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Autore: Duncneyforever    18/09/2015    3 recensioni
Estate, 1942.
Il mondo, da quasi tre anni, è precipitato nel terrore a causa dell'ennesima guerra, la più sanguinosa di cui l’uomo si sia mai reso partecipe.
Una ragazzina fuori dal comune, annoiata dalla vita di tutti i giorni e viziata dagli agi che l'era contemporanea le può offrire, si ritroverà catapultata in quel mondo, circondata da un male assoluto che metterà a dura prova le sue convinzioni.
Abbandonata la speranza, generatrice di nuovi dolori, combatterà per rimanere fedele a ciò in cui crede, sfidando la crudeltà dei suoi aguzzini per servire un ideale ormai estinto di giustizia. Fortunatamente o sfortunatamente non sarà sola e sarà proprio quella compagnia a metterla di fronte ad un nemico ben peggiore... Se stessa.
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Guerre mondiali, Novecento/Dittature
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Lui ha abbassato lo sguardo, vergognandosene.

L'espressione curiosa e leggermente preoccupata sul mio viso ha lasciato spazio allo shock e alla delusione. 

Friederick non aggiunge nient'altro, si chiude in se stesso. Ha capito che nel mio silenzio c'era ben più di una conferma ed ha taciuto, non sapendo come approcciarsi a me. 

È finzione; lui non è qui e, anche se fosse chi dice di essere, non avrei motivo di rabbuiare in questo modo. È un incubo, presto mi sveglierò e questo ragazzo non lo vedrò mai più. L'amarezza, però, è estremamente reale. 

Friederick cerca di avvicinarsi; sembra poco più di un bambino e mi guarda con quei suoi grandi occhioni tristi. 

- No, per favore... - mi scosto in modo brusco, schiaffeggiandogli la mano che si era approssimata un po' troppo al mio viso. È stranamente consistente: la pelle è morbida e calda, proprio come dovrebbe essere. Percepisco il cruccio incresparmi la fronte, pesarmi sullo sguardo. 

È un gioco della mia mente, soltanto un trucco... 

Prendo il suo viso tra le mani, schiacciandogli le guance coi pollici. 

Concentrati su di lui, Sara. Tra poco svanirà. 

Il biondino non fa una grinza. Stento a fidarmi, ma l'impresa si rivela ardua: ogni volta che catturo il suo sguardo, traspare tutta la bontà celata in esso; i suoi occhi, a parer mio, sono buoni e giocosi eppure, allo stesso tempo, terribilmente malinconici.

Stento ancora a crederci. Ho sognato un nazista! Perché, tra tutti i possibili soggetti, proprio un nazista? Che significato potrà mai avere? In questo ragazzo c'è di più, ne sono certa. Dev'essere davvero terribile vivere in un mondo in cui la guerra prevale e distrugge... Ci dev'essere senz'altro un motivo, un collegamento!

Il mio istinto mi dice che lui non sia come gli altri. Io so che c'è qualcosa di non detto e di sottinteso; lui è una vittima, così terribilmente... umano. 

Io devo aiutarlo, è questa la mia missione. 

Voglio donargli la gioia e la felicità che non ha mai potuto avere, fosse anche per il poco tempo che ci rimane. 

Con cautela, provo ad accostarmi a lui, che ha il viso rivolto a terra e le ginocchia al petto.

Vorrebbe sparire. 

- Es tut mir leid. Speravo che nessuno ne fosse venuto a conoscenza... È davvero orribile, talmente orribile che mi viene da piangere al solo pensiero. Io ne faccio parte, è vero, ma non ho mai voluto fare del male a nessuno, te lo posso giurare! -

- Mi dispiace... Lo credo bene che sia orribile. - 

Il suono dolce della sua voce mi ha rianimata, mentre lui non osa neppure guardarmi. Come posso non avere compassione di lui? Provo a poggiare la testa sulla sua spalla, lentamente. Friederick ne rimane piacevolmente colpito; passo la mano sulla sua guancia, un gesto istintivo... Sento la sua pelle fremere letteralmente a quel tocco: com'è diventato caldo! Alzo leggermente lo sguardo e vedo che il suo è perso nel vuoto, rosso come un peperone.

Mi viene da pensare che sia tenero mentre arrossisce...

Gli sorrido rassicurante, per quanto mi sia possibile. Il ragazzo, di rimando, mi cinge affettuosamente la vita. Wow, è incredibile! Starò abbracciando sul serio qualcosa, perché altrimenti non saprei spiegarmelo. 

- Io... - 

- Tu sei diverso - alla mia affermazione, lui sbatte le palpebre un paio di volte, decisamente sorpreso.

- Avrei preferito mille volte morire piuttosto che essere associato ad un mostro. Non ho mai voluto assomigliare ai soldati di cui cui hai sentito parlare. - 

- Ne sono certa. Sembri un ragazzo per bene Fried, io ti credo. Non addossarti la colpa per qualcosa che non hai fatto, non devi. - 

Restiamo a terra per un tempo indefinito, poi decide di rialzarsi data la scomoda posizione e, da bravo gentiluomo, mi porge una mano per aiutarmi.

- Vuoi parlarne? - Sono molto curiosa di sapere la sua storia, ma non voglio obbligarlo, non voglio che stia male per colpa mia.

Non di nuovo. 


 

  
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