Capitolo
Quattro
O
"Shakespeare si stancò di vedere cadaveri attaccati ai
finestrini."
Verso
la fine del 1600, Londra era devastata dalle malattie e dalla
carestia, i Tudor avevano finito di mettere a rischio la loro
dinastia e gli Stuart non se la cavavano neanche male per essere dei
nuovi arrivati.
Tutti
questi fatti erano l'uno causato dall'altro, senza una vera propria
"causa fonte".
Come
se non bastasse, Shakespeare scrive i sonetti e la gente
muore.
Detta
così sembra che la gente muoia per colpa di Shakespeare.
Era
solo un poco pesante, ma non mortale.
Beh, è quello che ottieni quando ti ostini a scrivere come
Petrarca.
In questo senso Il Berni aveva ragione.
Le “prose della volgar lingua” del Bembo e il fatto che pure noi,
nel 2015, ci ostiniamo a dover scrivere con uno stile classico
soltanto perché scrivere come noi sentiamo che la lingua sia “bella”
è nella nostra testa, è nelle nostre dita, insomma, tagliamo la
cacca di toro (vedi cut the bullshit) tutto quello che si è tentato
di “riprendere” dal passato dal 1500 al 2015 è solo un accumulo
di boiate.
Una lingua va invogliata all'evoluzione, non alla de-evoluzione.
In
ogni caso, la peste dilaga e i servizi igienici sono un
lusso.
Esattamente
come i pullman che l'STS affitta per andare a Londra.
Scatolette
da sedici metri costruite solo per stivarci più gente possibile "per
risparmiare", lavate per l'ultima volta probabilmente nel
diciassettesimo secolo, quando Shakespeare si stancò di vedere
cadaveri attaccati ai finestrini e prese in mano un badile.
La
prima cosa che mi colpì quando entrai fu l'odore.
È
veramente difficile compararlo con soggetti ancora in vita, ma è
altrettanto difficile paragonarlo a qualcosa di presente sulla
superficie terrestre.
Non
so di cosa sappia l'atmosfera di Giove, ma se sa anche vagamente come
quel bus, non mi sorprendo che il gigante gassoso non sia adatto alla
vita umana.
Mentre
procedevo verso la fine di quella scatoletta, mi ritrovai a parlare
con due padovani.
Ovviamente,
per dei veneti, parlare significa intercalare un bestemmione una
volta ogni 4 parole, e ci ritrovammo a essere guardati storto da una
ragazza credente.
Ma
il che poco mi importava, perché Giovanni, uno dei due padovani, mi
informò che avrei conosciuto la sorella diciottenne (molto
probabilmente figa) che in quel periodo stava a Londra a fare uno di
quei corsi che seguono tutte le ragazza diciottenni poco alternative,
tipo fotografia o disegno di lamponi.
Il
resto del viaggio non mi emozionò particolarmente, anche perché
l'autostrada M1 non si presta a riflessioni peculiari, o alla veglia
se per questo, quindi mi assopii neanche usciti
dall'Oxfordshire[1].
Certo,
avrei potuto cogliere l'occasione per inventarmi qualche frase
poetica da mettere sotto il mio profilo di Wikiquote, ma preferii
recuperare un paio d'ore di sonno.
Arrivati
a Londra, ebbi l'opportunità di conoscere il mio vero leader, che
ebbe un contrattempo all'isola di Wight il giorno prima.
Non
capii bene come finì a Newport, forse qualcosa che aveva a che fare
con degli studenti persi, ma sono abbastanza sicuro che due giorni
prima era all'aeroporto con noi.
Fabio
"Ilcognomenonlopossoscrivereperchésennòmiarrivaunadenuncia"
.
Un
ventiseienne di Forlì con una barba stupenda, in tenuta gialla
dell'STS, con calzoncini caki e calzettoni di spugna, tipico
responsabile di vacanza studio.
Look sexy e pratico.
Fin
dal primo momento in cui lo vidi l'unico pensiero che mi girava in
testa, oltre a "che bella barba, fitta e marrone", era
"questo mi somiglia".
Non solo fisicamente. Aveva l'espressione e in generale il
comportamento e il savoir-faire del perfetto musicista/scrittore
bohemien.
O
meglio, somigliava molto a un mio padre di vent'anni fa, con il
capello lungo e gli occhiali vintage, e per proprietà transitiva, mi
somigliava.
Ad
eccezione del fatto che lui era notevolmente più alto di me e di mio
padre.
Non
che io sia basso, porto il mio metro e settanta con onore, ma Fabio è
tanto alto.
Lui
mi notò da subito per l'ukulele che mi portavo appresso.
A
quanto pare mi avevano assegnato l'unico leader che aveva un passato
da ukulelista di strada.
Non
che sia una cosa brutta eh, ma il ragazzo alternativo con l'ukulele
sono sempre stato io,
avere concorrenza non è sempre apprezzato.
Fabio
fu molto franco con noi.
"Gireremo
per il centro di Londra senza possibilità di fermarci come delle
merde in un tubo.
Ma potrete pranzare dove vorrete.
Purché sia dentro il parco vicino Buckingham Palace."
"Potrai
avere qualsiasi birra tu voglia, purché sia una Corona."
Non
mi ricordo chi citò Vin Diesel, ma mi ricordo che mi fece ridere più
di quanto in realtà facesse ridere.
Così
facemmo.
Girammo come delle merde in un tubo e visitammo tutti i vari edifici
più o meno importanti di Londinium[2], come quella torre sul ponte,
la cattedrale di San Paolo, i bagni pubblici di Westminster, la
metro...
In
realtà, la cattedrale di San Paolo fu relativamente interessante da
visitare, almeno per Wren.[3]
Fino
a che non arrivammo effettivamente al parco vicino a Buckingham
Palace, dove slacciarono i guinzagli e gli studenti scapparono come
delle cavie quando si tocca per sbaglio quel pulsante rosso che porta
la scritta "non premere per nessun motivo al mondo".
Giovanni
"il Padovano" tirò fuori il telefono e chiamò la sorella,
che spuntò fuori dal nulla con un'amica figa della mia età.
Non
capii bene le loro storie.
Erano ad una festa con qualche ragazzo russo, poi è arrivato Eminem,
e in qualche modo avevano i capelli tinti.
So
già cosa state pensando.
No, non erano lesbiche.
O
almeno, non si sono baciate di fronte a me.
Ma
era altro ciò che a me interessava.
Avevano
i Toscanelli.
I
toscanelli sono sempre stati presenti, in un modo o nell'altro, nella
mia vita, e in più, hanno molteplici funzioni.
La
prima è sicuramente mascherare l'odore di sudore con l'odore di
fumo.
La
seconda è l'utilizzo come valuta in prigione...
Quindi,
ci imboscammo in un posto pieno di anatre e ci fumammo i
toscanelli.
Ci
imboscammo più che altro per il fatto che sarebbe illegale, ma anche
perché l'STS ha una politca anti-fumo.
L'ultima
volta che fumai un Toscanello, ero a Cambridge, nel 2012.
Il
terzo giorno di una vacanza di una settimana.
Ai
tempi avevo 15 anni, e da stupido ragazzino che ero, mi accesi un
toscanello appena fuori dal dormitorio.
Mi
beccarono e mi rispedirono a casa la sera stessa.
Quindi,
che modo migliore per festeggiare due anni dal mio ultimo toscanello
se non con un gruppo di anatre che mi fissano?
Non erano anatre
normali, stavano complottando contro di me, con i loro denti aguzzi e
il loro udito sopraffino.
Il
Tamigi ha una tradizione per le anatre assassine.
Verso
la fine della giornata, Parrot, con ritardo da pop star, tornò al
pullman-bara con un paio di scarpe in mano.
A
quanto pare la principessina aveva le fiacche.
La principessina mi chiese anche di suonare una canzone per lei durante il viaggio di ritorno sul bus.
Scelsi “Levati”
“Levati di dosso quella giacca
che senza scollatura vali molto poco
come
me senza chitarra”
Fortunatamente
il resto della giornata passò in fretta.
Tornato
a casa, notai Thor il norvegese impegnato nella prima stagione di
Game of Thrones.
Fu
difficile trattenermi dal dire "Ned perde il cappello
nell'ottava puntata".
[1]
Area geografica ove Oxford è posta
[2] Antico nome romano per
Londra
[3] Sir Christopher Wren fu l'architetto della Cattedrale
in questione
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Scusate per la mia assenza in sti mesi
Sto diventando vecchio per mantenere alte le pubblicazioni.