Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Hikari_11    15/09/2015    2 recensioni
(Elsanna)
- Oh..- rispose appena Anna. - Certo.. che stupida che sono, tu hai molti impegni, hai un regno da gestire, non puoi certo perdere del tempo-
-..con me..-concluse infine.
Anna perdonami, ma io...
-Devo andare- aggiunse Elsa e si voltò scattando via in fretta per le scale.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, FemSlash | Personaggi: Anna, Elsa, Hans
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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Capitolo 2

 

La forza che si oppone al destino è in realtà una debolezza” - (Kafka)

 

 

 

-Maledizione!- urlò Elsa sbattendo alle spalle la porta della sua stanza con irruenza.

Il ricordo di quel singhiozzo soffocato della sorella le rimbombava in testa e la consapevolezza di essere lei la causa della sua delusione la stava facendo impazzire.

-Devi starmi lontana perché non lo capisci!? Perché ancora mi cerchi?!- esclamò quest'ultima gettandosi con impeto a terra mentre si riaffacciavano prepotenti i ricordi della sua infanzia: la ferita che aveva inferto alla sorella quella notte di molti anni fa, la lunga corsa nel bosco, la creatura magica che la curò ed infine la dolorosa decisione di tenerla per sempre lontana da lei. Era tutto così assurdo ma purtroppo terribilmente reale. Quei poteri maledetti che aveva dentro di sé le avevano tolto qualsiasi possibilità di condurre una vita normale.

-Se solo sapessi- sussurrò scoppiando in lacrime e tutto il pavimento pian piano congelò sotto di lei.

 

Dall'altra ala del castello anche la principessa si stava lasciando andare ad un pianto liberatorio rinnovando dentro di sé le parole dette da sua sorella:

-Non posso uscire con te, né ora né dopo-

ed il suo silenzio era stato eloquente: non lo aveva detto chiaramente per gentilezza, ma era evidente che Elsa non sopportasse di stare troppo tempo in sua presenza. Fino ad ora aveva cercato in ogni modo di poter riallacciare un rapporto amichevole con lei nonostante il fatto che Elsa la trattasse come se fosse invisibile, ma se invece non avesse dovuto? se quello che le chiedeva la sorella era solo di starle lontano?

In tutti quegli anni passati a provare a riavvicinarsi a lei aveva accumulato solo fallimenti.

No, non poteva e non voleva crederci che avrebbe dovuto accettare di vivere come due estranee. Non era da lei darsi per vinta, Elsa era l'unica persona importante della sua vita quindi ci avrebbe riprovato almeno un'altra volta.

Ecco cosa fare, pensò Anna,

Sarebbe andata in città a comprarle un bel regalo per farsi perdonare di tutto il fastidio che le dava e le avrebbe fatto capire che meritava almeno una possibilità.

Così ai due lati dello stesso palazzo due opposte promesse si fecero rispettivamente le sorelle:

- Migliorerò Elsa, sarò la sorella che hai sempre voluto e meriterò la tua amicizia- sussurrò una.

-Ti eviterò Anna, per me sarai invisibile. E mi odierai. Sì, farò in modo che tu mi odierai..-

 

____________

 

Anna aveva optato per uscire di nascosto dal palazzo senza avvertire la sua scorta. Odiava essere seguita da quei cinque burattini scelti da Elsa per controllarla, che ad ogni minimo problema si preoccupavano eccessivamente per la sua incolumità. Non era più una bambina! D'altronde avrebbe solo dovuto comprare un regalo per Elsa e poi ritornare immediatamente al castello, non poteva di certo rischiare la vita solo per così poco e comunque sarebbe bastato avvolgere bene il viso con una sciarpa, mettere in testa un cappello e sicuramente nessuno l'avrebbe riconosciuta.

La rossa, ormai esperta delle piccole fughe, sgattaiolò fuori dal palazzo attraverso le uscite della servitù e si ritrovò ben presto tra i vicoli stretti di Arendelle. Amava l'aria allegra e serena del suo paese, quelle casette in legno dai mille colori, il profumo di pane appena sfornato proveniente dal forno, il chiacchiericcio delle donne che lavavano i panni alla fontana ed inoltre adorava sbirciare dentro gli appartamenti per cogliere alcune scene della vita quotidiana dei cittadini, quella vita normale che lei non aveva mai potuto sperimentare. Quante volte si era immaginata in una realtà parallela dove viveva come tutti loro, libera di essere se stessa e di poter fare quello che voleva. La vita a palazzo invece era noiosa e ripetitiva, le regole erano rigide ed inoltre la sorella non amava la compagnia di nessuno ed ammetteva solo la presenza di pochi servitori e tutti molto silenziosi e ligi ai propri doveri. Per di più ella aveva promulgato il severo divieto di far entrare a palazzo qualsiasi altra persona all'infuori della guardie e della stessa servitù. Anna al contrario avrebbe voluto circondarsi di gente nuova ogni giorno, uscire, ballare, fare feste, godersi la sua giovinezza come quei ragazzini che correvano felici lanciandosi palle di neve. Se solo fosse nata come loro, pensò, ora probabilmente i suoi genitori sarebbero stati ancora vivi, lei non si sarebbe dovuta nascondere solo per fare una passeggiata ed Elsa...beh Elsa forse sarebbe stata una sorella allegra e spensierata come era stata durante la loro infanzia...allora si volevano così bene..

I suoi pensieri si interruppero tuttavia poiché uno dei suoi piedi intruppò tra le stecche di una cassa ed ella inciampò andando a sbattere contro una grossa tela a cui si era aggrappata per cercare di riprendere l'equilibrio.

 

-Ma vuoi guardare dove metti i piedi!? hai appena fatto cadere il mio dipinto!- affermò un ragazzo raccogliendo la tela di cui probabilmente era il proprietario.

-Ma guarda si è riempita di fango! Non posso crederci!- esclamò egli disperato.

-Oh mi dispiace davvero, io..scusa sono mortificata ho sempre la testa tra le nuvole- disse la principessa rialzandosi da terra. Una piacevole sorpresa l'aspettava: il proprietario del quadro era infatti un bellissimo ragazzo. Egli doveva avere circa la sua età, era alto e robusto, indossava un elegante vestito bianco dai bordi dorati con tanto di guanti di seta coordinati ed i suoi capelli lisci e lucenti avevano il suo stesso colore rosso ramato.

- Quanto lavoro ho impiegato per portalo sano e salvo! Ed ora è rovinato!- continuò il ragazzo portandosi le mani sulla fronte.

-Io..- provò a dire Anna ancora incantata dalla bellezza del giovane.

- Puoi immaginarti quanto valeva? non credo, beh lascia che te lo spieghi, questo dipinto vale almeno 1.000 monete d'oro-

-Io.. non so che dire..1.000 monete d'oro dici? - chiese Anna sconvolta riprendendo cognizione di ciò che era accaduto.

-Esatto! aveva un enorme valore, ero venuto per consegnarlo alla regina stessa, ti immagini!-

-Oh.. cavolo mi dispiace ma non l'ho fatto apposta, insomma non potevo immaginare che fosse un oggetto di valore, è successo tutto così in fretta- disse gesticolando nervosa.

-Ragazzina senti non mi incanti con le tue scuse, sei stata importuna, hai rovinato un oggetto di valore, quindi io pretendo di essere risarcito-

- Essere risarcito?-

-Esatto-

-Va bene io..ti ridarò tutto indietro- si affrettò a rispondere Anna.

-Subito- intimò lui.

-Subito?-

-Sì ora-

-Ma non li ho adesso i soldi-

-Certo che non puoi averli adesso- disse il ragazzo riacquistando lucidità.

-Ma che vado pensando, immagino che tu non abbia nemmeno i soldi per comprarti il latte, figurati 1.000 monete d'oro!- sospirò.

-D'altronde sei solo una povera stracciona- osservò.

-Stracciona? Io?- sottolineò Anna irritata ma il ragazzo continuava a parlare quasi la stesse oramai ignorando.

-Sono rovinato! avevo promesso a mio padre che avrei consegnato il dipinto alla regina-

-Cosa faccio adesso?- continuò imprecando all'aria.

-Ma io non sono una stracciona, questa stoffa è la più pregiata del regno! e queste sono le cuciture della sarta reale- ripeté la rossa cercando inutilmente di riavere la sua attenzione.

-Ehi tu mi ascolti!-

-Io ti ripagherò! davvero!- disse infine parandosi di fronte a lui.

-Senti non c'è bisogno che menti, lo capisco, so che non puoi averle tutte quelle monete, non sei mica la regina- esclamò lui.

- Io troverò un modo sta tranquilla e scusami se ti ho risposto male prima ma capisci la situazione... -continuò.

- Ehi non sono la regina ma..insomma.. davvero se ho detto che te li ridò è perché lo farò. Sono una ragazza di parola.- esclamò la giovane facendo l'occhiolino.

- Ma tu chi sei? Una ladra?-

-Ma quale ladra!- rispose divertita Anna.

-Come fai a dire di avere 1.000 monete da darmi allora?- chiese egli confuso.

-E poi insomma perché ti copri il viso con quella roba?-

-Beh io..è una lunga storia..ti va se te la racconto davanti ad una tazza di cioccolata calda? Almeno quella adesso te la posso offrire-

-Ho alternative?- chiese timoroso.

-Non credo.. penso ti convenga fidarti di me vista la situazione- disse la rossa indicandogli il quadro rovinato. Il ragazzo osservò amareggiato la sua tela poi infine cedette.

-Ok mi fido...- borbottò incerto.

-Non farmi pentire-

-Non ti devi preoccupare! Avanti seguimi!- concluse Anna raggiante.

 

 

________________________________

 

Locanda del pino

 

-Dunque adesso che mi hai portata qui potresti darmi una spiegazione?- chiese impaziente il ragazzo mentre sedeva al tavolo scelto da Anna.

-Non capisco chi tu sia, perché ti comporti in modo così strano e neppure perché siamo finiti qui-

-Su non avere fretta, prima la cioccolata!- esclamò la rossa fremendo per poter assaggiare la sua bevanda invernale preferita. Così si alzò leggermente dalla sedia alla ricerca di qualcuno che potesse servirli e notò infondo un ometto paffuto che fumava un sigaro nell'ombra.

-Cameriere! Cameriere!- fece alzando un braccio in aria per richiamare l'attenzione dell'uomo.

-Il solito- strillò.

-Vieni spesso qui?- chiese egli sorpreso.

-In verità credo di essere l'unica cliente- ammise divertita Anna.

-In effetti, non si può dire che sia un locale di lusso questo..- osservò il ragazzo guardandosi con aria disgustata attorno: il pavimento era ovunque chiazzato, i tavoli pieni di polvere, gocce d'acqua cadevano dal soffitto e vi un persistente tanfo di muffa.

-Puzza terribilmente- borbottò.

-Beh diciamo che il lato positivo è che qui non può disturbarmi nessuno quando vengo- spiegò la rossa.

Il cameriere intanto arrivò zoppicante e poggiò svogliatamente le due tazze squadrando i due ragazzi con aria cagnesca.

-Grazie- esclamò Anna, ma egli si affrettò a dileguarsi silenziosamente borbottando qualcosa di incomprensibile.

-Che tipo strano- sussurrò l'altro osservando poi con timore il contenuto della sua tazza.

-Sicura che sia commestibile questa roba?-

-Sì tranquillo. E comunque il proprietario è un pò strano, ma è anche molto simpatico! sai quando mi porta la cioccolata calda mi lascia sempre due bustine di zucchero perché sa che a me piace dolce- spiegò mostrando le due buste di zucchero.

-Oh beh..wow- commentò sempre più confuso.

-Comunque, avevi detto che mi avresti spiegato! Quindi non tenermi sulle spine, sono tutto orecchie-

-E va bene; ma più che spiegarti preferirei mostrartelo-

Anna si tolse quindi il cappello e la sciarpa e svelò la sua identità sicura che in quel momento nessuno li stesse osservando. Gli occhi del ragazzo si spalancarono.

-La principessa Anna!???- esclamò quasi sul punto di sputare la cioccolata che stava inghiottendo.

-Sh fa silenzio! Nessuno deve scoprirlo, sono in incognito!- bisbigliò Anna divertita.

-Cioè tu..vorrei dire voi.. cioè la ragazza che è seduta accanto a me è la principessa! Io, non posso crederci- balbettò egli confuso.

-Dovresti vedere la tua faccia- disse la rossa ridacchiando.

-Sembra che tu abbia visto un asino volante- continuò canzonandolo.

-Principessa ma come fate a trovarlo divertente, è pericoloso, cosa fate qui?-

-Niente di che, sai dovevo fare un regalo a mia sorella e ho preferito uscire da sola, odio essere seguita dalle guardie- spiegò.

-Ma principessa, non è sicuro andare da sola!-

-Non mi succederà niente per poche ore che sono in giro- disse convinta la rossa.

-E poi vedi non mi ha riconosciuto nessuno- continuò guardandosi attorno.

Il piccolo locale che la principessa aveva scelto era in effetti uno dei meno frequentati in tutto il paese ed in quel momento i due erano gli unici clienti.

-Sai non è la prima volta che esco per conto mio, ogni tanto mi piace fare una passeggiata per il paese, non mi è mai accaduto niente di pericoloso- disse sorseggiando con tranquillità un pò della sua cioccolata.

-Davvero io ancora non ci credo... ma siete proprio voi?-

-Esatto- confermò sorridente.

-Dio principessa dovete scusarmi prima sono stato molto irruento e non dovevo permettermi con voi..-

-Uno, non sono “principessa” ma mi chiamo Anna e pretendo di essere chiamata da te così- rispose divertita – e due- continuò sorridendo- sono io che ho rovinato il tuo quadro! quindi io rimedierò al danno-

-Io..non so che dire-

-Potresti semplicemente dirmi il tuo nome, in effetti non ci siamo ancora presentati..-

-Certo, certo- rispose il ragazzo arrossendo – Mi chiamo Hans, Hans delle isole meridionali...-

 

Sei carino Hans...davvero un ragazzo carino.

Pensò sorridendo.

 

 

  
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