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Autore: CappelloParlante    08/09/2015    2 recensioni
Dietro alle porte scorrevoli e scricchiolanti dell' autobus non si sa mai bene ciò che si può trovare. Può essere un obliteratore di biglietti rotto, l'ultimo posto a sedere libero, una vecchina che si lamenta per le mezze stagioni scomparse o un omone sudaticcio che non va molto d'accordo con il deodorante. Si può rimanere terrorizzati trovando il controllore che non si vedeva dall'anno passato proprio il giorno in cui non si è riusciti a comprare il biglietto oppure entusiasti di rivedere quel ragazzo carino seduto in fondo, un po' trasandato, che non si riusciva ad incontrare da qualche settimana. Puoi ascoltare di storie d'amore fallite, pettegolezzi succulenti sulla figlia dell'autista oppure sentire semplicemente la recensione dei banchetti migliori del mercato che proprio non ci si può perdere. Si può ridere mentre il vecchio che si regge in piedi a fatica racconta scherzi fatti durante i suoi anni da militare, o trascriversi la ricetta speciale della peperonata della signora vestita di verde che, assicura lei, non rimane sullo stomaco. Sedetevi comodi e preparatevi ad ascoltare, allora, perché da questo momento sarete testimoni silenziosi della vita dei passeggeri del 538/. E non sarà sempre una passeggiata.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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In quella mattina primaverile che profumava, finalmente, di fiori e allergie, Mariuccia e Annetta sembravano più burbere che mai. Se ne stavano sedute nei loro posti per disabili, la faccia grigia e scura, aspettando solo che qualche malcapitato gli passasse accanto per vomitargli addosso tutte le loro paturnie. Infatti, quella mattina, Mariuccia si era storta la caviglia scendendo dal letto, e adesso si comportava come un ferito di guerra tornato miracolosamente in Patria, nonostante la perdita di arti superiori e inferiori. Annetta, dal canto suo, raccontava a chiunque avesse la forza fisica e mentale per ascoltarla, che quella mattina ne aveva viste di tutti i colori. Prima aveva perso la dentiera e, si sa, una donna d'alta borghesia come lei non sarebbe potuta uscire senza, piuttosto erano preferibili gli arresti domiciliari. Poi non trovava più il suo gatto, Asdrubale 3°, e questo l'aveva mandata alla disperazione nel giro di quattro minuti di ricerca. Alla fine, quando aveva trovato il gatto sclerotico nella cesta della biancheria, aveva tirato un sospiro di sollievo. Un po' meno allegra lo era stata quando Asdrubale 3°, aprendo la bocca per mangiare, aveva fatto cadere la sua dentiera. Come si suol dire, due piccioni con una fava. In ogni caso, quella frizzante mattina di marzo, le cose non andavano un granché bene sul 538/. "Non che mi faccia schifo, eh, sia chiaro, dopotutto Asdrubalino è come un figlio per me, ma, alla fine, cosa ne so delle malattie che può portare la saliva di gatto!" esclamò Annetta, sprofondata nel suo sedile giallo canarino per disabili. Mariuccia annuì "pensa che ho sentito dire dalla moglie del macellaio che una sua grande amica, credo che tra l'altro sia la nuora dell'avvocato Tessaglia, sai quello che abbiamo incontrato al parco, comunque, che questa sua amica ha contratto qualche brutta malattia causata dalla saliva di cane" assicurò, massaggiandosi la caviglia gonfia. Dopo qualche secondo di silenzio pensoso, Annetta corrucciò le sopracciglia "e come ha fatto ad avere a che fare con la saliva di can-" " buongiorno signore" la interruppe la voce forzatamente gentile di Giancarlo. Quella mattina indossava, oltre alla sua classica tenuta da divo anni 40, un paio di occhiali da vista rotondi che facevano sembrare i suoi occhietti lucenti e marroni grandi occhi da cucciolo. Mariuccia arrossì, colpevole, all'istante "che vuoi, Giancarlo?" mormorò guardando insistentemente fuori dal finestrino. Giancarlo la guardò male "credo che Paolo vi abbia raccontato di quella faccenduola che mi è successa l'altro giorno, quella del viaggio gratuito in crociera" continuò con voce lenta. Una palpebra di Annetta iniziò ad andare su e giù, colta da un tic nervoso "risparmiaci il racconto" disse aspra, una mano sull' occhio nel tentativo di bloccare la palpebra "lo sappiamo già". Giancarlo fece un sorriso senza gioia "benissimo, allora ci vorrà molto meno tempo" sussurrò arrabbiato "io so che siete state voi due, volevate levarmi dai piedi per un giorno per fare del male a Serena, povera creatura, e vi smaschererò, eccome se lo farò" butto li, a mo di minaccia. Poi, sotto lo sguardo allibito delle vecchie, Giancarlo girò sui tacchi e si allontanò, sorridendo tra se e se. " Ecco! Ha riconosciuto la mia calligrafia!" mormorò sconfrontata Mariuccia, le braccia rivolte al cielo. "Oh, cielo, aiutami" sussurrò invece Annetta, guardando male l'altra. " Sei proprio una vecchia rimbam-" " Ponte della Libertà!" tuonò l'autista, facendo interrompere i discorsi di tutti i passeggeri. " Non ce la fa" sussurrò tra i denti Giancarlo. "Sto con Gian" concordò Paolo. " Assolutamente no! Lei deve salire!" esclamò Annetta, seguita dai borbottii di assenso di Mariuccia. "Che vecchie sciocche! Ma non lo capite che a Serena non piace quel ragazzino! Sofia non vi servirà a nulla" le riprese Giancarlo, dal fondo ombroso dell'autobus. Mariuccia ridacchiò" Serena è innamorata persa di Francesco, faremo in modo che te lo dica di persona, così almeno ti levarai dai piedi una volta per tutte" rispose. Giancarlo fece un espressione stupita "Ah ah! Beccate! Allora siete state davvero voi due a farmi quello scherzo da ragazzine!" tuonò arrabbiato. "Secondo te, vecchio sciocco? Ovvio che si!". Giancarlo stralunò gli occhi, e stava proprio per esplodere quando Sofia salì sul 538/, il fiatone e le guance rosse. "Oggi proprio per un pelo" mormorò affannata, reggendosi ad un palo. Mollò stancamente la borsa su di un sedile e si avvicinò alle due vecchine. "Allora" disse allegra sfregandosi le mani "oggi è la volta buona". "Mah, si spera" rispose Annetta, alzando le spalle. "Non ho bisogno di uomini negativi in questa squadra" rispose a tono Sofia. Mariuccia la guardò male "semmai donne! E che donne, oltretutto! Sai che ci è capitato stamattina? Un disastro, Sofia, un disastro!". La ragazza, che non aveva la minima voglia di ascoltare, fece un sorriso tirato "me lo racconterete dopo, ora aprite bene le orecchie: ho già parlato del Piano con Andreino, lui sa già la sua parte, non vi dovete preoccupare. Ora, come sapete, l'unico scoglio che potrebbe incialtrare la riuscita del Piano è Giancarlo, che vorrebbe tenere Serena in una teca di vetro, modello Biancaneve nostrana" sussurrò cospiratrice. Annetta annuì vigorosamente "si, esatto! l'ho sempre detto che esagera con la piccola Serena, ma nulla, è una testa di coccio, che ci volete fare" esclamò in tono esasperato. Sofia riprese prontamente la parola, prima che Mariuccia attaccasse discorso e non se ne uscisse più "si, proprio per questo ho avuto un idea. Fidatevi di me, ci parlo io con Giancarlo sistemerò tutto nel giro di qualche minuto" disse sicura di se. Annetta proruppe in un risolino divertito "bella questa! stai...stai scherzando, vero?" chiese poi, in un sussurro, sotto lo sguardo serio della ragazza "certo che no!" esclamò Sofia, offesa. Mariuccia agrottó le sopracciglia preoccupata, come se sentisse aria di guai "su, su, calma ragazze, non c'è bisogno di litigare...Sofia, cara, ma come puoi anche solamente credere di potere convincere Giancarlo che l'amore di Serena per Francesco è reale, lo conosci bene, ormai" mormorò sconfrontata. Sofia fece un sorrisetto vittorioso "confidate in me, signore mie" disse spavalda "state a vedere". Allungò una mano e tirò a se la sua borsa griffata, poi, con una smorfia maliziosa, estrasse il suo cellulare. Mariuccia e Annetta la fissavano attente, la prima sempre più ansiosa e la seconda palesemente contrariata. "Molto bene, basta solo questo" mormorò Sofia stringendo il telefono "torno subito". E, in una stucchevole ventata di Chanel, Sofia girò sui tacchi e si allontanò dalle vecchie barcollando verso il fondo del 538/. " Le staccherà i capelli uno ad uno, e Dio solo sa quanto ci tiene ai capelli Sofia!" sussurrò preoccupata Mariuccia, sporgendosi in avanti per cercare di ascoltare i discorsi tra la ragazza e Giancarlo. Annetta sbuffò infastidita "beh, le starebbe bene, è solo una sciocca ragazzina, non può pensare che quel vecchio cocciuto possa credere a lei dopo che io ho provato a convincerlo miliardi di volte! Come se lei potesse essere migliore di me nel persuadere la gente..." borbottò. Mariuccia annuì distrattamente, il busto sempre più proteso verso Sofia e Giancarlo e una smorfia terrorizzata sul viso, sino a che non andò a sbattere contro la spalla di Annetta. "Ma insomma!" berciò quest'ultima " non dirmi che credi anche tu che Sofia abbia qualche possibilità! che diavolo stai guardando, Mariuccia".Quando Annetta ruotò il capo con un ringhio sordo, dovette ammettere anche lei che la ragazzina sembrava sapere il fatto suo. Infatti, in quel preciso istante, Giancarlo pareva pendere letteralmente dalle sue labbra rosse laccate, mentre lei faceva scorrere il dito curato sullo schermo del telefono. "Secondo te cosa le sta facendo vedere?" sussurrò angosciata Mariuccia. Annetta, un cipiglio rabbioso in volto, diede le spalle alla scenetta incrociando le braccia al petto "non lo so e nemmeno mi interessa, se vuoi saperlo" borbottò frustrata. Fatto stà che, qualche secondo più tardi, Sofia trotterellò baldanzosa sino alle due vecchie, un sorriso trionfante in viso. "Allora? L'hai convinto? Che gli hai detto? Cosa gli hai fatto vedere?" domandò Mariuccia con la voce assillante, ignorando i borbottii sconnessi di Annetta . Sofia ridacchiò con l'aria di una che la sa lunga " è bastato fargli vedere qualche messaggio che mi ha inviato Serena e, voilà, Giancarlo è capitolato. Per il bene sella sua Serenella, ovviamente". Annetta, suo malgrado, si ritrovò ad allungare l'orecchio verso la ragazza, senza riuscire a trattenere la sua vena pettegola "che messaggi? Se si può sapere, chiaro...". Sofia fece una smorfia "si, ma non ora, non c'è tempo" concluse sbrigativa. In quell'esatto secondo, puntuale come un orologio svizzero, la testa dell'autista sbucò dal separatore " Via dei pescatori!" urlò con il suo vocione profondo. Sofia fece un saltello "Andreino piccino!" tubò affannata. E Andreino piccino comparve, sorridente come sempre, sulla porta del 538/. " Allora, signore mie" mormorò dando un bacio veloce a Sofia "tutte pronte per il piano?". Annetta alzò gli occhi al cielo "se volete spiegarcelo una volta per tutte, molto volentieri" mugugnò frustrata. Dal fondo dell'autobus si levó la voce affannata di Giancarlo "voglio sapere anche io cosa volete fare alla mia Serena" esclamò andando verso il gruppetto di persone. "Anche io voglio capirci qualcosa, è da giorni che sembra di vivere in un film di spionaggio!" didede manforte Paolo, arrancando dietro all'amico. Sofia sorrise, guardando i volti di tutti i presenti che la fissavano curiosi. Prese un gran respiro e si avvicinò ancora di più ai compagni "va bene, squadra" sussurrò concitata "statemi dietro, perché non sarà facile uscire illesi".

 

<< Continua>>>

 

 

 

 

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Ciao a tutti! Mi dispiace un sacco del ritardo, ma eccomi qui! Allora, la storia è quasi finita, e devo ammettere ne sento già la mancanza. Ma, bando ai convenevoli, manca ancora l'ultima parte. Ho deciso di dividere il capitolo non tanto per la lunghezza, perché è all'incirca come gli altri, ma perché mi sentivo che sarebbe uscito un aborto se avessi continuato. E, insomma, secondo me Serena e Francesco si meritano un po' di più. Grazie a chiunque segua ancora "Cronache dal 538/", a chi recensirá (ribadisco che le recensioni sono sempre ben accette) e a chi, semplicemente, ha fatto piacere leggere ancora della compagnia dell'autobus. Se interessa a qualcuno, comunque, aggiornerò oggi o domani, non più tradi. Un bacio a tutti, CappelloParlante

   
 
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