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Autore: Whiteney    21/09/2015    4 recensioni
|Drasteria| One-Shot|
"«Sono incinta»
Per un momento nella sua mente tutto andò in pausa, tant'era che nel movimento automatico di voltarsi verso di lei, si dimenticò di essere in piedi su una scala.
E cadde con un grido di sorpresa."
[...]
"«Fragole» Ripeté nuovamente lui, aggrottando la fronte.
«Già, fragole» Continuò imperterrita lei, guardandolo storto.
«Asteria… è inverno» Le fece notare secco, guardandola male.
«…e allora?» Borbottò lei allacciando le braccia al petto, imbronciandosi.
«Come allo-!» Draco si fermò, massaggiandosi la fronte. «Asteria, dove diavolo te le trovo le fragole a Dicembre?!»"
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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 Nove mesi di alti e bassi

 

 

 

 

 

I mese – Learning to listen.

Draco sapeva che c’era qualcosa che non andava, l’aveva capito quando aveva visto il modo strano in cui si stava comportando Asteria quel giorno: perché non era del tutto normale per una strega ripiegare i vestiti e lavare i piatti senza l’aiuto della magia, e l’unica spiegazione che gli era venuta in mente era che, forse, sua moglie aveva solo bisogno di una qualche scusa per tenersi impegnata il più a lungo possibile.
Ergo, c’era qualcosa che la tormentava.
Ma essendo suo marito, Draco più di ogni altra persona sapeva che quando c’era qualcosa che preoccupava Asteria Greengrass, l’unico modo per scoprire di cosa si trattasse era semplicemente aspettare. E benché lui non fosse una persona particolarmente paziente, aveva deciso di comportarsi come sempre, in attesa che fosse lei a farsi avanti.
Il momento fatidico arrivò tuttavia nel momento meno opportuno.
Era entrato nella grande libreria di Villa Malfoy, alla ricerca di un libro per una pozione speciale di cui aveva urgente bisogno e che non riusciva a trovare, quando sentì la porta aprirsi.
Draco tirò fuori la bacchetta per recitare un
Accio, quando si rese conto di non ricordare il titolo del libro, e si maledisse quando si ricordò, inoltre, che quello era giorno libero del loro elfo domestico.
Quanto odiava quelle nuove e stupidissime leggi.
Sospirò quindi frustrato, salendo sulla scala e agitando la bacchetta per controllare i libri, sicuro che l‘avrebbe riconosciuto semplicemente dal dorso.
«Posso parlarti un momento?» Gli chiese quindi Asteria avvicinandoglisi, con tono nervoso.
«Sì, certo» Rispose con tono distratto, che non passò inosservato alla castana, che decise tuttavia di andare avanti.
Draco registrò il profondo respiro che Asteria prese, ma era così concertato a cercare quel libro e a lamentarsi sui nuovi decreti per gli elfi domestici, che quasi non sentì le parole successive.

Quasi.
«Sono incinta» Disse la castana, alzando gli occhi su di lui.
Per un momento nella sua mente tutto andò in pausa, tant’era che nel movimento automatico di voltarsi verso di lei, si dimenticò di essere in piedi su una scala.
E cadde con un grido di sorpresa.
«Draco!» Asteria si precipitò al suo fianco, inginocchiandosi. «Draco, stai bene?!»
Un secco e irritato
no era decisamente quello che avrebbe voluto rispondere se non si fosse ritrovato in quello stato confusionale, si ritrovò invece a fissare con espressione intontita il viso preoccupato della moglie.
«Eh?» Fu tutto quello che riuscì a dire mentre si metteva a sedere, scioccato.
«Così impari ad ascoltare quando qualcuno ti parla» Lo prese in giro ridacchiando, sorridendogli divertita e dandogli una bacio sulla guancia, mentre lui l’abbracciava quasi senza rendersene conto, ancora intontito.
Avrebbe dovuto iniziare a prestare più attenzione.
Sì,
ad Asteria.

 

 

 

 

II mese – What I’ll follow.

Daphne cacciò un urlo eccitato, lanciandosi addosso alla sorella per avvolgerla in uno stretto e soffocante abbraccio che tolse il fiato ad Asteria, mentre al suo fianco Draco lanciò uno sguardo tra il raccapricciato e perplesso alla cognata, chiedendosi come due sorelle potessero essere tanto diverse.
Di fronte a loro, ognuno seduto al proprio posto a tavola, i coniugi Greengrass e Malfoy rimasero per un istante immobili, prima che il putiferio iniziasse.
E mentre i due venivano sommersi da congratulazioni, domande e abbracci, assieme alle discussioni eccitati per il nuovo nascituro da parte dei due fronti – l’etichetta e le buone maniere lasciate a marcire assieme al resto della cena – Draco sussultò quando sentì la mano di Asteria stringersi alla sua, ritrovandosi a osservare i suoi occhi luminosi guardarlo con un ampio sorriso.
La fissò per un secondo, prima di stringerle la mano e sorriderle leggermente a sua volta.
Draco aveva sempre pensato che l’oscurità non l’avrebbe mai lasciato, così come il marchio sul suo braccio, ma da quando aveva incontrato Asteria, così abbagliante che all’inizio aveva pensato che tutta quella luce l’avrebbe ferito, aveva iniziato a sentire la cappa di buio che l’avvolgeva iniziare a dissolversi.
Sapeva che non si sarebbe mai liberato del suo passato, ma fino a quando avrebbe avuto una luce da seguire, beh, l’avrebbe fatto.

Anche se non l’avrebbe mai ammesso ad anima viva.

 

 

 

 

III mese – Bloody annoying.

Draco venne svegliato dalla luce del bagno che lo trafisse in pieno viso, portandolo a schermarsi gli occhi con una mano per riuscire a mettersi a sedere quel tanto che bastava per lanciare un’occhiata all’ora: 03:40, era troppo presto perfino per pensare di iniziare a vivere.
Considerò l’idea di tornare a dormire quasi istantaneamente, ma si fermò quando sentì un verso sofferente provenire dal bagno adiacente alla camera. Si alzò con uno scatto, barcollando leggermente dal gesto improvviso, per poi incamminarsi rapidamente verso la stanza e rischiando quasi di avere un infarto quando ritrovò la moglie seduta, o meglio afflosciata, accanto al gabinetto con una mano a reggere il peso del corpo mentre l’altra poggiata sul ventre appena accennato, una smorfia di dolore sul viso pallido.
«Asteria, stai bene?» Le domandò in un’inusuale apprensione inginocchiandosi al suo fianco, reprimendo una smorfia quando si rese conto della
stupidità della sua domanda.
La ragazza aprì piano gli occhi, puntandoli in quelli grigi di lui, sorridendogli appena.
«Tu che dici?» Chiese a sua volta lei, poggiando la schiena sul bancone del lavabo. «È la nausea, passerà… anche se temo che non passerà molto tempo prima che debba tornare a fare nuovamente una visita al bagno»
Sospirò angosciata, strofinandosi gli occhi verdi con fare stanco, per poi poggiare il capo contro lo sportello marrone, chiudendogli nuovamente, tutto sotto lo sguardo attento di Draco, che osservò i movimenti lenti e ovviamente assonnati di Asteria con una sorta di tumulto, avvertendo una terribilissima e irrazionalistica sensazione di
inutilità.
«Non vorrai passare la notte sul pavimento del bagno, spero» Disse burbero, cercando di scacciare quella stupida impressione.
«Non ho molta scelta, sai» Sospirò lei lanciandogli un a breve occhiata seccata. «Tu torna pure a letto, tesoro»
Draco si ritrovò a stringere le labbra in una linea dritta, accigliandosi quando l’idea di tornare per davvero a letto gli procurò un tormento al petto che, se fosse stato una mezzacalzetta come Potter, avrebbe giurato si trattasse di
senso di colpa.
Aveva davvero bisogno di dormire, il giorno dopo avrebbe avuto un incontro molto importante e non poteva assolutamente rischiare di cadere addormentato nel bel mezzo della conversazione, per non parlare poi del fatto che Asteria gli aveva detto che poteva tranquillamente tornarsene a letto.
Perché, quindi, si sentiva in quel modo schifoso quando, a rigore di logica invece, si sarebbe già dovuto trovare nel mondo dei sogni?
La smorfia infastidita gli si smorzò, tuttavia, quando vide il viso contratto in un’espressione di sconforto e stanchezza di Asteria, intenta a cercare un po’ di riposo sulle freddo mattonelle di marmo.
Chi voleva prendere in giro, non poteva lasciarla lì da sola.
«Certo, e avere sulla coscienza una fastidiosa donna incinta sdraiata nel bagno» Fece burbero lui, sedendosi al fianco della castana, che alzò lo sguardo e lo puntò su di lui, sorpresa.
«Ti faccio notare che “la
fastidiosa donna incinta” in questione è tua moglie» Lo riprese lei aggrottando la fronte, fingendosi offesa, non potendo far a meno di ridacchiare l’istante dopo quando lo sentì sibilare irritato in risposta, voltando lo sguardo.
«Comunque grazie mille, Draco, tu sì che sai essere un vero
gentlemen» Rise piano lei, prendendolo in giro e afferrandogli il viso, dandogli un bacio sulle labbra.
«E tu sai di
vomito» Disse a sua volta con un ghigno soddisfatto di fronte all’espressione scioccata della castana.
«…ritiro quel che ho detto»
Draco sghignazzò, valutando di quanti caffè avrebbe avuto bisogno la mattina dopo se fossero andati avanti così.
E, oh sì, era
maledettamente fastidioso l’ascendente che quella donna aveva su di lui.

 

 

 

 

IV mese – I hate you. I love you too~

Draco la guardò con un sopracciglio alzato, non del tutto sicuro di aver afferrato correttamente cosa gli avesse appena chiesto Asteria, intenta a osservarlo con sguardo implorante e con una rivista aperta tra le mani, che raffigurava un’invitante cesto di fragole rosse e bianca panna ovattata.
Stava scherzando?
«Come?» Le domandò posando la copia del “La gazzetta del profeta” sul tavolo, lanciando alla castana uno sguardo pieno di perplessità.
«Fragole. Il bambino vuole delle fragole, Draco» Spiegò lei con fare serio, picchiettando sull’immagine della rivista con l’indice, guardandolo fisso negli occhi.
No, aveva sentito bene. E a quanto pare no, non stava scherzando.
Oh, per Merlino.
«Il bambino vuole le fragole» Ripeté lui assottigliando gli occhi, guardandola annuire vigorosamente.
«Sì, proprio così»
«Fragole» Ripeté nuovamente lui, aggrottando la fronte.
«Già, fragole» Continuò imperterrita lei, guardandolo storto.
«Asteria… è inverno» Le fece notare secco, guardandola male.
«…e allora?» Borbottò lei allacciando le braccia al petto, imbronciandosi.
«Come allo-!» Draco si fermò, massaggiandosi la fronte. «Asteria, dove diavolo te le trovo le fragole
a Dicembre
«Non sono per me… sono per il bambino»
Il giovane Malfoy represse a stento un verso frustrato, limitandosi a fissare male la moglie; il periodo delle voglie improvvise si stava rivelando più complicato di quanto si sarebbe mai aspettato.
«Perché non chiedi a Ellie di procurartene un po’? Questo farebbe parte del suo dannato lavoro da elfo domestico» Le disse esasperato, alzandosi, lanciando un’occhiata alla finestra sommersa di neve.
«Perché l’hai mandata a ritirare il tuo vestito e non so quando tornerà… e io le ho detto che si sarebbe potuta prendere una pausa» Proclamò lei. «E io-
il bambino le vuole ora, disperatamente» Aggiunse con un che di sconfortato, puntando nuovamente al cesto riportato sull’immagine.
Si fissarono, gli occhi verdi e imploranti di lei in quelli grigi e profondamente irritati di lui.
«Ti prego, Draco» Tubò lei avvicinandoglisi e poggiando le mani sulle sue spalle, facendo aderire i loro corpi – facendo attenzione al pancione – e alzandosi sulle punte dei piedi per avvicinare i loro visi, guardandolo dritto negli occhi. «Ci porteresti delle fragole? Prometto che
le dividerò con te, se lo farai» Soggiunse infine con un sorriso innocente, mettendo in mostra i denti bianchi.
Gli occhi grigi di Draco ebbero un fremito, spalancandosi leggermente all’allusione mentre si avvicinava inconsapevolmente al suo viso.
Oh,
per Merlino quanto odiava quella donna alle volte.
«Bene» Sbottò lui corrugando nuovamente la fronte, irritato dal fatto di essere stato fregato e che, inoltre, l’avrebbe fatto comunque.
«Evviva! Grazie mille, tesoro~» Esclamò lei baciandolo con un sorriso entusiasta, prima di allontanarsi da lui, lasciandogli spazio per smaterializzarsi.
«Sì certo» Borbottò lui lanciando un’occhiata fuori dalla finestra, dove nevicava a cielo aperto, utilizzando la bacchetta per richiamare a sé il mantello.
Ci mancava solo questa, alla ricerca di stupidissime fragole nel freddo gelo di Dicembre.
«E mi raccomando,
non dimenticare la panna» Cinguettò lei salutandolo, lanciandogli un altro sorrisino inequivocabile che fece storcere la bocca al biondo, così come la presa sulla bacchetta.
«E tu farai meglio a non farti passare questa voglia di fragole» La ragguagliò lui con un’occhiataccia, non del tutto sicuro di quanto diavolo di tempo gli ci sarebbe voluto, cercando di non pensare troppo alla panna e ai suoi utilizzi.
Asteria sorrise nuovamente, inclinando il capo di lato.
«Non ti preoccupare, ti aspetto in camera, allora!»

Sì, l’odiava da morire.

 

 

 

 

V mese – Of constellations and myths.

«Scorpius che cosa Malfoy?»
«
Hyperion» Ripeté lei con una punta di risentimento, guardando il marito con la fronte aggrottata.
Draco la fissò per un secondo, scioccato, indeciso per un istante da quale punto iniziare, optando infine per la via più semplice.
«Mi oppongo»
«Come?»
«Non puoi volerlo chiamare per davvero Hyperion» Protestò Draco scuotendo il capo, guardandola quasi fosse impazzita. Asteria si scostò leggermente dal biondo per guardarlo meglio, girandosi nel posto affianco al suo che aveva occupato sul divano, fissandolo con fare molto risentito.
«Come sarebbe? A me piace» Borbottò lei guardandolo male.
Draco sospirò esasperato.
«Asteria» Iniziò lentamente, accigliandosi. «Vuoi davvero che nostro figlio si presenti con il nome di “Scorpius Hyperion Malfoy”?»
Lei allacciò le braccia al petto, assumendo un’espressione offesa e lo guardò male, molto male.
«Mi hai detto che ti piaceva l’idea del secondo nome… e che potevo scegliere io»
«Già, ma speravo in un nome più normale,
sai» Scherzò lui con una smorfia, ricevendo in risposta uno sbuffo da parte della castana.
«Bene» Sbottò lei guardandolo dritto negli occhi e aprendosi in un sorriso malvagio, che lo fece andare in allarme. «Allora lo chiamerò
Harry»
E fu in quel punto che rischiò di avere un mancamento. E un infarto. E un conato di vomito.
«
Che cosa?» Le domandò guardandola oltraggiato, ricevendo in risposta un sorrisino soddisfatto da parte della castana.
«Visto che Hyperion non ti piace, ho deciso che lo chiameremo Harry» Sillabò lei con fare risoluto.
«Tu non hai deciso un bel niente!» Esclamò. «Non puoi essere seria!»
«E invece lo sono» Insistette.
«Non oseresti» Mormorò piano, assottigliando le palpebre e guardandola male.
«Io invece oso, se sono costretta» Obbiettò lei alzando l’indice a qualche centimetro di distanza dal suo naso. «Scorpius è una costellazione, come il tuo nome, e va bene perché mi piace. Hyperion invece deriva dalla mitologia greca, come il
mio, di nome, mentre Harry è il nome del ragazzo-che-è-sopravvissuto… e visto che la mia prima scelta non ti piace, credo proprio che opterò per la seconda!»
Esclamò alzandosi in piedi, iniziando a incamminarsi verso l’uscita.
«No,
no, fermati subito» Le ordinò afferrandola per un polso e tirandola di nuovo giù a sedere, con cautela, stringendola a sé per essere certo che non le sfuggisse via, ma tutto ciò che Asteria si limitò a fare fu distogliere lo sguardo, ignorandolo.
Draco Malfoy sospirò suo malgrado, scuotendo il capo mentre osservava per qualche istante la castana.
«E va bene… e Hyperion sia»
Infondo non era poi così male, poteva farci l’abitudine.
E poi tutto era meglio dell’altra opzione, e anche se sapeva che Asteria l’aveva scelto solo per incastrarlo, non gli andava veramente di rischiare di chiamare suo figlio con il nome di Potter, benché i tempi di Hogwarts fossero finiti e la guerra aveva…
cambiato parecchie cose, beh… non voleva avere un figlio con il suo nome, semplicemente.
Asteria sorrise vittoriosa, voltandosi verso di lui, abbracciandolo.
«Grazie! Sapevo avresti cambiato idea» Sghignazzò, accoccolandosi al suo fianco e riprendendo a leggere il libro che aveva lasciato quando avevano iniziato a battibeccare. Draco roteò gli occhi annoiato, riprendendo a controllare dei documenti, scuotendo il capo.
Al diavolo le costellazione.

E al diavolo quei maledetti miti.

 

 

 

 

VI mese – Damned hormones. Or not.

Asteria entrò in cucina, aprendosi in un largo sorriso quando vide Draco intento ad analizzare un piatto colmo di biscotti al cioccolato ancora fumanti sul tavolo; gli si avvicinò, massaggiandosi la schiena.
«Ehi» Lo chiamò lei trattenendo l’euforia, attirando la sua attenzione.
Il biondo si voltò verso di lei con un’espressione disgustata, poggiando il resto di un biscotto sul bacone.
«Ah, Asteria» Gracchiò tossendo, poggiando una mano sul bancone mentre con l’altra impugnava la bacchetta, mormorando uno strozzato “
Accio: bicchiere” che afferrò al volo, bevendone tutto il contenuto in sorso solo.
La castana corse, al massimo delle sue capacità, al fianco del marito, dandogli delle leggere pacche sulla schiena mentre questo tossiva, guardandolo con aria allarmata.
«Va meglio?» Gli domandò in apprensione, sorreggendolo.
«Sì, ma da dove diavolo saltano fuori quei cosi?» Domandò con aria schifata, lanciando un’occhiata d’odio verso il piatto di biscotti. «Sono
disgustosi»
Draco impiegò qualche secondo per realizzare l’espressione affranta della castana, e inorridì quando vide delle lacrime inondarle gli occhi perché, se c’era una cosa che sapeva, era che Asteria
non piangeva, mai, tantomeno senza motivo.
«Ma cosa…? Stai piangendo?» Le chiese spalancando gli occhi, sconvolto.
«N-No» Obbietto burbera e con la voce incrinata, distogliendo lo sguardo.
Draco la fissò senza parole, sbigottito, mentre lei cercava di scacciare le lacrime che le solcavano le guance.
«A-Asteria, seriamente, perché stai piangendo?» Domandò con una punta di panico che, tra l’altro, non sapeva nemmeno da dove saltasse fuori.
«Mi spiace!» Esclamò all’improvviso lei, facendolo sussultare mentre continuava a piangere. «Volevo dei biscotti, dato… dato che avevo voglia di cioccolata, e visto che in questi sei mesi hai sempre fatto quello che ti ho chiesto, volevo provare a fartene un po’, sai, fatti in casa… ma… ma a quanto pare faccio solo disastri! Ho persino rotto due ciotole e tre bicchiere mentre tentavo di preparare l’impasto!»
Tutto ciò che il biondo riuscì a fare fu fissare impotente la scena per diversi istanti, in cui avvertì il senso di panico incrementare in modo esponenziale.
Maledizioni agli ormoni… e sì, anche alla sua stupidissima boccaccia.
«Va bene, senti, mi dispiace di averti offeso ma, seriamente Asteria, lascia queste cose a chi è competenza farlo» Si immobilizzò non appena quelle ultime parole gli uscirono di bocca, e si affrettò ad aggiungere: «Sì, insomma, ti prego, smetti di piangere! Possiamo benissimo comprarli i biscotti!»
E poi, davvero, non avrebbe mai potuto darle la colpa se in sei quei mesi ne erano successe di tutti i colori.
La castana alzò gli occhi verdi e rossi su di lui, continuando ad asciugarsi in imbarazzo le lacrime che non volevano smettere di scendere, maledicendo gli ormoni e, soprattutto, il fatto che li volesse ancora,
i biscotti.
«Scusa e grazie, Draco» Fece lei ridacchiando a disagio.
Lui sospirò esasperato, contento di aver almeno arginato il problema, anche se ne era uscito decisamente distrutto.
Prima i biscotti avvelenati e poi
questo.
E mentre camminavo per le strade di Diagon Alley, Asteria si voltò verso di lui con un sorriso.
«Sai, dopo i biscotti un bel massaggio ci starebbe proprio bene! Ho tutta la schiena indolenzita» E prima che Draco potesse anche solo pensare di obbiettare, la castana aggiunse con voce un po’ più bassa: «E sono certa che anche tu abbia disperatamente bisogno di uno~!»
…ok, forse ne era valsa la pena.

 

 

 

 

VII mese – Can you feel it?

Draco era quasi sprofondato nel mondo dei sogni quando, al suo fianco, intenta a leggere un libro, Asteria sussultò leggermente, emettendo un piccolo verso di sorpresa che lo mise sull’attenti, ancora leggermente addormentato.
«Cos’è successo?» Le domandò passandosi una mano sugli occhi, lanciandole un’occhiata.
«Scorpius» Spiegò lei dopo qualche istante, con una mano sullo stomaco, e lì si svegliò del tutto. «Si è mosso, molto forte»
La castana si aprì in un enorme sorriso, richiuse il libro e poggiò le mani sul ventre prominente, in attesa. La guardò attentamente, quasi ipnotizzato, mentre le mani di lei accarezzava il pancione con tenerezza, fino a quando non sussultò di nuovo.
«Draco» Mormorò piano lei. «Vieni qui, senti»
Il biondo fece quasi per protestare, internamente terrorizzato di poterla ferire anche solo avvicinandosi troppo, ma le sue parole vennero perse nel vuoto quando Asteria gli prese il capo tra le mani e se lo portò sulla pancia, delicatamente.
Draco le lanciò un’occhiata annoiata, puntellandosi su un gomito per scaricare il peso sul materasso, e si mise in ascolto con un che di agitato, domandandosi se magari la sua presenza non avrebbe spaventato Scorpius, e benché il suo cervello si diede dello stupido per aver pensato una cosa simile, non poté far a meno di temere… in quel momento di immobilità totale da ambe i fronti, se sarebbe riuscito ad essere un buon padre.
Ci sarebbe riuscito… dopo tutto quello che aveva fatto… e quello che
ancora era?
Ma fu quando sentì una leggera pressione poco vicino all’orecchio, che in qualche modo le sue preoccupazioni si affievolirono.
«L’hai sentito?» Gli domandò piano Asteria, iniziando ad accarezzargli il capo in un maniera così gentile e delicata che non poté far meno di portare la mano libera sul ventre di lei, accarezzandolo a sua volta mentre i movimenti di Scorpius si facevano più frequenti.
Quello era Scorpius, suo…
suo figlio.
«Sì» Mormorò lui con sorriso, rimettendosi lentamente a sedere e facendo scivolare un braccio sulla schiena di lei, attirandola su di sé. «L’ho sentito»

 

 

 

 

VIII mese – Just because it’s you.

Draco sospirò mezzo irritato, cercando di mantenere la calma perché, seriamente, dare spettacolo in mezzo a un gruppo di donne incinte, inclusa sua moglie, era altamente sconsigliabile, soprattutto se passavano dal settimo a nono mese di gravidanza.
Perché queste cose succedevano sempre a lui.
«È davvero indispensabile la mia presenza?» Domandò con un sibilo irritato mentre entravano nella stanza, guardandosi attorno circospetto.
«Sarebbe un bene che anche i padri partecipino agli incontri, sai» Gli fece presente lei scoccandogli un’occhiata seccata. «Sarebbe meglio se, quando sarà il momento, sapessimo entrambi cosa fare»
Draco borbottò piccato, guardando la moglie di traverso: non era il fatto di fare quella cosa in sé per sé a infastidirlo, insomma, si trattava pur sempre di sua moglie e di suo figlio, ma era…l’ambiente più che altro a dargli sui nervi.
«Oh, Asteria cara! Eccoti finalmente!»
Ecco. Appunto.
Draco si trattenne a stento dal roteare gli occhi quando un’altra donna incinta dai corti capelli neri si precipitò, più o meno, considerando il peso, verso di lei con un enorme sorriso smagliante sul volto.
«Ciao Celia, ti trovo bene!» Rispose con un sorriso allegro Asteria andando incontro alla donna, che annuì tutta contenta.
«Anche tu sei favolosa! Ma parlando di cose serie, non vedo l’ora che questo birbantello si decida a nascere, questa dovrebbe essere la nostra ultima lezione e, credimi, non vedo l’ora!» Sospirò angosciata la donna facendosi aria con una mano, lanciando un’occhiata eloquente ad Asteria, che rise divertita.
«E, oh, ciao anche a te Draco!» Aggiunse la mora sorridendo entusiasta al biondo.
«Ciao, Celia» La salutò con fare annoiata, arrendendosi all’idea che anche quel giorno sarebbe tornato a casa con un’emicrania.
«Amabile come sempre!» Sbuffò la donna scuotendo il capo, prendendo la castana sottobraccio e iniziando a chiacchierare animatamente tra di loro.
Draco si guardò intorno, valutando se fosse il caso di darsela a gambe ora che il campo era libero, ma venne fermato da Asteria che, come se gli avesse letto nel pensiero, l’afferro per un braccio e lo trascinò con sé.
«Vieni, iniziamo a prendere posto!» Esclamò con un sorriso la castana, facendo sospirare esasperato il biondo mentre si avviavano verso la mora e il marito, seduto stancamente al suo fianco, e benché non fosse il tipo di persona che pensava certe cose, non poté far a meno di capire perfettamente i pensieri dell’uomo.
Chi me l’ha fatto fare? Pensò infastidito, ma tutti i suoi cattivi propositi si spensero quando incontrò nuovamente gli occhi verdi di lei, che lo guardarono con euforia.
Chi prendeva in giro, non sarebbe riuscito a fuggire nemmeno se avesse potuto,
Asteria non l’avrebbe mai perdonato.
«Oh, Hermione e Ron sono arrivati! Vado subito a prenderli»
… chissà, forse se l’avesse presa alla sprovvista avrebbe potuto darsela a gambe con sua moglie al seguito prima che avesse il tempo di ribattere.
Draco osservò pigramente la mora correre in direzione dei coniugi Weasley, scambiandovi qualche breve parola e, prima che se ne rendesse conto, sua moglie, la mora e la Granger/Weasley si erano già immerse in conversazioni di cui perse istantaneamente il filo del discorso, ritrovandosi così fianco a fianco un Weasley apparentemente più stanco/scocciato di quando non fosse lui, che gli lanciò un’occhiata tra l’infastidito e compassionevole.
«Malfoy» Lo salutò il rosso con una smorfia.
«Weasley» Rispose con fare annoiato, roteando gli occhi e arrendendosi all’evidenza: avrebbe dovuto partecipare nuovamente alla sacrosantissima lezione preparto assieme a quella testa vuota di Weasley.

Grandioso.
E mentre la lezione cominciava, nemmeno fossero stati ancora ad Hogwarts, Draco si voltò verso Asteria che, avendo notato l’espressione tremendamente irritata di suo marito, gli sorrise dolcemente, inclinando il capo.
«Grazie, Draco» Disse semplicemente.
E lui si ritrovò a sospirare, di nuovo, perché diavolo, lo irritava da morire il fatto che qualunque cosa quei due occhi verdi gli chiedessero, lui non riuscisse a dire semplicemente di no.
Era dannatamente fastidioso, sì. Infondo che si pensavano? Che si sarebbe fatto prendere da un attacco di panico quando il momento sarebbe arrivato?
Ma per favore,
con chi credevano di avere a che fare?
Bah, ma se Asteria ci teneva così tanto, avrebbe almeno potuto provarci.

Ma solo perché si trattava di lei.

 

 

 

 

IX mese – Thank you.

Asteria non aveva idea di come fosse successo, l’ultima cosa che ricordava era che lei e Draco si erano ritrovati nello studio di Harry Potter, dove in quel momento vi si trovava anche Ron Weasley, per risolvere una questione che nemmeno si ricordava più perché, seriamente, quando aveva iniziato a sentire quelle contrazioni aveva completamente obliterato tutto il resto dalla sua mente.
Il fatto era, insomma, che suo marito e i due amici avevano iniziato a bisticciare sulla questione quando la prima contrazione arrivò, togliendole il respiro e impedendole quindi di rimbeccare il biondo per intimargli di smetterla.
E fu dopo qualche istante che tutto nel suo cervello si spense, per poi riaccendersi quando sentì le contrazione farsi più forti e frequenti.
Arpionò quindi con la mano sinistra il braccio di Draco e con la destra quello di Ron Weasley, ispirando con forza mentre un verso stridulo le scappava dalle labbra, mordendole l’istante dopo quando sentì il corpo dei due uomini andare in tensione.
«Asteria?!» Sentì dire dal biondo, che l’afferrò per una spalla.
«I-Il bambino» Riuscì ad annaspare, stringendo la presa sui due. «S-Sta arrivando!»
Draco impallidì, dimenticandosi del tutto la risposta pronta che aveva preparato, incurante, forse per la prima volta, di rispondere a tono a uno scontro verbale con Potter e Weasley.
Il bambino stava nascendo.

Oh per Merlino.
«San Mungo» Si ritrovò a dire spalancando gli occhi grigi, impallidendo sempre di più mentre un moto di panico lo scuoteva in tutto il corpo. «San Mungo, San Mungo!»
E in quel momento, mentre si precipitavano fuori dallo studio, (il braccio di Ron ancora stretto attorno alla presa ferrea di Asteria) Draco si ritrovò a pensare che, va bene, forse stava leggermente andando nel panico.

Ma lo si poteva forse biasimare?!

 

Draco fissava il muro davanti a sé, il corpo in tensione mentre estraniava tutto ciò che lo circondava… due persone in particolare.
Non poteva quasi crederci che quei due gli avevano seguiti, o meglio, non avevano avuto scelta visto che Asteria non aveva nemmeno accennato a lasciare andare il braccio di Weasley e di Draco, portando il povero malcapitato a dover seguire la moglie della persona che, probabilmente, era tra quelle che meno sopportava in assoluto.
Non che a Malfoy la cosa facesse piacere, ma non si era ritrovato esattamente nella situazione di contestare o predicare, considerando che per tutto il tragitto non aveva fatto altro che lanciare occhiate nervose ad Asteria continuando a mormore “San Mungo” come se fosse diventato un mantra.
E la situazione non era migliorata quando i suoi genitori, quelli di Asteria e Daphne stessa erano accorsi non appena era arrivato loro il gufo, comparendo in una manciata di secondi, sconvolti dalla presenza dei due maghi del tutto fuori posto (e alquanto imbarazzati, se la si voleva dire tutta) ma troppo preoccupati ed elettrizzati per curarsene più di tanto.
E adesso gli toccava aspettare, maledizione.
Draco stringeva e allentava la presa sulle mani, picchiettando con il tacco della scarpa sul pavimento bianco dell’ospedale, contando i secondi con fare sempre più nervoso, mentre avvertiva distrattamente i suoi genitori prendere posto accanto a lui mentre la mano di sua madre gli carezzava gentilmente la schiena, il pensiero che Asteria fosse lì dentro da sola, e sicuramente in un grande dolore, lo stava divorando vivo.
Perché lui non
riusciva ad aspettare, specialmente in un’occasione simile.
Asteria e Scorpius erano lì dentro.
Nelle sua vita non avrebbe mai pensato che sarebbe finito dal dipendere così tanto su qualcuno poiché, prima della guerra, non aveva mai considerato nessuno, a parte Theodore e Blaise, ma loro erano delle eccezioni, degno del suo livello, e benché avesse sempre saputo che prima o poi avrebbe dovuto portare avanti la stirpe dei Malfoy… non aveva mai… pensato, dato molto peso alla questione in quanto, ai suoi occhi, era sempre parso come un compito facile quello di trovarsi una ragazza,
figurarsi una moglie, con il cognome si portava.
L’importante, infondo, era che fosse una Purosangue.
Ma dopo la guerra, invece, dopo tutto quello che aveva e non aveva fatto, dopo tutto quello che aveva visto, sentito e a cui aveva partecipato… il pensiero di trovare qualcuno che l’avrebbe… accettato anche dopo tutto quello che aveva commesso gli era parso… semplicemente impossibile.
Chi avrebbe mai voluto quello che ormai era un guscio di Draco
Malfoy?
Poi però era comparsa Asteria, una stella luminosa nel buio della notte, la piccola Asteria Greengrass, la sorellina di Daphne, che al primo anno trotterellava sempre dietro alla sorella con quei fiocchetti tra i capelli.
Lei l’aveva trovato e lui non l’aveva più lasciata andare.
Era stato più facile rialzarsi, andare avanti, sapere che c’era qualcun altro a parte i suoi genitori e, magari i suoi amici, là fuori, che teneva
veramente a lui.
Qualcuno che l’amasse veramente. L’aveva trovata.
E adesso lei era di là, e la stava rendo padre.

Tic-Tac. Tic-Tac.
Seriamente, non riusciva più ad aspettare
«Signor Malfoy, è nato! E il piccolo e la mamma stanno benissimo!»
Draco si alzò e catapultò all’interno dell’apposita stanza in un lampo, cercando di regolarizzare il respiro mentre la visione di Asteria seduta sul letto, con in braccio un fagotto avvolto da morbide coperte bianche, si voltava verso di lui con un sorriso stanco ma pieno di gioia, ciocche di capelli marroni ricadevano disordinatamente ai lati del viso pallido, gli occhi verdi e stanchi più brillanti che mai.
«Draco» Lo chiamò lei piano.
«Vieni qui»
Si ritrovò a muoversi con passo lento e incerto verso il letto della moglie, con cautela, quasi temesse di sbagliare qualcosa che avrebbe disturbato Scorpius, avvertendo il senso di panico e il timore incombere minacciosi su di lui, come un macigno che lo stava lentamente schiacciando.

Sarebbe stato un bravo padre?
«Vieni» Mormorò lei con un sorriso dolce. «Prendilo»
E mentre le si avvicinava titubante, pieno di dubbi, le lanciò un’occhiata nervosa, incurante di nascondere i propri sentimenti per una volta. E Asteria lo guardò, e gli sorrise quando lesse nei suoi occhi tutto quello che sentiva dentro, limitandosi a depositare il piccolo tra le sue braccia con un piccolo cenno, senza aggiungere altro.
E in quel momento, perfino lui, un Serpeverde, un ex Mangiamorte,
Draco Malfoy, sentì qualcosa dentro di lui che lo fece quasi tremare, portandolo a ricadere mollemente ai piedi del letto, gli occhi grigi fissi in quelli chiari e osservatori del bambino.
Quello… quello era Scorpius, il loro Scorpius. Suo…
suo figlio.
«Lo vedi, Draco?» Gli mormorò Asteria in un orecchio, poggiando il viso sulla spalla del marito mentre osservavano entrambi gli occhi del bambino osservare i genitori. «Scorpius Hyperion Malfoy»
Draco si lasciò scappare un sospiro tremolante mentre continuava a stringere delicatamente quel caldo batuffolo tra le braccia, senza muoversi, quasi temendo di poterlo ferire per quanto piccolo e fragile fosse, realizzando finalmente il verso significato dell’essere padre.
Era vulnerabile. Era il loro Scorpius. E toccava a loro proteggerlo.

«Sì, lo vedo» Riuscì a dire alla fine, voltandosi verso la moglie. «…Asteria…»
La chiamò piano, guardandola negli occhi.
E Asteria sorrise nuovamente, luminosa come una stella, mentre afferrava delicatamente il volto di Draco, strofinando gentilmente le sue labbra su quelle di lui.
«
Grazie»

 

 

 

 

 

Angolo Autrice

Oh santo cielo.

Non pensavo che la mia prima fanfiction su Harry Potter sarebbe stata su questa coppia che, con mia grande sorpresa, è diventata la mia preferita, nonostante non si sappia praticamente nulla su Asteria. (E forse è anche per questo che li amo XD)

beh, in realtà, non pensavo nemmeno che l’avrei mai scritta una fanfiction su Harry Potter, in quanto quando lessi i libri a tutto pensavo meno a chi sarebbe finito con chi.
Già, infatti non ho mai veramente amato alla follia le coppie presenti! E ho accettato di buon grado quelle che alla fine ha scelto la Rowling.

Non a caso, sono un’amante del Canon!

Per questo l’idea di Asteria e Draco mi piace tanto, soprattutto perché durante i libri… ho sempre considerato in qualche modo complicato il personaggio di Draco – che tra l’altro, a me non piaceva ed era il preferito di mia sorella, ovviamente – e immaginarlo dopo tutto quello che gli è capitato e che ha fatto… beh… non è facile

Infatti spero di averlo mantenuto il più Ic possibile.

E niente, spero che qui fuori ci siano altre amanti della coppia che, magari, abbiano apprezzato questa one-shot. (A proposito, scrivo “Asteria” come ha mostrato la Rowling, quindi non venitemi a dire che ho sbagliato, io ho scelto questa forma che fa parte appunto della mitologia greca che, se non si sapesse, vuol dire “stella”)

E niente, spero non vi siano troppi errori, incoerenze, OOC e chi più ne ha e più ne metta.
Grazie per aver recensito, spero di non aver sgarrato niente…

Oh, beh, spero vi sia piaciuta. =)
Ciao e

A preeesto

Whiteney

   
 
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