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Autore: Naoya    19/09/2015    1 recensioni
I Nex sono un popolo alieno pacifico, tecnologicamente molto avanzato e con una mentalità aperta. Vivono su un pianeta due volte e mezzo più grande della Terra e nonostante la vastità delle loro terre ed etnie presenti, sono un popolo unito. Ma poi, tutto cambiò quando uno scienziato pazzo attaccò i Nex per vendetta; un traditore che aveva dissertato il suo stesso popolo per ben due volte. Ora i Nex sono in fuga e in cerca di speranza, viaggiando di pianeta in pianeta aiutando e ricevendo aiuto dalle popolazioni presenti nell'universo; ma un popolo in particolare attira la loro attenzione: il genere umano.
Genere: Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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12° Giorno dall'arrivo dei Nex



Erano passate quasi due settimane dall'arrivo dei Nex e Phil che ormai era li dai primi giorni del loro arrivo, aveva deciso di studiare le strutture sull'isola partendo dall'edificio principale; era enorme ed il povero ragazzo si perdeva costantemente li dentro ma per fortuna c'era sempre qualche alieno che lo aiutava volentieri a ritrovare la strada per la sua stanza. Un giorno decise di recarsi alla reception e quando giunse lì vide Ariel sistemare dei documenti, il ragazzo si avvicinò e gli disse «Buongiorno Ariel, come va?»
L'aliena si girò e sorridendo rispose «Buongiorno a te Phil, va tutto bene anche se qui c'è sempre un bel po' di lavoro da fare. Ho sentito che di recente non hai fatto altro che perderti qui dentro».
«C-chi te l'ha detto?»
«Ahahahaha ormai sei diventato famoso e noi Nex non facciamo altro che parlare di te, abbiamo deciso di usare le nostre telecamere per seguire i tuoi spostamenti all'interno della struttura così quando vediamo che ti sei perso mandiamo qualcuno in tuo soccorso».
«C-capisco, siete gentili anche se l'idea che voi seguitate ogni mio spostamento mi sa una cosa bhè... »
«Puoi stare tranquillo usiamo le telecamere esclusivamente nei corridoi, nella hall e in varie stanze ma nessuna telecamera è stata piazzata dove risiedono gli ospiti».
«Capito, comunque sono passato qui perché avrei un favore da chiederti se non sono di disturbo».
«Nessun disturbo, chiedimi pure».
«Avresti per caso una piantina della struttura?»
«Sapevo che me lo avresti chiesto, dopo tutte le volte che ti sei perso era prevedibile, comunque si ho ricevuto da qualche ora le prime piantine che andranno appese nelle bacheche di questo edificio così da rendere più facile l'orientamento nei giorni a venire. Tieni... questa è un regalo da parte mia, fanne buon uso mi raccomando».
Phil prese la mappa e disse «Grazie mille, spero di non perdermi più».
«Se ti perdi, ti verremo a recuperare come al solito». Disse l'aliena sorridendo. 
I due si salutarono e Phil riprese il suo giro di ricognizione, era intenzionato a scoprire il più possibile riguardo queste creature perché nonostante la loro gentilezza sentiva come l'istinto di non fidarsi di loro.
Durante il suo giretto scoprì molte aule con all'interno attrezzature con  tecnologie mai viste prima, c'erano aule di informatica, di lingua e laboratori di tutti i generi. 
Ad un certo punto della sua esplorazione sentì nel corridoio i versi di qualcuno, sembrava sforzarsi fisicamente e controllando la cartina vide che si trovava vicino ad una palestra e decise così di dare un'occhiata. Quando entrò nella palestra vide una ragazza Nex picchiare un sacco da boxe con dei guantoni sulle mani, vestiva in modo sportivo con un top e calzoncini corti aderenti; era molto carina anche se non sembrava curare molto il suo aspetto per via dei suoi lunghi e selvaggi capelli rossi, quando lei si voltò Phil riuscì a guardarla negli occhi che erano di un marrone molto tendente al rosso, aveva uno sguardo penetrante tipico di qualcuno che ha sofferto molto in passato come se volesse dire “stammi alla larga”. Il ragazzo rimase a fissarla fin quando lei non si avvicinò con fare minaccioso dicendo «Si può sapere cosa cavolo stai guardando, eh quattrocchi?»
«A-ah io... niente... dico davvero». Phil rimase allibito da tanta irruenza, sapeva che i Nex erano creature gentili ma trovandosi davanti lei si trovò letteralmente spiazzato.
La ragazza continuò ad avvicinarsi dicendo «Questa è una palestra e se sei venuto ad allenarti dovresti come minimo devi cambiarti».
«No... veramente io...»
«Bla bla bla... falla finita di farneticare cose senza senso, più tosto... in guardia mi sto annoiando qui da sola e voglio un avversario con cui battermi, sembri un po' gracile quindi tranquillo, ci andrò piano con te».
«A-aspetta...» L'aliena cercò di colpire il ragazzo con un calcio ma lui indietreggiando finì per cadere ed accidentalmente colpì la gamba destra della Nex che in quel momento era il suo unico punto di appoggio; lei cadde sopra il ragazzo il quale aveva chiuso gli occhi dallo spavento e quando li riaprì si ritrovò la rossa a pochi centimetri dal suo viso, erano così vicini che ci mancava poco che si baciassero. Lei sorrise e disse «Niente male ragazzo, ci sai fare e mi hai sorpreso con quella mossa, lo ammetto tu sei il primo che ci riesce... però ora mi chiedo cosa farai».
La ragazza sollevò il busto e chiuse la mano a pugno, era pronta a colpire e poco prima di sferrare quel colpo disse «Sei finito!»
Il ragazzo impaurito sì coprì il volto con le braccia ma quando ebbe le mani sopra il suo volto sentì qualcosa di morbido, cercò di capire cos'era tastando meglio ed in quel momento sentì la ragazza urlare «Aaaaah! S-si può sapere d-dove stai toccando quattrocchi?»
Phil aprì gli occhi e vide che la sua mano destra toccava uno dei seni della ragazza, il ragazzo tolse la mano dal suo petto e disse «A-ah s-scusa... n-non volevo!»
I due si rialzarono e la Nex con il volto pieno di rossore disse «N-non fa niente, p-per questa volta ti perdono... visto che sono stata io ad esagerare... m-ma la prossima volta ti ficco una granata in bocca e ti faccio saltare per aria. Chiaro?»
«O-ok, signor si signora!» Rispose Phil impaurito.
«Allora quattrocchi, dimmi come ti chiami!».
«M-mi chiamo Phil e tu?»
«Shira».
«Piacere di conoscerti».
«Già dopo quello che hai toccato per te è per forza un piacere, vero?»
«Ah... ecco io...»
«Aspetta...» Shira si avvicinò a Phil e lo guardò meglio da vicino dicendo «Hai una faccia familiare... ma si tu sei quel ragazzo che si perde sempre... ora ti ho riconosciuto».
«Ahaha... Ariel aveva ragione nel dire che sono famoso...»
«Normale, se ti perdi 4 volte in un'ora».
«Urgh... non me lo ricordare».
«Toglimi una curiosità... ma tu eri con un altro umano qualche giorno fa dico bene?»
«Si, io e una mia amica abbiamo incontrato Master Zero ma era in compagnia di quattro guardiani, se non ricordo bene è così che li ha chiamati. Ma tu come lo sai?».
«Semplice... io sono una dei suoi guardiani».
«Capisco... mi chiedo a cosa è dovuto questo titolo».
«Aaah... ti dispiace... se te lo dico dopo? Vorrei farmi una doccia».
«C-certo nessun problema»
«Bene aspettami qui, altrimenti ti do la caccia!»
Shira si diresse verso gli spogliatoi femminili ma poco prima di entrare si girò verso Phil e disse «Prova a spiarmi... e di te resterà soltanto un cumulo di cenere!»
«T-tranquilla... non sono così stupido...»
Shira andò a fare la doccia e Phil ne approfittò per osservare e testare le attrezzature che si trovavano nella palestra; la forma dei macchinari era molto simile a quelle presenti in una qualsiasi altra palestra terrestre tutta via molti di questi apparecchi erano dotati di una tecnologia molto avanzata, come ad esempio i manubri non erano altro che delle semplici aste con all'estremità un tasto che se premuto avrebbe fatto apparire uno schermo olografico dal quale era possibile aumentare o diminuire il peso; di certo quella era una tecnologia fuori dal mondo.
Una ventina di minuti dopo Shira uscì dagli spogliatoi e vide Phil armeggiare con le attrezzature, si avvicinò a lui e gli disse «Che fai quattrocchi?»
«Cercavo di capire come funzionano i macchinari per allenarsi, sembrano uguali a quelli nostri ma sono totalmente diversi sotto l'aspetto tecnologico».
«Già, se vuoi ti mostro come funzionano».
«Ok!»
Shira mostrò al ragazzo terrestre il funzionamento delle macchine facendogliele provare direttamente e nonostante la loro complessità, il loro utilizzo risultava molto semplice ed intuitivo; dopo qualche ora passata a comprendere il loro funzionamento Phil disse «Se non sbaglio... prima stavamo parlando dei guardiani e mi chiedevo a cosa era dovuto questo titolo».
«Il titolo di “guardiano” è dovuto dall'affinità che si viene a creare con un determinato elemento, ce ne sono 4 e sono: fuoco, acqua, vento ed  ombra. Chi possiede il titolo è in grado di usare a suo piacimento l'elemento con cui ha affinità, per esempio io sono la guardiana del fuoco il mio corpo ha una forte relazione con le fiamme e con il calore in generale, posso resistere ad altissime temperature senza risentirne minimamente, se attivassi la mia armatura da combattimento il mio potenziale aumenta a dismisura. Vuoi vedere?».
«Certo, sono curioso»
Shira toccò la sfera sul dorso della sua mano destra e disse «Efferra Flammis!»
Poi diede un pugno nel pavimento e un tornado di fuoco circondò il suo corpo, roteava impetuoso dentro quella stanza ma il calore era appena percettibile, quasi come se lei stesse cercando di mantenere la temperatura bassa di proposito. Quando le fiamme si diradarono Phil fu in grado di vedere Shira con la sua armatura da combattimento, era di un color rosso fuoco tendente all'arancione, sulle braccia l'armatura era squadrata mentre sulle gambe seguiva la forma degli arti così come sul torace, inoltre all'altezza delle clavicole c'erano un paio di punte per spalla di color oro che andavano all'indietro, indossava un casco e su di esso cerano delle specie di corna anch'esse di color oro dal quale usciva del fuoco. Il ragazzo era rimasto senza parole nel vederla trasformasi in quella maniera, Shira guardò il ragazzo e gli disse «Visto? Questo è il potere di un guardiano. Scommetto che ora hai paura di me».
Phil al contrario era diventato ancora più curioso e gli disse «Incredibile, come hai fatto? Da dove salta fuori questa armatura? È puramente difensiva, ho possiedi anche delle armi?»
Shira era sorpresa nel vedere la curiosità del ragazzo, di solito chiunque la vedesse così non sarebbe sopravvissuto per più di qualche minuto e non capiva a cosa era dovuta tanta curiosità così creò una specie di cannone grande quanto il suo avambraccio glie lo puntò addosso e disse «Perché... perché tu non hai paura di me?»
«Aaaaah! N-non puntarmi addosso quell'affare potrebbe essere pericoloso dannazione!»
La Nex abbassò l'arma e disse «Certo che tu... sei un tipo strano...»
«S-senti chi parla! Tu che mi punti un arma grande quanto il mio torace vieni a dirmi che io sono un tipo strano! S-si può sapere chi ti ha eletto guardiana?»
«Nessuno! Lo sono diventata da sola».
«Eh? No... non ci credo...»
«Per diventare uno dei quattro guardiani non bisogna dare mica un'esame o chissà cosa!»
Il corpo di Shira brillo di una luce bianca quasi come un flash e sparita quella luce la sua armatura scomparve «Mettiti comodo quattrocchi, ora ti racconto qualcosa di me!»
I due si sedettero e la Nex cominciò il suo racconto «Tempo fa... prima che il nostro pianeta fu attaccato, io ero una così detta teppista; commettevo furti, pestavo chi mi era antipatico insomma ero una poco di buono. Quel giorno era uno dei tanti che stavo trascorrendo con i miei compagni, niente di diverso dal solito, fin quando non fummo attaccati. Io ed i miei amici decidemmo di darcela a gambe e di far perdere le nostre tracce, ci eravamo dati appuntamento al nostro punto di ritrovo segreto ma quando arrivai li... vidi tutti i miei amici privi di vita con affianco i loro assassini ancora sporchi di sangue. Strinsi i pugni e distrussi tutti quei robot a mani nude, in quel momento ero così accecata dalla rabbia che sentii la mia forza aumentare a dismisura e pugno dopo pugno, calcio dopo calcio di loro non rimase nulla se non un cumulo di ferraglia. Uno dei miei amici il più giovane del gruppo era ancora vivo quando ridussi quei robot in rottami, mi avvicinai a lui e mi disse “S-sei magnifica... ti ammiro moltissimo capo... so che quello che facevamo era sbagliato... ho sempre voluto dirtelo... ma avevo paura che mi avresti cacciato se non peggio... ho sempre voluto stare al tuo fianco... perché... sei una persona forte... e... devo ammetterlo... tu mi sei sempre piaciuta... ti prego... da oggi in poi... non fare più del male a nessuno... usa questa forza... per proteggere... e non per fare del male... te lo chiedo... come mia ultima volontà...” In quel momento la sua mano scivolo via dal mio volto come una carezza priva di vita, lasciando sulla mia guancia una macchia del suo sangue ma non ebbi il tempo per contemplare la loro morte, avrei voluto farlo ma sentii la voce di una bimba chiamare sua madre e visto che quei robot erano dappertutto non potevo lasciarla sola. Andai da lei per poi trovarla con uno di quelli puntare un arma su quella piccola creatura indifesa, gli diedi un calcio così potente che decapitai quella stupida macchina poi presi la bambina e la portai in salvo. Qualche ora dopo vidi una gigantesca nave che stava imbarcando quanti più Nex possibili per l'evacuazione e decisi di fare una corsa disperata nel tentativo di raggiungere la nave e mettere la piccola in salvo, però mentre salivamo a bordo alla bimba gli cadde il suo peluche, andò a riprenderlo ma un altro di quei schifosi Yom la raggiunse, stava per fare fuoco quando io gli ho fatto da scudo con il mio corpo, dissi alla bimba di andare e lei non perse tempo, fuggi nell'astronave io mi voltai e diedi un pugno a quel robot all'altezza del torace passandogli da parte a parte, dopodiché salii se pur malconcia sulla nave che ci avrebbe tratto in salvo. Qualche giorno dopo Master Zero venne da me e mi raccontò la storia dei guardiani, io la conoscevo già ma la sua versione era molto più dettagliata della mia e in poche parole mi disse che io ero divenuta una guardiana per via della mia naturale affinità che avevo con il fuoco».
«Capisco... e della piccola, cosa ne è stato?»
«Nella nave che ci ha portato in salvo ha ritrovato sua madre. Quando portai quella bimba in salvo... sentivo che il mio destino non era quello di recare del male agli altri ma... quello di proteggere chi non può difendersi da solo».
Phil finalmente aprì gli occhi di fronte ai Nex e dopo un racconto del genere i suoi dubbi riguardo le intenzioni di queste creature furono dissipati del tutto, si alzò e si avvicinò a Shira poi gli accarezzò la testa dicendo «Ho capito... mi dispiace se ti ho portato alla luce dei brutti ricordi, comunque... visto che io sono un tipo gracile, ti andrebbe di proteggermi?»
Shira abbassò lo sguardo dall'imbarazzo e arrossendo disse «S-se proprio devo...»
«Bene, allora conto su di te».
In quel momento uno strano calore invase il corpo della Nex, un calore che non aveva mai provato in vita sua; lei era solita scaldarsi per via della sua incontrollabile ira nel campo di battaglia ma... quella volta... il calore scaldò il suo cuore facendogli provare qualcosa che la scosse dal profondo. Shira capì che se fosse rimasta vicino a questo umano sarebbe diventata molto più forte, più di quanto non lo fosse mai stata fino ad oggi.
   
 
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