Hiccup e Astrid decisero di non disturbare la coppia di neogenitori fino al tardo pomeriggio, quindi si dedicarono alle solite mansioni quotidiane, per poi recarsi, verso sera, a casa Jorgenson.
I due coniugi camminavano affiancati, rispondendo cordialmente ai saluti dei compaesani. Astrid ogni tanto allungava la mano sui capelli del marito, aggiustandogli distrattamente le treccine che gli adornavano la chioma castana, mentre lui teneva tra le mani un bauletto, destinato al cugino e alla sua famiglia, come dono per l'arrivo dei gemelli. In realtà, quella di scambiare dei doni per i nuovi nati era una tradizione riservata ai capotribù, ma per Hiccup erano tutti suoi pari, anche suo cugino, per cui aveva deciso di estendere tale tradizione ai membri della sua squadra di cavalcadraghi.
Arrivati davanti alla capanna di Moccicoso e Testa Bruta, Astrid bussò, per poi aprire ed entrare in casa.
"Ehi? Disturbiamo?" chiamò, prima di dirigersi verso la stanza coniugale, da cui provenivano alcune voci allegre.
Si affacciarono e videro Testa Bruta comodamente seduta a letto, sotto le coperte, con i due bambini in braccio. Alla sua destra si era sistemato il marito, e alla sinistra c'era Testa di Tufo, in una posizione particolarmente scomoda, poiché il piccolo Fandral gli aveva afferrato il naso e non sembrava avere alcuna intenzione di mollato. Moccicoso e Bruta ridevano, osservando la scena, mentre la piccola Sif completava il quadretto, fissando accigliata il fratello e, infine, allungando la manina per afferrargli l'orecchio.
Fandral, finalmente, mollò la presa, scoppiando a piangere e agitando le braccine, fino a colpire in faccia la sorellina, che scoppiò a piangere a sua volta, così che Testa Bruta dovette cullarli, cantando la ninna nanna imparata dalla matrigna, per farli calmare.
Il sorriso di Moccicoso si fece più ampio, mentre si abbassava per baciare la moglie e i due figli. Quando, finalmente, si accorse dell'arrivo dei due visitatori, si alzò in piedi e andò loro incontro.
"Oh... ciao ragazzi." li salutò "Non vi avevo sentito entrare."
"Tranquillo, fa nulla." lo tranquillizzò Hiccup, poi indicò il resto della famiglia, con un cenno del capo "Vedo che si sono ripresi bene."
"Sì. Gothi dice che Bruta ha ancora bisogno di riposo, ma almeno ora è sveglia." ammise il moro.
"Alla fine avete scelto i nomi?" chiese Astrid, posando una mano sul braccio dell'amico.
"Fandral e Sif Jorgenson." rispose l'altro "Che ve ne pare?"
"Sembrano perfetti!" esclamò il giovane Capo "E, a proposito dei bambini... ho portato un dono per la loro nascita."
Porse il bauletto, e Moccicoso lo prese, portandolo verso il letto e posandolo accanto a Testa Bruta, quindi lo aprì.
"Oh... wow!" disse il ragazzo, tirandone fuori il contenuto "Due piccole selle da drago!"
"In realtà ne avevo fatta una per voi e una per noi, non sapendo che voi aspettavate due gemelli." si scusò il castano, avvicinandosi "Stamattina ho fatto qualche modifica e ho deciso di lasciarvele entrambe. Io ho ancora tempo per prepararne un'altra per mio figlio."
"Sono perfette!" ammise Testa Bruta, prendendo meglio i bambini, che avevano smesso di piangere per i dispetti di poco prima e stavano chiedendo a gran voce la loro cena "Grazie mille, Hiccup!"
"Di nulla. È un piacere vedere che stai bene, ora." rispose Hiccup, sorridendo "Ed è un piacere sapere che ora tutti i tuoi ricordi sono a posto, cugino."
"È un piacere anche per me." disse il ragazzo "Non hai idea di quanto sia stato snervante non avere alcun ricordo di chi sono..."
"Posso capirlo, Moccicoso." intervenne Astrid, facendosi avanti per abbracciarlo "Ci sono passata pure io."
"Lo so, Astrid." la interruppe il moro "E devo ringraziarti, senza i tuoi consigli non sarei mai riuscito ad andare avanti." si voltò verso la moglie, che ancora cullava i gemellini, e le sorrise, quindi si girò verso il cognato, tornando serio "Io e te abbiamo un discorso da fare, cognato..."
Senza preavviso, Moccicoso prese Testa di Tufo per il bavero e lo trascinò fuori; Hiccup scambiò uno sguardo eloquente con Astrid, prima di seguire i due, lasciando sole le ragazze.
Appena furono in cucina, il giovane mollò il biondo, per poi piantargli una sberla che lo fece roteare su sé stesso e quasi cadere.
"Oh, wow! E questo per che cosa era? Ne posso avere un altro? È stato strafigo!" esclamò Testa di Tufo, eccitato.
"Non c'è nulla di cui scherzare, Tufo!" lo interruppe l'altro, puntandogli il dito contro, con aria arrabbiata "Dovrei ammazzarti di botte per quello che hai fatto! Hai venduto tua sorella, approfittando della mia amnesia! Ti rrndi conto di quello che hai fatto?"
"Beh, scusa se voglio che mia sorella sia felice!" rispose il giovane, tornando improvvisamente serio "E non mi è sembrato che ti dispiacesse essere suo marito. Ti ricordo che questa è anche casa mia, e i muri sono sottili, quindi sento tutto quello che succede qui dentro."
"Okay, ora basta!" si intromise Hiccup, ponendo fine alla lite tra cognati "Ragazzi, di là c'è una persona cara a entrambi, e due bambini che non vorrebbero mai vedervi litigare. Si è risolto tutto per il meglio, non credete? Perché ora non fate pace e torniamo di là? C'è un sacco di cose da fare, e in quanto vostro capo ho bisogno del vostro aiuto, e non siete utili se continuate a litigare."
"Hai ragione..." ammise il moro, per poi rivolgersi verso Tufo "Pace?"
Il ragazzo non parlò, si limitò a sorridere e sputare nella sua mano, per poi porgerla all'altro, che fece lo stesso e gliela strinse.
Ora era tornato tutto a posto.