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Autore: f9v5    09/09/2015    2 recensioni
[Crossover; Full Metal Panic/Black Lagoon] [Linguaggio scurrile "gentilmente" concesso da Revy e anche da altri, astenersi finti moralisti]
Un nuovo incarico per i Fattorini che ogni tanto si scontrano con la legge, un rapimento che nasconde più trame di quante ne mostri all'apparenza.
Una Whispered incolpevole il cui unico peccato e avere concetti tecnologici in testa che lei neanche ha chiesto e un fissato delle armi che si crede sempre in guerra.
Attraverso la frazione rossa che porta al "Domani".
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaname Chidori, Sousuke Sagara, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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-Ed è così che sono andate le cose.- il sergente Sagara concluse il suo rapporto.

Il Comandante Testarossa si morse distrattamente il labbro inferiore.

Quella che aveva riferito non era affatto una buona notizia; al di là dei rischi che comportava la possibile caduta nelle mani sbagliate dei segreti che la mente di Kaname Chidori celava, vi era anche il nervosismo di sapere un cara amica tra le grinfie di un gruppo di mercenari le cui intenzioni non erano certamente pacifiche.

E le ipotesi cominciarono a susseguirsi nella mente della ragazza: erano uomini dell’Amalgam? O un nuovo gruppo terroristico venuto in qualche modo a conoscenza del fatto che Chidori fosse una Whispered?

Non sapeva quale potesse essere una risposta adatta, ma dava per scontato che bisognasse trovare un modo per agire.

-Non c’è altro che può riferirci, sergente?-

-In realtà sì. Fortunatamente, poco prima che ci attaccassero, sono riuscito a posizionare una cimice su Chidori. Basterà rintracciarne il segnale, sperando che i suoi sequestratori non l’abbiano localizzata.-

Quello bastò per dare a Tessa un briciolo di speranza.

-Molto bene, Sergente. Allora non appena riusciremo a rintracciare il segnale provvederemo a comunicarle come agire. Lei resti in attesa di nuovi ordini.-

-Forse non sono stato chiaro.- ribattè il ragazzo.

Tutti i presenti nella sala di controllo di colpo si sentirono confusi.

 

 

 

-La ragione per cui vi ho informati è dovuta al fatto che, in quanto membro della Mithril, sono tenuto ad aggiornarvi sulla mia situazione corrente ogni volta che avviene un evento di nota durante lo svolgimento del mio incarico. Ma ricordo anche di aver stabilito un certo accordo con i membri del Consiglio Generale, un accordo che mi garantisce una maggior libertà d’azione.-

-E con questo discorso cosa starebbe insinuando, Sergente Sagara?!- diretta e scorbutica giunse improvvisamente la voce del tenente colonnello Mardukas, che evidentemente doveva essersi già fatto un’idea di dove il ragazzo volesse arrivare.

Sousuke chiuse per qualche istante gli occhi per riflettere meglio e organizzare la parole da dire senza sembrare irrispettoso.

D’altronde aveva preso in considerazione l’idea che, quanto stava per riferire, avrebbe potuto generare qualche rimostranza, ma a priori era ben fermo sulla sua decisione, perché sentiva che era quella la cosa giusta da fare.

-Ho compiuto il mio dovere avvisandovi, ma sto già cercando di rintracciare il segnale di Chidori e non appena l’avrò fatto andrò a cercarla. Ma non aspetterò un minuto di più! Non prendetela come una mancanza di rispetto nei vostri confronti, ma non posso e non voglio perdere troppo tempo. Passo e chiudo!- Sagara interruppe la connessione evitandosi così la successiva sfuriata di Mardukas.

Aveva il massimo rispetto per lui come per qualsiasi altro membro della Mithril, ma c’era la vita di Chidori in gioco e non aveva idea se il tempo fosse o meno dalla sua parte, non aveva minimamente il desiderio di correre rischi.

Il ragazzo tornò dunque alle apparecchiature di ricevimento con la speranza di rintracciare presto il segnale della cimice lasciata sulla ragazza.

Sarebbe stato sveglio giorno e notte se necessario.

 

 

 

-Quel ragazzo è irrecuperabile!- biascicò Mardukas poggiandosi una mano sulla fronte.

Ma se sul volto del Tenente Colonnello vi era un’espressione che mostrava contrarietà per quanto aveva appena sentito, ben diversa era quella del Colonnello.

Dopo un iniziale smarrimento, le labbra di Tessa erano in quel momento incurvate verso l’alto ad esprimere la piena soddisfazione della ragazza.

Sembrava proprio che il Sergente Sagara stesse cominciando a ragionare anche attraverso i propri sentimenti.

-Si calmi, Tenente Colonnello. Considerata la situazione, l’azione del Sergente Sagara è sensata, dopo tutto le sue abilità come soldato non si possono discutere.- addusse la ragazza, sperando di rabbonire un po’ il suo vice, era risaputo che non nutrisse una forte simpatia nei confronti del Sergente.

Sospiro da parte di Mardukas; per quanto Sagara non fosse mai entrato nelle sue grazie, doveva comunque ammettere di esservi anche lui tra coloro che mai avrebbero mosso critica alla sua efficienza.

E poi anche il Colonnello Testarossa non mancava di far sapere di essere schierata dalla parte del ragazzo, e Mardukas sapeva anche il “perché” (cosa che non incontrava esattamente il suo favore), ma la cosa malgrado tutto lo aiutò a calmarsi.

-Speriamo per il meglio.- mormorò infine, in segno di tacito assenso.

Tessa annuì fiduciosa.

-Sarà così!-

 

 

 

-Allora, Revy, quali novità ci sono?-

-Quali novità ci sono?! Quali fottute novità ci sono?! C’è che questo grandissimo idiota di Rock non si è accorto che la mocciosa aveva una cazzo di cimice addosso!-

Dutch dovette allontanare leggermente l’orecchio dalla cornetta per evitare che il successivo sbraito di Revy gli facesse perdere l’udito da quel lato.

Riuscì comunque a sentire i continui epiteti con cui la donna continuava ad apostrofare il compagno che cercava vanamente di giustificarsi.

-Dico davvero, Revy, l’ho perquisita per bene, non potevo immaginare la nascondesse nel reggiseno, non mi è venuto in mente di controllare lì.-

-Certo, tanto anche in caso non avresti avuto le palle di farlo!-

Dutch mantenne una calma flemmatica tipica delle persone che sapevano di avere la situazione sotto controllo, anzi, considerando quanto avevano già scoperto, c’erano tutti i modi per trasformare quell’intoppo in un vantaggio per accelerare i tempi.

Era ovvio ormai che la faccenda del rapimento nascondeva molte più trame di quante se ne vedessero.

-Revy, non ha importanza! Tenete la cimice con voi!-

-Vuoi scherzare?! È già tanto che siamo riusciti ad atterrare a Kuala Lumpur senza essere beccati da sbirri o che nessuno notasse che la mocciosa era di fatto un ostaggio. Dutch, io non credo nei miracoli o altre puttanate religiose, ma in caso contrario direi di non sperarci troppo di riceverne ancora. Ora non so se quel ragazzo che c’era con lei era un matto o chissà che altro, ma non era un pivello che maneggiava un’arma per la prima volta, ha sicuramente avuto a che fare con situazioni del genere! Ci verrà dietro non appena localizzerà il segnale!-

In un altro frangente le avrebbe dato ragione, ma se non volevano insospettire Cliff dovevano fargli credere che tutto stesse filando senza sorprese, seppur gradite per lui. Ed era meglio che Revy e Rock continuassero come da programma e tenerli all’oscuro dell’effettiva piega che quella situazione avrebbe preso avrebbe potuto rivelarsi controproducente.

-Fidati, so già come risolvere la cosa. Voi dovete solo limitarvi a procedere come avevamo stabilito fin dall’inizio!-

Benny, che aveva di proposito lasciato aperta la porta della sua stanza e restando con l’orecchio teso, cominciò a pigiare celermente i tasti della tastiera per iniziare ciò che ben presto Dutch gli avrebbe detto di fare.

Pochi minuti dopo, infatti dopo aver riattaccato la cornetta, l’uomo di colore gli rivolse la parola.

-Benny Boy, direi che è il momento di fare il prossimo passo. Sei riuscito a fare come ti avevo chiesto?-

-Senza dubbio, Dutch. Questa mail non verrà intercettata in nessun modo e l’Hotel Moscow la riceverà in un battito di ciglia!- dichiarò sentendosi profondamente fiero delle sue abilità informatiche, in quel campo non lo batteva nessuno.

Dopo che il biondo premette il tasto d’invio, Dutch digitò il prossimo numero.

-Ottimo. Allora direi che è il caso di richiamare il nostro… “datore di lavoro”.- una luce quasi perversa brillò sulle lenti nere degli occhiali del possente uomo.

Se quella parte fosse andata come previsto, quel bastardo di Cliff si sarebbe condannato con le sue stesse mani.

 

 

 

-Splendido! Veramente splendido!-

Nick non fece una piega nel vedere la folle e perversa luce che aveva cominciato a brillare negli occhi del suo capo da quando aveva iniziato quella conversazione telefonica, aveva visto cose ben peggiori, figurarsi quanti sguardi malati aveva incrociato, sia nella sua organizzazione che prima di entrarvi.

-Quindi il pacco giungerà entro pochi giorni… molto bene. Allora al momento opportuno richiamatemi, provvederò a fornirvi le coordinate del luogo della consegna.-

Il possente e massiccio Nick non si smosse minimamente nemmeno dopo, quando, una volta riattaccata la cornetta, Rowan Cliff scoppiò in un’incontrollata risata.

-Sta andando tutto esattamente come avevo pianificato. Quegli idioti non sospettano assolutamente nulla. Tra non molto avremo tutto ciò che ci occorre!-

-È certo che non abbiamo nulla di cui preoccuparci? Lei stesso, signore, mi ha fatto presente di come in una città del genere, si finisca male ad avere troppa sicurezza.-

Cliff si issò teatralmente dalla sua poltrona, tirò fuori un sigaro dalla tasca dell’impermeabile e lo mise tra le labbra per poi accenderlo.

-La tua “fame di previdenza” come al solito non si smentisce, Nick. Ma ammetto che è comprensibile, ancora più facile se consideriamo che sei originario del Bronx, anche lì dopo tutto si finisce dentro una cassa per una disattenzione minima.-

Nick non ebbe il minimo tentennamento al sentire nominare il suo luogo d’origine.

Non avrebbe mai lasciato il Bronx se non fosse stato convinto di poter mantenere inalterato il suo “stile di vita” e quello che Cliff gli aveva proposto quel giorno lontano aveva sempre soddisfatto in pieno le sue particolari esigenze.

-E dunque… signore?-

-Metterò i miei uomini in stato d’allerta da domani stesso, non si può mai sapere che qualcuno tenti un attacco. Meglio che siano pronti.-

Ma Cliff non aveva dubbi; aveva fatto in modo di reclutare uomini ben preparati, uomini che non avevano paura di affrontare le più violente sparatorie o battaglie apposta per quella ragione.

Il suo piano non poteva fallire, non dopo gli anni che aveva dovuto aspettare per avere le disposizioni necessarie per poterlo finalmente applicare.

I vantaggi che la riuscita dell’operazione avrebbe portato erano troppo succulenti per essere condivisi e lui non era mai stato un prodigo.

I segreti del cervello della Whispered Kaname Chidori sarebbero finiti in mano sua e li avrebbe spolpati fino all’ultima goccia, ne avrebbe tratto fino all’ultimo beneficio e nessun altro avrebbe goduto dei frutti di tutto ciò a parte lui.

-Prepariamoci per la prossima fase!-

 

 

 

Quegli ultimi giorni dovevano essere stati davvero stressanti per Sagara e, se il ragazzo non fosse stato rinchiuso tutto il tempo nel suo appartamento per controllare costantemente il ricevitore, in attesa che questi rintracciasse il segnale della cimice lasciata su Chidori, sarebbe stato facile notarlo dalle immense occhiaie sotto i suoi occhi.

Eppure il sergente della Mithril non cedeva ed era determinato a continuare a sorvegliare quel display finchè non gli avesse rivelato la posizione di Chidori, così da fiondarsi sul luogo il prima possibile e portarla in salvo.

Aveva formulato le ipotesi più varie su dove la ragazza da lui sorvegliata potesse essere stata portata, ideando per ciascuna di esse i metodi d’azione più idonei, con le varianti causate da ogni possibile incognita inaspettata.

Non voleva commettere sbagli.

E avrebbe continuato con le sue elucubrazioni belliche ancora per parecchio tempo se qualcuno non avesse bussato alla porta del suo appartamento, strappandogli un verso infastidito.

Quello non era proprio il momento di ricevere visite, sperava non si trattasse di Kyoko Tokiwa venuta a chiedergli di Chidori.

Avrebbe perfettamente compreso se si fosse effettivamente presentata lei davanti all’uscio, d’altronde dopo l’esplosione del liceo Jindai non aveva più sentito la sua migliore amica per ragioni che lui sapeva ma delle quali lei era appunto all’oscuro.

Cerco di approfittare dei pochi secondi che ci volevano per alzarsi e raggiungere la porta così da inventare la storia più plausibile da raccontarle, con la speranza che fosse ritenuta credibile.

Quando aprì sgranò leggermente gli occhi, ma arrivando al contempo alla rapida constatazione che non sarebbe stato necessario raccontare nessuna storia, non a loro.

-Si direbbe che la situazione non sia delle migliori, eh Sousuke?- fu la voce allegra di Kurz Weber, affiancato da Melissa Mao, che rivolse al ragazzo un lieve cenno di saluto con la testa e un sorriso leggero e di comprensione.

-Che ci fate voi due qui?-

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autore:

Non mi metterò a cercare giustificazioni di sorta per spiegare più di due mesi di mancati aggiornamenti, anche perché, da quanto avevo detto nel capitolo precedente, potreste anche farvene una motivazione.

Comunque, questa storia riesce finalmente a vedere il suo quarto capitolo, dove possiamo vedere i metodi di organizzazione dei vari schieramenti in capo e, più o meno, quali sono i loro piani.

E mi fermo qui perché non ho voglia di dire altro.

Non faccio promesse sul prossimo aggiornamento come al solito, alla prossima ragazzi.

 

  
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