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Autore: Curleyswife3    16/09/2015    1 recensioni
[M.A.S.K.]
[M.A.S.K.][M.A.S.K.]Il 30 settembre 1985 veniva trasmesso negli USA il primo episodio di M.A.S.K.
Oggi, trent'anni dopo, fioriscono le iniziative per festeggiare un compleanno tanto impegnativo e io voglio dare il mio piccolo contributo con questo racconto.
Che è soprattutto una storia d'amore, ma non solo. È anche una storia sull'amore, il monello con le ali che tutto vince e tutto sconvolge. Sulle sue sorelle maggiori - colpa, redenzione, speranza - e sul suo fratello più ingombrante, il dovere.
Su ciò che siamo o non siamo disposti a mettere in discussione per amore.
Un racconto che ha l'ambizione di dare alla serie ciò che gli autori non hanno ritenuto necessario, vale a dire un finale. Un finale vero, corale, in cui ciascuno trova il suo posto come le tessere di un puzzle riuscito.
Al racconto è agganciata una playlist di canzoni (a ogni capitolo corrisponde un titolo) che potete già ascoltare su youtube nel mio account, che ha lo stesso nickname: è una specie di "sommario emozionale" della storia, fatemi sapere se l'idea di piace! Vi lascio di seguito il link.
https://www.youtube.com/playlist?list=PLTL5afe9YpdjzGwDOuNpkZymR_g9EL4qp
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non posseggo nessuno dei personaggi del cartone animato, che invece appartengono alla Kenner Toys.
Posseggo, al contrario, Rosamund Warfield detta Rose, il barone Wynstan Warfield e vari personaggi minori, più ovviamente tutti i fantasmi di Warfiel Manor. O forse è meglio dire che sono loro che posseggono me...
Adesso due avvertenze.
LA PRIMA: questo racconto è il finale che io preferisco per Misterious M.A.S.K., quello che più mi appartiene. Quindi la storia riprende, con sviluppi completamente nuovi e senza piramidi aliene, dal capitolo BAD VIBRATIONS.
Non dico che è necessario leggerla per capirci qualcosa ma... sì in effetti sarebbe meglio, almeno per non sorprendersi troppo di come i protagonisti sono arrivati al punto in cui li trovate adesso (e che, lo ammetto, è abbastanza folle partendo dal canon).
LA SECONDA: come dicevo, il titolo di ogni capitolo è anche il titolo di una celebre canzone inglese e questo racconto è agganciato a una playlist con lo stesso titolo che già potete ascoltare sul Tubo. Il mio account lì ha il medesimo nick.
Non necessariamente il testo c'entra con il capitolo, ciò che importa sono il titolo e le atmosfere che evoca la musica. È una specie di “riassunto sonoro” o di “sommario emozionale” del racconto. 

 

PARADISE


Vanessa guardò con angoscia verso il fitto fogliame da cui provenivano le grida dei loro inseguitori, sempre più vicine.
Respirava affannosamente, senza riuscire a muovere un muscolo. 
Come paralizzata.
Fortunatamente, Matt l’afferrò per la mano e la trascinò con forza con sé; corsero per qualche metro e si appiattirono contro il grosso tronco di un albero, seminascosti dai rami bassi e dalle grandi foglie lucenti. L’attirò a sé circondandole la vita con un braccio e le fece cenno di tacere.
Da lì videro il piccolo gruppo di indigeni raggiungere la radura dove si erano fermati pochi minuti prima; li videro guardarsi attorno con aria minacciosa brandendo lance e archi già armati di frecce acuminate.
Era chiaro che la loro unica speranza era che quegli uomini non si accorgessero di loro e passassero oltre, perché se fosse andata diversamente sapevano di non avere molte possibilità di cavarsela in un combattimento diretto.
Vanessa aveva solo la sua pistola, sempre che funzionasse ancora nonostante l’umidità della foresta, e il coltello e Matt certo non sarebbe stato in grado di affrontare una lotta corpo a corpo. Spaventata, l’agente di Veleno sollevò il viso verso di lui: il suo sguardo era una muta domanda.
Il milionario non poteva risponderle, ma i suoi occhi dicevano chiaramente “non preoccuparti, andrò tutto bene”.
Sforzandosi di controllare l’angoscia, appoggiò la testa sulla spalla dell’uomo e respirò profondamente, gli occhi serrati: il cuore le batteva all’impazzata nel petto e confusamente si augurò che se lui se ne fosse accorto l’avrebbe attribuito alla tensione del momento e non all’emozione che l’attraversava, facendola tremare.
Quanto tempo era passato dall’ultima volta che un uomo l’aveva fatta sentire tanto al sicuro? Forse non ricordava nemmeno che le fosse mai capitato niente del genere.
Del resto, lei per prima era convinta di non aver bisogno di questo tipo di attenzioni: Vanessa Warfield era una donna fin troppo indipendente, una che se la sapeva cavare da sola in ogni circostanza.   
Eppure doveva ammettere che, nonostante il rischio che stavano correndo, una parte di lei desiderava solo che quel momento durasse il più a lungo possibile.
 

***

Vanessa si calò giù per l'ultimo tratto di roccia e ricominciò a farsi strada attraverso il fitto fogliame. L’uniforme scura le stava appiccicata addosso e i capelli le si erano come incollati sulla fronte; tutt’intorno a lei dal terreno umido, dai tronchi ricoperti di muschio, dalla spessa copertura verde che quasi nascondeva il cielo stillavano calore e un’insopportabile cappa di umidità.
Procedeva a fatica tra le piante rampicanti e i tronchi spezzati quando un uccello, una visione di rosso e di giallo, le saettò davanti con un grido da strega.
Un altro grido gli fece eco: “Aspetta!”.
Matt si appoggiò a un albero dalla cui sommità cadde crepitando una pioggia di gocce.
“Non posso quasi muovermi, con tutti questi rampicanti” ansimò.
L’agente di Veleno scavalcò un tronco spezzato e si trovò d’improvviso davanti a uno spettacolo straordinario.
In piedi, una mano contro un albero grigio, strizzò gli occhi meravigliata.
Una frangia di mangrovie sorgeva ai margini di una piccola laguna scintillante: dritte o inclinate o per traverso, i tronchi che spiccavano contro luce con le loro piume verdi alte nell'aria. Il suolo sotto di esse era ricoperto di erba e muschio, dappertutto c'erano alberi caduti, felci e piccoli fiori che non aveva mai visto prima.
L’aria era piena di profumi e dietro s’apriva il buio della foresta vera e propria.
Contro l’irregolare arco scuro della giungla, la laguna era ferma come un lago di montagna. Con tutte le sfumature del blu, del verde, del viola.
Il terreno intorno era una sottile striscia umida e il caldo incombeva su tutto, quasi visibile.
Avanzò di qualche passo, senza fiato.
Si voltò verso l’uomo che era rimasto qualche passo dietro di lei e sorrise.
Era stanca, sudata, piena di fango. Si accorse che gli abiti pesavano, calciò via gli stivali e si tolse rapidamente la tuta liberandosene come un serpente da una pelle vecchia e logora.
Poi tornò a guardare la laguna; rimase così per un attimo, immobile, a guardare l'acqua abbagliante.
Accarezzò un momento il tronco di una mangrovia e, costretta alla fine a credere alla bellezza che le si spalancava davanti, sorrise di nuovo di gioia.
Si avvicinò di più alla riva e guardò in alto, dove le foglie formavano come un tetto verdeggiante tutto illuminato, di sotto, dai mobili riflessi della laguna; poi volse verso l’acqua gli occhi eccitati, lucenti.
Era chiara fino al fondo, con chiazze vivaci di alghe e rocce.
Vanessa dalla gioia parlò da sola.
 “Che meraviglia!” mormorò.
Matt nel frattempo l’aveva raggiunta e si guardava intorno con più circospezione, studiando attentamente il perimetro della laguna, lunga una trentina di metri; la brutta esperienza con la freccia era ancora fresca nella sua memoria e lo costringeva a essere cauto.
Lei gli fece un cenno col capo, indicando l’acqua.
“Andiamo” disse “io ne ho assolutamente bisogno!”.
Lo guardò con un sorrisetto.
“Credimi, ne avresti bisogno anche tu…”.
“Non mi sembra prudente” replicò lui “ E se ci fossero serpenti velenosi o piranha?” .
Vanessa sgranò gli occhi con esagerata perplessità.
“O magari un T-Rex?”
Scosse la testa.
“Non avevo idea che tu fossi così noioso, mister perfezione!”.
L’uomo la guardò torvo ma, prima che potesse replicare, la ragazza si sfilò anche la canotta nera e, lesta come un gatto, percorse i pochi metri che la separavano dalla riva si tuffò.
Sulla sua pelle chiara si disegnarono le ombre verdi della foresta.
Il milionario si sorprese a notare che il suo corpo agile e forte svelava la sua abilità in combattimento, ma c'era come un contrasto nella piega dolce delle labbra.
La vide riemergere, sul viso un’espressione di godimento, e immergersi ancora e ancora nuotando verso il centro della laguna; i capelli lucidi, lussureggianti, le accarezzavano il seno, i fianchi, la schiena leggermente curva.
Rimase incantato a fissare quella visione per qualche minuto, in silenzio, incapace di sottrarsi al suo fascino e distogliere lo sguardo. A un tratto, però, Vanessa lanciò un grido e si voltò verso l’uomo annaspando, improvvisamente in difficoltà.
Urlò ancora, mentre qualcosa pareva trascinarla giù nell’acqua.
Si dibatté tra gli spruzzi, fino a che non scomparve come inghiottita dal lago.

 

NOTE§CREDITS: Voi giovincelli dovete sapere che negli anni ottanta andavano di moda i film romantici con ambientazione esotica, tipo appunto Paradise o Laguna Blu. Qui c'è qualche suggestione del genere e una citazione, che vi svelo la prossima volta. Baci.

   
 
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