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Autore: Altair4    20/09/2015    1 recensioni
Due personaggi di questa storia vivono nella mia mente da tempo immemorabile, forse da dieci anni. Finalmente sono riuscita a metterli nero su bianco e ne sono estremamente felice! E’ stato difficile assegnare le caratteristiche giuste a tutto il racconto perché secondo me è un mosaico, infatti dal capitolo 23 diventerà un GIALLO! l’unico filo conduttore di tutti i suoi tasselli è la ricerca da parte della protagonista principale (mezza umana e mezza aliena) di se stessa. Senza Nome (anche detta I.113) è sospesa tra due mondi e non sa a quale appartiene veramente e soprattutto non sa quale sarà il suo destino. Ho cominciato dalle sue origini ma c’è un intero mondo parallelo, il mio mondo immaginario, da scoprire…
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Fuentes uscì adirato dalla stanza del Dottore, sapeva che se qualcosa fosse andato storto la colpa sarebbe ricaduta su
 
di lui e quindi aveva messo le cose in chiaro, ma oltre a quello non era uno spietato mercenario, non poteva rimanere
 
totalmente indifferente, aveva una nipote dell’età di Aliya ed in un certo senso gliela ricordava, erano entrambe
 
determinate nonostante la giovane età. Non poteva permettere che una bambina rischiasse la vita inutilmente, poi
 
arrivò al poligono e scoprì che la così detta bambina aveva fatto tutti centri assolutamente perfetti battendo qualsiasi
 
record della base, forse di tutto il mondo.
 
            -Caralho!!-
            -Ma tenete!- commentò Patrick e poi chiese piano a Aliya -te che sai tutte quelle lingue, che caspita vuol dire caralho?-
            -Ehm…è l’organo genitale maschile in brasiliano…è una specie di intercalare-
            -Dicevo…ma com’è scurrile tenente ci sono delle signorine- ribadì Patrick.
            -Scusatemi…non avevo mai visto dei centri così perfetti a meno che tu non abbia sparato un solo colpo ed hai fatto centro per fortuna…hai più di dieci decimi per caso?- Chiese Carlos.
            -Sì ne ho dodici per occhio ed ho sparato lo stesso numero di colpi degli altri-
            -C’è qualcosa che non sai fare bene?- Chiese Melissa, un po’ scocciata.
            -Non so fare tutte le cose che non mi sono state ancora insegnate-
            -Quante lingue sai?-
            -Quelle dei paesi che partecipano alla missione più l’arabo, spagnolo, portoghese ed italiano ed un po’ di afrikaans e setswana, -
            -E quando le avresti imparate?-
            -Da piccola prima che Rook mi trattasse come un sacco per la boxe. Ho una memoria fotografica dovuta a…cioè…non posso parlarne…diciamo che i miei geni alieni mi danno questa facoltà-
            -Quindi tu non scordi mai niente?-
            -Niente… ricordo parola per parola, posso ripetervi le conversazioni che abbiamo avuto insieme…-
            -Tanta roba! Potresti barare a poker e fare tantissime altre cose cool!- Commentò Patrick.
            -Non è sempre “cool”, non riesco a dimenticare le volte che Rook mi ha mandato in infermeria e tutto il dolore che mi ha provocato colpo dopo colpo…non sono ancora riuscita a restituirgli tutti i favori-
            -E’ inutile ripensare al passato, Rook eseguiva degli ordini… adesso vorrei che andaste a mensa e che Senza Nome si riposasse, dopo dovrà affrontare la prova più difficile e cioè me-
            -Non vuole sparare anche lei Tenente?- Patrick si divertiva un mondo a stuzzicare Fuentes.
            -Non serve, mi ha già battuto!-
 
Aliya come ormai succedeva da giorni sì recò a mensa con gli altri, non aveva più il Proteallo a ricoprirla e sembrava
 
una giovane, innocente ragazza, Alexei la guardava con un misto di ammirazione e timore, riuscì a stare un po’ da
 
sola con lei, gli altri si sedettero lontani perché avevano visto che i due avevano bisogno di parlare.
 
            -Cosa c’è Alexei?- Bisbigliò dolcemente.
            -Non sembri più tu, cosa ti è successo…-
            -Credo che sia colpa del chip che mi hanno impiantato, mi avevano avvertito che mi avrebbe migliorato…-
            -Non è solo questo, sembri anche maturata, se non sapessi che hai sedici anni non ti crederei…-
            -Ti ho messo in difficoltà con la mia richiesta?-
            -Sì…di solito sono io che prendo l’iniziativa…-
            -Vedi…ho deciso di vivere ogni mio giorno come fosse l’ultimo…-
            -Perché?-
            -Ti sembra così strano? Un giorno ti porteranno via da me o deciderai di tornare a casa…-
            -Quindi hai deciso che tra noi non ci potrà essere nulla se non solo sesso-
            -E’ l’unica cosa certa, ma sei l’unico della base con cui vorrei farlo…e sto cercando di non sperare in altro…-
 
Aliya non aveva tutti i torti, come se sapesse che la missione di Alexei era esattamente questa, insegnarle
 
praticamente “educazione sessuale” e andarsene di lì. Nella confusione totale si resero conto che avrebbero potuto
 
parlare liberamente, era impossibile che li potessero sentire e quindi aprirono il loro cuori.
 
            -Tu credi che sia una missione la mia non è vero?-
            -E’ abbastanza logico, anzi scontato…ti hanno scelto bene, ti hanno messo di guardia al laboratorio, dovevo vederti spesso…se non mi fossi avvicinata io, lo avresti fatto tu, non avevo sguardi che per te…-
            -E anche se fosse, che senso avrebbe secondo te?-
            -Temo di aver capito anche troppo bene quale sarà il mio destino ed infatti il Dottore me lo ha confermato…un giorno dovrò essere una donna di mondo e prima lo sarò meglio sarà! Non posso andarmene in giro senza sapere cosa succede in una coppia…-
 
Alexei la guardava con un sorriso triste, avrebbe tanto voluto dirle che aveva torto, ma non disse una parola, allora lei incalzò:
            -Cosa ti hanno promesso? …Non preoccuparti ci verrò a letto con te, almeno mi piaci, non credo che sarò così fortunata in futuro!-
 
Il soldato Petrov rimase scioccato dalla crudezza con cui gli stava parlando.
            -Non conta più niente cosa mi hanno promesso perché tu scapperai prima che possano premiarmi…-
            -Cosa vuoi dire?-
            -Te lo dirò la prossima volta che saremo da soli-
            -Non saremo mai da soli, sono sicura che il Dottore ha sentito la nostra conversazione l’altra sera-
            -Lui mi aveva assicurato di no ma anche io non gli credo, la prossima volta farò in modo che non sentano nulla-
            -Come faccio a crederti?-
            -Ti sto passando un rilevatore di cimici sotto il tavolo, mi sono assicurato che nessuno intorno a noi porti un microfono, usalo tu stessa con discrezione-
            -Come faccio a sapere che funziona?-
            -Lo testerai nella tua stanza più tardi-
            -Va bene…ma perché staresti facendo questo?-
            -Perché tu non meriti questa vita, tu sei superiore a noi…un giorno riderai dell’infatuazione che avevi per me, ti sembrerò solo uno sciocco terrestre-
            -Perché dici così?-
            -Perché ho fatto un sogno…-
            -Un sogno?-
            -Sì…tu sei destinata ad altro-
 
Anche questa volta Aliya si trattenne, poteva essere una trappola, ma chiese:
 
            -Cosa hai sognato?-
            -Un alieno…mi parlava di te, ha detto che devo aiutarti a scappare dalla base…mi ha detto di portarti un bracciale ed una tiara che si trovano in uno dei laboratori della base, li stanno studiando ma senza risultati da anni…-
 
Anche quei dettagli potevano essere una trappola, insistette per capire.
 
            -Cos’altro ti ha detto? Chi era?-
            -Ha detto di chiamarsi Nestor…-
            -Quando hai sognato tutto questo?-
            -Giorni fa, ma mi è venuto a mente tutto in modo chiaro poco fa quando ti sei trasformata in donna di metallo, lui era simile a te, era la tua versione maschile…-
 
Quei dettagli potevano ancora essere stati suggeriti ad Alexei dal Dottore, non poteva ancora dargli fiducia,
 
probabilmente era una messa in scena anche per capire come funzionavano il bracciale e la tiara alieni.
 
            -Sai anche dove si trovano gli alieni?-
            -Non di preciso…Nestor mi ha detto che era l’ultimo sopravvissuto, rimani solo tu…-
 
Aliya non poteva fare domande precise o si sarebbe smascherata.
 
            -Quindi non saprò mai nulla di loro…e della signorina Rott?-
            -Non so niente di lei, dammi tempo non ho avuto ancora la possibilità di fare molte domande al Dottore, non vorrei sembrare sospetto…non fare quell’espressione, non vorrei capissero che parliamo di cose serie…sorridi ti prego-
 
Aliya fece uno sforzo e sorrise, non sapeva se baciare Alexei o picchiarlo, in quel momento lui poteva rischiare
 
seriamente la sua carriera e forse la vita oppure attirarla nel peggiore dei tranelli, ma ora sapeva che sia il bracciale
 
che la tiara esistevano davvero, non poteva essere un caso.
 
            -Non sono sicura sia una buona idea per me andarmene, ma vorrei tanto sapere di più sulle mie origini…c’è modo di capire se questi oggetti alieni esistono o se te li sei solo sognati?-
            -Pensi che ti sita prendendo in giro?- Rispose Alexei.
            -Mi stai raccontando un sogno, pensi davvero che questo Nestor ti abbia parlato?--
            -Era così realistico…ed il Dottore mi ha detto che l’ultimo degli alieni è morto di recente la notte stessa in cui ho avuto il sogno…era in coma da anni-
 
Aliya voleva tanto credere che fosse vero, che suo zio Nestor avesse contattato Alexei perchè la aiutasse, ma ancora una volta sentì che non si poteva fidare.
 
            -Se troviamo questi oggetti allora forse possiamo credere al tuo sogno, altrimenti non ci sono prove che tu abbia avuto un contatto telepatico con quell’alieno, perché poi ha contattato te e non me?-
 
            -Forse ancora non lo ricordi.-
            -Vedremo…-
            -Non importa se non mi credi, ti aiuterò a rispondere alle tue domande, forse a quel punto avrai raggiunto capacità tali che te ne andrai senza difficoltà dalla base senza ulteriore aiuto…-
            -Perché ti sei convinto che voglia andarmene?-
            -Perché se fossi in te io lo vorrei…-
            -Non siamo tutti uguali…-
            -Un giorno tu potrai tutto…e te ne andrai-
 
Alexei si zittì, Fuentes li aveva raggiunti.
 
            -Allora? Ti sei riposata abbastanza Senza Nome?-
            -Sì, sono pronta-
 
Tornarono tutti alla palestra, Aliya assunse nuovamente la sua forma aliena e si mise di fronte a Fuentes.
 
            -Molto bene, faremo un incontro di karate ma stavolta non a punteggio-
            -Vuole dire che le devo fare del male?-
            -Sì-
            -Non posso!-
            -Come non puoi?-
            -Lei mi ha sempre trattato più che bene, fosse stato Rook non avrei avuto nessun problema, ma lei non posso picchiarla-
            -Pensi che avrai la meglio su di me?-
            -Con tutto il rispetto, sì! Sono più rapida anche se ho la mia pelle metallica e credo di essere diventata ancora più forte-
            -Vorrà dire che dovrai misurare la forza come ti ho allenato a fare-
            -Ma…-
 
Fuentes non aspettò un secondo, cominciò a colpirla, ma lei anche se presa di sorpresa lo scansò con un salto mortale
 
all’indietro, gli altri non si stupirono, nella stanza dei laser avevano visto tutta una serie di acrobazie che nemmeno al
 
circo si potevano ammirare. All’inizio Aliya evitava solo i colpi, poi cominciò a colpirlo veloce ma in modo leggero.
 
            -Coraggio puoi picchiare più forte-
 
Parava senza nessuno sforzo tutto le mosse del suo avversario, che a ripetizione gli proponeva pugni e calci; il tenente
 
si stava impegnando al massimo. Alexei e Patrick guardavano tranquilli sapevano benissimo coma sarebbe finita,
 
Melissa invece aveva una mano davanti la bocca spalancata perché non aveva mai visto Fuentes in difficoltà, da
 
quando era arrivato si era dimostrato il migliore di tutti, adesso sembrava un comune soldato.
 
            -Finché non avrai il coraggio di atterrarmi continueremo-
            -Lo sa che posso sfinirla col fiato…-
 
Aliya in effetti poteva continuare per ore, mentre l’umano aveva un limite fisico molto più ristretto del suo.
           
            -E’ vero, ma cosa succede se non ti riposi anche tu? Oggi è stato un giorno pesante, non sei indistruttibile-
 
Fuentes sapeva benissimo che Aliya soffriva di attacchi epilettici anche se non aveva mai assistito all’evento, da
 
ottimo combattente quale era avrebbe sicuramente approfittato del punto debole dell’avversaria. Aliya sul momento
 
era convinta di sfinirlo senza colpirlo, poi però cominciò a sentirsi strana e temeva che non avrebbe finito l’incontro,
 
allora cominciò a picchiare duro, atterrò il suo avversario che finalmente prese fiato. Il tenente si rialzò si asciugò la
 
fronte e con il fiatone disse:
 
            -Molto bene, credo che il mio lavoro qui sia finito, hai avuto giudizio-
            -Ho seguito il consiglio…-
            -Hai fatto bene, ricordati che tu sei pronta fisicamente ma non psichicamente, se non ti avessi avvertito avresti aspettato fino ai tuoi limiti ed avrei vinto, ho deciso di proposito di mettere la nostra sfida per ultima perché tu fossi a rischio, questa è tattica e tu non ne sai ancora fare uso-
 
            -Però è stato lei ad avvertirmi, perché?-
            -Perché sono qui per insegnarti e questa è una delle mie ultime lezioni, ricordati che la forza non è tutto, devi essere pronta ad ogni evenienza-
            -Quindi presto se ne andrà?-
            -Finirò la settimana, poi me ne andrò-
 
Aliya ci rimase male, era stato il suo migliore insegnante, aveva imparato più da lui che da chiunque altro ed era
 
rimasto alla base solo pochi mesi.
 
            -Sembri dispiaciuta-
            -Sì tenente…è stato molto corretto con me ed ho imparato molto-
            -Non preoccuparti mi sostituiranno presto con qualcuno più in gamba di me e forse ci rivedremo in missione, quando sarai pronta, forse collaboreremo-
            -Sarebbe un onore signore!-
 
Fuentes le dette una pacca sulla spalla, le sorrise e disse.
 
            -Siete tutti liberi per oggi, ottimo lavoro! Tutti voi-
            -Grazie signore- fu la loro riposta corale.
            -Acciderbolina Senza Nome…non lo avevo mai visto in difficoltà, mi brucia di meno che tu mi abbia battuta al lancio dei coltelli…non ti nascondo però che sono invidiosa-
 
            -Non esserlo…tutto questo ha un prezzo…-
 
Aliya guardò tristemente Alexei, Melissa capì al volo ed annuì.
 
            -Bene che ne facciamo del nostro tempo libero?-
            -E se uscissimo dalla base?- Disse Patrick.
            -Vuol dire che andrete senza di me allora- commentò rassegnata Aliya.
            -Perché non chiediamo un permesso speciale? Che ne pensate se ci prendessimo noi la responsabilità, andiamo solo a bere qualcosa e a cena fuori- disse Alexei.
           
            -Per me va bene, mi fido di Senza Nome- disse Patrick, Melissa annuì.
            -Alexei sai qualcosa che non so? All’improvviso il Dottore è diventato molto meno severo?-
            -Per la verità non lo so, è un’idea che mi è venuta così, volevo andare a chiederglielo-
            -Dici sul serio?-
            -Certo “Milaja”-
            -Che ha detto Alexei?- Chiese Melissa.
            -E’ “cara” in russo, si dice alle fidanzate…- rispose Patrick.
 
Il soldato Petrov si avviò all’ufficio del Dottore, gli altri rimasero ad attendere.
 
            -Il Dottore non accetterà mai la richiesta di Alexei-
            -Perché no? Il Dottore diceva che non ti considerano più pericolosa da dopo l’operazione-
            -Sai tante cose Melissa…-
            -Qualche giorno fa ho sentito il Dottore che parlava con Dorotea, entravano in ufficio…non hanno fatto caso a me. Secondo me l’ufficio non è sorvegliato e forse hanno lì i loro incontri…-
 
Non finì la frase ma tutti capirono perfettamente di cosa stava parlando. Dopo venti minuti Alexei fu di ritorno.
 
            -Allora, mi ha detto che possiamo uscire dalla base con Senza Nome, ma il coprifuoco è a mezzanotte-
            -Non posso crederci! Cosa gli hai promesso al Dottore?…non ti facevo dell’altra sponda…nessuno dei due per la verità!-
 
            -Vuoi piantarla Patrick? E’ stato lui a dirmi qualche giorno fa che Senza Nome deve provare un po’ di sana vita normale, ma se succede qualcosa saremo puniti noi severamente, ve la sentite?-
 
            -Ce lo avevi già chiesto! Andiamo a prepararci!- Disse Melissa entusiasta.
 
Aliya non poteva crederci non stava nella pelle, avrebbe messo la sua minigonna, non ci pensava nemmeno a fuggire
 
in quel momento, come le aveva spiegato Nestor doveva ancora imparare prima di andarsene di lì.
 
Alexei dette un biglietto a Aliya quando si separarono per andarsi a cambiare, lei come al solito lo aprì una volta
 
arrivata nel bagno dietro la tenda del water.
 
            “Il Dottore mi ha ordinato di portare un microfono e di non dirtelo, quindi faremo i bravi. Ma sarà anche l’occasione perché ti distragga un po’ dai tuoi pensieri negativi, spero di vederti sorridere e di sicuro ti bacerò innumerevoli volte. Tuo finché ce lo permetteranno Alexei”
 
Aliya si buttò sul letto, era felice come una bambina, non era mai uscita fuori dalla base, decise di seguire il consiglio
 
e di non pensare troppo quella sera, voleva distrarsi.
 
Quando fu pronta uscì di corsa dalla camera ed arrivò rapida fino alla porta del corridoio che l’avrebbe condotta verso
 
la libertà, almeno per una sera. Ad aspettarla Patrick ed Alexei in jeans e camicia, Melissa li raggiunse, indossava un
 
vesitino molto femminile stretto in vita che le donava molto.
 
            -Stasera siamo i ragazzi più fortunati della base, dovremo stare attenti che non ce le portino via- disse Patrick  con un sorriso tutto denti.
            -Anche voi non siete niente male!- Disse Melissa e gli strizzò un gluteo facendolo saltare sul posto.
            -Ah queste donne di oggi…troppo emancipate!-
 
Uscirono dall’odiata base, superarono tutta una serie di porte a combinazioni e altrettanti controlli ai loro pass,
 
finalmente videro la luce naturale del giorno che veniva meno, uno splendido tramonto si stava spegnendo lentamente
 
davanti a loro con raggi dorati che si tramutavano in rosso e violetto.
 
            -Che meraviglia…non si vede il tramonto dalla mia camera…-
            -Cioè…non hai mai visto un tramonto?-
            -Dal vivo no…valeva la pena uscire anche solo per questo-
 
Gli altri si guardarono tristi in volto, in quel momento non la invidiavano per niente, anche se era il soldato migliore
 
della base. Aspettarono in silenzio che Aliya osservasse estasiata il calar del sole, poi Alexei la prese sotto braccio e le disse.
 
            -Andiamo? Però tu solo cocktail analcolici, ok?-
            -Va bene…uffa!-
            -Non sappiamo che effetto abbiano su di te, di sicuro so che effetto avrà su di me se scoprono che ti ho fatto bere, verrei espulso dalla base, per questo avrò la piena responsabilità-
            -Bene allora voi due niente alcool, dovete riportarci sani!-
            -No Patrick niente sbornia stasera andiamo a cena come dio comanda, non lo facciamo mai! Se cerchi l’alcool c’è il modo anche dentro la base, ma senza di me!-
 
            -Va bene Melissa agli ordini, berremo il giusto e poi andremo al ristornate, contenta?-
 
Melissa lo abbracciò e lo baciò senza rispondere, sarebbe stato divertente per una volta comportarsi come coppie
 
normali. Presero un’auto della base sicuramente con il segnalatore e forse con qualche microfono. Guidava Alexei,
 
lui e Aliya si tenevano per mano, cambiavano anche le marce insieme, anche un contatto così semplice gli faceva
 
sussultare il cuore e ridevano come due ragazzini, in poco tempo raggiunsero il pub “Social on Main” a nord-est di
 
Jhoannesburg, non troppo in centro ma nemmeno in periferia, entrambi luoghi poco raccomandabili.
 
 
 
P.S. Ciao a tutti! ;-)
Oggi c’è il sole…speriamo duri un altro pochino…mi mancherà l’estate…vabbè non divaghiamo!
Alexei come al solito non è facile da decifrare, ha veramente sognato Nestor? Se non è così perché ha regalato un rilevatore di cimici ad Aliya? Vedremo…
Per la prima volta Aliya mette il naso fuori della base e vede il suo primo tramonto… quando esce dalla base le sembra di vivere veramente (un po’ come quando usciamo da scuola o dal posto di lavoro)…chissà cosa succederà…
Grazie se leggerete e soprattutto grazie se recensirete.
Baci <3
Altair
 
 
   
 
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