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Autore: michi_993    08/09/2015    1 recensioni
Non provengo da una famiglia povera e non sono rimasta sola. La vita di corte non fa per me, ingiustizie, complotti , tradimenti non fanno parte del mio essere. Il mio lavoro è concludere affari, sono simile ad un banchiere quanto ad una prostituta...
Mi chiamo Fiora Cavazza e ho deciso di servire me stessa.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ezio Auditore, Leonardo da Vinci
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi risvegliai nel letto del bordello di Sorella Teodora, accanto a me dormiva Ezio ancora con gli abiti sporchi di sangue e gli stivali. Era a pancia in giù con una mano poggiata sul mio ventre.
- Ezio… - sussurrai.
Gli strinsi la mano.
- Ezio… -
Stropicciò gli occhi, aveva ancora il cappuccio abbassato sul capo.
- Fiora! – esordì. Mi abbracciò forte togliendomi il fiato.
- Cliente sbagliato direi – scherzai.
- Non sapevo, non potevo sapere –
-Cosa? -  dissi tirandomi a sedere poggiando la schiena sulla testiera.
- Il Colosso… è il capitano delle guardie ha una brutta reputazione con le donne e… -
- Credo di averla scoperta da me –
- Il cerusico dice che non ci sono danni gravi è stato solo il trauma –
- Siete contento sarò nuovamente disponibile a breve -  sorrisi.
Sorrise anche lui. Sapevo che in fondo gli importava come importava anche a me.
- Posso? –
Disse avvicinando le sue labbra alle mie. Risposi direttamente con un bacio.
- Sarò orribile con tutti questi lividi –
Scostò il lenzuolo e infilò una mano sotto il mio sedere.
- Ezio vi prego… - affondai le dita nei suoi capelli sotto il cappuccio.
- Come prima missione non è andata male direi  - sorrisi chiudendo gli occhi, assaporando ogni bacio sul seno.
Ezio poggiò il suo basso ventre sul mio, il male non era insopportabile ma sapevo come lui che non potevamo accontentare il nostro reciproco desiderio, non quella stessa notte.
-Devo andare Fiora, se resto non riuscirei a controllarmi –
- Vengo con voi –
- No, riprendetevi e poi riparleremo della vostra collaborazione –
Sparì come suo solito lasciandomi seminuda sul letto con il suo profumo a aleggiare nell’aria.
 
Sarebbe stata una lunga giornata relegata nel bordello veneziano, avevo ricevuto l’ordine di stare in camera e di non muovermi libera nel bordello poiché alcuni clienti sarebbero stati interessati a me. Sapevo benissimo chi avesse dato quell’ordine ma per rispettare il suo “orgoglio mascolino” decisi di accettare il “consiglio” di Sorella Teodora.
Socchiudendo gli occhi per un attimo mi ritrovai catapultata di nuovo in quel vicolo buio sotto le spinte del Colosso…riaprii subito gli occhi tastando il letto accanto a me cercando Ezio.
Una fitta mi attraversò il ventre mentre cercavo di alzarmi dal letto e mi costrinse a rallentare tutte le mie successive azioni. Raggiunsi una leggera vestaglia poggiata sul bordo del letto e la indossai e indossai, inoltre, un piccolo scialle a fiori rosa e blu sulle spalle, raccolsi i capelli spettinati in un morbido chinion e cominciai a rovistare nei cassetti della stanza.
Ad ogni fitta susseguiva un ricordo, ad ogni ricordo aumentava la rabbia…
La rabbia di aver subito e di non essermi ribellata, ma la gioia di non aver coinvolto nessun altro… a parte me in questo dolore.
Ezio era entrato ed uscito indenne dall’arsenale ma non sapevo ancora se con il suo agognato bottino.
Un leggero bussare alla porta attirò la mia attenzione.
- Si? –
- Madonna Fiora, sono Antonio –
- Oh… -  disapprovai. Che diavolo voleva da me?
- Entrate Messere –
- Vorrei Madonna ma non posso la porta è chiusa –
- Ma cosa state dicendo…- dissi avvicinandomi alla porta  -  Sono libera di… -
La porta era chiusa a chiave.
- COSA?! – calciai la porta. – CHI DIAVOLO MI HA CHIUSO QUI DENTRO A CHIAVE? ESIGO SAPER… -
- Madonna Fiora, Sorella Teodora ha ricevuto ordini di non far entrare ne uomo ne donna che sia nella vostra stanza-
- EZIO! MALEDETTO BASTARDO! MI HA RELEGATA QUI DENTRO CHE COSA CREDE DI FARE APPENA TORNA LO SISTEMO QUEL BASTARDO! IO… -
-Madonna Fiora volevo solo assicurarmi della vostra salute ma vedo bene che vi siete ripresa velocemente –
Smisi aggirarmi per la stanza come un leone in gabbia e mi avvicinai alla porta rispondendo a quella fievole voce al di là del legno.
- Vi ringrazio Messere, perdonate la mia ira… sto meglio lontano dalle grinfie di quel mostro –
- Ne sono contendo madonna, torno ai miei affari, passate una buona giornata –
- Grazie messere! – dissi. –Sarà una lieta giornata in una prigione – sussurrai.
In tutto ciò mi dimenticai di chiedere se la missione era andata a buon fine, decisi di indagare da me.
Perlustrai tutta la stanza in cerca di prove, in ogni cassetto, in ogni armadio e tasca fino a che trovai la pergamena dell’arsenale, la pergamena costata il mio sacrificio.
Accesi una candela sulla scrivania, l’ora era tarda e l’unica persona che vidi in tutta la giornata fu la cortigiana che mi aveva portato il vassoio con la cena.
Studiai quella strana mappa a lume di candela, sfiorando con le dita ogni simbolo sulla vecchia carta fino a che non sentii girare le chiavi nella serratura e vidi Ezio sulla soglia.
Dovevo sembrare una sposa vergine che aspettava il marito alla prima  notte di nozze di bianco vestita con quel piccolo scialle sulle spalle al lume di candela con i capelli scompigliati.
Lo osservai mentre entrava nella stanza con le chiavi in mano, mentre ricambiava il mio sguardo.
Spinsi lo sedia indietro non distogliendo lo sguardo dall’assassino, mi avvicinai tenendo con le mani lo scialle, quando fui davanti a lui, lasciai cadere le scialle a terra.
Avevo tutta la sua attenzione, era sporco di polvere ancora con il cappuccio calato, cercò di attirarmi a se afferrandomi per il collo ma intercettai il movimento e lo bloccai per il polso.
Mollai la presa e in un battito di ciglia gli sferrai un sonoro ceffone sul visino nascosto dal cappuccio.
- BASTARDO, COME OSATE RINCHIUDERMI A CHIAVE?! NON SONO VOSTRA MOGLIE SONO UNA DONNA LIBERA E… -
Non rispose con le parole ma con la forza mi prese per il polso mentre con l’altra mano richiudeva la porta a chiave e se la metteva in tasca. Mi spinse con il peso del suo corpo contro il muro della stanza mentre io cercavo di sciogliermi dalla presa.
Cominciò a mordermi il collo e a spogliarmi.
- Sapete cosa assassino…fate ciò che dovete… - smisi di lottare e lasciai il mio corpo nelle voraci mani di Ezio.
Lasciai scivolare le braccia lungo i fianchi e con esse anche la mia volontà.
Prese il mio corpo tra le braccia e lo lanciò sul letto disfatto, alzò la vestaglia e mi prese, emisi un gemito, ma solo per il dolore mentre lui possedeva il mio corpo inerme, la mia mente era altrove, lontana da quella stanza ma in un luogo buio e peggiore…
Al culmine del suo piacere spinse il mio corpo di lato mentre lui si sedeva sul bordo del letto con i pantaloni calati e il respiro affannato.
Abbassai la vestaglia, e mi sedetti accanto a lui. Mentre mi sistemavo lo chinion, si alzò di scatto e si svestì completamente senza dirmi una parola, l’acqua scese lungo il collo mentre si lavava il volto al catino, così come le mie lacrime bagnavano le guance, lasciando rivoli umidi.
Si avvicinò e deviò con il dorso della mano una mia lacrima, mi ritrassi e spinsi lontano la sua mano.
- Non mi toccate messere –  dissi in un soffio.
Si mise in ginocchio davanti a me e mi abbracciò trascinandomi tra le sue forti braccia fino al suo petto.
- Perché Ezio? Perché siete così scostante? Perché non capite… -  sentivo il suo cuore martellare nel petto e le mie lacrime sgorgare con più frequenza.
- Perché vi amo Fiora Cavazza…perche io vi amo… -
  






MAD NOTE:è uno dei capitoli che preferisco, sono davvero fiera di me =D HAPPY!

  
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