Due anni
dopo - Mount Ark, Popolo degli Alberi
"Dove
diavolo è finito?!", sbuffò Miller,
inginocchiandosi per sbirciare sotto il letto.
"Sarà
andato a fare una passeggiata", rispose Monty, che a sua volta radunava
alcune delle sue cose in uno zaino. Era emozionato e agitato allo
stesso tempo. Da giorni ormai non faceva che pensare al viaggio
imminente.
"Già,
proprio come fanno tutti i martelli", sospirò l'altro,
rimettendosi in piedi. Si massaggiò la fronte. "Vado a
cercare nell'armeria. Magari l'ho dimenticato lì l'ultima
volta". Passando davanti a Monty, gli sorrise e gli
scompigliò i capelli. Tutti erano ansiosi di partire, ma il
suo ragazzo aveva una ragione in più per voler arrivare il
prima possibile.
L'ingegnere
ricambiò il sorriso. "Non perdere tempo, partiamo tra
pochissimo."
"Sì,
capo!" Miller rise e poi uscì in corridoio.
Da circa un anno si erano trasferiti
quasi tutti nel Monte, dandogli un nuovo nome, per ricominciare,
iniziare una nuova vita e dare il via ad un nuovo capitolo della loro
storia. Era stata dura cancellare il passato e
tutto ciò che avevano vissuto tra quelle mura, ma non
avrebbero potuto continuare a vivere al campo per sempre. Dunque
abitavano ancora nel territorio del Popolo degli Alberi, ma avevano
conservato la loro autonomia. Poco prima che si trasferissero nel
Monte, Lexa era morta a causa di una malattia. Forse Abby Griffin
avrebbe potuto curarla, ma non chiesero aiuto, e Clarke, che aveva
sostituito la madre come Cancelliere, decise di non offrirlo. La nuova
Comandante si chiamava Vera, aveva accolto il suggerimento di Indra e
aveva stretto un patto con gli Sky People, mantenendo un clima di pace.
Camminando,
Miller superò la porta della stanza accanto a quella che fin
dal primo giorno divideva felicemente con Monty, dove vivevano Wick e
Raven. Non era proprio una stanza, ma quasi un appartamento. Piccolo e
confortevole. E somigliava ad un laboratorio, naturalmente.
In quel
momento, il meccanico stava riparando delle radio che non usavano da
molto tempo. Le uniche utilizzate permettevano a Bellamy di comunicare
con Octavia, e da quando avevano lasciato l'isola non ne avevano
più avuto bisogno per nessuna ragione, fino ad allora.
Ai bagagli
stava pensando Wick.
"Kyle,
lascia che ti dia una mano", disse per l'ennesima volta Raven.
"Scordatelo.
Dobbiamo affrontare un viaggio lungo, devi riposare il più
possibile. Resta a letto."
Da anni ormai si comportavano proprio
come una vecchia coppia sposata.
La ragazza
guardò con odio il tutore alla gamba, e le stampelle che era
costretta ad usare. Non camminava più da sola sulle sue
gambe da molto tempo. Lo sforzo dell'ultima missione le era costato
caro.
Bussarono
alla porta.
"Che
c'è?", urlò Raven, scontrosa.
Murphy
entrò sorridendo. "Buongiorno anche a te."
"Ciao,
Murphy", lo salutò Wick, mentre decideva quanti cacciaviti
portare. Li fissò per qualche secondo, poi con un'alzata di
spalle li mise tutti nello zaino.
"Bellamy
vuole sapere a che punto sei con le radio", fece sapere il nuovo
arrivato, appoggiandosi allo stipite della porta con le braccia
incrociate.
"Saranno
pronte in tempo", Raven lo guardò male, ma scherzosamente.
Oltre ogni previsione, avevano legato molto negli ultimi due anni. Al
ritorno al campo, Abby voleva sottoporlo a un processo per l'omicidio
di Jaha, e lei e Bellamy erano stati in prima fila tra quelli che non
lo avevano permesso. Alla fine era stata Clarke a decidere, dichiarando
che da quel momento i crimini passati di chiunque erano perdonati.
"Ricevuto".
Murphy si raddrizzò e uscì. Al
piano di sotto vide Harper, inginocchiata in mezzo al corridoio,
intenta ad armeggiare vicino alla parete.
"Tenti di scassinare la serratura per
entrare in camera mia?", le chiese Murphy.
La ragazza sobbalzò per lo
spavento. "Dannazione, Murphy. Prima o poi ci resterò
secca." Tendeva a sobbalzare spesso ritrovandoselo davanti.
Harper si allontanò
leggermente per mostrare cosa stava facendo. Tutt'intorno alla porta
della stanza del ragazzo c'erano dei disegni. Foglie d'edera
intrecciate ai tatuaggi che lui aveva sul braccio. Era stata Clarke a
farli, così come aveva abbellito l'intero edificio con i
suoi schizzi. Una volta Murphy aveva persino trovato il coraggio di
chiederle di fargli un ritratto di Emori, che adesso conservava nel
primo cassetto del comodino.
Harper sollevò un pennello.
"Prima ho visto che da questo lato il disegno stava sbiadendo",
spiegò. "Volevo..."
"Grazie", la interruppe Murphy,
offrendole una mano ed aiutandola ad alzarsi. Quando fu in piedi,
continuò a stringerle la mano. Si frequentavano da poche
settimane, ossia da quando lui finalmente aveva deciso di farsi avanti.
La salutò con un frettoloso
bacio sulla tempia, poi si diresse verso la sala dove si riuniva
l'attuale Consiglio, che comprendeva più o meno gli stessi
membri dell'ultimo: Bellamy, Clarke e Kane, ovvero i nuovi tre
Cancellieri, e poi Abby, Quinn, Sinclair, Jackson, Raven e Monty.
Trovò Bellamy e Clarke ad
aspettarlo fuori la porta. Erano entrambi armati e con due zaini ai
loro piedi.
"Eccomi", esordì Murphy. "Ha
detto che ha quasi finito e saranno pronte in tempo."
"Grazie", rispose Bellamy. Clarke,
accanto a lui, scrutava la mappa che aveva disegnato con l'aiuto di
Jackson e Quinn.
In quell'istante girarono l'angolo Kara
e Monroe, cariche di bagagli.
"Ehilà!", salutò
allegramente la Grounder.
"Siamo in anticipo, ma abbiamo pensato
di venire a dare una mano", aggiunse Monroe, che ormai aveva subito la
stessa trasformazione di Octavia e sembrava avesse sempre vissuto sulla
Terra. Salutò Murphy con una pacca sulla spalla.
"Nyko è qui fuori. Indra
alla fine ha deciso che non verrà", concluse Kara.
Le due ragazze avevano preso possesso
della vecchia casa di Lincoln, per restare più vicine a
TonDc.
"Buongiorno, ragazze". Si voltarono
tutti verso Miller, che aveva fatto la sua comparsa stringendo un
martello e fingendosi minaccioso.
Clarke fece un passo avanti, e
parlò senza smettere di studiare la mappa. "Bè,
siamo tutti pronti, no? Direi che..."
Bellamy la interruppe semplicemente
togliendole la mappa di mano.
"...se siamo tutti pronti, possiamo
partire", concluse la ragazza. Si guardò intorno,
incrociando per la prima volta gli occhi con tutti i presenti.
Allora... Kara e Monroe. Nyko che aspettava fuori, così come
il cavallo per Raven. Lei e Bellamy. Miller.
"Monty? Wick e Raven?",
domandò.
"Siamo qui!", esclamò il
meccanico, che girò l'angolo avanzando con l'aiuto di una
stampella, e raggiunse gli altri, seguita dai due ingegneri, pieni di
zaini e borse. "Ho lasciato la radio ad Abby. La nostra è
qui", la indicò, attaccata alla propria cintura. "Tutto
funzionante. Possiamo andare davvero."
Anche Bellamy posò lo
sguardo su tutti i loro compagni. Avevano già salutato gli
amici e gli altri Consiglieri, inclusi Marcus e la madre di Clarke.
"E allora andiamo", disse, sistemandosi
il fucile in spalla. Si rivolse all'unico presente che non li avrebbe
accompagnati. "May we meet again."
"May we meet again", rispose Murphy,
che salutò con un cenno della mano e si allontanò.
Due
settimane dopo - Ariel, Popolo del Mare
Jasper stava in piedi tra Monty e
Raven, e sorrideva. Non vedeva il suo migliore amico da quasi due anni,
perchè da quando si era trasferito ad Ariel non aveva mai
accompagnato Octavia e Lincoln, anche se erano tornati dal Popolo degli
Alberi solo due volte.
La decisione di cambiare aria era stata
improvvisa, forse troppo, persino per un ragazzo impulsivo come Jasper.
Octavia si era innamorata del mare, e quando lei e Lincoln annunciarono
la decisione di andare da Luna, Bellamy aveva visto una disgrazia, e
Jasper un'opportunità. Da una parte non voleva lasciare
Monty proprio nel momento in cui avevano chiarito le cose, dall'altra
cominciava a capire il bisogno di Clarke di partire e lasciarsi tutto
alle spalle. Così, quando aveva bussato alla porta della
Grounder, a lei era bastato guardarlo in viso per capire cosa voleva.
"Mi farebbe piacere che venissi con noi", aveva detto, prima ancora che
lui aprisse bocca.
Luna lo aveva accolto, e pian piano
aveva subito la stessa trasformazione di Octavia e Monroe, diventando
un Grounder a tutti gli effetti. Aveva persino alcuni tatuaggi. Anche
se non aveva più lasciato la sua nuova casa, comunicava con
Monty, Miller e Raven attraverso la radio di Octavia, e quando la
ragazza andava a trovare il fratello, usava lei e Lincoln come corrieri.
E adesso eccoli di nuovo insieme, quasi
tutti riuniti per le due persone al centro del molo, proprio di fronte
a quella strana folla di Grounder e Sky People.
Poco più in là,
Bellamy chinò la testa verso Clarke. "Non ho capito bene una
cosa", disse.
La ragazza rise. "Non hai capito
niente, eh?"
L'altro aggrottò le
sopracciglia. "E' un matrimonio oppure no?"
"E' l'equivalente terrestre di un
nostro matrimonio. Non si chiama matrimonio, non ci sono anelli, ma due
persone si legano per la vita con l'approvazione del Capo Clan. O, in
questo caso, della Comandante in persona. Quindi non è un
matrimonio, ma è come se lo fosse."
Il ragazzo non disse nulla.
"E tu preferiresti non lo fosse
affatto", rise ancora Clarke. Gli strinse la mano, mentre riportava lo
sguardo su Luna, che stava parlando.
Sul molo, davanti alla donna, c'erano
Lincoln e Octavia, con le spade incrociate a mezz'aria. Erano entrambi
tirati a lucido, con le loro migliori tenute da guerrieri, e Octavia
aveva addirittura alcune conchiglie e stelle marine essiccate tra i
capelli intrecciati. Non avevano smesso di fissarsi negli occhi neppure
per un istante, e tutto l'amore che provavano l'uno per l'altra, sempre
intuibile, ora era perfino visibile, come se avesse preso vita.
"Ti sbagli", commentò
Bellamy, che improvvisamente sembrava molto più rilassato.
Strinse ancor di più le proprie dita intorno a quelle di
Clarke. "Mi piace Lincoln. Octavia è un'adulta, una
guerriera. Ha finalmente ottenuto la vita che ho sempre voluto per lei.
Ora è tempo che io mi faccia da parte, non è
più una mia responsabilità."
Clarke lo guardò, e lui
ricambiò lo sguardo.
Che passi da gigante avevano fatto, da
quando quei cento criminali erano atterrati sulla Terra. Erano persone
nuove, eppure in fondo non era cambiato molto. Bellamy, che da sempre
portava pesi sulle spalle più grandi di lui, aveva trovato
modo di dimostrare le proprie capacità di leader e il suo
buon cuore, guidando un popolo che lo rispettava e ammirava. E Clarke
stessa era tornata la ragazza allegra e sorridente dei tempi sull'Arca,
con suo padre, quando vivere per lei era una gioia e non un dovere. Il
mondo aveva fatto il possibile per spezzarli, ma loro erano riusciti a
ricomporre i pezzi. Insieme.
"Bellamy..."
"Sì?"
"Dovrei trasferirmi nell'appartamento
di Emerson", sussurrò la ragazza. Quando avevano occupato il
Monte non era stato difficile individuarlo, e aveva impedito che
venisse preso da qualcun altro. L'edificio era grande abbastanza da
contenere comodamente il triplo degli Sky People sopravvissuti,
così il luogo dove aveva vissuto Emerson era rimasto vuoto.
Così come quello di Maya.
"Perchè?"
"Perchè è
più grande del mio. E del tuo. E due persone ci vivrebbero
più comodamente. E ha anche un paio di stanze in
più, così, sai, nel caso in futuro..."
Gli occhi di Bellamy s'illuminarono. Un
anno prima le aveva detto di voler trascorrere il resto della sua vita
con lei, ma soltanto quando si fosse sentita pronta, perchè
lui non avrebbe mai smesso di aspettarla. Le aveva lasciato spazio, e
anche se alcune notti dividevano lo stesso letto, il mattino dopo
puntualmente si separavano. "Clarke..."
Sorrise, incredulo, e quando Clarke
Griffin scoppiò a ridere e annuì, confermando,
Bellamy Blake le prese il viso tra le mani e la baciò.
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Nota dell'Autrice:
Siamo arrivati alla fine. La vera fine. Ho cercato di non tralasciare nessuno, di dare una conclusione a tutte le storyline senza scrivere un epilogo lungo km. Se non avete capito qualcosa, o vi manca qualche dettaglio, chiedetemi pure e chiarirò tutto.
E ancora grazie infinite per aver seguito questa mia storia, la più lunga e la più impegnativa nella mia "carriera" di fanwriter xD spero di non avervi deluso!
Ho fatto un po' le cose a modo mio, ho inserito quello che vorrei vedere: la morte di Lexa, Monroe e Jasper divenuti Grounders, Lincoln e Octavia lontani dal Popolo degli Alberi, più importanza a Murphy, meno ad Abby, il riscatto di Emerson. Non so se scriverò ancora in questo fandom, penso di no, ma non si sa mai. Per il momento questo è un addio, e ancora grazie mille per avermi seguito e per le recensioni <3
May we meet again,
Y**