Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: afterallthistime    08/09/2015    7 recensioni
Stralci di un amore quotidiano, piccoli gesti di comprensione inaspettata nei confronti di Hermione Granger, grandi segni di un sentimento profondo da parte di Fred Weasley.
Si, ci furono molte cose che Fred Weasley non fece, ma allo stesso tempo ebbe la capacità di sopportarla, di amarla, di proteggerla. Lui era innamorato di lei. E ciò bastò a lasciarla senza parole, perché la sua vita a lungo non era stata altro che una somma incredibile di insicurezze, una messa in scena senza tregua di finte maschere d’indifferenza a celare la paura di non essere abbastanza; mai troppo bella, mai troppo buona, mai troppo brava. All’inizio, aveva quasi temuto di non essere all’altezza neppure di lui, di non esserne abbastanza innamorata. Eppure lui era rimasto. Restavano i suoi baci, le sue mani sulla pelle, i regali nascosti in fondo ai cassetti, i vestiti che sapevano di lui e le pagine piene del suo nome.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

But You Didn’t


Remember the day, I borrowed your brand new broomstick and dented it?

Ricordi il giorno in cui presi in prestito la tua scopa nuova di zecca, e la danneggiai?


Era una decisione stupida, ed Hermione ne era perfettamente consapevole.
Abituata com’era, da sempre, a pretendere il massimo da sé stessa e conseguirne un risultato quantomeno eccellente, trovarsi dinanzi ad un ostacolo che non le riusciva di superare era per lei fonte di inesauribile irritazione.
Poco importava che si trattasse di eseguire un incantesimo particolarmente complesso oppure, come in quel caso, di cavalcare il manico di una scopa.
Da anni sopportava pazientemente i ben poco velati commenti sarcastici di Harry e Ron sulla sua incapacità nel volo, e il suo orgoglio non era più in grado di sopportare oltre.
Inoltre, anche se non sarebbe mai disposta ad ammetterlo, in fondo aveva sempre guardato con meraviglia e un pizzico d’invidia all’espressione estatica dei giocatori di Quidditch quando,
a cavallo delle loro scope, fendevano le nubi e squarciavano la vastità del cielo veloci come lampi di luce.
Mentre si allontanava dagli spalti, sui quali avrebbe di gran lunga preferito leggere un interessante tomo che aveva portato con sé, già cominciava a rimpiangere l’idea. Come diavolo le era venuto in mente?
Era stato un pomeriggio incredibilmente piacevole; aveva passeggiato a lungo con Ginny per le strade di Hogsmeade, dopodiché l’aveva lasciata in compagnia di alcuni Corvonero del suo anno, decidendo di tornare al castello per un ripasso dell’ultimo minuto.
Aveva scelto uno dei sentieri meno frequentati, anche perché più lunghi, per poter godere della tranquillità del momento e dello splendido paesaggio autunnale che accompagnava il suo sguardo ovunque si posasse.
Costeggiando il campo di Quidditch, aveva deciso poi di attardarsi sugli spalti in legno per poter leggere qualche ora in compagnia del più assoluto silenzio,
ovviamente finché Fred Weasley non aveva fatto il suo ingresso, armato di scopa e vestito di tutto punto per un allenamento in piena regola.
Inutile era stato ogni tentativo di concentrarsi nella lettura, perché senza tregua il ragazzo le aveva rivolto tristissime battute sui Troll di montagna o sconsiderate considerazioni a voce alta sulla professoressa Umbridge che, sotto sotto, condividevano entrambi.
La discussione, infine, si era risolta con una sfida: se Hermione avesse accettato di salire a cavallo della sua scopa e fosse riuscita a compiere un giro completo del campo, Fred l’avrebbe lasciata finalmente libera in compagnia del suo libro.
La ragazza aveva accettato, pur consapevole delle sue limitate capacità e delle conseguenze derivanti da una scelta simile, decidendo di mettere da parte anche solo per una volta la sua razionalità.
Più i secondi passavano più desiderava tornare indietro, ma ciò avrebbe costituito un’ulteriore offesa al suo orgoglio, una scelta codarda e inaccettabile — magari, però, sono ancora in tempo a cambiare idea, si disse,
subito dopo essere riuscita a sistemarsi sul manico di scopa, forse Fred capirà che insomma, sono un prefetto e certe sciocchezze non dovrebbero
Se anche avesse voluto fermarsi, non avrebbe potuto. La scopa partì ad una velocità incredibile, sollevando una nuvola di polvere e suscitando le grida di terrore di Hermione, finché non si scontrò a media altezza contro una tribuna,
spezzandosi a metà e lasciando scivolare a terra la ragazza, d’un pallore cadaverico ed in preda ad un attacco d’isteria.

« Per le mutande di Merlino- »

Oh, no, pensò Hermione. Non solo aveva acconsentito ad una simile idiozia, ma aveva anche perso la scommessa, fallendo miseramente, per lo più distruggendo la scopa di Fred, e chissà quanti galeoni gli sarebbe costato comprarne una nuova…
Ecco, si disse, questa è la punizione divina per aver fatto una simile sciocchezza. E ancora: non ne uscirò viva.
Mentre il ragazzo correva nella sua direzione con gli occhi colmi di apprensione – per la sorte della sua povera scopa, ovviamente – la Grifondoro desiderò ardentemente sprofondare almeno dieci metri sotto terra.

I thought you’d kill me…
Credevo che mi avresti ucciso…


« Fred, mi dispiace, io- non avrei mai dovuto accettare quella stupida scommessa, accidenti a te, guarda che disastro ho combinato! Stupida, sono stata così stupida e- »

« Hermione, santo cielo, stai bene? »

« Fred, la tua scopa, è completamente inutilizzabile ora- »

« La mia- oh, per le mutande di Merlino, Hermione – aveva imprecato due volte nel nome di Merlino in pochi secondi, annotò mentalmente lei – non m’importa della scopa, insomma,
ne avrei comunque dovuta comprare una nuova, prima o poi.. tu, piuttosto, cos’hai sul braccio? Devi esserti tagliata.. non avrei mai dovuto proporti una scommessa così idiota… su, andiamo, non vorrai di certo rimanere lì? Hai bisogno di Madama Chips »

… but you didn’t.
… ma non l’hai fatto.




Remember that day, I dragged you to the Black Lake, and it really was raining as you said it would?
Ricordi quel giorno in cui ti trascinai al Lago Nero, e pioveva davvero come tu avevi detto che sarebbe successo?

Hermione aveva insistito per giorni, confutando ogni sua motivazione contraria e senza mai arrendersi alla sua apparentemente irremovibile decisione.
Merlino solo sapeva quanto quel periodo fosse difficile per la famiglia Weasley: dopo l’attacco al signor Weasley, tutto l’orrore e la paura che ognuno di loro a lungo era riuscito a sopprimere,
lasciandolo fuori dalle porte di Hogwarts così come dai loro cuori, sembrava pronto ad infilarsi in ogni fessura ed infettare ogni cosa.
Fu così che, il giorno prima dell’inizio delle vacanze natalizie – che tutti loro avrebbero trascorso a Grimmauld Place – la Grifondoro trascinò Fred Weasley in riva al Lago Nero per un pic-nic senza voler sentire ragioni.
Ginny era riuscita a procurarle un cestino pieno di prelibatezze che nulla avevano da invidiare al sontuoso banchetto in Sala Grande, e appena giunti a destinazione la ragazza si prodigò a stendere una tovaglia a quadri sul prato e rendere perfetto quel momento.
Il cielo gonfio di nuvole non la preoccupava più dello stretto indispensabile — dopotutto quel clima permeava da giorni, e il suo immancabile ottimismo non suggeriva alcun motivo per cui dovesse piovere proprio in quel momento.
Di tutt’altra idea era, invece, Fred Weasley; tuttavia, almeno all’inizio, tutto sembrò andare per il meglio.
Seduti l’uno accanto all’altra, il braccio di lui attorno alla sua vita e il suo profumo, Merlino, il suo profumo, ad impregnare ogni cosa, erano sul punto di aprire il cestino del pranzo quando il primo tuono squarciò il silenzio.
Subito dopo, un lampo illuminò a giorno il cielo plumbeo, ed Hermione non ebbe neppure il tempo di aprir bocca, perché rade ed innocue gocce di pioggia si tramutarono ben presto in un acquazzone senza precedenti.
Tutta l’acqua trattenuta per giorni dalle nuvole violacee che, durante l’ultima settimana, avevano oscurato il sole, sembrò riversarsi in un attimo su Hogwarts e sulla campagna circostante, inondando ogni cosa senza tregua.
Impiegarono pochi minuti a recuperare tutto ciò che avevano portato con sé e salvare il salvabile, ma nonostante la loro velocità e la protezione, seppur limitata,
offerta loro dai rami dell’albero sotto il quale si erano momentaneamente riparati, in breve tempo furono zuppi d’acqua da capo a piedi.
Come se non bastasse, l’ovvia mancanza di un ombrello non facilitava il ritorno al castello, né tantomeno il sentiero in terra battuta diventato, a causa dell’acqua, null’altro che un torrente di fango.
Ad ogni passo entrambi rischiavano di inciampare nel pantano fangoso e rovinare a terra, e a nulla erano valsi i tentativi di tenere all’asciutto il cestino del pranzo — finché, dandosi mentalmente della stupida, sei una strega o cosa, dannazione,
Hermione mormorò un Impervius che a stento reggeva la portata incredibile dell’acqua e che, poiché ormai già zuppi, non avrebbe di certo migliorato la situazione, ma che permetteva loro di avere una visuale abbastanza definita della strada.

« Dammi la mano! » urlò Fred ad un certo punto.

« Cosa? »

« Dammi la mano, fidati di me! »

Ed eccoli lì, due matti che correvano fra il fango e la pioggia tenendosi per mano, Fred che la guidava e si assicurava che tenesse il passo delle sue gambe lunghissime,
fino a raggiungere la Sala d’Ingresso in condizioni pietose e sgattaiolare via verso la Torre di Grifondoro eludendo lo sguardo vigile di Gazza e di qualunque altro studente.

I thought you’d say, “I’ve told you so”.
Credevo che avresti detto “Te l’avevo detto”.


Era a pronta a scusarsi. Davvero, avrebbe dovuto essere più razionale e rendersi conto che un’escursione all’esterno non era esattamente la scelta migliore, in quel frangente,
avrebbe dovuto rendersi conto che, magari, Fred avrebbe voluto metabolizzare da solo quella situazione… era pronta a chiedere il suo perdono, almeno finché non lo sentì ridere.
Si voltò e lo vide ridere come non faceva da giorni, gli occhi accesi d’entusiasmo e i capelli scompigliati zuppi d’acqua, le pieghe della pelle attorno alle sue labbra come quando sorrideva davvero, e lo trovò bellissimo.
E d’improvviso lui le mise le mani sui fianchi e la sollevò in aria, facendola girare in tondo ignorando le sue proteste divertite. Appena toccò nuovamente terra, le labbra di lui furono sulle sue.

But you didn’t.
Ma non l’hai fatto.





Remember that day, I flirted with all the guys to make you jealous, and you really did get jealous?
Ricordi quel giorno in cui flirtai con tutti i ragazzi soltanto per farti ingelosire, e tu ti ingelosisti davvero?


Non avrebbe dovuto neppure essere lì. In qualità di prefetto, e soprattutto in qualità di persona corretta e di una certa etica, avrebbe dovuto condannare per principio quelle feste sconsiderate e di dubbio gusto.
Nell’ultimo anno, forse in una specie di collettivo moto di ribellione contro le direttive approvate dalla Umbridge, feste di ogni tipo si erano moltiplicate in ogni angolo del castello, celate agli occhi di Gazza e dei professori;
Hermione Granger aveva ormai rinunciato al suo proposito di sradicare quest’insana tradizione, ma mai, mai avrebbe pensato di prendervi parte.
Si era lasciata trascinare da Ginny con insolita mitezza, rifiutandosi di puntare categoricamente i piedi come suo solito, e accettando il calice che qualcuno doveva avergli porto contenente un liquido ambrato di provenienza sospetta.
Saranno state le continue pressioni a cui, mai come quell’anno, era sottoposta.
Saranno state l’angoscia e la tristezza per l’infida presenza di una guerra, alle porte del castello, che ormai era impossibile evitare; la frustrazione per non essere creduti da coloro che detenevano il potere e che, per definizione,
avrebbero dovuto garantire la protezione ed il benessere del Mondo Magico, sarà stato il peso di mantenere il segreto dell’ES, contrapposto all’ardente determinazione nel tenerlo vivo e attivo.
Oppure il litigio con Fred. Battibecchi vari erano all’ordine del giorno, ma mai avevano avuto una discussione di quelle proporzioni — un dibattito iniziato con un tu non puoi capire e finito con un assordante silenzio e porte sbattute con violenza disumana.
Ad ogni modo, nessuna di quelle motivazioni avrebbe potuto giustificare le sue azioni – i capelli appositamente sciolti, il parlare lentamente come se ogni parola fosse d’estrema importanza, il casuale sfiorarsi di mani.
Aveva la testa leggera, Hermione, a causa di chissà quale diavoleria bevuta, ma dentro sé sentiva ancora scottare la rabbia e il rancore per aver litigato in quel modo con la persona che più amava, per quella porta sbattuta in faccia al sapore amaro della solitudine. Comportarsi in quel modo non avrebbe cambiato le cose, ma l’avrebbe distratta. Almeno era ciò che credeva, finché non incontrò il suo sguardo.

I thought you’d leave me…
Credevo che mi avresti lasciato…


Fu un gesto del tutto casuale: incrociò i suoi occhi – credeva di potersi perdere, santo cielo, ogni volta guardava i suoi occhi e si sentiva morire – nel mezzo di una frase, nel mezzo di una risata, e dimenticò all’improvviso tutto ciò che aveva intenzione di dire. Qualunque motivo ci fosse per sorridere sembrò spegnersi in fondo alla gola, e lei si alzò in silenzio, ignorando lo sguardo confuso del suo interlocutore, e raggiungendo Fred.
Non aveva perso il contatto visivo con lui, affrontando a viso aperto le conseguenze delle sue azioni, uno sguardo che urlava scusa scusa scusami. Perché sapeva di averlo ferito.
L’aveva visto nel modo in cui era rimasto immobile, solo il respiro a tradire la vita che scorreva nelle sue vene, l’aveva percepito quando la sua mano, tremando, si era posata sulla sua guancia, quasi timorosa di quel contatto.
La Grifondoro si appoggiò lievemente sul suo palmo, rimanendo in silenzio.

« Sei in grado di tirar fuori il peggio di me, sai? » mormorò lui a mezza voce.
E sospirando, aggiunse: « Ma a quanto pare, ci siamo comportati da idioti entrambi »

Lei l’abbracciò d’istinto, soffocando nel suo petto e nel suo profumo mille parole di scuse e lacrime trattenute troppo a lungo.

… but you didn’t.
… ma non l’hai fatto.





Yes, there were lots of things you didn’t do…
Si, ci sono state molte cose che tu non hai fatto…


Se ne rese conto una sera d’inizio primavera, Hermione, e fu una realizzazione talmente improvvisa e totalizzante da toglierle il respiro.
Si rese conto di non avere parole, non abbastanza, almeno, per esprimere quanta importanza rivestisse Fred Weasley, ormai, nella sua vita.
Dopo qualche secondo di apnea, prese a respirare piano come se il minimo rumore potesse spezzare per sempre quella consapevolezza meravigliosa che le aveva riempito il cuore, e si raggomitolò fra le lenzuola sorridendo al buio che la circondava.
Lei era innamorata. Completamente, pazzamente, profondamente e assurdamente innamorata di Fred Weasley. E lui era innamorato di lei.
E ciò bastò a lasciarla senza parole, perché la sua vita a lungo non era stata altro che una somma incredibile di insicurezze, una messa in scena senza tregua di finte maschere d’indifferenza a celare la paura di non essere abbastanza;
mai troppo bella, mai troppo buona, mai troppo brava. All’inizio, aveva quasi temuto di non essere all’altezza neppure di lui, di non esserne abbastanza innamorata. Eppure lui era rimasto.
Avrebbe potuto andare via, mandare al diavolo i suoi comportamenti odiosi, il suo essere puntigliosa e tremendamente orgogliosa, avrebbe potuto abbandonarla a sé stessa o dimenticare di proposito i loro appuntamenti,
le date importanti, reputarla nient’altro che una bambina… e invece si era ricordato del suo compleanno, l’aveva portata a vedere le stelle quando aveva scoperto quanto l’universo l’affascinasse, l’aveva fatta ridere quando era arrabbiata con sé stessa e con il mondo, e aveva trovato il mondo di farsi perdonare ogni sciocca bravata. Restavano i suoi baci, le sue mani sulla pelle, i regali nascosti in fondo ai cassetti, i vestiti che sapevano di lui e le pagine piene del suo nome.
Lui restava, sempre. Lo aveva promesso.


.... but you put up with me…
… ma tu mi hai sopportato…



« A cosa devo questo bacio, Weasley? »
« Da quando non posso baciarti così all’improvviso, Granger? »
« Non nel bel mezzo di una frase! »
« Eri odiosa, semplicemente- »
« Ma cosa- »
« Fammi finire di parlare! Eri odiosa, quindi ho deciso di chiuderti quella boccaccia con estrema dolcezza, perché ho promesso di restare al tuo fianco, quindi di sopportarti,
ed è davvero difficile quando dai fondo a tutta quella insopportabile testardaggine… quindi ti ho baciato, Hermione, perché tengo alle mie promesse »


… loved me…
… mi hai amato…


« Fred? »
« Mh? »
« Qualcosa non va? »
« Oh, no, perché non dovrebbe? »
« Non so, è solo che- io sono felice. Incredibilmente felice. E credo che… credo che se non fosse tarda notte non avrei il coraggio di dirtelo, perché sai quanto sono impacciata con le parole,
ma c’è che sono felice di essere qui, qui con te, mi sembra tutto così assurdo, e vorrei davvero che lo fossi anche tu. Che, insomma… questo non sia un bel momento soltanto per me. Lo so, è stupido, ma ti ho visto quello sguardo strano e- »
« Hermione »
« … sì? »
« Ti amo »


… protected me.
… mi hai protetto.



« Ehy, dove stai andando? »
« Lasciami andare, Fred, ho bisogno di stare un po’ da sola… ti prego »
« Hai bisogno di parlarne »
« No, invece! Non ho bisogno di nulla! Non vedi? Stanno tutti bene, nessun danno permanente, no? Tranne per Tonks, lei è al San Mungo, e poi c’è Sirius che- »
Tacque, Hermione, perché la sua voce aveva preso a diventare stridula ed isterica e se avesse continuato, se non avesse smesso di tremare in quel preciso istante, sarebbe crollata rovinosamente senza potersi più fermare.
« Continua » mormorò lui.
« Io- c’è una guerra lì fuori, capisci? Una guerra! Qualcosa che non possiamo evitare, un orrore senza fine che arriverà nelle nostre case spalancando porte e distruggendo finestre,
instillerà nei cuori solo paura e terrore e quanti, quanti dovranno morire, Fred, quanti dovranno morire dopo Sirius e Cedric ed i genitori di Harry e mille altri omicidi senza nome, prima che tutto questo abbia una fine?
Ce l’avrà poi, una fine? Quanto possiamo esserne certi? Nessuno è al sicuro. Non c’è più niente su cui fare affidamento, niente e nessuno, tutto è in equilibrio precario ed io voglio combattere, certo,
ma allo stesso tempo la paura mi divora e vorrei solo scappare via da tutto questo, non voglio morire, non voglio perdere chi amo, io non voglio… non voglio perdere te… »
Le lacrime presero a scendere silenziose, rigandole le guance come gocce di cristallo, e la ragazza si abbandonò al pianto senza poter fare nulla per evitarlo.
Sentì le braccia di Fred che l’avvolgevano e si lasciò stringere e cullare dolcemente, lasciandosi andare a quell’illusoria parvenza di sicurezza che, tuttavia, teneva insieme i pezzi in cui sentiva di essersi spezzata.
« Non sei da sola, d’accordo? Non lo sarai mai. Ci saranno persone che combatteranno al tuo fianco, che ti vogliono bene e che continueranno a farlo, e per quanto sia terrificante la prospettiva di poter perdere così tanto in questa guerra, non possiamo evitarlo. Combattiamo proprio per questo, in fondo, non è così? Per difendere ciò che amiamo, le persone che amiamo e ciò in cui crediamo. Perché abbiamo qualcosa che non siamo disposti a perdere.
C’è speranza, Hermione. La speranza è un’arma potente, e noi possiamo farcela. Tutti insieme possiamo. Così come tu ed io. »



There were lots and lots of things I wanted to make up to you…
C’erano tante e tante cose che avrei voluto fare con te…



« Aspetta un momento! »
« Cosa c’è, adesso? »
« Cosa c’è, dici? Ti rendi conto di quale accadimento assolutamente oltraggioso si sta consumando qui, giorno dopo giorno? »
« Ma che- »
« Ti sembra una cosa equa, signorina Granger, che i miei genitori ti conoscano fin troppo bene e che tu con cotanta maleducazione non ti sei ancora decisa a presentarmi ai tuoi genitori? »
« I miei genitori? »
« Esatto! Credi forse di poterli mettere al corrente di un evento di tanta importanza tramite posta? O magari vorresti dargli la lieta notizia direttamente con l’invito al nostro matrimonio?
Cosa che non mi dispiacerebbe, naturalmente, ma lo troverei un tantino rude, ecco… »
« Fred, i miei genitori non ricordano neppure la mia esistenza e forse dovresti ridimensionare un po’ i tuoi programmi, non credi? Insomma, stavamo soltanto parlando di vivere insieme, un giorno… »
« Un giorno molto prossimo, mia cara! E la casa? Santo cielo, ovviamente ci vorrà una casa molto grande, altrimenti dove metteremo a dormire tutti quei bambini?
Credo che qualche istituzione babbana sui diritti dei minori avrebbe qualcosa in contrario se tutti i nostri figli dormissero stipati nella stessa stanza… dopotutto, son pur sempre esseri umani, anche se terribilmente capricciosi e, che Merlino ce ne scampi,
puzzolenti di muco e pappette… ehy, la smetti di ridere e di guardarmi così? Dico sul serio, soprattutto sui bambini puzzolenti! »
« Ti amo, Fred Weasley »


… when we returned from the war.
… quando fossimo ritornati dalla guerra.


« Promettimi che ce la faremo, ti prego »
« Abbiamo la pellaccia dura, noi Weasley! Tu sta’ attenta, mi hai capito? Non te lo perdonerei mai, se- non essere avventata e basta, d’accordo? Solo questo. Ce la faremo, te lo prometto. »


But you didn’t.
Ma tu non l’hai fatto. Tu non sei tornato, Fred.





Angolo Autrice.
Innanzitutto, è doveroso dire che non si tratta tutto di farina del mio sacco, ma che ho preso ispirazione da questa poesia che si chiama, per l'appunto, "But you didn't."
E' stata scritta dalla moglie di un soldato americano morto in guerra in Vietnam,  e merita di essere letta, davvero, perché è in grado di trasmettere tantissimo con frasi semplici e concise.
L'amore dei piccoli gesti, che poi si esplica sotto forma di assenza, di mancanze, dei progetti infranti a causa della guerra. Mi ha fatto pensare a loro due.
Ovviamente, ho dovuto apportare delle modifiche (ovviamente nell'originale lei non prende in prestito una scopa ma una macchina, che è l'esempio più lampante) e saltato qualche strofa, ma il succo è quel che è.
L'ho scritta in qualcosa come sei ore, questo pomeriggio, e la sto ultimando stasera... quindi perdonate in anticipo errori vari di battitura o ortografia ma voglio davvero pubblicarla e non lasciarla a marcire sul computer.
Sperando che vi sia piaciuta, love you always,
— afterallthistime.

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: afterallthistime