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Autore: Cinziart_96    18/09/2015    1 recensioni
Immaginate.
Immaginate di poter cambiare l'Universo. Di Tempo, Spazio e Materia avrete bisogno.
Immaginate che questi tre poteri fossero nelle vostre mani. Scorressero nella vostra mente.
Immaginate cosa potreste cambiare in meglio... tutto.
Però non tutti sono di buon cuore come voi, no.
C'è chi vuole rifare tutto a sua immagine.
C'è chi vuole il potere sopra ogni altra cosa.
C'è chi, non riuscendo a controllare i tre poteri, perde se stesso.
Ma immaginate qualcosa di ancora peggiore. Creare un intero Universo solo per porgli fine.
* * *
--->Seguito della FF: "Dottore, abbiamo un problema."
NON è strettamente necessario averla letta per la comprensione dell'attuale storia.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Nuovo personaggio, TARDIS
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per favore, prestate attenzione lettori:
Per motivi indicibili di ricerca e prevenzione di malattie rare e terribili, le autrici non potranno scrivere le note autore di questo capitolo.
- Il Dottore
 
Renaissance
 
-Allora vai a cambiarti d’abito! - esclamò il Dottore sorridente. -Il Rinascimento ci aspetta!-
Lei si guardò un momento le scarpe rosse i pantaloni comodi, mordendosi il labbro inferiore. -Sì, ma... non so cosa mettermi.- disse imbarazzata. -Non sono mai stata nel Cinquecento...-
Lui fece un mezzo giro intorno al TARDIS, portandosi di fianco alla ragazza. -E allora scopriamolo!- disse prendendole la mano.
Accennando ogni tanto a una breve corsa, il Dottore riuscì a portare Lara, in un tempo relativamente breve, nella stanza dedicata al guardaroba femminile, colmo ogni dire di vestiti per tutte le epoche, terrestri e non.
-Come ti sembra?- chiese lui aprendole galantemente la porta.
-E'... immenso! Ma davvero c'è tutto?- disse Lara varcando la soglia per guardarsi intorno.
-Ogni cosa.- assentì lui con un sorriso, mentre la ragazza faceva scorrere lo sguardo sulle maglie e i pantaloni, i vestiti, le camicie, le sciarpe colorate.
-Io però non saprei nemmeno... non sono esattamente un'esperta di queste cose.-
Il Dottore annuì, accompagnandola nella sezione del '500 e il '600 terrestre. Dalla sala principale circolare i due si spostarono in un corridoio che, al loro passaggio, accese le luci creando un'atmosfera raccolta e dolce.
-Eccoci.- disse lui fermandosi di fronte a un armadio lunghissimo colmo di vestiti coloratissimi. -Scegli quello che ti piace di più.- aggiunse felice.
Lara iniziò a scorrere i capi con le dita, soffermandosi di tanto in tanto per farsi un'idea del tessuto o della forma.
-Ma... sono tutti abiti!- disse dopo averne visti un po'.
-Le mode non le ho scelte io. Anche se... quella vota non ho potuto non fare niente. Pensa che c'erano degli alieni che andavano in giro con delle zampe di rana come parrucche!-
-Ma è disgustoso!-
-E' quello che gli ho detto!- disse annuendo. -E non la smettevano più di sventolarle in giro!- aggiunse ridendo.
Lara sorrise, immaginandosi la scena.
-Comunque questi...- disse indicando i vestiti. -Non sono niente male. Perché mi guardi così?-
-Non vado matta per i vestiti. Non riesco a camminare bene.- si giustificò lei prendendone uno a caso e appoggiandoselo al petto per vedere come le stava. 
Era viola e rosso, molto scollato con degli assurdi fiocchetti attorno alla vita bianco crema.
-Beh, non ti voglio portare nel Rinascimento per farti correre in giro. E' solo una visita turistica.-
-Mmh, va bene.- disse Lara riponendo con cura il vestito da dove lo aveva preso. -Vedrò di trovare qualcosa di meno appariscente possibile.- concluse.
-Okay, allora... io sono qua in giro. Se hai bisogno, chiama.- disse il Dottore rivolgendole un leggero sorriso.
-Grazie, Dottore.-
Lui prima di andarsene aprì un paravento a fisarmonica rosso scuro e la ragazza sentì i suoi passi che a poco a poco si affievolivano, un rumore sordo attutito dai vestiti e dai mobili. Con un sospiro, Lara si tolse le scarpe per rimanere più comoda e iniziò a guardare con attenzione gli abiti. Erano per lo più di colori scuri e pesanti, talvolta anche fin troppo scollati e 'abbelliti' da fiocchi e nastri colorati.
Lei scosse la testa, commentando mentalmente ogni vestito. Semplicemente, non era il suo genere. Troppo lungo, troppo largo. Se solo avesse potuto tagliarli, ne sarebbero venuti dei così bei pantaloni... Era quasi arrivata alla fine della sezione del '500/'600 e ancora non aveva trovato nulla. Per non parlare dei colori. Ne aveva trovati al massimo due sui toni dell'azzurro e blu, ma erano troppo grandi per lei e tutti gli altri andavano dal giallo canarino al rosso scuro senza quasi nessun colore che comprendesse le tonalità arancioni che tanto le piacevano. Di rosa, invece, ce n'erano una quantità esagerata.
Sbuffando spazientita, Lara si sedette a terra scrutando tutti i vestiti alla ricerca di qualcosa di perlomeno soddisfacente.
-Ehi, Lara!- disse il Dottore bussando sul paravento. -Come procede? Hai trovato un abito?-
-No. Sono troppo... signorili! Io sono una ragazza!- esclamò lei incrociando le braccia.
-Non mi pare facesse molta differenza, all'epoca, sai?- spiegò lui tranquillo.
-Beh, io mi rifiuto di andare in giro con certi...-
-…Lara?- chiese lui preoccupato della brusca interruzione della frase. -Cosa succede?-
-...abbinamenti.- concluse prendendo in mano un vestito ripiegato diligentemente su un ripiano dell'armadio. -Ho trovato... Ho trovato cosa mettermi.- disse lei infine, sollevando l'abito chiaro di fronte a sé.
 
*   *   *
 
-Laraa... Quanto manca ancora?- chiese per l'ennesima volta il Signore del Tempo, annoiato. -Sono stufo di aspettare!-
-Ti ho detto che ho quasi finito!-
-Mi avevi detto al stessa cosa anche mezz'ora fa, lo sai?- disse lui accendendo a intermittenza la lucina blu del suo cacciavite sonico.
-Ecco. Ci sono.-
-Ooh! Finalmente!- esclamò lui alzandosi in piedi. -Cosa hai deciso di metterti?- chiese impaziente da dietro il paravento.
La ragazza ne uscì poco dopo vestita di un semplice abito color crema con rifiniture rosse e arancioni alla base del vestito e su tutta la vita, che poi si aprivano a ventaglio sui seni, coperti da una minima scollatura a V. Il vestito non aveva le maniche e le spalline rosse e bianche erano coperte dai capelli castani, finalmente liberi dal solito codino azzurro che li imprigionava per la maggior parte del tempo.
-Non stare lì a fissarmi in quel modo!- esclamò Lara arrossendo. -Come sto?
Il Dottore sbatté più volte le palpebre, cercando di trovare le parole giuste per definirla.
-Sei... Sei stupenda! Ti sta benissimo, Lara!- concluse infine, ammirato. -Con i capelli sciolti oltretutto!-
-Già, non riesco a trovare un modo per non ritrovarmeli in faccia, però.- spiegò avvicinandosi a uno specchio.
Lui la seguì, spostandosi di fianco a lei.
-Una treccia magari? Solo sopra per non mettere mollette o altri aggeggi vari che voi vi infilate tra i capelli.- ipotizzò guardando la ragazza attraverso lo specchio.
-Ehi! Io uso solo un semplice codino!- esclamò sorridendo.
-Il mio era un discorso generale.- disse mettendosi dietro di lei per prenderle alcune ciocche di capelli dai lati della testa.
-Non dirmi che sei anche un parrucchiere.-
-Naah, non esageriamo. Ma le trecce le sanno fare tutti, no?- spiegò ridendo.
Lara chiuse gli occhi, ascoltando le dita del Dottore muoversi sulla sua testa, trattenerle e lasciarle i capelli con delicatezza fino a quando la treccia non fu formata sotto il suo tocco. Quando li riaprì, il Signore del Tempo le stava fermando i capelli con un nastrino bianco.
-Come ti sembra?-
Lei fece un giro in tondo, alzando la parte terminale del vestito.
-Per essere un abito lungo devo dire che è abbastanza comodo e la treccia mi piace un sacco!- disse Lara sorridendo. -Sembro una ragazza rinascimentale?-
-Sì, sì. Puoi andare. Forse però sarai l'unica ad avere una treccia.- aggiunse pensieroso. -Ma non importa! Allons-y!- esclamò incamminandosi verso l'uscita.
-No, Dottore, aspetta!-
Lui si bloccò a metà di un passo, voltandosi indietro. -E ora cosa c'è?-
Lara alzò un po' il vestito, scoprendo i piedi coperti da un paio di calze bianche. -Che scarpe mi potrei mettere?-
Il Dottore alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa. -Perché a me?- sussurrò piano ritornando dalla ragazza. -Che ho fatto per meritarmelo?-
 
* *   *
 
-Va bene... Allora ADESSO possiamo andare?- chiese il Dottore esasperato.
-Sì. Adesso sì.- rispose lei lasciandogli un sorriso prima di incamminarsi tranquillamente verso l'uscita, ai piedi le sue inseparabili scarpe del ventunesimo secolo.
Il Signore del Tempo non era riuscito a trovare delle scarpe che gli andassero bene.
Effettivamente non erano comode e tutte aveva un tacco più o meno alto, ma comunque presente. Lara poi non se le vedeva ai piedi e a nulla servivano le scuse del Dottore per convincerla a indossarle. Così, alla fine, si era messa le scarpe di prima, non curandosi delle possibili conseguenze.
-Lo sai vero che avresti dovuto metterti quelle arancioni?-
-Sì, lo so, ma erano troppo dure sul tallone.- ribatté lei seguendo il Dottore fino alla sala consolle. -E poi non si riusciva nemmeno a camminare.-
-Esagerata. Si saranno indurite un po' perché non le usa nessuno.-
-Ci sarà stato un motivo, no? E poi con un vestito così lungo non le noteranno.-
Lui scosse la testa, lanciandole un'occhiata per osservarla nel complesso. Stava benissimo con i vestiti. Perché era così restia a metterli?
-Cosa c'è? Cos'ho di strano?- chiese Lara raggiungendo la sala consolle e sedendosi sulla poltroncina con un piccolo salto.
-No, niente. Stai bene con quel vestito...- rispose lui attivando alcune leve e pulsanti, appena fuori dalla visuale di lei.
-E' solo un vestito...- disse Lara prendendo tra le mani il morbido tessuto colorato.
-Lo so.- ribatté il Dottore. -Ma sei tu che lo indossi. A te sta bene.-
La ragazza strinse involontariamente le dita attorno al tessuto, alzando lo sguardo sul Signore del Tempo. -Cosa?-
-Dicevamo? Il Rinascimento italiano, 1600! Epoca d'oro per... più o meno tutta l'Europa, mi pare. Ma in Italia... lì sì che facevano le cose in grande! Chi andiamo a conoscere? Michelangelo?-
Lara vedeva la sua testa o il suo sorriso spuntare a tratti da diversi punti della consolle a una velocità che non credeva nemmeno possibile; e lei di scomparse e apparizioni ne sapeva qualcosa.
-Avrei preferito Leonardo...- rispose leggermente. -Mi ha sempre affascinato moltissimo.-
Il Dottore le sorrise, tirando una leva. -E allora, che Leonardo sia!-
Ne seguì la solita serie di scossoni e rumori poco rassicuranti che precedevano un viaggio nello Spazio-tempo fino a quando il TARDIS non si arrestò completamente, atterrato nell'Italia rinascimentale. Lara saltò giù dalla poltroncina, fece il giro della consolle e spalancò la porta, ansiosa di vedere dove il Dottore l'aveva portata.
La luce calda del pomeriggio le ferì gli occhi, fino a quando non riuscirono ad abituarsi al cambio di atmosfera. Solo allora riuscì a scorgere gli edifici classicheggianti della città, la fontana, il via vai di persone e oggetti, tutto accompagnato da un vociare diffuso che rallegrava l'ambiente.
-Firenze, 1600, beh... 1596 a dir la verità.- le disse lui affiancandola. –Com’è?-
-E'... E' come me lo ero sempre immaginato, grazie!- rispose Lara abbracciandolo forte. -Grazie, grazie, grazie!-
-Pre... Prego! Figurati, non c'è problema!- ringraziò il Dottore accarezzandole la schiena.
Non riuscì a trattenerla a lungo che già si era materializzata in mezzo alla piazza, provocando diverse esclamazioni spaventate da parte dei cittadini.
-Lara!- esclamò lui uscendo dalla cabina blu e correndole incontro.
La ragazza stava guardando un edificio con interesse, valutandone lo stile, così che quando il Dottore la affiancò quasi non se ne rese conto.
-Hai visto? Colonna scanalata a capitello corinzio con richiami in ordine ionico, per di più poggiante su un basamento esagonale! E' fantastico!- esclamò lei toccandogli un braccio, entusiasta.
-Ooh sì! E' belliss... Ma cosa sto dicendo? Lara! Cosa ti salta in mente di materializzarti in giro?- la rimproverò prendendola per le spalle. -Devi cercare di non dare nell'occhio!-
-Cosa? Ma io non ho fatto niente!- ribatté lei mettendo il broncio.
-Non scherzare, Lara. Non rifarlo.- disse serio lui, lasciandola andare.
-Ti ripeto che non... Oh, caspita, è vero. Non me ne sono resa conto!- disse lei preoccupata. -Come... Come ho fatto?-
-Stai tranquilla, Lara. Non è successo niente di grave.-
-Ma... Ma...-
Il Dottore la perse un momento di vista, ma ritornò davanti a lui un secondo dopo.
-Non riesco a capire... io...- balbettò terrorizzata.
Lui la prese per le spalle, guardandola negli occhi. -Non preoccuparti. E' solo un effetto secondario delle emozioni. Stai calma. Non sta succedendo niente, tranquilla.-
La ragazza chiuse gli occhi, concentrandosi sul respiro.
-Va bene... calma, Lara... Stai tranquilla.- continuò lui, abbracciandola. -Va tutto bene.-
Lei finalmente riuscì a calmarsi e riaprì gli occhi lentamente, appoggiando la testa sulla sua spalla. -Scusa...-
-Non importa. Come va adesso?-
Lara inspirò profondamente per poi allontanarsi dal Signore del Tempo. -Meglio, grazie.- annunciò con un sorriso.
Lui ricambiò, porgendogli il braccio sinistro che subito venne preso dalla ragazza.
-Allora, mia cara... volevo mostrarle alcune opere del geniale Leonardo da Vinci. Le andrebbe di farmi compagnia?- chiese con tutta la galanteria di cui era capace.
-Ne sarei davvero onorata, messere!- rispose lei con un sorriso.
Insieme si incamminarono verso la mostra, allestita in un piccolo cortile decisamente sovraffollato. Le opere erano disposte sui lati e alcune guardie armate tenevano sotto controllo la situazione. Le persone entravano e uscivano, commentando tra loro i quadri, come fecero anche Lara e il Dottore appena riuscivano a scorgerne uno tra la folla.
-…Signori, voi commentate le mie opere con grande arguzia, quasi conosceste i miei pensieri mentre ne ritraevo la forma!- esclamò un uomo alle loro spalle.
Il Dottore si voltò, seguito da Lara, e le sue labbra si distesero in un sorriso.
-Messer Lionardo, se la memoria non mi inganna.- disse lui porgendogli la mano, che l'artista strinse con un sorriso appena accennato. -Io sono il Dottore.-
-Ci siamo già incontrati?- chiese poi, osservando il volto del Signore del Tempo.
-No, non credo, messere.-
Lui scosse la testa, borbottando qualcosa, per poi rivolgere la sua attenzione a Lara.
-E voi, signorina? Sono certo di non aver mai visto fiore più bello di tutta Firenze. Posso conoscere il vostro nome?-
La ragazza si morse il labbro inferiore, il cuore che iniziava a batterle più forte nel petto, non sapendo bene come rispondere al complimento e alla domanda del biondo, che ancora la osservava con un sorriso da sotto il basco rosso.
-Lara. Sono Lara... messere.- disse finalmente.
Leonardo le prese una mano, posandole un piccolo bacio. -Incantato, madonna.- disse piano. -Ma a quanto pare voi mi conoscete bene!- esclamò alludendo alle opere. -Artista, musicista, poeta, intrattenitore Leonardo da Vinci al vostro servizio.-
-Messere, la vostra bravura è conosciuta nell'Italia intera!- ribatté il Dottore, cercando di far riprendere fiato alla ragazza che intanto non staccava gli occhi dall'artista.
-Queste parole dicono il vero, ma la vostra compagna ne conosce anche i più profondi di segreti!-
Lara arrossì, abbassando lo sguardo. -Ecco, io...- sussurrò leggermente. -Li ho solo... interpretati.-
Leonardo osservò la ragazza torturarsi le mani, non sapendo bene cosa fare. -Sapete, mi affascinate incredibilmente, madonna. Potrei avere l'onore di scambiare con voi qualche parola?-
Il Dottore intervenne subito per fermare la ragazza, che sicuramente avrebbe accettato l'invito.
-Ci dispiace terribilmente, ma dobbiamo andare, Messer Leonardo.- disse velocemente. -Magari un'altra volta?-
L'uomo annuì, un po' dispiaciuto. -Non credo ci sarà un'altra volta, Dottore. Sembrate, con permesso, una persona più portata all'addio che a un 'arrivederci'.-
Lara spostò alternativamente lo sguardo sull'artista e sul Signore del Tempo, non trovando nulla da aggiungere.
-Ma comunque...- riprese Leonardo, porgendo la mano destra al Dottore. -...Sono felice di avervi incontrato.- disse con un sorriso.
Lui ricambiò la stretta di mano. -Anche per noi è stato un vero piacere, maestro.-
-E in quanto a voi, madonna Lara..- iniziò porgendole una mano. -...Un piccolo pensiero per la vostra presenza alla mostra.- disse lasciandole un giglio tra le dita. 
-Grazie mille, messer Leonardo...-
Ma lui era già scomparso tra la folla di persone.
 
*   *   *
 
-Perché non ho potuto stare con lui, Dottore?- chiese Lara dopo un po' che passeggiavano per le vie di Firenze.
-Meno si tocca il passato, meglio rimane il futuro.- rispose lui mettendosi le mani in tasca.
Era quasi sera e le luci iniziavano a colorarsi di giallo e arancio bruciato, come un grande fuoco che bruciava la città. Forse l'imbrunire era l'ora più bella di tutte.
-Ma non gli avrei detto niente!- esclamò lei rigirandosi il fiore bianco tra le dita.
-E' stato meglio così, te lo assicuro.-
-Uffaa...- borbottò lei. -Non si può mai fare ciò che si vuole.-
Il Dottore sospirò, sorridendo alle parole della ragazza. Quanto aveva ragione... nemmeno se lo poteva immaginare. Poi il suo sguardo si posò su un manifesto appeso a una parete e si avvicinò per leggere.
-Ehi, Lara!-
La ragazza si voltò a guardare il Signore del Tempo che le faceva segno di avvicinarsi, così, sbuffando, si avvicinò.
-Che c'è?-
-Guarda. Proprio questa sera si terrà una festa in piazza della Signoria. Dovrebbe essere bella.-
Lei non disse nulla, fissando il manifesto.
-Che ne dici? Ti va?-
-Mi stai invitando a una festa serale del 1500?- chiese un po' scettica la ragazza.
Il Dottore annuì, non capendo cosa ci fosse di così strano, ma subito i suoi dubbi sparirono di fronte all'ampio sorriso di lei.
-Va bene!-
Ridendo, il Dottore le prese la mano, accompagnandola fino alla piazza. Questa era stata decorata per l'occasione con lanterne colorate e nastri, mentre ai lati si snodavano delle lunghe tavolate coperte da un telo bianco. Tutt'intorno alcune persone si adoperavano per riempirle di cibi e piatti molto scenografici, ricchi di frutta. Ma il Dottore e Lara riuscivano a vedere solo qualcosa di tutto quello che succedeva dall'altra parte del muro e delle guardie. Non tutti, infatti, potevano entrare e loro avevano l'obbligo di lascia passare solo chi presentava il visto del Signore.
Un'oretta dopo, grazie alla carta psichica, i due riuscirono a entrare nella piazza che già iniziava a riempirsi.
-Caspita! E' proprio bello!- constatò Lara, facendo un giro su se stessa.
-Già. Chissà qual è la grande occasione...!- si domandò il Dottore avvicinandosi a un tavolo per mangiare qualcosa. -Lara... secondo te cosa sono questi?-
Lei si avvicinò al tavolo, guardando quella cosa informe e scura che il Signore del Tempo teneva tra le dita.
-Non ne ho idea... Non ho mai visto niente del genere.- poi aggiunse, notando che lo stava per rimettere dove lo aveva trovato. -Ma ora lo hai preso e lo devi mangiare.-
Il Dottore rigirò quel pezzetto di quella che sembrava carne tra le dita, saggiandone la consistenza un po' gommosa. -E se poi non mi piace?-
-Dovrai correre il rischio.-
Lui chiuse gli occhi e lo mangiò.
-Allora? Cos'è?- chiese Lara guardandolo masticare e spalancare gli occhi, disgustato.
-Enf anfguilla... chefe sfhifo.- rispose a bocca piena.
Lei ridacchiò, versando un po' d'acqua in un bicchiere. -Qualsiasi cosa fosse, mandala giù e poi bevi.- disse porgendogli il bicchiere.
Il Dottore scosse la testa, respirando un po' più forte dal naso.
-Nof... è troffo disgusf...-
-Dottore, non la puoi sputare!-
Lui le rispose con un'espressione come per dire 'Sì, che posso. E non ho problemi a farlo!', ma Lara scosse la testa, insistendo.
-Mangialo.-
Il Dottore chiuse gli occhi e deglutì con forza quel minuscolo pezzo di carne scura dal sapore orrendo, per poi bere tutto d'un fiato il bicchiere d'acqua che lei gli porgeva.
-Hai visto? Non è poi stato così difficile!- esclamò la ragazza con un sorriso.
Lui riprese fiato, posando il bicchiere vuoto sul tavolo. -E' stato disgustoso!- disse tirando fuori la lingua un paio di volte per cercare di ridurre l'amaro sapore del cibo.
-Puoi sempre provare a mangiare qualcos'altro.- propose lei, osservando un gruppo di musicisti sistemarsi su un piccolo palco.
-E avere la possibilità di assaggiare qualcosa di peggio? No, grazie.- disse scuotendo la testa.
-Guarda Dottore! Suonano anche!- esclamò Lara indicando la banda.
Lui si mise le mani in tasca e osservò i suonatori di liuto, flauto, cetra accordare gli strumenti e suonare qualche nota solitaria, aspettando un segnale per partire.
-Possiamo andare a sentirli da vicino? Per favore...- chiese Lara prendendo il braccio del Signore del Tempo e tirando leggermente.
-Ma ancora non hanno cominciato! Dopo magari.- rispose lui notando alcune guardie armate scortare un uomo ben vestito. -Guarda chi arriva.-
Lei a malincuore spostò lo sguardo dalla banda. -Chi è?-
-Lorenzo de Medici, il Signore di Firenze. Sarà stato lui a organizzare la festa.- rispose guardando gli invitati con più attenzione. -Sembrano persone importanti.-
-No, aspetta... vuoi dire che adesso...- iniziò la ragazza guardando l'uomo spostarsi su un piano rialzato.
-Ooh sì.-
-No...-
-E' la procedura.-
-Ma uffa! Non ho voglia di ascoltare il solito discorso!- disse lei incrociando le braccia. -Come minimo durerà mezz'ora!-
Il Dottore ridacchiò, scuotendo la testa. -Non durerà così tanto.-
-Sì, come no.- rispose lei appena prima che Lorenzo iniziasse a parlare.
Lara non si preoccupò nemmeno di impegnarsi ad ascoltare il discorso, che tanto, nella remota possibilità che dicesse qualcosa di importante, glielo avrebbe ripetuto il Dottore. Così, senza farsi notare dal Signore del Tempo, la ragazza si avvicinò alla banda per vedere gli strumenti dell'epoca. Erano più o meno simili a quelli odierni, forse con forme un po' più aggraziate.
-Vi intendete anche di musica, madonna?- chiese una voce alle sue spalle.
Lei si voltò, incontrando gli occhi azzurri dell'artista.
-Messer Leonardo! Da quanto mi guardavate?-
-Da quando avete varcato la soglia della piazza con il vostro compagno.- spiegò lui con un sorriso.
Lara arrossì. -N... Noi non stiamo assieme. E' solo un amico.-
Leonardo sventolò una mano di fronte al viso. -Perdonate madonna Lara, non dovrei interessarmi dei fatti altrui.- si scusò rivolgendo la sua attenzione ai musicisti. -Vi piace la musica, dunque.-
-Sì, è vero. Fa compagnia quando si è soli.- disse lui guardando un suonatore di liuto accordarsi con i compagni. -Voi sapete suonare, vero?-
-Ho imparato qualcosa da autodidatta, non posso definirmi un vero e proprio musicista. E voi? Suonate? Cantate?-
-No...- rispose piano, alzando lo sguardo su Lorenzo, che ancora parlava al pubblico.
-Avete ascoltato il discorso, madonna?- 
-No. Non credo mi sarebbe interessato, dopotutto.-
-Nemmeno a me interessano!- esclamò Leonardo ridendo. -Preferisco la seconda parte.- disse un attimo prima che un frastuono di applausi riempisse la piazza.
Le luci ai lati della piazza aumentarono, rendendo tutto più luminoso e i musicisti iniziarono finalmente a suonare. Leonardo si schiarì la voce, piegandosi in un bere inchino. -Madonna Lara, volete concedermi l'onore di questo ballo?-
Lei rimase pietrificata dalla richiesta inattesa, cercando un modo per dirgli di no senza essere sgarbata. Alla fine decise semplicemente di dire la verità.
-Leonardo, io... io non so ballare...- sussurrò piano, arrossendo fino alla radice dei capelli.
L'artista alzò lo sguardo sulla ragazza, sorridendo. -Sapete... non so ballare nemmeno io!- esclamò prendendole una mano e trascinandola in mezzo agli altri ballerini, urtandoli provare un po' di posto.
-Messere! Perché mi avete chiesto un ballo se nemmeno voi...- tentò di opporsi lei per non fare brutte figure.
-Non si preoccupi! Impareremo!- esclamò lui, entusiasta, mentre la trascinava su e giù per la piazza, cercando di imitare le altre coppie di ballerini.
Lara non aveva mai provato a ballare in prima persona, ma a grandi linee aveva capito la tecnica osservando gli altri ed era più che certa non si ballasse in quel modo sconnesso e senza logica. Così, sfruttando le loro mani unite, la ragazza creò un piccolo ponte di pensieri per collegarsi all'artista e muoversi in sintonia con lui. Poco dopo, insieme, riuscirono finalmente a ballare a ritmo sulle note della musica.
-Caspita... Ora tutto ha un senso!- disse Leonardo dopo un po'. -Come ci siete riuscita?-
-Non lo so, messere. Ma è meglio che non finisca.- rispose Lara con un debole sorriso mentre, insieme a tutti gli altri, l'uomo le faceva fare una mezza giravolta per poi riprenderla tra le braccia.
-Solo una cosa mi verrebbe da pensare...- disse lui guardandola negli occhi. -... con voi ho sbloccato dei ricordi nascosti che avevo perduto.- concluse facendo volteggiare Lara un'ultima volta prima della fine della musica.
Poi tutti i ballerini iniziarono ad applaudire e le loro dita si allontanarono per unirsi agli altri.
-Per essere il vostro primo ballo siete stata meravigliosa, madonna!- disse Leonardo.
-Anche voi, messere!- esclamò lei battendo le mani.
Ma l'espressione dell'artista si corrucciò un momento, e smise di applaudire per grattarsi il mento coperto da un piccolo accenno di barba. -Ho bisogno di fogli e matita.-
-Leonardo... siamo a una festa!-
-Ho. Bisogno. Di. Fogli. E. Matita.- scandì lui scrutando la folla per cercare qualcosa.  
-Perché?-
Leonardo alzò lo sguardo sulla ragazza, un'ombra di quella che sembrava pazzia a illuminargli il volto e il sorriso, a tratti inquietante.
-Mi... Mi è appena venuta in mente un'idea.- spiegò sbattendo più volte le palpebre per riacquistare lucidità. -Madonna Lara, ho assolutamente bisogno di una matita e dei fogli, perciò mi dovete scusare, ma ritorno alla mia bottega.- annunciò in fretta prendendole una mano per lasciarle un bacio.
-Ve ne andate quindi?- chiese lei un po' dispiaciuta.
Lui annuì mostrandole un leggero sorriso. -Purtroppo credo che questo sia un addio, madonna. Ma non temete, perché non mi dimenticherò di voi, mi cascasse il cielo sulla testa!- concluse euforico.
Lara rise, baciandogli una guancia per salutarlo. -E' stato un vero piacere, Leonardo.-
-Anche per me. E grazie mille ancora per il ballo!- disse prima di abbandonare la piazza, destreggiandosi tra le coppie che, a ritmo di una nuova musica, iniziavano a ballare.
Lara arretrò fino ai margini della piazza, appoggiando le spalle al muro per riprendere fiato, scombussolata dalla miriade di pensieri che le affollavano la mente.
Ci era riuscita. Aveva ballato con qualcuno. E più precisamente con Leonardo da Vinci!
-Lara! Eccoti finalmente!- esclamò il Dottore affiancandola. -Ma dove cavolo ti eri cacciata? Non ti ho visto da... Lara? Stai bene?-
Lei chiuse gli occhi, annuendo.
-Ero in piazza... e stavo... stavo ballando!- disse emozionata. -Ti rendi conto? E io nemmeno so come si fa a ballare! Però... Oh, caspita... è stato meraviglioso...- continuò velocemente, senza quasi prendere fiato.
-Cosa? Lara, Lara! Calma un momento. Respira per almeno due secondi!- disse il Dottore, temendo si potesse teletrasportare di nuovo senza accorgersene.
Lei si costrinse a tranquillizzarsi, ma non ci riusciva. Aveva ballato un ballo rinascimentale con l'artista più famoso di tutti i tempi!
-Lara! Concentrati, altrimenti finirai con ritrovarti altrove!- esclamò lui, abbracciandola. -Calma!-
La ragazza scosse la testa, il cuore che non la smetteva di pompare forte per l'emozione.
-No... non... non posso. E' stato...- balbettò cercando di riorganizzare le idee. -Oh, non lo so!-
Il Dottore sorrise, accarezzandole la schiena per tranquillizzarla. -Ma con chi hai ballato? Lorenzo de Medici in persona?- chiese calmo.
Lui la sentì scuotere la teta sulla sua spalla, il respiro accelerato. -No! Con Leonardo!-
Questa volta fu il Dottore a rimanere sorpreso. -Davvero? Non l'ho visto in giro...-
-Ha ballato... Abbiamo ballato... e all'inizio è stato difficile! Nemmeno lui sapeva ballare! Allora io ho...-
-Lara... continua così e andrai in iperventilazione! Vuoi calmarti un po'?- disse il Signore del Tempo prendendo la ragazza per le spalle. -Chiudi gli occhi un momento e prendi un respiro profondo.-
Lei seguì il suo consiglio, accorgendosi che le gambe tremavano per lo sforzo.
-Va bene... Ora va meglio.- disse riaprendo gli occhi. -Grazie.-
Il Dottore sorrise, accarezzandole una guancia arrossata per la stanchezza. -Che ne dici se torniamo al TARDIS?-
Lara annuì, appoggiandosi al suo braccio per camminare, non pienamente sicura che le gambe reggessero.
-Sicura di farcela?-
-Ma sì, certo. Non ci vuole niente!- disse lei in precario equilibrio.
Insieme riuscirono a uscire dalla festa della piazza, salutando con un cenno le guardie poste all'inizio della via, per poi incamminarsi sulla strada principale, ormai deserta.
-Dottore...-
-Mmh?-
-Avresti dovuto esserci.-
-Ma io ero lì, Lara. Solo non vi ho visto.-
Lei sorrise, trascinando i piedi per la stanchezza lungo il lastricato, gli occhi leggermente socchiusi. Tanto per parlare di qualcosa, la ragazza chiese al Signore del Tempo se Lorenzo de Medici avesse detto qualcosa di importante nel suo preambolo alla festa.
-Qualcosa di importante? E' stato tutto spettacolare! Ha citato i più famosi artisti e letterati del periodo che hanno contribuito a rendere Firenze uno dei luoghi più belli e culturalmente vivaci di tutta l'Europa!- esclamò lui sorridendo felice. -E ovviamente gli auguri al figlio! Alla fine la festa era per lui. Rendiamoci conto... Una festa del genere, neanche fosse diventato maggiorenne!-
-In poche parole, niente di importante.- ricapitolò Lara, smorzando l'entusiasmo del Dottore. -E magari anche il figlio ha fatto il suo bel discorsetto, vero?-
-Beh... in realtà lui ha solamente aperto le danze e poi si è trovato una donna per ballare insieme.- rispose scuotendo la testa. -Ha rovinato tutta l'atmosfera che...-
-Hallelujah! Almeno lui sì che ha capito qualcosa delle feste!- disse Lara ridendo.
Intanto stavano raggiungendo il Tardis che già si intravedeva dall'altro lato della piazza, in attesa del loro arrivo. Così, mentre il Dottore inseriva la chiave nella serratura per aprire la sua macchina del Tempo, Lara si appoggiò allo stipite, chiudendo gli occhi con un sospiro.
-Non ce la faccio più.- disse lentamente sbadigliando.
-Forza. Adesso vai a riposarti.- consigliò lui aprendo con un cigolio la porta in legno.
Lei annuì entrò nella cabina blu, seguita dal Dottore che la sospinse fino all'ambiente circolare della consolle.
-Lara? Cosa fai lì in piedi? Se hai sonno, vai a letto!-
Lei guardò il Signore del Tempo con stanchezza sussurrando qualcosa.
-Che?- chiese avvicinandosi alla ragazza.
-Mi... accompagni?- ripeté Lara chiudendo gli occhi.
Il Dottore sorrise, paziente, prendendole una mano per destreggiarsi tra gli innumerevoli corridoi del Tardis. Lei lo seguiva in silenzio, il capo reclinato in avanti per evitare che la luce la colpisse direttamente gli occhi; poi finalmente arrivarono alla sua camera. Lui aprì la porta e accese la luce della piccola abatjour sul comodino di fianco al letto, facendocisi poi sdraiare la ragazza.
Lei subito si rannicchiò, mormorando un debole 'grazie' appena udibile.
-Non vuoi almeno toglierti il vestito?- chiese il Dottore sussurrando.
-Non... ci riesco... Ho sonno...- rispose piano lei a occhi chiusi.
Lui scosse la testa con un sorriso, facendola scivolare sotto le coperte dolcemente.
-Grazie...- mormorò lei un attimo prima di addormentarsi profondamente.
Il Dottore ridacchiò piano, spegnendo la piccola abatjour per far sprofondare la camera nel buio.
-Buona notte Lara.- disse dolcemente prima di uscire e lasciare la ragazza sola con i suoi sogni.


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La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per nostro puro diletto.
  
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