Non puoi sconfiggerci tutti.”.
“Non farmi ridere! Ho sconfitto avversari che tutti reputavano invincibili. E di certo non mi farò battere da dei pivelli come voi!”.
“Allora devi essere molto forte, oppure solo molto fortunato. Dal momento che se non fosse stato per quella ragazza, saresti già morto da un pezzo. E comunque, nonostante il suo intervento, finora non sei riuscito nemmeno a colpirmi. Spero solo che questo non sia il tuo meglio, perché altrimenti saresti una vera delusione.”.
“Aspetta un momento, che adesso farò sul serio. Vedrai!”.
“Davvero?” sibilò il drago contro il suo avversario, pregustando il momento “Vorrà dire che possiamo smettere con il riscaldamento.”.
Rimasero sconvolti da questa dichiarazione.
“Come?”.
“Quello era solo il riscaldamento?”.
“Vuol dire che non ha ancora combattuto al massimo della sua forza.”.
Anche Inuyasha rimase spiazzato da questa risposta. Il cavaliere lo stuzzicò ancora.
“Non avrai pensato che mi limiti solamente a sparire e ricomparire, e colpire alle spalle. A cosa credi che mi serva tutto questo metallo che mi porto addosso? Di certo non solo per fare una buona impressione.”.
Alzando lentamente il braccio sinistro, chiuse le dita a pugno e la mano cominciò ad avvolgersi in una debole luce dorata. Il pezzo dell’armatura del braccio si tramutò un poco alla volta, fino ad assumere una forma completamente diversa da com’era prima. Il bagliore si spense mostrando una grossa sfera d’acciaio chiodata, al posto della mano.
“Questa è la mia arma preferita.”.
“Tutto qui?” si beffeggiava di quella trasformazione, apparentemente inutile. “Mi aspettavo chissà che. Invece hai solo rimpiazzato la tua mano con un pezzo di latta.”.
“Ti conviene non sottovalutarlo, questo non è come quelli che puoi trovare d’ovunque. Perché l’ho costruito io.”.
Con la stessa calma di prima ruotò il busto, portando il braccio in posizione dietro al corpo, come se si preparasse a dare un pugno.
“Vediamo cosa sei in grado di fare!”.
La sfera partì alla velocità di una freccia, agganciata a una catena che la teneva unita al braccio. Non fu difficile per Inuyasha schivarla con un salto in alto. E la sfera finì col colpire solo la porta dietro al mezzo-demone, con una forza brutale.
Era stato facile. Forse troppo facile.
Bastò un semplice gesto del braccio, per dare uno strattone alla catena e reindirizzare il colpo verso l’alto, proprio alle spalle di Inuyasha, e sta volta lo centro in pieno, strappandogli un grido di dolore. Non si aspettava questa mossa. Il colpo lo scaraventò in aria, per poi cadere a terra, mentre la catena fu ritratta nel braccio del suo padrone, richiamando l’enorme arma a sé. Kagome e gli altri rimasero sopraffatti dall’imprevisto.
Mentre il ragazzo si rialzava, sentiva la voce di quel rettile che lo punzecchiava per essere stato colpito così facilmente.
“Sorpreso? Ho voluto darti questa piccola dimostrazione. Adesso siamo pari.”.
Quelle parole lo avevano adirato molto, e si preparava a restituirgli il colpo con gli interessi.
“E ora, se non ti dispiace, direi che possiamo andare avanti. Forza!”.
Mulinò un altro colpo di mazza e sta volta, in vece di scansarsi, si fece scudo con la spada. Riuscì a resistere a quel tremendo colpo, arretrando di qualche passo. Respinse altri due o tre colpi prima di controbattere, tagliando la catena con un colpo secco. E la sfera chiodata cadde al suolo. Pareva averla neutralizzata.
“Complimenti. Bel colpo.” si congratulava con lui il nemico falsamente.
Si accorse appena in tempo dell’enorme mazza, che lo mancò di poco alla testa. Era sospesa a mezz’aria di fronte al cavaliere. E di nuovo sorprese tutti, quando videro le due estremità della catena ricongiungersi tra loro.
“Ti ho sorpreso di nuovo?” lo prendeva in giro il drago. “Eppure avevo detto che questo non è un comune ‘’pezzo di latta’’. In esso scorre la mia stessa aura. Attraverso di essa posso controllare quest’arma a mio piacimento, come se fosse un’estensione della mia volontà. E ora passiamo al prossimo livello.”.
Al braccio destro capitò la stessa trasformazione di prima. Questa volta la mano fu rimpiazzata da un’arma con cinque grossi fori, da cui furono sparati cinque tentacoli metallici acuminati, che ruotarono a incredibile velocità.
Mancarono il bersaglio e si conficcarono nel terreno, e continuavano ad affondare. Era un inganno: uscirono dal terreno alla rinfusa, agitandosi come dei serpenti, e cercando di colpire il mezzo-demone. Inuyasha riusciva a respingerli tutti, senza accorgersi che si stavano intrecciando tutt’intorno a lui, pronti a chiuderlo in una stretta mortale. Ma prima che potessero prenderlo in trappola, lui li recise alla base del terreno. I tentacoli caddero a terra, come fusti d’erba falciati e si allontanò il prima possibile, intuendo che essi, come la mazza, potessero muoversi anche se tagliati. Infatti, andò come aveva previsto.
“Stai imparando. Molto bene.”.
“Sta zitto! Mi sono stancato di sentire le tue parole da viscida serpe. Piuttosto che stare lì, a pensare a quello che faccio, ti conviene pensare a quello che sta per accaderti!”.
Partì alla carica con la spada alzata e gli mostrò la vera potenza della sua Tessaiga.
“Prendi questo! Cicatrice del Vento!!”.
L’esplosione accecante lo investì in pieno, scatenando una raffica di vento che spazzò via tutt’intorno. Dopo il potente boato, si fece ancora silenzio. Sembrava essere finita, ma si dovettero ricredere quando videro la polvere diradarsi e la figura metallica ancora lì, piantata al suo posto e non si era fatto neanche un graffio.
“E’ ancora vivo!”.
“Come ha fatto? E’ stato colpito in pieno dalla Cicatrice del Vento eppure non si è mosso di un millimetro.”.
“Mi sembrava strano che fosse stato così facile.” pensò Inuyasha.
“Bel colpo. Ora tocca a me!”.
Sulla schiena del nemico, le due creste dentate brillarono e da esse si staccò una sorta di lama boomerang. Scattò rapidissimo, Inuyasha parò il colpo appena in tempo, e poi lo disintegrò con un fendente. Così il rivale ne scagliò altri sei contemporaneamente. Arrivavano da tutte le parti, e non riusciva a tenerli d’occhio e contrastarli tutti, finendo per ferirsi diverse volte. Persino gli altri decisero di salire in volo per non rischiare di essere coinvolti. Kagome a malincuore dovette seguirli, purtroppo né lei né gli altri avevano pensato di portare le armi con loro, e senza le sue frecce non poteva aiutare suo marito, fu costretta a lasciarlo lottare da solo.
In tanto Inuyasha era ancora alle prese con le lame di Chrome. Poi gli venne un’idea: spiccò un balzo all’indietro e, come previsto, le lame lo inseguirono.
“E’ inutile! Queste lame sono controllate dalla mia volontà. Ti seguiranno d’ovunque andrai, finché non ti avranno fatto a pezzi!”.
Dentro di sé il ragazzo pensava “E’ proprio quello che voglio!”. Quando furono abbastanza vicine tra loro, gli scagliò contro un’altra Cicatrice del Vento a breve distanza, riducendole in polvere.
“Bè allora! Che ne dici?!” gli rise in faccia al drago.
Chrome non si scompose e sfoderò un’altra delle sue micidiali armi: le due strutture lunghe e squadrate sul dorso, simili a dei cannoni, si girarono con la bocca puntata in avanti. Il loro interno si accese di un rosso fiammeggiante.
“Magma Incandescente!”.
Due getti di fuoco fuoriuscirono, investendo tutta l’area. Inuyasha non riuscì a scansarsi in tempo e fu avvolto dalle fiamme. Restarono inorriditi i suoi compagni, credendo che sta volta fosse la fine. Anche il cavaliere era sicuro di averlo messo a tacere definitivamente e si avvicinò per controllare. Il caldo era soffocante, e lui era totalmente a suo agio, con il fuoco tutt’intorno che illuminava la sua armatura.
“Dico che è finita.” esultava per la su vittoria. “Non pensavo che saresti durato così a lungo, ma hai perso.”.
Una voce arrivò dalle sue spalle, più agguerrita che mai.
“Non ancora!”.
Con un imponente balzo, videro tutti Inuyasha fuoriuscire da quell’inferno, completamente incolume. Per fortuna la veste del Cane di Fuoco lo aveva protetto. Kagome era sollevata nel rivederlo, sano e salvo.
“Pensi che basti un fuocherello per sconfiggermi. Prendi questo!”.
Approfittò dell’effetto sorpresa per colpirlo dall’alto, ma rimase sorpreso dell’incredibile velocità del suo avversario. Non si aspettava che potesse spostarsi in quel modo, vista la pesante corazza che si portava addosso.
“Notevole. Devo averti sicuramente sottovalutando, mezzo-demone.”.
“Ti dai tante arie solo perché sai usare quelle tue strane armi. Senza di esse non mi sarebbe difficile toglierti di mezzo.”.
“Ne sei convinto? Allora ti accontento, faremo alla vecchia maniera.”.
Detto questo, Chrome modellò ancora una volta il suo corpo, trasformando la mano destra in una sega circolare e la sinistra in una lunga trivella.
Ora Inuyasha poteva avere qualche possibilità di batterlo. Ma la sua baldanza era solo una maschera per nascondere la sua debolezza. Infatti, seppure fosse riuscito a sopravvivere all’ultimo attacco, la potenza dell’impatto lo aveva lasciato parecchio stordito e ora i suoi riflessi erano meno acuti del normale. Se pero c’è una cosa per cui Inuyasha è famoso, è la sua testardaggine. E di certo non si sarebbe mai tirato indietro da una sfida.
Cominciò lo scontro: fendenti e colpi di spada mulinarono l’aria, ci furono scontri tra lame, attacco, difesa, contrattacco. Erano perfettamente alla pari e nessuno dei due sembrava voler cedere all’avversario. La lotta era lunga ed estenuante, sembrava non dover finire mai. Decise dunque il cavaliere di porvi fine. Tramutò una sua lama destra in una tenaglia a tre artigli, con i quali riuscì a immobilizzare Tessaiga.
“Direi che abbiamo scherzato abbastanza. E’ venuto il momento di eliminarti.”.
Approfittando di un momento di distrazione, cambiò l’altra mano in un martello da guerra, che colpì violentemente il corpo dell’avversario, con un movimento pneumatico. Inuyasha fu sbalzato via e la sua spada gettata lontano. Ora era in balia del nemico.
A questo punto Miroku, Sango e Kagome non potevano più stare lì a guardare, dovevano intervenire. Ma senza armi non sapevano che fare. Poi la sacerdotessa rammentò che un modo c’era, per aiutarlo. Grazie all’aiuto di Shippo aveva trovato un modo migliore per trasportare le frecce sacre: con la magia, il piccolo demone-volpe, le trasformava in asticelle di legno. In questa forma poteva portarne molte di più senza avere problemi legate al peso o all’ingombro. Inoltre poteva nasconderle anche in altri posti, in questo caso nella manica del kimono.
Si fece portare a terra, per recuperare un arco ancora intero. Mentre Chrome si stava divertendo a torturare Inuyasha con la sua sfera chiodata. Ora mai stava perdendo le forze, non poteva resistere ancora per molto.
Finalmente riuscirono a trovare un arco con cui scagliare la freccia. Non persero tempo e ripresero il volo. Kagome tirò fuori dal kimono uno dei suoi bastoncini e, utilizzando la sua energia spirituale, lo riportò alla sua vera forma. Tese l’arco e prese la mira, sapeva di avere un solo tiro a disposizione. Chrome aveva immobilizzato Inuyasha, e stava per infliggergli il colpo di grazia. In quel momento lasciò andare la corda tesa e scoccò la freccia. Come un fulmine improvviso centrò il bersaglio prima che questo se ne rendesse conto, infrangendo la corazza sulla spalla sinistra. Il drago volse lo sguardo su di loro. Era adirato per essere stato interrotto. Con tutta la sua furia lanciò una lama boomerang pronta a farli a brandelli, ma la ragazza neutralizzò il colpo con un’altra freccia. Sfruttando l’occasione, Inuyasha attaccò alle spalle il nemico con gli artigli, danneggiandogli ulteriormente l’armatura. Ora non poteva più usare le lame sulla schiena. Sapeva pero che ci voleva ben altro per sconfiggerlo. Così non perse tempo e corse subito a riprendersi Tessaiga. Il cavaliere tentò di fermarlo con un'altra fiammata, il ragazzo lo evitò spiccando un imponente salto al cielo.
“Ora che sei a mezz’aria, non puoi più sfuggirmi! Mi basterà un solo colpo per eliminarti.”.
Raccolse tutte le sue energie, concentrando l’aura in un unico punto fino a formare una sfera di fasci elettrici viola sul petto. E quando fu pronto, sparò.
“Raggio Iperbolico!!”.
Come aveva già detto il drago, Inuyasha non poteva scansarsi da quel colpo che si avvicinava sempre più a lui. Poteva essere davvero la fine? ‘’No, non oggi’’ pensava lui.
Dove molti avrebbero visto la fine, lui vedeva l’opportunità di rivoltare le cose a suo vantaggio. Strinse in pugno Tessaiga e la portò sopra la testa, in posizione di colpire.
“Stupido rettile! La tua stessa aura ti porterà alla morte!”.
“Cosa!?”.
“Bakuryuha!”.
Un colpo e l’aura demoniaca di Tessaiga si avvolse attorno al raggio di Chrome, rispedendolo indietro. Quando colpì il suolo, l’onda d’urto fece a pezzi tutto ciò che vi era attorno. Il castello fu spazzato via, ridotto in macerie sparse qua e là. Tornata la calma, Inuyasha era atterrato dolcemente grazie all’aiuto degli altri.
“Inuyasha come stai? Va tutto bene?”.
“Sì, sto bene. Tranquilla Kagome.”.
“Inuyasha credi che sia morto?”.
“Anche se ha resistito alla Cicatrice del Vento, il Bakuryuha è tutt’altra cosa rispetto a essa. Inoltre, grazie a voi, la sua corazza si era indebolita. Quindi penso che sta volta sia davvero finita Miroku.”.
“Pero adesso dovremmo confrontarci anche con gli altri cavalieri e se sono tutti forti come lui, potrebbero darci non pochi problemi.”.
“Perlomeno possiamo stare tranquilli che questo non ce ne dara più. Ora dobbiamo solo trovare e fare a pezzi gli altri sei.”.
“Sì ma, adesso che uno di loro è morto, cercheranno di vendicarsi della perdita.” aggiunse Sango.
“Ha ragione Inuyasha, dovremmo essere prudenti, ora più che mai.”.
“Ma sì, sì, Kagome non ti preoccupare. A volte sembra che tu non creda in me.”.
Improvvisamente Kirara si agitò. Rizzando il pelo e ringhiando.
“Kirara che succede!?”.
Guardarono nella direzione che indicava il grande felino, e scoprirono con orrore che non era per niente finita. La polvere sollevata dal potente attacco si stava abbassando, rivelando l’inconfondibile sagoma di quell’orrore metallico, circondato da una sfera di energia.
“Sei pieno di sorprese, devo ammetterlo. Sapete se non fosse stato per la barriera, ne sarei uscito con non pochi danni. Ma non voglio farmi rovinare l’armatura da un misero mezzo-demone.”.
Inuyasha riprese posizione, pronto per il secondo round. Rimase sorpreso dalle successive parole pronunciate dal drago.
“Riponi la spada. Per oggi basta così.”.
“Che cosa?! Come sarebbe a dire ‘’basta così’’?!”.
“Significa che termineremo questa lotta un’altra volta. E se stai pensando di fermarmi, sappi che sarebbe tutto inutile. E ora addio, per il momento.”.
Si voltò di spalle e percorse qualche passo. Credevano che volesse provare a ingannarli ancora, come prima. Poi improvvisamente si fermò di colpo. Inuyasha era pronto per fermarlo prima che agisse, invece non fece altro che voltare la testa nella loro direzione e fece una semplice dichiarazione.
“Voglio svelarvi un segreto, per avermi fatto divertire tanto. Dei sette Cavalieri Neri, io sono il più giovane. Per vostra informazione sappiate che i miei fratelli sono molto più potenti di me.”.
Quelle sole parole bastarono a far gelare il sangue nelle vene di tutti. Non potevano crederci: se il minore di tutti i draghi ha una forza tanto grande, allora quanto possono essere pericolosi gli altri sei, non ancora incontrati?
Adesso Inuyasha comprese il perché della paura ingiustificata, quanto innaturale, che il vecchio Myoga provava al solo nominarli.
“Ti ho sorpreso ancora? Allora adesso siamo di nuovo pari. A presto. E mi raccomando, non deludeteci.” disse per l’ultima volta il giovane drago.
Intorno al suo corpo fiamme azzurre si formarono per poi intrecciarsi e scagliarsi verso il cielo. Era la stessa luce che avevano visto l’altro giorno. Durò appena alcuni secondi, prima di disperdersi in tante particelle, che nel cielo formavano come miriadi di stelle.
Chrome se ne era andato, e sta volta veramente.
Cosi com’era prima che arrivassero, il silenzio era ritornato a regnare intorno a loro. Ma il tempo della pace era ormai finito.
   
 
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