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Autore: Loulou_24    04/09/2015    1 recensioni
Ammetto che è il classico cliché innamorarsi del migliore amico del fratello maggiore,giuro che ne avrei fatto volentieri a meno di questo amore impossibile se avessi potuto scegliere. Ma si sa, non si sceglie chi amare. O si? Io in ogni caso non ho avuto possibilità di scelta. E’successo e basta.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Il fato mi aveva messo di nuovo davanti ad un bivio: Sam o Rìan? Ora che avevo fatto una scelta le carte erano state mischiate di nuovo. Rìan era stato ributtato nella mia vita con il triplo della facilità con cui ero riuscita a metterlo da parte.
«Mi dispiace davvero tanto Rìan.» Cerai di essere il più sincera possibile. In parte ero dispiaciuta sul serio, odiavo vederlo così triste ma a in parte non potevo non essere felice della sua rottura. Mi concessi di sedermi accanto a lui. Promisi a me stessa che non mi sarei spinta oltre. Non avrei fatto nient’altro, non lo avrei toccato o sfiorato.
Rìan mi seguì con lo sguardo mentre mi sedevo.
«Posso fare qualcosa? Se vuoi le lancio questo cappuccino in testa.» indicai il bicchiere che avevo in mano.
Mi rivolse un mezzo sorriso. «No, non ce n’è bisogno.» Iniziò a fissare la strada davanti a lui e io iniziai a fissare le sue mani intrecciate poggiate sulle cosce. Non riuscii a trattenere il mio corpo che lottava per avvicinarsi a lui, attirato come se lui fosse una calamita e io il metallo. Alzai una mano con cautela, avevo paura che un movimento brusco lo avrebbe fatto scappare, sfiorai il suo braccio e feci scorrere la  mia mano sulle sue. Infransi la promessa che avevo fatto a me stessa.
«Vedrai, ti passerà. Il tempo guarisce tutto.» Ripetei la frase che mi aveva detto mia madre un’ora prima. Quando Rìan spostò lo sguardo su di me fu come se mi fossi risvegliata da una trance, di scatto allontanai le mie dita da lui rendendomi conto di essermi spinta troppo oltre, lui però sembrò più sorpreso dal fatto che avessi allontanato la mia mano così in fretta piuttosto che dal fatto che lo avessi toccato.
«Grazie Meg.»
Decisi che era arrivato il momento di andarmene e lasciarlo ai suoi pensieri.
 Avevo fatto solo pochi passi quando la voce di Rìan mi chiamò di nuovo. «Nicholas è a casa? Vorrei davvero parlare con lui.»
«Quando sono uscita non c’era ma forse ora è tornato.»
«Ti dispiace se vengo a casa a controllare?»
«No.» Le mie labbra dissero solo no ma il mio corpo avrebbe voluto urlare e saltellare. Avrei avuto l’occasione di passare del tempo da sola con lui.
Mentre camminavamo cercai qualcosa di confortante da dire o anche solo qualcosa di interessante, ma non mi venne in mente nulla, neanche un singolo argomento di conversazione, niente che rompesse quel silenzio imbarazzante. Riuscivo solo a pensare al mio corpo accanto al suo e alla mia mano che sfiorava la sua di tanto in tanto. Mi feci più vicina per permettere che quel contatto casuale tra di noi durasse qualche attimo in più ma il mio piano non andò esattamente in porto. Spostandomi verso destra scivolai su una foglia secca caduta a terra e gli finii addosso. Rìan mi afferrò per un braccio evitandomi una brutta caduta. Mi beai di quel tocco leggero su di me per qualche secondo, poi mi lasciò e il sogno finì.
Perché il mio corpo decide di diventare impedito nei momenti meno opportuni?!
«Grazie per avermi presa.» Mormorai con le guance in fiamme. Non ebbi il coraggio di guardarlo in faccia per paura che notasse il mio rossore.
«Figurati. Inciampo sulle foglie continuamente.» Dal tono sembrava che stesse cercando ardentemente di trattenere una ristata.
Certo! A chi non è mai successo?! Tutti cadono sulle foglie.
«Non prendermi in giro! Le foglie secche sono scivolose!»  Gli diedi un piccolo schiaffo sul braccio cercando di concentrare abbastanza forza per fargli sentire almeno un piccolo bruciore ma mi feci più male io di lui.
«Oh lo so! Te l’ho detto mi capita di continuo.» Ora che le mie guance non erano più sui 40° mi girai a guardarlo e sorrideva. Sorrideva con quel sorriso meraviglioso su cui ho sempre fantasticato. Poi il suo sguardo scese alla mano che mi stavo massaggiando.
«Questo è il karma, non avresti dovuto schiaffeggiarmi!»
«Tu non avresti dovuto prendermi in giro.» Mi prese la mano l’avvicinò alle sue labbra e mi lasciò un piccolo bacio sulle nocche.
«Ecco, ora va meglio?»
Più di quanto tu possa immaginare. Cercai di imprimere la sensazione delle sue labbra sulla mia pelle nella mente. Forse è per questo che la gente non si lava, forse qualcuno di cui si sono innamorati li ha baciati sotto le ascelle, non riesco a trovare un’altra spiegazione logica all’odoraccio che sono costretta a sentire ogni giorno. Io non credo che laverò mai più questa mano.
«Nah, mi dispiace ma la tua saliva non è così miracolosa come credi.»
«Ci ho provato. Almeno ora so che non mi colpirai più.»
«Probabilmente no.»
Prima che me ne rendessi conto ci ritrovammo sotto casa mia. Il tempo era passato troppo in fretta per i miei gusti, avrei voluto bloccare il tempo e continuare a chiacchierare con lui all’infinito. Quella era una delle conversazioni più lunghe che avevo intrattenuto con lui, i nostri rapporti si erano sempre limitati ad un “ciao, come stai” quando Nicholas lo portava a casa, non abbiamo mai parlato sul serio. Mi sono sempre accontentata di sentirlo parlare con mio fratello dalla stanza accanto. Era bello scherzare con lui, parlarci sul serio.
 
Mia madre era ancora in casa, mio fratello non era ancora tornato e papà era a lavoro. Quando varcai la soglia di casa Molly era in salotto sul divano a guardare la Tv.
«Mamma, Nic è a casa?» Le urlai dall’ingresso. Sentii che si alzò per venire in salotto a salutarmi.
«No ma torna tra poco , puoi approfittarne per stampare altre foto di Rì…» Arrivando all’ingresso si rese conto che non ero da sola e chiuse di scatto la bocca.
«Altre foto di Rihanna. Sai a suo fratello non piace molto, quando non c’è ne approfitta per ascoltare la sua musica e stampare sue foto. Poi le nasconde nel libro di matematica e…» Cercai di azzittirla con un occhiataccia. Mia mamma meriterebbe un posto nel libro Guinness world records per tutte le volte che era riuscita a dire la cosa sbagliata al momento ancora più sbagliato. Una pagina grande, tutta per lei. Sono sicura che avrebbe battuto tutte le altre persone presenti su questo mondo.
Guardai Rìan di sbieco per capire se se ci era cascato almeno un po’.
 No, non direi, sembrava piuttosto perplesso.
«Credevo gli piacesse Rihanna.»
«No, non la può vedere.»
«Lo terrò presente» Disse annuendo.
«Rìan accomodati, Puoi aspettare Nic qui. Fai come se fossi a casa tua.»
«Grazie Molly » Rivolese un sorriso mozzafiato a mia madre e andò in salotto.
Non appena Rìan lasciò la stanza approfittai per rimproverare mia madre.
«Sei impazzita?!» Sussurrai.
 «Vedo che non hai perso tempo, eh tesoro?» Mi sussurrò mia madre di rimando. «Brava, così si fa.»
«Non è come pensi, si è lasciato con Rosalie e voleva vedere Nicholas.» Sbuffai. Quella donna doveva smetterla di comportarsi così.
«Bè io vado a fare la spesa.» Disse alzando la voce per farsi sentire anche da Rìan nell’altra stanza. Mi rivolse un occhiolino prese la borsa e se ne andò sbattendo la porta.
Decisi che mi meritavo qualche secondo per assimilare il fatto che Rìan ed io eravamo nella stessa casa, da soli. Qualche secondo per assimilare che pochi minuti fa avevo avuto con lui l’unica conversazione degna di essere chiamata cosi. Pochi minuti fa aveva baciato delicatamente questa stessa mano che ora tengo poggiata su un fianco. E soprattutto poco fa ho visto Rìan e Rosalie lasciarsi. Il tono della voce dentro la mia testa aveva preso un ché di disperato ed eccitato. Feci un respiro profondo, ci ripensai un attimo e decisi che due erano meglio di uno. Cercai di calmarmi ma senza successo, mi stampai un sorriso in faccia e lo raggiunsi di là.
«Vuoi un tè? Mi fa sempre stare meglio quando sono giù.»
«Sì, per favore.»
«Ti aiuto.»
Preferirei di no visto quello che mi accade quando mi sei vicino però se devi…
«Hai ritrovato il tuo telefono?»
«Sì, mi era caduto a terra a scuola. Un ragazzo lo ha ritrovato e me lo ha restituito.»
«Sei stata fortunata.»
«Già. Limone o vaniglia?» Dissi mostrandogli due bustine di tè.
«Vaniglia.»
Trattenni un sorriso pensando che anche io avrei scelto vaniglia.
In quel momento realizzai che lui per quanto potesse essere speciale e diverso da tutti gli altri era pur sempre un ragazzo e si sa che non ragionano con il cervello ma con un punto un pochino più in basso. Diciamo un punto tra le loro gambe, giusto per restare sul vago. Quindi se c’era una minima speranza, una speranza remota, che lui fosse interessato a me forse poteva essere una buona idea sfruttare i doni che Madre Natura mi aveva dato per aiutare a far uscire quei sentimenti nascosti. Il mio viso era nella norma, si poteva definire carino ma certo non ero al livello di Angelina Jolie o semplicemente al livello di Lucy. Ma per quanto riguarda il mio corpo ero stata fortunata: il mio seno era prosperoso al punto giusto e il mio lato B era sempre stato  apprezzato dal sesso opposto. Non ne avevo mai approfittato prima d’ora ma adesso mi sembrava un ottimo momento per iniziare.
Mi sfilai il maglioncino che avevo addosso blaterando qualcosa a proposito del caldo e rimasi  con una magliettina abbastanza scollata. Cercai di chinarmi nel modo più sensuale che potevo ogni volta che dovevo prendere qualcosa in basso. Rìan era alle mi spalle appoggiato al tavolo con le braccia incrociate.
Approfittai di ogni superficie nella mia cucina per controllare se mi stava guardando. Ogni tanto riuscii a sorprenderlo con lo sguardo su di me.
«Posso fare qualcosa?» Esclamò all’improvviso.
«Prendi le tazze nella credenza lì sotto» Gli indicai uno sportello accanto a me.
Io stavo armeggiando con il bollitore che aveva iniziato a far uscire acqua bollente dal bordo. Vidi con la coda dell’occhio Rìan avvicinarsi per prendere le tazze.
«Stai attenta, ti potresti bruciare così» Sentii la sua voce vicinissima al mio orecchio. Un braccio mi passo accanto e spense il fuoco sotto il bollitore. Lui era lì, alle mie spalle, così vicino che sentivo il calore del suo corpo attraverso i vestiti.
«Grazie» dissi senza fiato. Mi girai lentamente e Rìan era a pochi centimetri dal mio viso.
 Ero schiacciata contro il bancone della cucina e le sue gambe erano a contatto con le mie, se solo avessi spinto il busto un po’ più in avanti i nostri corpi sarebbero stati incollati li uni agli altri.
«Megan, grazie per quello che hai fatto. Mi hai fatto sorridere oggi e ne avevo proprio bisogno.» La sua voce era bassa e roca. Scivolò alle mie orecchie dolcemente.
I suoi occhi guardavano me come non avevano mai fatto prima e mi catturarono.
Non so se fosse merito della mia scollatura o semplicemente perché oggi ero stata lì per lui in un momento di bisogno ma Rìan era lì, contro il mio corpo e non riusciva a distogliere lo sguardo da me.
  
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