Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Hikari_11    18/09/2015    2 recensioni
(Elsanna)
- Oh..- rispose appena Anna. - Certo.. che stupida che sono, tu hai molti impegni, hai un regno da gestire, non puoi certo perdere del tempo-
-..con me..-concluse infine.
Anna perdonami, ma io...
-Devo andare- aggiunse Elsa e si voltò scattando via in fretta per le scale.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, FemSlash | Personaggi: Anna, Elsa, Hans
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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Capitolo 3

"Salutarsi è una pena così dolce che ti direi addio fino a domani"
(William Shakespeare)

 


Hans si era gentilmente proposto di accompagnare Anna ad acquistare il regalo per Elsa, alla fine ella aveva optato per comprarle una sciarpa bianca ricamata con una stella di neve blu ed inoltre aveva specificatamente chiesto alla sarta di aggiungere un'ulteriore decorazione: far cucire le lettere A e E una accanto all'altra.

 

-E' un regalo così dolce, devi volere molto bene a tua sorella- constatò Hans una volta usciti dal negozio.

- Eh già, voglio dimostrale che ci tengo davvero a lei- confermò Anna annuendo, poi diede un'ultima occhiata al pacchetto controllando che fosse perfetto. Tuttavia il ricordo delle parole che le aveva detto quella mattina Elsa improvvisamente le si riaffacciò in testa. La paura che il regalo non sarebbe bastato a riavvicinarle la impossessò e tali preoccupazioni la incupirono facendola perdere tra i suoi pensieri.

-Tutto bene?- chiese il ragazzo facendosi più vicino a lei.

-Uhm...-

-Dicevo a te..sei diventata improvvisamente silenziosa..e anche se ti conosco da poco ho capito che non è da te startene imbronciata in silenzio- notò Hans ridendo. Anna si lasciò contagiare dalla risata del giovane e fu molto grata di averlo accanto in quel momento perché sentiva il bisogno di sfogarsi con qualcuno, qualcuno con cui potesse parlare del suo rapporto con la sorella.

 

Di lui mi posso fidare, lo sento..

 

-Quindi? che succede?- continuò lui esortandola a parlare.

- Ecco Hans io..in effetti non so non capisco bene mia sorella, si comporta in modo molto strano- disse, incerta su come iniziare il discorso.

-Parli del fatto che la regina ha fatto chiudere tutte le porte del palazzo? Che non voglia vedere o parlare con nessuno?- disse Hans intuendo il suo pensiero.

-E tu come fai a saperlo?- esclamò la rossa.

-Beh insomma, non si parla altro nel regno...la chiamano la regina di ghiaccio, impenetrabile ed insensibile-

 

Insensibile...

 

-Ops.. no insomma non volevo dire insensibile, cioè non sono io che lo dico, io non la conosco. Scusami non avrei dovuto parlare così della regina davanti a te..- disse egli dispiaciuto temendo di essere stato inopportuno.

-No, no, Hans non devi scusarti non hai detto niente di grave, lei...lei purtroppo non è cattiva è solo che..-

Ed Anna non riuscì più a trattenere le parole:

-Oh Hans io non so che devo fare! Non vuole parlarmi, non vuole vedermi, mi evita ed ogni volta mi scansa o mi tratta male ed io non ne so il motivo! Lei non era così.. lei non è così ed io lo so!- disse Anna e l'ennesima lacrima della giornata le scese lungo il viso.

-Oh piccola- sussurrò dolcemente Hans e l'abbracciò. Anna, seppur inizialmente a disagio, iniziò pian piano a rilassarsi e percepì nel contempo la sua agitazione affievolirsi. Così infine ricambiò l'abbraccio del ragazzo quasi avesse trovato finalmente una certezza a cui aggrapparsi.

-Tu non hai fatto niente di male, come avresti potuto- continuò lui accarezzandole in viso.

- Non lo so, forse c'è qualcosa di sbagliato in me, forse non sono la sorella che avrebbe voluto avere- confessò Anna.

-Anna smettila, non c'è niente di sbagliato in te. Sei una ragazza dolce, sensibile e premurosa oltre che molto bella e..-

-Molto bella?- esclamò ella arrossendo.

-Sì ehm..insomma io..- borbottò Hans imbarazzato.

-Cioè insomma quello che volevo dire è che non devi dispiacerti o pensare che sia colpa tua se lei si comporta così perché tu sei una persona fantastica- disse sorridente.

- Hans..grazie- bisbigliò Anna stringendosi ancora di più al busto del ragazzo.

 

Come vorrei che fossi tu a dirmi queste parole.

 

-E se avrai bisogno di qualcuno con cui parlare io ci sarò- le sussurrò poi affettuosamente.

Anna guardò Hans in viso perdendosi nei suoi occhi verdi e rimase a fissarlo sorridendogli dolcemente e cercando di mostrargli tutta la sua gratitudine per le parole di conforto, ma qualcosa risvegliò i due ragazzi da quella atmosfera idilliaca: la campana delle ore 20 risuonò lungo tutto il paese e Anna si ricordò che quella era l'ora della cena e che quindi la sua visita si era protratta più del previsto. Inoltre ciò che l'aveva resa improvvisamente inquieta era il fatto che non poteva permettere a se stessa di ritardare dato che la cena era l'unico momento della giornata in cui le era possibile trascorrere un po' di tempo con la sorella senza che lei potesse sfuggire o inventare di avere improvvisi impegni improrogabili.

-Cavolo devo tornare!- esclamò la rossa agitata dal pensiero di fare tardi.

-Ma così presto? Potevamo cenare assieme- propose il ragazzo.

-Hans io non posso stasera, nessuno sa che sono uscita- disse dispiaciuta.

-Oh capisco..Ma ci rincontreremo vero?-

-Sì sì certo- rispose annuendo.

-Quando? Domani?- incalzò egli con ansia.

-Domani? no è troppo presto non posso uscire troppo spesso, c'è pericolo che lo scoprano-

-E allora quando?- Anna ci pensò un attimo poi rispose:

-Tra tre giorni, alle 17 davanti alla locanda dove siamo stati oggi-

-Tra tre giorni alle 17..Va bene!- rispose egli felice -Ci sarò-

-Perfetto!- replicò Anna sorridente.

-Scusami devo scappare- disse e poco prima di andare poggiò un tenero bacio sulla guancia di Hans – Grazie di tutto- gli sussurrò all'orecchio ridacchiando alla vista del lieve rossore apparso sulle guance del giovane e poi dopo un ultimo sorriso si voltò infine prendendo la rincorsa in direzione del palazzo.

 

Devo fare in fretta, più in fretta

ripeté solo a se stessa.

 

Qualcuno la stava aspettando, qualcuno a cui non poteva stare lontana.

 

  
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