Anime & Manga > Sugar Sugar
Segui la storia  |       
Autore: Rain e Ren    08/02/2009    1 recensioni
La mia prima ff su Sugar Sugar. Siate clementi, please.
10 anni sono passati dalla storia che tutti conoscono, e molte cose sono cambiate…per sempre.
I doveri che comporta l’essere una Regina hanno finito con l’allontanare Chocola dai suoi amici, e il lieto fine che tutti si aspettavano non c’è mai stato. Dolori e sentimenti tenuti nascosti a tutti troppo a lungo esplodono improvvisamente trascinandoli nuovamente uno di fronte all’altro, e rischiando di distruggere per sempre un mondo già troppo fragile.
Il passato ritorna forte e doloroso in una notte ormai storica: la Notte di Walpurgis!!! E da quel momento i legami non saranno più gli stessi, e i compiti cambieranno nuovamente.
Su uno sfondo di Guerra più cupo e minaccioso di quello già vissuto, la storia sta per riscriversi nuovamente. Quale destino attente Extramondo e i suoi abitanti?
Dal quarto capitolo:
“ Parole che si perdono nel vuoto…
…promesse che riecheggiano nel silenzio…
…la fiducia che si scioglie come la neve al tiepido sole primaverile…”
Genere: Generale, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccomi qui con il nuovo capito che, a quanto pare, stavate tutti aspettando con ansia

Eccomi qui con il nuovo capito che, a quanto pare, stavate tutti aspettando con ansia.

Scusate se ci ho messo tanto ma non ho davvero avuto un momento di tranquillità in questo periodo. Vi prego di perdonarmi.

Ora però vi lascio al nuovo capitolo con la speranza che sia all’altezza degli altri.

Ci vediamo alla fine.

 

 

 

“ Ricordi indelebili di ciò che è stato.

Risate che fanno da eco nel buio del silenzio…

E il passato…ora presente…”

 

Sogno.

La Foresta Zenzero.

 

Vecchi amici.

Vecchie emozioni.

Il cuore finalmente leggero e privo di quel peso che troppo a lungo l’aveva schiacciata; la voragine che 10 anni prima si era aperta nel suo petto si stava ora risanando. Piano, certo, ma bruciava di meno e sembrava che in sangue avesse smesso di scorrere.

Le Regina di Extramondo non era mai stata così serena.

Raggomitolata nel suo grande letto, Chocola dormiva tranquillamente senza sapere che, presto, non solo i ricordi avrebbero avuto a che fare con il passato.

E sognava, sognava qualcosa che credeva perduto…dimenticato.

Antichi rancori e vecchie battaglie di nuovo a bussavano alla sua porta; la guerra che ancora una volta strisciava nella sua vita per sconvolgerla, per farla ricongiungere ad un mondo che credeva non suo…non più suo.

La foresta era calma e silenziosa se non per il cinguettio allegro degli uccellini.

Il sole filtrava dolcemente tra le fronde degli alberi diffondendo una tenue luce verde-oro.

In lontananza, lo scroscio sommesso del piccolo ruscello completava la sinfonia di quel luogo fantastico.

Seduti su un tronco d’albero caduto, due bambini ridevano mangiando dei biscotti allo zenzero.

- Ma quelli…siamo io e Pierre…- pensò Chocola ricordando nitidamente la scena.

Era sorpresa, è vero, ma nulla le impedì di rimanere li a guardarli; ammirare il suo passato in quella maniera era qualcosa che l’affascinava da sempre.

Vedere com’era stata anni addietro, risentire la sua voce infantile e provare le stesse emozioni di allora, come se il tempo non fosse mai trascorso.

E poi, improvvisamente, tutto scomparve, strappato via da un vento gelido come il ghiaccio e tagliente come una lama affilata.

Tutto svanì, il sole, il cinguettio degli uccellini e lo scrosciò del ruscello, il verde della foresta e…persino loro se ne andarono, inghiottiti in quell’oscurità…proprio com’era stato.

Solo che stavolta non c’erano Malefici, non c’erano incantesimi per addormentare la memoria. C’era solo un vento gelido a cancellare l’allegria che da sempre regnava in quel posto.

“ Ma che diavolo succede??” chiese la rossa stringendosi nelle spalle, cercando di riscaldarsi.

“ Hai freddo?” chiese una voce melodiosa e gelida alle sue spalle.

Lei trasalì spalancando gli occhi: quella voce non poteva essere che sua…

“ Cosa vuoi?” domandò senza voltarsi.

“ Voglio la vostra distruzione!” sibilò facendole venire i brividi lungo la schiena.

“ Ti ho gia fermato una volta. Sono pronta a rifarlo in qualsiasi momento!” disse decisa la rossa voltandosi per incontrare gli occhi del Malefico; lunghi capelli biondi, pelle diafana, occhi di ghiaccio.

Ice era proprio come lo ricordava!

“ Sei sicura di averne la forza?” chiese ghignando.

“ Certo!” ma non n’era vero, e lo sapevano entrambi.

Non aveva più la sua forza, il suo potere…gia da troppo tempo.

“ E allora…provaci!” la sfidò scomparendo in un alito di gelo.

E lei rimase sola, sola con quel freddo che, ora ne aveva la certezza, non era in grado di combattere; era un gelo diverso da quello creato dal vento e dalla neve, era qualcosa di più potente, di più doloroso.

Perché sapeva, sapeva di non potersi scaldare in nessun modo.

Non c’era rimedio…

Non c’era speranza…

Il buio l’avvolse completamente, sia dentro che fuori.

Si sentiva sola, sola come mai nella sua vita; sola e piena di freddo e dolore che non sapeva contrastare.

Poi una luce, tenue e debole, ma pur sempre una luce.

Si alzò a fatica e prese a camminare piano, strisciando i piedi per terra; ma più avanzava, più le sembrava che la luce si allontanasse, lasciandola di nuovo in quel buio eterno.

“ FERMATI!” urlò disperata, desiderosa che quelle tenebre svanissero al più presto.

E la luce si formò.

Si avvicinò il più possibile, e quando le fu ad un paio di centimetri sbarrò gli occhi stupefatta: non era una luce o una via d’uscita, era un Cuore!

Un Cuore meraviglioso, a dirla tutta!

Risplendeva dei colori dell’arcobaleno, gli stessi colori che caratterizzavano i cuori delle persone quando queste provavano una dato sentimento.

La Regina di Extramondo aveva gia visto dei cuori arcobaleno quanto, durante la sfida sulla Terra, era stata data loro la capacità di vedere i cuori delle ragazze; ne aveva visti tanti, ne aveva fatti accendere tanti, ma…

Ma quello che aveva davanti era particolare!

Ogni volta che un colore cercava di prevalere sull’altro non vi riusciva. Era come un’eterna lotta di colori e forse -alternativa più possibile-, di sentimenti.

Alzò le dita tremanti per toccarlo, ma questo scomparve all’istante lasciandola di nuovo nel buio.

- Ma cosa sta succedendo?-

Non ebbe il tempo di cercare la risposta a questa domanda che gia tutto era scomparso.

Si ritrovò nel suo letto, nel palazzo reale ad Extramondo; sciolse velocemente il groviglio di coperte che s’era formato e respirò a fondo.

Rimase ferma per un tempo indefinibile, forse minuti, forse ore.

Alla fine si alzò di scatto e aprì un cassetto vicino a lei; dentro, rinchiuso in una scatola di velluto rosso, c’era il suo vecchio ciondolo, quello che anni prima le permetteva di conquistare i cuori degli umani.

Lo prese in mano, e con sua enorme sorpresa scoprì che era caldo.

Caldo, come se il fuoco lo avesse scaldato da poco, caldo come lo era stato quando aveva scoperto di poter purificare i cuori neri degli altri.

Quando aveva scoperto di avere quel potere che ora l’aveva abbandonata.

10 anni prima sarebbe stato normale che avesse quel ciondolo al collo, ma ora erano passati i tempi in cui le persone lo vedevano addosso alle Regina e lei lo usava per trasformarsi.

- È davvero così che vanno le cose?- si chiese sfiorando piano il cuore che, in quel momento, bruciava.

Ma nonostante tutto decise di metterlo al collo; era un’azione assurda, e cosa si aspettasse non lo sapeva nemmeno lei, ma aveva agito d’istinto, facendo ciò che le sembrava giusto.

E in quel momento le sembrava giusto andare nel luogo dei suoi ricordi.

“ Spero solo di riuscire a tornare prima che vengano a cercarmi…” e ghignò pensando alle loro reazioni prima di spiccare il volo fuori dalla finestra.

÷  ÷  ÷  ÷  ÷

La Foresta Zenzero non era cambiata negli anni, anzi.

Guardandola, Chocola rivedeva le stesse cose di tempo fa, quando ancora la vita non aveva responsabilità.

Si rivide bambina, innocente e piena di speranza, ridere e mangiare biscotti allo Zenzero assieme a Pierre.

E la Foresta era come allora: verde e lussureggiante!

Non c’era più il ghiaccio a ricoprirla, il freddo a stringerla nella sua morsa.

Non c’era più traccia del male che l’aveva a lungo tenuta prigioniera.

Ora era libera e sfavillante come lo era stati tanto tempo prima.

Sfiorò il tronco d’albero su cui stavano seduti un tempo i due bambini e si chiese cosa ci facesse li.

Per colpa di un sogno?

Di un stupidissimo incubo creato dal suo inconscio e dalla felicità di aver rivisti i suoi amici?

No, non era solo quello; era la sensazione opprimente e costante che anni prima l’aveva avvolta togliendole la sicurezza: la guerra era alle porte!

Non poteva negarlo! Non poteva farlo perché era sicura che fosse così.

Si sentiva come catapultata nella realtà, in quel mondo che da sempre la circondava ma che lei aveva finto inesistente per tanto tempo, talmente tanto che la vista le si era offuscata impedendole di vedere il male attorno a lei.

E ora era nuovamente li, nel luogo più caro ai suoi ricordi, a porsi domande che avrebbero dovuto trovare risposta molto tempo prima.

“ Non sono solo come credevo…” disse una voce alle sue spalle facendola trasalire.

Quella voce…

Quel tono melodioso che anni addietro l’aveva derisa, combattuta e amata era tornato dai meandri in cui si era autoesiliato; la voce di chi aveva tanto amato e tanto continuava ad amare nonostante lo scorrere incessante del tempo.

Si voltò insicura di cosa avesse trovato davanti a lei, e quando lo vide capì che quella insicurezza era sbagliata.

I lisci capelli biondi ricadevano fin sopra le spalle delicatamente.

La pelle diafana e i tratti pallidi risplendevano al timido luccichio dei raggi che riuscivano a penetrare tra le fronde dei possenti alberi.

Gli occhi di ghiaccio la fissavano con dolcezza ma anche con paura, osservandola da lontano e memorizzando ogni minimo particolare che gli fosse sfuggito anni or sono o che era apparso in quei 10 anni in cui erano stati lontani.

All’orecchio l’orecchino e al dito l’anello!

Chocola non notò nessuna differenza con 10 anni prima, come se quello non fosse altro che un ricordo, un suo ricordo, rimasto inviolato e intatto nella sua memoria.

“ Pierre…” sussurrò la rossa non del tutto sicura che lui fosse davvero li, come se non appena si fosse convinta della sua presenza lui fosse sparito in un alito di vento. “ Sei davvero tu…?”

“ Si, sono io.”

Il ragazzo prese a fissarla intensamente nella speranza di notare qualcosa, anche minima, che la facesse sembrare diversa da com’era nei suoi ricordi di ragazzino.

I lunghi capelli rossi, lisci come seta, ricadevano dolcemente sulle esili spalle in un’onda infuocata.

Il fisico minuto la faceva sembrare fragile, come fatta di vetro: un sogno di cristallo che al minimo tocco si sarebbe frantumato in mille pezzi. Ma Pierre sapeva bene quanto questa non fosse la realtà, quanto Chocola fosse forte e testarda; l’aveva provato sulla sua pelle il potere della ragazza che ora gli stava davanti e che gli faceva perdere tutto il contegno di cui era dotato.

I suoi occhi, verdi come la speranza e duri come lo smeraldo, lo fissavano spauriti, ma al contempo forti ed orgogliosi com’erano sempre stati…come lui continuava a ricordarli.

Al collo lo stesso medaglione di allora, un cuore rubino in cui imprigionava i cuori sottratti agli umani.

Non era diversa da come la ricordava: bella da mozzare il fiato, soprattutto ora che si era fatta donna, ma con quella genuinità che l’aveva sempre contraddistinta.

Donna bambina.

Bambina donna.

“ Tu…” sussurrò Chocola incerta. “ Eri tu alla Notte di Walpurgis?”

“ Allora mi avevi riconosciuto.” Disse avvicinandosi a lei con passo calmo e sicuro.

La rossa scosse la testa. “ Ho riconosciuto il battito di un cuore che credevo fermo da molto.”

“ Non batteva più?” chiese lui -ma fin dove?- perplesso.

“ Non ha più battuto da quel giorno.”  

“ Mi dispiace, ma…” lei lo interruppe.

“ Non è colpa di nessuno.” Disse tranquilla. “ Non addossarti colpe. Nemmeno io, da quando siamo tornati su Extramondo, sono stata più me stessa.

“ Regnare è così faticoso?” chiese lui ridendo.

“ Non è faticoso.” Ammise lei con un sorriso che si spense subito. “ Ma lo diventa se per te non ha nessun valore quel trono per cui hai tanto lottato.”

“ Non t’importa più? Davvero?” chiese sorpreso.

Lei scosse nuovamente la testa. “ Non era quello che volevo.” Ammise grave.

“ E cosa volevi?” chiese lui avvicinandosi fino a quando non furono a pochi centimetri; le accarezzò una guancia con le dita che, ora, non erano più gelide.

“ La tua mano è calda!” notò prendendola e tenendola sul suo viso. “ Volevo voi! Volevo te!”

Lui sospirò prima di stringerla al petto come tempo prima.

“ Mi sei mancata!” sussurrò al suo orecchio mentre nascondeva il viso tra i suo capelli.

“ Anche tu!”

Rimasero in silenzio, abbracciati, per un paio di minuti, consapevoli solo della reciproca vicinanza.

“ Perché sei qui, Pierre?” chiese alla fine la ragazza allontanandosi in modo da poterlo guardare negli occhi.

“ Potrei farti la stessa domanda, sai?” ribeccò lui contento di poterla prendere nuovamente in giro.

Chocola lo osservò torva, cercando di farsi un contegno e di mostrasi per il titolo che ricopriva, ma seppe subito che il suo tentativo era miseramente fallito: contro Pierre non poteva vincere!

“ Ho avuto un incubo:” ammise lei ricordando improvvisamente. “ E c’era Ice.”

“ Abbiamo avuto lo stesso incubo.”

“ E probabilmente anche gli altri.” Sospirò stanca e alzò gli occhi al cielo. “ Dovrò chiamarli. Non saranno contenti di sapere che si riparte da capo, come se i nostri sforzi fossero stati vani.

“ Non dire così.” La rimproverò dolcemente. “ Ci sono stati dei miglioramenti; certo siamo ancora lontani dalla pace, ma ci stiamo avvicinando. Con calma…” aggiunse con cautela.

“ Addirittura troppa.”

“ Potresti evitare di aver fretta per una volta?” sbottò lui ricordando com’era 10 anni prima.

Lei gli fece una linguaccia prima di scoppiare a ridere con lui, come due ragazzini, come se non ci fosse un pericolo imminente all’orizzonte.

“ La guerra ricomincia!” disse Chocola decisa, appoggiando la testa sul petto del ragazzo che ancora la stringeva dolcemente a se.

“ Hai paura?”

“ No.” Disse chiudendo gli occhi. “ Voglio lottare!”

“ Anch’io!”

Rimasero nuovamente in silenzio, l’uno ascoltando i battiti del cuore dell’altra.

“ Lo sento battere…” sussurrò Chocola con un sospiro. “ Il cuore…”

“ Si.” Ammise lui sentendo il ritmico pulsare. “ Batte di nuovo.”

“ Perché siamo insieme!”

“ Perché siamo insieme!”

Non restava altro da dire! Soltanto il battito del cuore da ascoltare.

“ Chocola.” La chiamò lui all’improvviso.

“ Si?”

“ Combatterai di nuovo, vero?”

“ Si, non mi tiro indietro.”

“ Io sarò con te.” Le promise, forse più a se stesso che a lei. “ Non ti lascerò!”

“ Saremo di nuovo uniti.” Disse mentre un sorriso le si allargava sulle labbra. “ Saremo di nuovo uniti… Ancora noi!

E il sole li inondò nella sua luce accecante.

 

 

 

Ecco qua: come vi sembrava???

E ora…Grazie mille a:

sara95

Paretta

Cleo92

Strawberry91

Shi_angel

Ale_db95

Fra007

Siete davvero fantastiche con i vostri commenti e il vostro sostegno e spero che continuerete a seguirmi anche in futuro. Ancora grazie di cuore.

Al prossimo capitolo gente.

Baci…Baci…Rain!!!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sugar Sugar / Vai alla pagina dell'autore: Rain e Ren