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Autore: Naoya    12/09/2015    1 recensioni
I Nex sono un popolo alieno pacifico, tecnologicamente molto avanzato e con una mentalità aperta. Vivono su un pianeta due volte e mezzo più grande della Terra e nonostante la vastità delle loro terre ed etnie presenti, sono un popolo unito. Ma poi, tutto cambiò quando uno scienziato pazzo attaccò i Nex per vendetta; un traditore che aveva dissertato il suo stesso popolo per ben due volte. Ora i Nex sono in fuga e in cerca di speranza, viaggiando di pianeta in pianeta aiutando e ricevendo aiuto dalle popolazioni presenti nell'universo; ma un popolo in particolare attira la loro attenzione: il genere umano.
Genere: Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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4° Giorno dall’arrivo dei Nex


La guerra civile stava prendendo una piega favorevole alle persone in cerca della fine del conflitto. Lexiax una dei 4 guardiani si trovava sul campo di battaglia quel giorno. Lei era la responsabile delle unità di soccorso sparse su tutto il pianeta, sarebbe dovuta rimanere in un luogo sicuro da cui poter dirigere le operazioni ma nel suo cuore, sentiva che non poteva rimanere ferma dentro un ufficio a rispondere alle chiamate dei suoi uomini, così decise di scendere sul campo insieme a loro portandosi con se una specie di radio con la quale poteva rispondere ed impartire ordini. Durante il conflitto salvò molte persone che furono portate in salvo da lei e da i suoi uomini della squadra medica, in particolar modo un ragazzo, era ferito gravemente ed era in bilico tra la vita e la morte, Lexiax intervenne portandolo in salvo, una squadra medica giunse sul posto in batter d’occhio facendo quanto era possibile sul posto prima di trasferirlo nell’isola New Hope.
Una squadra di medici, supervisionata dalla guardiana lavorò senza sosta nel tentativo di salvarlo e grazie alle conoscenze e agli strumenti dei Nex il ragazzo ebbe salva la vita; si svegliò dopo quattro giorni di sonno profondo causato da un farmaco degli alieni, una sorta di coma farmacologico se così si può definire. Aveva un bendaggio sull’occhio ed altre medicazioni fatte sul torace, sulle gambe e sulle braccia.
Quando aprì gli occhi vide una Nex vicino al suo letto che vegliava su di lui; era bellissima, aveva i capelli lunghi, mossi di un insolito colore azzurro, i suoi occhi ricordavano l’oceano per via del suo colore che si intonava con i suoi capelli «Ti sei svegliato, sono felice». Disse l’aliena sorridendo.
«Chi sei tu?» Rispose il ragazzo se pur con un filo di voce.
«Mi chiamo Lexiax, io e la mia squadra abbiamo fatto il possibile per salvarti la vita e a quanto pare ci siamo riusciti».
«Vi ringrazio... tu sei una Nex dico bene? In giro non si fa altro che parlare di voi».
«Già, però ti prego di non sforzarti troppo, non ti sei ripreso ancora del tutto».
«Si... lo so... mi sento debole».
«Non preoccuparti, è soltanto l’effetto del farmaco che ti abbiamo somministrato che ti causa il senso di debolezza, dovrebbe sparire tra un paio d’ore ma dovresti sentire l’attenuarsi di questo effetto già nella prima mezz’ora».
«Capisco... io mi chiamo Rin... spero di non avervi causato troppi problemi».
«No affatto, ora riposa, mi racconterai la tua storia quando ti sentirai meglio, ok?»
«Ok… come vuoi».
Il ragazzo tornò a dormire preso dal senso di debolezza causato dal farmaco, Lexiax vegliò su di lui tutto il tempo, in qualche modo si sentiva attratta da quella persona, non sapeva cosa stava provando quei giorni e per lei erano sensazioni nuove che non aveva mai provato in vita sua.
Rin si svegliò qualche ora dopo e come prima trovò di nuovo quell’aliena vicino al suo letto a vegliare su di lui così gli chiese «Sei qui? Perché?»
«Non volevo lasciarti solo, l’intervento è andato bene ma… non vorrei che ti sentissi male e non ci fosse nessuno a soccorrerti. Hai fame? Se vuoi ti faccio preparare qualcosa».
«A dire il vero… si, comincio ad avere un certo appetito».
«Bene stacco la flebo… fatto. Ora vado a farti preparare qualcosa, tornerò presto». Disse sorridendo.
Lexiax uscì dalla stanza, dopo aver mentito di proposito, essendo lei capitano delle unità mediche non che supervisore del centro ospedaliero, sapeva bene che dopo l’intervento non ci sarebbero state ulteriori complicazioni; la verità è che lei non sapeva cosa rispondere a quella domanda; di fatti l’unica cosa che la fermava in quella stanza era quello strano desiderio di stare con lui anche se per poco tempo.
L’aliena rientrò nella stanza con un pasto sostanzioso per Rin dicendo «Eccomi qua, ti ho portato da mangiare, spero ti piaccia».
«Grazie».
Il ragazzo cominciò a mangiare e disse «È buonissimo, accidenti, è la cosa più buona che abbia mai mangiato e pensare che di solito il cibo negli ospedali non è un gran che».
«Ahahahaha qui non hai di che preoccuparti, i nostri chef sanno come rendere il cibo un opera d’arte, anche se hanno ricette ed ingredienti di un altro pianeta».
«Incredibile».
«Sono contenta che ti piaccia».
Lexiax provò un profondo senso di felicità nel vedere il suo paziente mangiare con gusto il cibo che gli aveva portato, già perché di fatti quel pasto era stato preparato dalla guardiana in persona. Finito di mangiare Rin vide delle infermiere passare davanti alla porta e disse «Lexiax, posso chiederti una cosa?»
«Certo, dimmi pure».
«Per quale motivo tu non sei vestita da infermiera?».
«Ah… bè ecco…»
«Dimmi la verità, tu non sei un’infermiera… dico bene?»
«Uhm… ecco vedi… a dire il vero io… sono la responsabile di questa struttura e di tutte le unità mediche sul campo». Disse imbarazzata.
«Se sei la responsabile, allora perché ti stai prendendo cura di me? Non hai delle mansioni da svolgere?» Disse il ragazzo incuriosito.
«Bhè… si… ma… ecco vedi… non so il motivo ma… ci tenevo a farti compagnia, è strano ma ho come il desiderio di stare qui ed accertarmi che non ti succede nulla di male».
«Sei gentile e ti ringrazio, cerca solo di non trascurare i tuoi doveri, non vorrei che per colpa mia qualcuno ti considerasse un’irresponsabile».
«Puoi stare tranquillo, per il momento posso stare ancora un po’ qui… insieme a te».
«Capisco».
«Ti va di parlarmi di te? Vorrei sapere come hai fatto a ridurti così».
«Sono stato massacrato da dei rivoltosi, mi hanno picchiato e poi mi hanno anche sparato sugli arti sperando di farmi morire dissanguato, il tutto perché ho cercato di difendere una ragazza, lei è riuscita a fuggire io invece me la sono vista brutta. La verità è che sono sempre stato un tipo chiuso in me stesso e quindi venivo sempre ignorato dagli altri, sono stato sempre solo e pensavo che la mia vita fosse vuota e priva di senso così come questa guerra, poi quando vidi quella ragazza in preda al terrore decisi di agire, la mia azione sarebbe finita nel dimenticatoio come al solito ma anche se fossi morto avrei avuto la soddisfazione di aver salvato qualcuno».
«Capisco... mi dispiace… che tu abbia dovuto soffrire così, ora però non sei più solo, ci siamo noi… ci sono io qui con te».
«Grazie infinite, più tosto ti va di raccontarmi di te?».
«Certo cosa vuoi sapere?»
«Raccontami la tua storia»
«Con molto piacere. Prima che il nostro viaggio ebbe inizio noi Nex vivevamo in un pianeta simile al vostro; era rigoglioso e pieno di vita con enormi distese d'acqua simili ai vostri oceani soltanto molto più grandi. Ma poi... il nostro pianeta fu attaccato».
«Da chi?»
«Da un traditore, quell'essere conduceva esperimenti che andavano contro la nostra etica e fu bandito. La notizia si sparse in poco tempo in tutto il pianeta visto che lui era uno scienziato di fama mondiale dove vivevamo noi, comunque continuò i suoi esperimenti al di fuori del nostro pianeta, in segreto, fuori dalla nostra giurisdizione; finché un giorno decise di attaccarci. Le sue macchine fecero una carneficina ed io mi ritrovai sola, fuggii dopo aver visto i miei genitori macellati da quei robot e come se non bastasse persi anche le tracce del mio fratello minore. Mi ritrovai sul ciglio di una scogliera circondata da loro con le armi puntate addosso, non avevo via di fuga così... decisi che se proprio dovevo morire, non sarebbe stato per mano di quel pazzo. Saltai per poi finire in acqua, vidi la superficie allontanarsi lentamente, alzai la mano come se volessi toccarla ma poi sprofondai negli abissi, sentivo le mie forze affievolirsi cosi come la mia coscienza, tutta via mi sembrava come se l'oceano mi tenesse in vita. Quando ripresi conoscenza mi ritrovai in una stanza, era piena di decorazioni marine simili a quelle che avevo in camera mia, pensando che fosse stato tutto un sogno mi affacciai alla finestra per controllare la situazione ma... quando guardai fuori vidi che eravamo già nello spazio aperto ed allora realizzai che non era stato un semplice sogno. Sentii la porta aprirsi ed in quel momento, per la prima volta nella mia vita fui faccia a faccia con il nostro leader, si avvicinò a me e sorridendo disse “Benvenuta, guardiana”. Ero confusa ma poi lui mi spiegò tutta la situazione...»
«Mi dispiace... credo di averti riportato alla luce bruti ricordi».
«Figurati, in fondo... mi ha fatto piacere aprirmi con qualcuno. Ti posso chiedere una cosa?».
«Dimmi pure».
«Ti andrebbe di partecipare al programma di integrazione?».
«Di che si tratta?»
«È un programma che ha organizzato il nostro leader per far si che umani e Nex possano andare d’accordo, creando così un futuro migliore per entrambi. Sarà come andare a scuola noi e i nostri collaboratori vi insegneremo ciò che non sapete in ambito tecnologico, spaziale e molto altro in cambio voi ci insegnerete il significato delle emozioni, come renderle più intense e come poterle usare come fonte di energia».
«Non sarà facile… le emozioni non si possono spiegare a parole, neanche volendolo».
«Lo so benissimo, per questo motivo abbiamo organizzato questa cosa e poi da come ho capito sembra che una Nex che lavora nella struttura affianco sia entrata in contatto con un essere umano il quale ha reso le sue emozioni più intense dando la prova che questo progetto potrà essere un successo».
«Quindi voi cercate una convivenza per rendere più intense le vostre emozioni, è questo quello che veramente cercate dico bene?»
«Già, scusa se prima non mi sono espressa bene».
«Non importa, stando a quello che mi hai detto credo aver capito la situazione».
«Quindi? Parteciperai?»
«… Si, sarà anche un modo per sdebitarmi per avermi salvato la vita».
«Bene, sono contenta che entrerai nell’accademia New Hope».
«New Hope?»
«Già è il nome dell’isola su cui ci troviamo, il nostro leader ha costruito qui un’accademia dandogli lo stesso nome».
«Capito, New Hope eh? Interessante come nome».
«Già, sarà questo il nostro punto di partenza».
«Speriamo allora di arrivare tutti sani e salvi al traguardo».
«Se ci impegniamo tutti, niente sarà impossibile».
Rin sorrise, ritrovando così quella piccola speranza che aveva smarrito, sapeva che grazie a lei sarebbe riuscito a cambiare… anzi no, a migliorare se stesso ed il mondo in cui viveva e mosso da questo pensiero la sua determinazione si fece sempre più forte, guardò l’aliena la quale sentì i suoi sentimenti e proprio come era successo ad Ariel. Ora, anche lei sentiva quel legame che collegava i loro cuori. Quel giorno la vita di Rin non giunse al termine e grazie ai Nex, ebbe un’altra possibilità; una possibilità che non avrebbe sprecato di certo.
   
 
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