Mi sono divertita a scrivere questo
capitolo perché volevo qualcosa di completamente diverso da "Benvenuti a
Magnolia". Phantom Lord è l'esatto opposto di Fairy Tail fin dal primo
impatto. Per Gajeel e Levy non sarà facile, nemmeno con Juvia a fargli da
guida.
Nel frattempo tenetevi pronti: con questo
capitolo si conclude la storia del dragon slayer d'acciaio. Dalla prossima
settimana si ritorna alla grande guerra tra le due gilde, tenetevi pronti!
Cala la notte
La
gilda di Phantom Lord, da cui proveniva Juvia, aveva la sua sede principale
nella città di Oak Town. Gajeel e Levy impiegarono un giorno intero per
raggiungerla e quando arrivarono, ormai, la notte era già calata da un pezzo.
A
causa dell’ora tarda e della pioggia, per strada non c’era praticamente più
nessuno. Le case di pietra e la nebbia davano l’idea di essere appena arrivati
in una città fantasma. Perfino le luci dei lampioni e quelle che filtravano dai
vetri delle finestre, avevano qualcosa di spettrale.
Sol
e Totomaru li lasciarono quasi subito, dicendo che avevano degli impegni in
sospeso. Era evidente che non volevano avere niente a che fare con il piano di
Juvia, né di fare rapporto sulla loro ultima missione, ma alla maga d’acqua non
importava. Aveva comprato un nuovo ombrello lungo la strada e guidava i ragazzi
a testa alta, vantandosi di quando la sua gilda fosse importante nella regione
- Phantom Lord è senza alcun dubbio la migliore di tutta Fiore. Abbiamo sedi
nelle città più importanti ed un gran numero di affiliati. Di recente qualcuno
ha iniziato a paragonarci ad un’altra gilda di provincia: Fairy Tail. Ma si
tratta solo di voci! È evidente che nessuno può battere Phantom Lord. Master
Jose è uno dei dieci maghi più potenti del paese. È molto severo perché vuole
che chi lavora con lui faccia del suo meglio, ma allo stesso tempo ha anche un
gran cuore. Ha offerto a Juvia un posto dove stare quando nessun altro la
voleva per colpa della sua maledizione: questa maledizione che porta la pioggia
dovunque vada. Juvia è sicura che master Jose troverà anche un posto per voi!
Guardate: quella è la gilda! - Ad un certo punto la maga alzò una mano per
indicare all’orizzonte e Gajeel e Levy capirono subito a quale edificio si
stava riferendo. La gilda di Phantom Lord incombeva su Oak Town come un enorme
castello gotico, tutto fatto di pietra nera e vetrate scure. In alto, sulla
torre più alta, sventolava il vessillo della gilda, sbattuto di qui e di là dal
vento e dalla pioggia. Guglie arzigogolate, archi e punte decoravano ogni
angolo disponibile mentre dei gargoyle, con le bocce spalancate, vomitavano giù
litri e litri d’acqua. Per un attimo un lampo squarciò il cielo, illuminando
meglio la sagoma del castello e Levy si strinse istintivamente al braccio di
Gajeel: la gilda di Phantom Lord assomigliava proprio ad uno dei tanti castelli
maledetti di cui aveva letto nei suoi libri di fiabe. Ma Juvia ignorò
completamente la sua espressione, incoraggiandoli a seguirla dentro - Venite! -
Nonostante
l’ora tarda, dalle vetrate e dagli infissi del grande portone di legno,
filtrava ancora della luce e quando Juvia li condusse all’interno, Gajeel e
Levy scoprirono subito che il salone principale di Phantom Lord era ancora
pieno zeppo. Si trattava di uno spazio enorme con un soffitto altissimo e dei
grandi archi di pietra a sorreggerlo. A fargli da contorno vi erano delle
grosse vetrate con lo stemma della gilda impresso su di esse e un’intelaiatura
di piombo per tenerle saldamente al loro posto. Dei pesanti candelabri di ferro
pendevano dall’alto, sospesi con delle catene, mentre illuminavano con dei ceri
magici la scena sotto di loro.
L’atmosfera
aveva qualcosa di grottesco: sembrava di essere appena entrati in un covo di
pirati o di banditi. In un angolo c’era una bacheca piena di fogli e un bancone
logoro, dove un vecchio con un occhio solo serviva un boccale di birra dopo
l’altro. Tutti i tavoli nella sala erano pieni ma quelli seduti a brindare non
sembravano affatto dei maghi iscritti ad una gilda legale. C’era gente con
sciabole alla cintura o con stravaganti cappelli da strega, qualcuno stringeva
inquietanti bastoni fatti d’osso e qualcun altro accarezzava come se niente
fosse il proprio animaletto da compagnia: un cerbero a tre teste.
-
Che bello essere a casa! - Juvia richiuse il suo ombrello e lo appoggiò in un
angolo, indicando ai suoi compagni dove potevano mettere i mantelli che gli
aveva offerto durante il loro viaggio sotto la pioggia. Nessuno dei maghi
presenti si accorse di loro, tanto erano impegnati a brindare e giocare
d’azzardo, fino a che la maga d’acqua non li condusse al bancone del bar,
chiedendo di poter parlare con master Jose - Juvia deve fare rapporto
sull’ultima missione e vuole presentargli due nuovi amici. -
Il
vecchio barista si girò, squadrando Gajeel e Levy con il suo unico occhio come
se avesse voluto fargli una radiografia - Sei sicura? Uno forse lo possiamo
prendere ma l’altra ... -
-
Osi mettere in dubbio la decisione di uno dei tuoi superiori? - Ma bastò che
Juvia alzasse un po’ la voce per convincere il vecchio a fare come gli aveva
ordinato. Il barista allungò una mano, tirando un cordoncino che pendeva in un
angolo e immediatamente il suono cupo di una campana riecheggiò per la sala:
era il segno che qualcuno voleva parlare con il master. Fu solo allora che i
presenti si zittirono, mentre tutti gli occhi si appuntavano sulle figure di
Juvia e dei suoi compagni. I maghi di Phantom Lord non erano ansiosi di sentire
il racconto della sua ultima missione; sembravano piuttosto uno stormo di
avvoltoi, pronti a banchettare su qualunque brutta notizia.
-
Juvia, mia cara! Vedo che hai già fatto ritorno! Ma dove sono Sol e Totomaru? -
La campana non ebbe nemmeno il tempo di fare il suo ultimo rintocco, prima che
una figura inquietante si materializzasse sulla rampa di scale che sorgeva
dalla parte opposta del salone. Un uomo con dei lunghi capelli neri e le labbra
sottili e scure. Indossava un mantello appariscente, un cappello da strega e
alla cintura teneva saldamente infilato un lungo pugnale col manico d’oro. A
giudicare dall’aura oscura e dalla confidenza che ostentava, era evidente che
quello era il famoso e terrificante master di Phantom Lord: Jose. Accanto a
lui, però, svettava la figura di un altro uomo ancor più spaventoso. Un colosso
alto e con le spalle larghe proprio come un bodyguard. Un mago con gli occhi
bendati e l’aria impassibile.
-
La missione è andata alla perfezione: abbiamo eliminato la Bestia e siamo stati
pagati. - Gli spiegò Juvia senza nemmeno soffermarsi sull’argomento Sol e
Totomaru. - Lungo la strada abbiamo incontrato anche questi due maghi: Gajeel e
Levy Redfox. Juvia ha visto personalmente le loro abilità contro un gruppo di
banditi e può garantire per loro. Juvia è sicura che potrebbero essere
un’ottima aggiunta alla squadra di Phantom Lord. -
-
Ohoho! - Esclamò a quel punto Jose - E così volete entrare nella nostra
famiglia? Come vi capisco! Tutti vogliono entrare a Phantom Lord! Ma per
entrare in questa gilda bisogna prima di tutto essere degni del suo nome: che
magia utilizzate? Tu per esempio! - Levy si sentì attraversare da un brivido
mentre il dito del master si appuntava su di lei ma si sforzò di tenere lo
stesso la schiena dritta; in fondo aveva Gajeel accanto a farle coraggio. -
Utilizzo Solid Script, signore. È una mangia che ... -
-
Oh! È una magia banale! - L’anticipò una ragazza seduta al tavolo più vicino,
senza nemmeno farle finire di spiegare in che cosa consisteva - Un mucchio di
maghi la utilizzano e ne abbiamo anche già qualcuno. -
-
Sue! Sappiamo tutti cos’è Solid Script senza bisogno che ce lo spieghi di
nuovo. - Jose la fece zittire con vago gesto della mano - E tu, invece? -
-
Conosco la magia dei draghi d’acciaio. Sono un dragon slayer. - Gajeel non
riuscì nemmeno a finire la frase prima che un coro di risatine cominciasse a
rombare per la sala ...
-
Magia dei draghi? Ma a chi vuoi darla a bere! -
-
I draghi si sono estinti! -
-
Questo ci vuole prendere per scemi! -
-
Ehi! Dragon slayer d’acciaio! - Lo chiamò qualcuno dai tavoli, un uomo con la
pelle scura e la testa pelata. Indossava un paio di occhiali con delle lenti
viola, ma con soltanto un vetro - Fammi vedere come mangi questo Metal!
Howling! - Il mago stese le mani in avanti ed un cerchio magico si materializzò
immediatamente davanti a lui, sparando una mitragliata di note musicali dure
come proiettili. Un suono assordante riempì la sala e i maghi sulla traiettoria
dell’attacco si gettarono a terra per evitare il peggio ma Gajeel non si lasciò
impressionare, inspirando profondamente. Se era un ruggito quello che voleva lo
avrebbe accontentato subito - Iron Dragon’s Roar! -
Howling
non aveva speranze di vincere. L’incantesimo di Gajeel lo disintegrò ancor
prima che potesse sfiorarlo e si abbatté sul suo avversario con la forza di un
tornado. Il mago dalla pelle scura non riuscì nemmeno a reagire e venne
scagliato contro la parete opposta, insieme ad una buona porzione di tavoli,
sedie e affiliati di Phantom Lord.
-
Ha ... Ha disintegrato Boze con un solo attacco ... - Sussurrò qualcuno mentre
l’intera sala ammutoliva, terrorizzata dalla forza del dragon slayer.
-
Provate di nuovo a insultarmi! - Tuonò Gajeel - O a prendervi gioco di Levy e
giuro che non ci andrò così piano come adesso! -
Questa
volta Jose sorrise, come se avesse inaspettatamente scoperto una gemma tra i
tanti maghi che lo circondavano. Alzò una mano per attirare l’attenzione dei
suoi - Suvvia ragazzi! Smettetela di comportarvi come delle canaglie, vi ho
insegnato a fare di meglio! D’ora in poi dovrete abituarvi a far posto a Gajeel
e Levy nella nostra grande famiglia! Forza, salite nel mio ufficio in modo che
possa darvi il marchio di Phantom Lord! Da questo istante in poi l’unica
ragione della vostra esistenza sarà quella di tenere alto il nome della gilda.
Ricordatevi: Phantom Lord non accetta fallimenti! -
E
così quella notte Gajeel e Levy entrarono a far parte di una delle più famose e
spaventose gilde dell’intera regione. Siccome non avevano un posto dove stare,
Juvia gli mostrò un appartamento a pochi passi dal suo. Il costo dell’affitto
era così basso che entrambi finirono per firmare il contratto senza nemmeno
pensarci. Gajeel e Levy capirono soltanto dopo un po’ la ragione per cui
quell’appartamento era sfitto da tanto tempo ed era stato messo sul mercato
praticamente in svendita: a causa della maga di Phantom Lord l’intero quartiere
era continuamente tormentato dalla pioggia. Sulle mura delle case cresceva un
fitto rivestimento di muschio verde mentre, su tutti i balconi, c’erano degli
ombrelloni che gli abitanti di Oak Town utilizzavano per proteggere le finestre
e le proprie piante. Davanti a tutte le porte c’erano delle placche di ferro
per impedire all’acqua di entrare e lungo le strade, al posto delle solite
strisce pedonali, dei gradini di pietra per permettere alle persone di
attraversare anche durante le piene.
Vivere
accanto a Juvia significava vivere praticamente sott’acqua ma la compagnia
della maga non era poi così spiacevole. Nonostante la sua strana abitudine di
parlare in terza persona e quell’aria sempre così fredda, Juvia fu l’unica, in
tutta la gilda di Phantom Lord, con cui i Redfox strinsero amicizia. All’inizio
l’unica ragione per cui la maga d’acqua gli faceva visita era quella di tenerli
sotto controllo. Si sentiva responsabile per averli portati a Oak Town e non
voleva che facessero qualcosa per irritare master Jose, ma pian piano le cose
cominciarono a cambiare. Levy provava una certa compassione per l’altra ragazza
perseguitata dalla pioggia. Cercò di indagare, invano, sulla sua maledizione,
utilizzando la vasta libreria di Phantom Lord e cominciò ad invitarla a fare
shopping e a bere una tazza di te nel tempo libero. Perfino tra Gajeel e la
“Donna della Pioggia” nacque una specie di amicizia. Anche se tutta la gilda
era terrorizzata dai poteri di Juvia e la rispettava per via della sua
posizione, Gajeel non aveva alcun timore ed i due cominciarono ad allenarsi
insieme sempre più spesso.
Per
i primi anni tutto filò liscio come l’olio. Gajeel e Levy sceglievano sempre le
missioni più lunghe e che gli permettevano di visitare le città più incredibili
di Fiore. Il dragon slayer non sopportava nessun mezzo di trasporto ma per la
ragazza questo non era un problema: spostarsi a piedi, in fondo, le permetteva
di stare più tempo da sola accanto al suo compagno. Ma poi le cose iniziarono a
prendere una piega diversa. Più aumentavano le missioni completate con successo
e la fama di Black Steel cresceva, più aumentava l’interesse che master Jose
provava nei suoi riguardi. L’uomo iniziò a convocare Gajeel sempre più spesso,
affidandogli missioni speciali e particolarmente pericolose in cui nemmeno Levy
poteva accompagnarlo. Tutte le volte, prima di partire, il dragon slayer la
rassicurava, dicendole che sarebbe tornato in fretta ma dopo ogni missione ne
seguiva sempre una nuova. Alla fine arrivò un punto in cui Levy e Gajeel non
riuscivano quasi più ad incontrarsi, pur abitando nella stessa casa. Il dragon
slayer sapeva che la cosa faceva infuriare la ragazza ma allo stesso tempo non
sapeva bene come affrontare l’argomento ...
-
Hai intenzione ancora di leggere a lungo? - Gajeel si coprì la testa col
cuscino, cercando di nascondersi dalla luce della lampada che proveniva dal
comodino opposto, ma senza alcun successo. Il bagliore si infilava dietro la
stoffa come una lama crudele e senza pietà. - Lo sai che ore sono? - Ricominciò
il dragon slayer dopo qualche istante di silenzio. La sveglia dal suo lato del
letto indicava chiaramente le tre di notte ma a quanto pare Levy non aveva
ancora alcuna intenzione di smettere. La ragazza se ne stava seduta proprio
accanto a lui, con la schiena appoggiata a una pila di cuscini, i capelli
tirati indietro da una fascia ed uno spesso volume con la copertina blu.
-
Mi mancano poche pagine per arrivare alla fine. -
-
Quante? -
-
Cento. -
Gajeel,
grugnì: era evidente che la ragazza lo stava facendo apposta per provocarlo. Da
quando aveva fatto ritorno quella sera, dopo l’ultima missione, Levy continuava
a comportarsi nel modo più irritante possibile. Dopo esser stato via due
settimane, non era di certo il tipo di accoglienza che si aspettava.
-
Ho capito: sei arrabbiata. Dammi quel coso e parliamone. - Il dragon slayer
allungò un braccio, cercando di afferrare il libro che Levy stava stringendo ma
la ragazza lo alzò con uno scatto, continuando ostinatamente a tenerci gli
occhi puntati sopra - No! - Ma ormai Gajeel non aveva più alcuna
intenzione di fermarsi. Trascinò Levy giù, bloccandola con le gambe e dopo un
breve tira e molla riuscì finalmente a strapparle il libro e a tirarlo via.
“Memorie di una maga” fece un lungo volo fin dall’altra parte della stanza,
infilandosi come un proiettile in mezzo ai cuscini del divano.
-
Non mi hai fatto nemmeno mettere il segno! -
-
Chi se ne frega del segno! Puoi dirmi che accidenti ti prende Scricciolo?
- Gajeel non aveva intenzione di litigare ma pur di farsi ascoltare fu
costretto a mettere ancora più pressione nella stretta e bloccare la compagna
anche per i polsi. - Allora? - La ragazza alla fine smise di scalciare, ma girò
comunque la testa dalla parte opposta per evitare lo sguardo di Gajeel. Anche
così, con la fronte pigiata uno contro l’altra, Levy sembrava distante un
milione di miglia.
-
Scricciolo? - Gajeel fu costretto a chiamarla per l’ennesima volta prima di
riuscire a strapparle un sussurro
-
Non era questo quello che avevamo in programma. -
Il
dragon slayer aggrottò un sopracciglio, senza capire a cosa si stava riferendo
e Levy si morse un labbro per qualche istante, prima di ricominciare a parlare
- Quando all’inizio abbiamo deciso di scappare insieme, il progetto era quello
di viaggiare, di visitare il mondo insieme, non di ... finire uno separato
dall’altra! Jose e quelle sue maledette missioni ... -
-
Lo sai che sono lavori pericolosi, non posso ... -
-
Ti stanno portando via da me! -
A
quelle parole Gajeel fu costretto a mordersi la lingua. Non gli piaceva l’idea
di andare in missione da solo per colpa di Jose, ma aveva continuato a farlo
per tutto quel tutto quel tempo proprio per Levy: non voleva metterla in
pericolo. Vederla con gli occhi lucidi non era affatto il suo obiettivo.
-
Voglio lasciare Phantom Lord. - Sussurrò alla fine la ragazza - Ne ho già
parlato con Juvia e anche lei è d’accordo. Visto che qui nessuno sa come
liberarla dalla sua maledizione, preferisce venire via con noi. -
-
Anche la Donna della Pioggia? - Per un attimo Gajeel ammutolì, senza sapere né
cosa dire né cosa fare, ma poi capì che l’unica possibilità che gli rimaneva
era quella di scusarsi, come quando aveva incontrato Levy per la prima volta
tanti anni prima. Che altro poteva fare per farla smettere di piangere?
-
Se vuoi lasciare Phantom Lord, allora sono con te. - Il dragon slayer costrinse
la ragazza a girarsi di nuovo, prendendola per il mento - Non mi importa cosa
pensa Jose: lui non è il mio vero master. Ho promesso che ti avrei seguita
dappertutto, sei tu l’unica che mi interessa. Devi solo scegliere dove andare.
-
Quando
i tre fecero visita all’ufficio di Jose per annunciare la loro decisione, il
master di Phantom Lord spalancò gli occhi come se lo avessero appena pugnalato
alle spalle. Provò a convincerli in tutti i modi a non lasciare la gilda, ma
ormai i suoi toni suadenti non potevano più far nulla. Alla fine Jose si
abbandonò ad un lungo sospiro - E io che pensavo fossimo una grande famiglia!
Essere tradito dai propri figli! Che cosa terribile doveva capitare proprio a
me! Ma se questa è la vostra decisione, non posso farci niente ... - Anche Levy
lanciò un sospiro, di sollievo, ma per essere interrotta subito dopo dalla voce
del master. - Saranno tempi burrascosi per Phantom Lord senza di voi! Non vi
dispiace un po’ lasciare i vostri amici in questo stato? Il minimo che potete
fare è portare a termine un’ultima missione e cedere alla gilda l’intero
ricavato. - A quel punto l’uomo sfilò un foglio dal cassetto della scrivania,
facendolo scivolare sul mogano scuro. Sul pezzo di carta c’era impressa una
cifra astronomica, un nome e la foto di una ragazza con un elegante abito rosa.
-
Che cosa dobbiamo fare con questa Lucy Hertfilia? - Domandò Juvia a cui ormai
non importava più niente se non di lasciarsi Oak Town alle spalle. -
Sicuramente avete sentito parlare della famiglia Heartfilia. - Gli spiegò Jose
- Una delle più potenti di Fiore! Hanno un impero economico e controllano gran
parte delle ferrovie dello stato. Quasi un anno fa l’unica erede della famiglia
è sparita nel nulla, scappando di casa senza lasciare nemmeno un messaggio. Suo
padre è così preoccupato! - Il mago si prese la faccia con le mani, fingendo
anche lui la stessa disperazione di un uomo che sta per perdere dei figli - Ci
ha chiesto di riportarla a casa e noi realizzeremo il suo desiderio! Ha trovato
un ragazzo di buona famiglia a cui darla in sposa e che si prenderà cura di
lei. Non possiamo farli aspettare! Grazie ai miei appoggi, ho scoperto che Lucy
Hertafilia si è unita alla gilda di Fairy Tail. Vi rendente conto?
Quell’orribile mucchio di brutti ceffi! Forse l’hanno costretta! Chissà cosa le
tocca subire ogni giorno! Ma voi la salverete, non è vero? Voglio che la
prendiate e la portiate qui da me, costi quel che costi! - Jose sottolineò
l’ultima frase picchiando un pugno sulla scrivania e Juvia annuì quasi subito:
aveva fatto lavori peggiori per l’uomo e la cosa non la spaventava affatto.
Gajeel scrollò le spalle: non gli sembrava una cosa particolarmente difficile
ed era ben disposto a fare quell’ultima missione se ciò avrebbe significato
sbarazzarsi di Phantom Lord. Levy, invece, piantò saldamente i piedi per terra
- Dobbiamo rapire una ragazza? Ho capito bene? Una maga di Fairy Tail? Ma
questo è illegale! Le gilde non possono farsi la guerra tra loro! -
-
Guerra? - Ripeté Jose come se fosse appena cascato dalle nuvole - Fairy Tail è
un’associazione così minuscola e insignificante che perfino l’idea di farci una
guerra è ridicola. Sono soltanto un branco di imbecilli, sono sicuro che non si
accorgeranno nemmeno che uno di loro manca all’appello! Questa è l’occasione
giusta per ricordargli qual è il posto che gli spetta: l’ultimo della
classifica. -
-
Io non accetto. - Questa volta Levy non gli lasciò dire altro. Era certa fin
dal primo momento che il master si sarebbe opposto alla loro decisione ma non
pensava che sarebbe arrivato a tanto.
-
E neanche voi dovreste! - Continuò ad insistere la ragazza parlando ai suoi
compagni - Volete davvero rapire una ragazza per costringerla a sposare un
tizio che non conosce nemmeno? Siete impazziti? Era la stessa cosa che volevano
fare a me! Non abbiamo alcun obbligo di svolgere quest’ultima missione. Il
regolamento del Consiglio dice che ogni mago può lasciare la propria gilda in
qualsiasi momento! - E a quel punto Jose fece una faccia disgustata, come se
informarsi sui propri diritti, fosse stata la cosa più terribile al mondo. - È
vero che un mago può lasciare la propria gilda in qualsiasi momento. - Cominciò
l’uomo, appoggiandosi coi gomiti sulla scrivania - Ma Phantom Lord ha delle
sottodivisioni in tutte le città di Fiore, quindi è quasi impossibile “lasciarla”.
Se proprio dovessi abbandonare la gilda, preferirei farlo in buoni termini e
non ritrovarmi con un mucchio di maghi arrabbiati alle calcagna, perché
vogliono indietro i loro soldi ... -
Di
fronte a quello sporco ricatto Juvia fu la prima a cedere - Levy - chan, si
tratta di una missione facile. Possiamo sbrigarla anche in una notte. -
Conosceva bene Jose e sapeva quanto fosse pericoloso attirarsi le sue antipatie
ma Levy non le diede ascolto, girandosi verso Gajeel. Si aspettava di trovare un
po’ di supporto ma l’unica cosa che ottenne fu una scrollata di spalle.
-
Ho detto di no e non ho alcuna intenzione di cambiare idea! - Alla fine Levy si
girò con uno scatto, chiudendosi la porta dell’ufficio alle spalle con un
tonfo. Era davvero furiosa. Arrabbiata con Jose per il suo trattamento e con i
suoi compagni per la loro ingenuità. Davvero non riuscivano a capire in che
guaio si stavano cacciando? Rendersi responsabili di un rapimento gli avrebbe
messo contro un bel mucchio di nemici, forse ancora di più di quelli che poteva
scatenare Phantom Lord.
Mentre
camminava, tutta presa da questi pensieri, Levy non si accorse nemmeno che di
colpo l’atmosfera si era fatta più fredda. Il castello di Phantom Lord era
davvero imponente, così grande che per raggiungere l’uscita dall’ufficio del
master occorrevano parecchi minuti. Non ci sarebbe riuscita nemmeno se si fosse
messa a correre ...
Le
ombre negli angoli del corridoio si allungarono improvvisamente, prendendola
per una caviglia come dei disgustosi tentacoli. Levy si inchiodò sul posto,
cercando di liberare il piede con la forza ma una voce la costrinse subito a
fermarsi. - È inutile ragazzina! - Jose era lì, pronto a bloccarle la strada
con un ghigno diabolico. Levy gridò, senza sapere che quello in realtà era solo
un clone, prodotto dalla magia dell’uomo che in quel momento stava ancora
parlando con Gajeel e Juvia nel suo ufficio.
-
Lo sai? Mi sono proprio stancato di te! - Tuonò l’ologramma - Ti ho preso in
questa gilda soltanto perché mi interessavano i poteri del tuo caro dragon
slayer e non posso permetterti di portarmelo via insieme a uno degli Element
Four! Ti avevo avvertita fin dall’inizio: Phantom Lord non accetta sconfitte e
porta sempre a termine le sue missioni, ma tu non vuoi collaborare. Ora è
giunto il momento di mostrarti cosa succede a chi disubbidisse ai miei ordini!
-
Quella
volta non fu come contro i banditi o contro Juvia. Gajeel non era lì per
salvarla e Levy non era per niente pronta a combattere.
-
Dark Pulse! - Jose mosse una mano, liberando una scarica oscura. La ragazza non
fece nemmeno in tempo a schivarla e tutto divenne improvvisamente buio. In quel
momento Levy non sapeva ancora che cosa le riservava il destino da lì a breve.
Non sapeva che si sarebbe svegliata in una cella in compagnia di Lucy e che
l’avrebbe aiutata a scappare. Non sapeva che si sarebbe alleata con Fairy Tail
e che avrebbe dovuto affrontare la sua stessa gilda per riavere indietro i suoi
compagni. Non immaginava di certo che Natsu, Gray ed Erza sarebbero accorsi in
suo aiuto ...