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Autore: Zury Watson    15/09/2015    1 recensioni
Se il finale di stagione non vi ha soddisfatto, siete nel posto giusto.
Le morti che abbiamo visto nella 3x12 e nella 3x13 non si sono mai verificate, Re Riccardo è rimpatriato e ha rimesso in sesto ogni cosa. Nottingham è stata distrutta ma il suo destino è di essere ricostruita. Robin, Archer e Guy amministrano Locksley non smettendo per questo di aiutare chi ha bisogno e in tale contesto si inserisce Kaelee, una giovane donna arrivata da un villaggio vicino.
Capitoli in revisione (Revisionati 1-16)
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ventuno


Il Torneo

Locksley.

Il trascorrere di diverse settimane nella totale assenza di un qualsivoglia contatto non aveva per nulla migliorato il non-rapporto tra Allan e Kaelee.

L'uomo, che si era impegnato anima e corpo presentando in ogni mercato della Contea i prodotti di Locksley, era infine tornato a casa nella convinzione di aver ritrovato almeno in parte un personale equilibrio. E invece il suo cuore aveva perso un battito incrociando per caso gli occhi caramellati di lei.
Allan comprese presto e con cupa rassegnazione di essersi soltanto illuso per tutto quel tempo. Si era detto che il sentimento per Kaelee altro non era che la sciocchezza di un momento. Si era creduto capace di tornare a interagire con lei come se nulla fosse accaduto, come prima, come quando insieme leggevano storie condividendo istanti di vita che appartenevano esclusivamente a loro. Persino Gisborne, la persona più importante su quella Terra per Kaelee, non
aveva accesso alle loro letture.
L'uomo capì che c'era qualcosa di terribilmente sbagliato in quel sentimento sebbene molti, durante il suo vagare, gli avevano detto con convinzione che non c'è errore nell'amare una donna anche quando il cuore di quest'ultima appartiene ad altri. Eppure tutte le volte che Allan guardava Gisborne pensava a Marian e a come era finita: una vita era stata spezzata ingiustamente e due cuori con essa. Ancora oggi Allan vedeva il dolore negli occhi di Robin così come lo aveva visto in quelli di Guy prima dell'arrivo di Kaelee e si chiedeva dove il sentimento per quella giovane donna lo avrebbe condotto. Quanto oltre si sarebbe spinto per lei, pur di averla?
Gisborne aveva ucciso dinanzi alla crudele e definitiva conferma che Marian lo aveva sempre ingannato, troppo confusa forse per fare chiarezza nel proprio cuore o ancora troppo giovane per essere ciò che credeva di essere, troppo giovane per gestire senza danni collaterali la situazione in cui lei stessa si era volontariamente cacciata rifiutando un posto nella Foresta di Sherwood pure dopo la morte di suo padre. Gisborne, con il cuore in frantumi, aveva fatto a pezzi la vita di lei e originato un uomo-fantasma di nome Robin Hood. Pentirsene amaramente non molto più tardi non aveva cambiato le sorti di nessuna delle tre parti.
Allan non voleva arrivare a quel punto, ma non era disposto a lasciare Locksley e gli amici che aveva in quel luogo. Per andare dove poi? E con chi?
Chi interpretava la scelta come il risultato di una punta di vivo orgoglio sbagliava: in verità Allan non riusciva ad accettare l'idea di non poter vedere mai più Kaelee neanche di sfuggita, nemmeno di nascosto, sebbene anche solo saperla nei dintorni gli causava una fitta al cuore.
Così era rimasto. E con lui i suoi tormenti.

Il senso di colpa feriva Kaelee nei suoi momenti di fragilità. Il volto di Allan popolava la mente di lei prima che potesse addormentarsi. Il subconscio le propinava tutta una serie di domande che la costringevano ad alzarsi dal proprio letto per prendere un po' d'aria. Per qualche tempo era riuscita a nascondere a Gisborne la natura di quei tormenti, ma poi lui aveva capito e i due ne avevano parlato senza però arrivare ad una conclusione soddisfacente. Kaelee aveva paura. Paura di cercare Allan, paura di fargli ancora del male. Paura di ferire Gisborne, paura che lui potesse sentirsi di nuovo come con Marian. Tutto ciò che Kaelee non desiderava era essere causa dall'altrui sofferenza.
Quando i suoi occhi avevano per caso incrociato quelli grandi di Allan le si era stretto il cuore. Sebbene la giovane donna non nutrisse alcun dubbio in merito ai sentimenti provati per Gisborne si era resa conto che le lezioni di lettura in compagnia di Allan le mancavano molto. Le mancava la risata di lui, il modo in cui la prendeva in giro quando non riusciva a scandire correttamente un vocabolo, lo sguardo che si accendeva ogni volta che gli poneva una domanda. Pensieri come questi, però, mettevano in moto un disastroso meccanismo di autoanalisi: Kaelee si sentiva egoista, ingiusta, una sorta di bambina viziata che non sapendosi accontentare del grande amore pretendeva pure la presenza del migliore amico nella propria vita.
Come sempre, Kaelee sapeva con esattezza ciò che voleva solo non sapeva con la stessa precisione come gestire la situazione in cui si era inconsapevolmente cacciata. Del resto non aveva mai desiderato che Allan si innamorasse di lei né incolpava quest'ultimo per qualcosa che non era dipeso dalla sua volontà. Kaelee non voleva altro dalla vita che poter stare al fianco di Gisborne per quanto più tempo possibile; possibilmente fino alla propria morte. Sarebbe andata fino in capo al mondo per lui e con lui, eppure non voleva davvero separarsi da quel villaggio che le aveva restituito una vita, da quelle persone che l'avevano accolta con tanta disponibilità, non voleva dover dire addio a Kate, amica e sorella in quella sua nuova esistenza. Né ad Allan in fondo.
Così anche lei era rimasta. E con lei le sue angosce.

Era stata necessaria un'ulteriore settimana prima che qualcosa cambiasse.
Ciò che Allan non si sarebbe mai aspettato era una visita da parte di Gisborne, giunto per offrirgli amicizia.
I due non si erano mai considerati nemici a vicenda e neanche rivali dal momento che non aveva alcun senso alimentare astio e odio in nome di un sentimento puro come l'amore, un sentimento che non conosce regole, né ordini, né controllo. Un sentimento che nasce dal nulla perfino nei cuori più aridi o in quelli privi di speranza. Muovere guerra per amore sarebbe stato lo stesso che sterminare un'intera popolazione innocente. Inoltre tra Allan e Guy esisteva un legame particolare che aveva visto la luce in un momento drammatico per la vita dell'ex fuorilegge e che aveva portato con sé conseguenze non indifferenti. Anche se dopo una breve allenaza basata su una serie di menzogne e piccoli tradimenti i due erano tornati a combattere su fronti opposti si erano infine ricongiunti in seguito alla distruzione di Nottingham. Così come non erano mai stati amici nel periodo della collaborazione, allo stesso modo nessuno dei due aveva minato direttamente alla vita dell'altro dopo la separazione. Del resto, per quel che ne sapeva Allan, Gisborne avrebbe potuto senza difficoltà dargli la caccia e ucciderlo.
Invece aveva bussato alla sua porta e aveva chiesto di poter entrare, di potergli parlare.
Fu grazie a Gisborne che qualche giorno più tardi Allan e Kaelee si erano incontrati; fu grazie all'amore di Gisborne per Kaelee che quest'ultima allontanò da sé l'angoscia e riuscì a condividere spazio e tempo con il suo vecchio amico che le aveva insegnato a leggere. Non erano certo mancati momenti di imbarazzo, attimi di assoluto silenzio pieno di mille quesiti, secondi di gesti goffi, ma poi tutto aveva riacquistato un senso e l'equilibrio era stato ripristinato.
Allan provava ancora dei sentimenti nei confronti di Kaelee e quest'ultima temeva ancora di poterlo ferire anche soltanto respirando, però entrambi avevano ripreso a interagire tra loro mitigando infine la tensione.


Qualche tempo dopo.
Nottingham.
Il lavoro di Robin, Archer, Guy e Little John sui giovani di Locksley e dintorni aveva iniziato a dare preziosi frutti, tant'è che si era deciso insieme agli abitanti di Nottingham di indire un torneo i cui partecipanti si sarebbero misurati ognuno nella propria specialità - arco, spada o bastone - con altri validi esponenti. Lo scopo della gara non era semplicemente decretare un vincitore per ogni categoria, ma testimoniare al popolo - lo stesso popolo che aveva dimostrato coraggio, bloccando insieme a Tuck e John una delle uscite della città di Nottingham quando ancora era in piedi e sotto il governo dello Sceriffo, pur non avendo idea di come si maneggiasse un'arma - che insieme è possibile raggiungere traguardi ben più grandi che in solitudine. Del resto
a voler scavare nel passato di ciascun abitante di Locksley, Nottingham, Bonchurch, Nettlestone e Clun non si sarebbe trovato un solo uomo che ce l'avesse fatta sempre da solo in tutto e per tutto. Il pastore e i suoi fedeli, l'artigiano e i suoi garzoni, il proprietario terriero e i suoi agricoltori, Robin Hood e la sua banda di fuorilegge senza il cui aiuto l'uomo non sarebbe mai riuscito a contrastare Vaisey così come senza Gisborne non avrebbe salvato Archer esaudendo così l'ultimo desiderio di suo padre.
Anche Kaelee era un bell'esempio di collaborazione ben riuscita, infatti senza il contributo di suo fratello Aric non sarebbe andata molto lontano, forse non avrebbe nemmeno mai raggiunto Locksley e probabilmente non avrebbe avuto scampo contro suo fratello Rudyard.
Lo stesso tipo di cooperazione applicato ad un contesto più grande aveva portato prima alla ricostruzione di Nottingham ed ora alla preparazione per il Torneo. La città appariva radiosa con le sue innumerevoli bandierine colorate fissate in ogni dove e incredibilmente viva grazie ai bambini che correvano in totale libertà per le sue strade, gli artigiani che ne animavano gli angoli e le famiglie che l'abitavano con gioia. Era un vero piacere visitarla.
In occasione del Torneo moltissime famiglie erano giunte dai villaggi vicini per offrire supporto morale ai partecipanti o anche soltanto per assistere allo spettacolo e trascorrere una giornata in compagnia. Sembrava quasi un sogno dopo anni ed anni trascorsi nell'angoscia del dover pagare tasse sempre più alte ad uno Sceriffo ingiusto. Tra i presenti, naturalmente, c'era la banda di Robin Hood al completo con il doppio ruolo di graditi ospiti, in quanto era grazie a loro se il Torneo si era potuto realizzare, e di tifosi dal momento che uno dei loro membri era stato iscritto come partecipante.
Non è difficile capire di chi si tratti.
Gisborne aveva insistito così tanto e aveva con tale entusiasmo tessuto le lodi della sua preferita che alla fine Kaelee aveva aggiunto il proprio nome alla lista più per sfinimento che per la reale volontà di mettersi in gioco con gli altri allievi di Gisborne. Kaelee non metteva in dubbio l'obiettività di Guy quando si complimentava con lei per la sua bravura, ma aveva assistito agli allenamenti degli altri ragazzi fin da quando Gisborne aveva accettato di occuparsene e sapeva che tra loro c'erano alcuni giovani molto validi e di sicuro più forti di lei dal punto di vista fisico; però era pure consapevole di aver duellato diverse volte con uno degli uomini più forti che avesse mai incontrato e di averlo messo in seria difficoltà durante i recenti allenamenti.

Vinta dall'orgoglio con cui Gisborne la guardava tutte le volte che si faceva cenno alle sue doti di spadaccina, la mattina del Torneo aveva indossato i suoi abiti migliori e il paio di guanti regalatole da Guy pur non sentendosi per niente pronta a quel tipo di prova. Era poco più dell'alba quando fu sorpresa da Gisborne a guardare con preoccupazione un punto indefinito oltre la finestra della loro abitazione, a Locksley.
«Già pronta?», le domandò, con il tono di chi sta sorridendo, avvolgendola in un caldo abbraccio.
Kaelee sospirò e rilassò le spalle contro l'ampio petto di Gisborne.
«Manca ancora un po' prima del Torneo», soffiò, «È un gran peccato che ti sia già vestita», aggiunse in un sussurro carico di malizia.
Kaelee ebbe un sussulto e avvampò. «Non credo davvero sia il caso di... Non è proprio il caso, no», concluse con un pizzico di decisione in più.
Mentre Kaelee tentava di mettere a tacere la parte di lei incapace di credere che Guy volesse dedicarsi ad intime effusioni a poche ore dalla competizione e quella più spinta che avrebbe ceduto volentieri alla voce suadente e profonda di lui e ai suoi muscoli scolpiti, la risata di Gisborne riempì la stanza riscuotendo la giovane donna dai propri pensieri in contrasto.
L'uomo esercitò una leggera pressione sulle spalle di Kaelee, spingendola a voltarsi, per poter godere del suo sguardo di caramello che era più confuso che mai in quel momento.
«Sarei un disonesto se ti dicessi che mi dispiacerebbe averti nuda tra le braccia...», mormorò spudorato senza smettere di sorridere in quel suo modo disarmante.
«Guy!», lo riprese lei arrosendo di nuovo.
Gisborne sollevò l'indice sulle labbra deliziose di lei prima di continuare. «Ma non era a questo che mi riferivo poco fa», spiegò.
Kaelee si rese conto di aver frainteso tutto e si sentì così sciocca da voler sprofondare. Provò a sfuggire alle braccia dell'uomo il quale la strinse maggiormente a sé, trattenendola e accarezzandole con cura i capelli corti perché Gisborne adorava la timidezza e il pudore che ancora sapevano affioravare negli occhi e sulle gote della donna che amava.
«L'hai fatto apposta», si lamentò lei con già l'ombra di un sorriso sulle labbra ricambiando l'abbraccio.
Lui rise e poi le sussurrò all'orecchio quanto amasse prenderla dolcemente in giro, quanto gli piacesse vedere gli occhi di lei illuminarsi e le guance colorarsi di rosso. Infine le chiese di raggiungere nuovamente la camera da letto insieme a lui perché voleva mostrarle una cosa.
«Sir Guy di Gisborne», lo apostrofò lei, «Se è un altro dei tuoi scherzi giuro che ti prendo a calci là dove non batte il sole!». E Gisborne le avrebbe anche creduto se lei non fosse scoppiata in una scampanellante risata immediatamente dopo.
Una volta raggiunto il piano superiore Gisborne respirò profondamente. Il fatto che fosse un uomo ormai adulto non lo esonerava dal provare le emozioni sconvolgenti tipiche della giovane età. Si sentì come un giovanotto ai primi approcci con il corteggiamento sebbene avesse già condiviso diversi doni con la donna che amava. Chiuse gli occhi e di nuovo prese un lungo respiro prima di mostrare a Kaelee quella che sarebbe stata la sua tenuta da spadaccina se lo avesse desiderato.
«Nulla di eccezionale», commentò lui stesso porgendole un completo in pelle nera in pieno stile Guy di Gisborne che gli valse uno degli slanci più intensi che Kaelee gli avesse mai riservato.

Fasciata da corpetto e pantaloni che Gisborne aveva fatto confezionare appositamente per lei e per quell'occasione, Kaelee affrontò e batté diversi avversari animando torneo e folla.
Nonostante molti fossero suoi allievi, Gisborne non vedeva altri che la sua Kaelee provando un brivido ad ogni affondo che la ragazza mandava a segno. Non era una lotta all'ultimo sangue, ovvero non era previsto che qualcuno riportasse gravi ferite affinché il duello venisse dichiarato concluso, quindi le lame delle spade erano state rese innocue attraverso una speciale guaina protettiva che non influiva in alcun modo sul corretto maneggiamento dell'arma. La decisione era stata presa all'unanimità - e lo stesso era accaduto alle frecce che erano state spuntate e ai bastoni cui erano stati applicati morbidi cuscini atti ad ammortizzare i colpi - onde evitare spiacevoli incidenti e questo rendeva più tranquillo Gisborne il quale certamente non avrebbe insistito così tanto per la partecipazione di Kaelee se ci fosse stato il rischio che restasse ferita. Ma Kaelee non correva rischi e Gisborne appariva agli occhi dei suoi fratelli come un bambino al quale fosse stato fatto dono di un sacco colmo dei più golosi dolciumi: la guardava e non vedeva altro che bellezza ed eleganza. Trovò i suoi muscoli, evidenziati dagli abiti che indossava come una seconda pelle tanto erano aderenti, pericolosamente affascinanti mentre si tendevano per colpire o si contraevano per difendersi. Le mani minute ma intelligentemente guantate le permettavano una presa decisa sull'elsa, così che nessun movimento della spada potesse risultarle scomodo o difficile da eseguire.
I duelli erano alternati da gare di tiro con l'arco e da round di lotta con bastone in modo tale che i partecipanti a ciascuna categoria potessero riposarsi prima di affrontare un nuovo avversario. Dopo il quinto Kaelee era già fisicamente piuttosto provata: stancare il contendente per poterlo attaccare a colpo sicuro era senza dubbio una tattica efficace, ma alla lunga si rivelava un'arma a doppio taglio che rischiava di metterla in fretta fuori gioco. La giovane donna, però, tenne duro e finché si misurò con uomini fisicamente massicci tutto andò bene nonostante qualche difficoltà. Fu quando le si presentò dinanzi un giovanotto dall'aria smilza che Kaelee fece diversi passi falsi. Per nulla avvezza a duellare con persone della sua stessa stazza venne spiazzata dalla velocità con cui il giovane si spostava danzando letteralmente di fronte e attorno a lei; sembravano due meravigliose libellule intente a corteggiarsi. L'abilità con cui lui scansava i colpi di lei era impressionante e così come nei precedenti duelli Kaelee aveva lasciato senza parole la folla, era ora il giovane ragazzo di Nottingham a stupire tutti.
Gisborne seguì rapito quello che si rivelò essere l'ultimo duello della sua amata nel primo torneo della città e la accolse rassicurandola e rivolgendole molti complimenti nonostante la ragazza non fosse riuscita ad evitare un rapido ed inatteso affondo che aveva assicurato infine la vittoria al suo avversario.
Kaelee aveva subito mostrato molta sportività non prendendosela per la sconfitta e anzi elogiando l'abilità del giovane e augurandogli buona fortuna per i successivi duelli, perciò tornò da Gisborne con il sorriso sulle labbra perché in fin dei conti aveva comunque vinto il suo personale duello con la vita. Dopo aver indossato abiti più femminili e comodi iniziò quindi a godersi pienamente la festa in compagnia di Nettie e di Kate che fu molto felice di avere Kaelee tutta per sé. L'ormai imminente matrimonio con Much, infatti, ed il definitivo trasferimento a Bonchurch l'avevano scombussolata a tal punto che sempre più spesso sentiva il bisogno di avere la giovane donna al proprio fianco. Il rapporto tra le due, infatti, non era per nulla mutato nonostante entrambe portassero avanti una relazione molto seria con l'uomo che amavano: l'amicizia che le aveva legate fin dall'arrivo di Kaelee a Locksley era qualcosa di indissolubile e le due si erano ripromesse di non perdersi di vista mai pur abitando in due villaggi diversi.
Al contempo c'era un'ulteriore novità, per Kaelee, che coincideva con la presenza di Nettie.
Dopo aver sequestrato per giorni interi Robin e Guy, Archer aveva infine finalmente capito che Nettie era la donna giusta per lui, quella con cui avrebbe condiviso il resto dei propri giorni. Così la nuova famiglia di Kaelee si era arricchita di un membro, una giovane quindicenne che sarebbe andata prima o poi in sposa al ventenne Archer acquisendo così anche il ruolo di cognata per Kaelee. A quest'ultima capitava, ogni tanto, di pensare a quanto scombinati fossero i sentieri della vita; l'eventualità più logica, per un fattore anagrafico, si sarebbe verificata infatti qualora tra i Tre Kaelee si fosse legata al più piccolo - suo coetaneo - o al massimo a Robin, di undici anni più grande; senza contare che attorno ai tre fratelli orbitavano molti altri uomini di non indifferente fascino, primo tra tutti il trentenne Allan. E invece il cuore della ragazza era andato al trentaseienne Guy di Gisborne che aveva immediatamente e irrimediabilmente risvegliato in lei l'amore.
«Potrebbe cambiare idea e allora io sarei una donna finita!», sbottò Kate risvegliando Kaelee dal flusso di pensieri.
«Non accadrà di certo!», la rassicurò Nettie sorridendole comprensiva.
«Vorrei sapere perché hai deciso di comportarti da sciocca», rispose invece Kaelee trattenendo un sorriso.
«Sciocca io?! Oh, ma certo! Dall'alto della tua relazione perfetta sembriamo tutte assai sciocche ai tuoi occhi, giusto?», domandò la prima con voce lievemente isterica e sicuramente indispettita dalla mancanza di sensibilità dell'amica.
Nettie si zittì di colpo e sbiancò, per nulla abituata alle crisi di Kate. Kaelee, che invece la conosceva meglio, scoppiò a ridere e l'abbracciò forte.
«Sei sciocca perché permetti alla paura di offuscarti la vista. Non credo esista una relazione perfetta, ma di sicuro Much ti ama», soffiò con dolcezza tra i capelli biondi e profumati di Kate. «Ogni tuo dubbio è un torto nei suoi confronti», aggiunse rassicurandola definitivamente.
Per tutta risposta Kate ricambiò con decisione la stretta e invitò poi Nettie ad aggiungersi all'abbraccio.
Nel cuore di una Nottingham in festa, ricca di banchi con ogni ben di Dio, nasceva quel giorno un secondo Trio, parallelo al primo, tutto al femminile.



Da qualche parte in Francia.
Per tanto tempo Giovanni aveva più volte tentato di portare via il titolo di Re a suo fratello, partito per lottare al fianco dei suoi Crociati, mettendosi perfino contro la Regina Madre e istituendo un'armata nota con il nome di Cavalieri Neri, ovvero guerrieri che combattevano animati dall'unico scopo di veder regnare Giovanni, uccidere Re Riccardo e ottenere la prestigiosa ricompensa promessa dal Principe. Essere semplicemente un principe non soddisfaceva affatto la sete di potere che gli avvelenava il cuore, né le terre che possedeva erano per lui abbastanza affinché potesse sentirsi davvero Signore di un regno. Era avido e maligno, ma non completamente stupido e sapeva come corrompere ricchi e potenti che sarebbero potuti tornargli utili al momento più opportuno. Gente come Vaisey di Nottingham ad esempio, o Sir Guy di Gisborne, pedina tra le sue mani.
In seguito all'ultima fallimentare missione in Terra Santa guidata proprio dallo Sceriffo di Nottingham e da Gisborne, - la stessa in cui Lady Marian aveva perso la vita - l'Ordine dei Cavalieri Neri era stato ufficialmente sciolto e il Principe si era recato personalmente a Nottingham per vendicarsi dei due incapaci con il doppio obiettivo di tentare nuovamente l'ascesa al trono inscenando la morte di suo fratello, e liberarsi di Vaisey e Gisborne mettendoli l'uno contro l'altro e istigandoli ad eliminarsi a vicenda. Lasciò in seguito Nottingham in mano alla sorella di Gisborne e pianificò il rapimento di Re Riccardo avvalendosi dell'aiuto degli ultimi nobili disposti a sporcarsi le mani per lui. Resosi però ben presto conto di aver nuovamente e definitivamente fallito, il Principe Giovanni decise di rifugiarsi in gran segreto alla corte di Francia ancor prima che suo fratello Re Riccardo facesse ritorno in Inghilterra per rimettere in piedi il regno e diseredarlo ufficialmente.
Ma può un uomo così meschino arrendersi e rinunciare per sempre all'ambito titolo di Re?
Confinato in Francia, Giovanni non si lasciò demoralizzare e decise di cercare prudentemente un contatto con quelli che erano stati i suoi Cavalieri Neri mettendo così in moto temibili ingranaggi. Non trascorse molto tempo dalla sua decisione che venne informato della situazione di uno dei più validi combattenti che avesse mai avuto tra le proprie fila e ne rimase profondamente indignato. Tanto da desiderarne e ordinarne la morte.
Fu così che un folto gruppo di abili guerrieri partì alla volta di Nottingham con il compito di stanare e uccidere Sir Guy di Gisborne.




N.d.A.
Dopo una lunghissima pausa ho finalmente ripreso con gli aggiornamenti. Non ho mai seriamente pensato di lasciare questa storia in sospeso, - men che meno ora che siamo più che mai vicini alla fine - perciò conto di pubblicare i prossimi capitoli in un tempo certamente ridotto rispetto a quello intercorso tra il ventesimo e quest'ultimo. Non voglio fornire indicazioni perché temo di non poter rispettare una scadenza fissa, ma sono sicura che non dovrete attendere a lungo.
Ringrazio voi che siete arrivati fin qui, voi che avete gentilmente pazientato, voi che leggete silenziosamente e voi che invece decidete di lasciare un segno del vostro passaggio. Grazie, grazie di cuore.
A presto!

   
 
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