Guardo
dall’alto, da un monte sperduto…
qui arrivano
solo i più forti, i più coraggiosi…
…i più
sfortunati…
…i derelitti
della società, gli emarginati…
…gli
scarti…
…gli
inutili…
…chi è senza
qualcosa…
…pochi…
…quasi
tutti…
…chi è morto
dentro…
Questo è il
regno di chi è solo…
Lei…
Lo vedo quando
si esprime…quando guarda quella sua compagna arrossendo in viso. Quando annusa i
suoi capelli e guarda al suo seno. E pensai che fosse come
tutti.
Poi vidi la sua
compagna scappare schifata dopo che avevano parlato.
E vidi che
rimase lì, immobile, mentre alcune lacrime scorrevano fino al mento, gocciolando
verso terra, e incrociando la camicetta rigonfia sul petto; e le sue mani
stringevano la lunga gonna che calzava perfettamente attorno alle sue cosce
sinuose.
E sentii mentre
strillava con le lacrime agli occhi, mentre i suoi genitori impassibili
semplicemente non capivano.
L’ultima volta
che ho visto il suo viso, stava su una roccia di questo monte, e guardava
l’orizzonte che si deformava in morbide colline sinuose, che salivano e
scendevano come la seta di quella camicetta…
E capii che non
mi ero sbagliato. Perché lei era come tutti noi…
Di
solito non parlo spesso di questo argomento particolare…non so perché,
ultimamente in questi tempi, lo vedo troppo al centro dell’attenzione per una
cosa che a mio avviso è del tutto naturale…ma è ovvio che doveva esserci un
posto anche per loro nella mia storia…
Ringrazio
tutti quelli che continuano a leggere, soprattutto perché spesso li trovo
d’accordo con me ^__^ Grazie mille. Leo