Capitolo
9: Something
gotta change
La
mattinata del giovedì era corsa senza intoppi per Tenten.
Fatta eccezione per
una piccola interrogazione, tutto era trascorso velocemente e
placidamente. La
vita di Konoha era assolutamente monotona e lei rischiava di morire di
noia
alla giovane età di diciassette anni. Sedeva sul prato del
cortile della scuola
attorniata come al solito da Rock Lee e da Neji. Con
quest’ultimo non aveva più
parlato dalla partitella di un paio di giorni prima e ancora non
avevano
chiarito per la faccenda dei baci in discoteca. Tenten si
girò verso Rock Lee che
guardava in lontananza, verso il punto in cui faceva bella mostra di
sé una
ragazza dai buffi capelli rosa. Sakura.
Appena
arrivata, quella ragazza aveva avuto gli occhi di tutti puntati
addosso. Aveva
scoperto più volte Neji mentre la guardava e questo non le
andava bene.
Il
fascino della
novità,
si disse.
Il
ragazzo Hyuuga sbuffò infastidito e si girò verso
Tenten.
“Ce
ne andiamo da qualche parte?” le chiese. “ Non ce
la faccio più a stare a
scuola.”
“Dove?”
“Non
lo so, ti offro il gelato, ok?”
Tenten scattò in piedi: “Chi arriva ultimo,
paga!” e cominciò a correre.
Neji la guardò andare via e prima di cominciare a correre
anche lui, si lasciò
scappare un sorriso.
Sempre la solita
Tenten.
Ino
Yamanaka sorrideva sempre nonostante sapesse che sorridere faceva
venire le
rughe. Eppure non riusciva a farne a meno. Sorrideva felice quando
Sasuke le
parlava, quando Choji sgranocchiava soddisfatto l’ultima
patatina del
sacchetto, quando Shikamaru si addormentava con la testa sulle sue
ginocchia
durante quei momenti speciali in cui guardavano insieme le nuvole.
Mancavano
ancora pochi giorni al loro compleanno, tuttavia Ino era furente. Il
sorriso si
era congelato sul suo viso perfetto, quando Shikamaru, il suo caro amico d’infanzia, aveva
liquidato
la sua proposta di aiutarla nei preparativi della loro
festa di compleanno con un: “Mi dispiace, dolcissima
seccatura, ma ho una ancora
più dolce seccatura che mi aspetta
impaziente.”
Ino
era semplicemente arrabbiata nera con lui. Mentre camminava a passo di
marcia verso
casa di Sakura, si fermò a rimirare la sua immagina riflessa
nel vetro di una
vetrina.
Un’idea
le attraversò la testa, più rapida di un fulmine.
Sì, sarebbe tornata ad essere la
seccatura preferita di Shikamaru.
Quando
Sakura rientrò da scuola quel giorno, aveva notato che
qualcosa non andava per
il verso giusto. Sua madre camminava disperata per la casa alla ricerca
di
qualcosa e non si era nemmeno accorta dell’arrivo della
figlia. Sakura pensò
che fosse meglio così. Appoggiò la cartella senza
fare rumore ed uscì alla
ricerca di qualcuno la cui compagnia le fosse maggiormente gradita. Si
infilò
le cuffie dell’Ipod fucsia nelle orecchie, alzò il
volume al massimo e si
diresse verso il punto in cui aveva appena lasciato i suoi amici.
Appena
svoltato l’angolo che portava al campo da basket,
sentì qualcuno poggiarle una
mano sulla spalla per farla voltare. Sakura si sentì
arrossire: era convinta
che la persona dietro di lei fosse Sasuke-kun, ma non appena si fu
girata,
impallidì.
Davanti
a lei, la magra figura di Itachi la fissava con un sorrisino sghembo.
Si tolse
immediatamente le cuffie dalle orecchie e si inchinò in
segno di saluto com’era
consuetudine fare.
“Ciao.
Tu devi essere Sakura, non è vero?” Le chiese
guardandola dritto negli occhi.
“Esatto.”
Rispose la ragazza cercando di tenere a bada la voglia di abbassare lo
sguardo
da quegli occhi neri così simili a quelli di Sasuke.
“Io
sono Itachi, il fratello di Sasuke.”
“Piacere.”
Disse diventando bordeaux fino alla punta dei capelli.
“Ho
saputo che sei nuova. Raramente in questa città arrivano
degli stranieri,
sai? Gli ultimi siamo stati io e mio fratello.” Le
spiegò. Sakura non poté fare
a meno di fissarlo curiosa di sapere dove volesse andare a parare.
“E poi, mi
ricordo di te. Una volta, quando abitavamo ancora a Tokyo sei venuta a
casa
nostra a portare dei compiti a mio fratello.”
“Esatto.”
Rispose ancora lei. Si sentiva in imbarazzo e non sapeva cosa dire, ma
fortunatamente una voce dietro di lei la salvò.
“Itachi,
torna a casa.” Si girò e vide Sasuke fissare torvo
il fratello maggiore.
Senza
nemmeno farci caso, Sakura salutò con un inchino Itachi e si
diresse verso
l’altro ragazzo.
Una
sorta di ghigno si dipinse sulla faccia del ragazzo più
grande che si
allontanò.
“Sasuke…”
cominciò lei prima di rendersi conto dello sguardo
inceneritore con cui la
stava guardando il ragazzo.
“Sakura,
non devi parlare mai più con lui, chiaro?” le
intimò terribilmente serio.
La
ragazza si trovò ad annuire intimamente terrorizzata. Sasuke
si passò una mano
sugli occhi in un gesto che sapeva di stanchezza infinita.
Girò i tacchi e la
lasciò da sola.
Era sicura che gli occhi
si Sasuke si fosse tinti di rosso.
“Quindi
ti ha detto che non vuole che parli con suo fratello?” le
chiese Ino portandosi
alle labbra la cannuccia della bibita che stava bevendo.
Sakura
appoggiò il suo milkshake sul tavolino e le rispose:
“Non ha detto proprio
così. Non era un comportamento di gelosia. Secondo me pensa
solo che suo
fratello sia pericoloso.”
Ino
sembrava perplessa: “Ho parlato tante volte con Itachi,
persino davanti a
Sasuke, ma non ha mai fatto nessuna scenata del genere, Fronte
Spaziosa!”
“Non
capisci Ino-Pig! La sua espressione era… non saprei
descrivertela. Ho solo avuto
paura.” Concluse Sakura sconsolata bevendo l’ultimo
goccio di milkshake alla
fragola rimasto.
“Io
rimango dell’opinione che Sasuke è geloso.
Però c’è una cosa che non
sai.”
“Ovvero?”
le chiese curiosa.
“Sasuke
ha la ragazza.”
Sakura
la guardò perplessa. Era arrivata da poco e già
il suo principe azzurro era
occupato. Sconsolata, sospirò guardando fuori dalla
gelateria in cui si erano
rifugiate.
“E
chi è?” Le chiese.
“Non
la conosci. Si chiama Kin ed è di Oto. E’ una tipa
strana e sarà almeno un anno
e mezzo che vanno avanti a tira e molla. Però ovviamente ti
ripeto che Sasuke
non si è mai comportato in quel modo con nessuna di noi
ragazze.”
Sakura
sospirò nuovamente e rivolse un’occhiata
sconsolata a Ino.
“Che
ti devo dire? Buon per lui.”
Aveva
dodici anni e
si era resa conto che l’amore esisteva. Aveva dodici anni e
sapeva
perfettamente che avrebbe tanto voluto baciare quel ragazzino. Aveva
dodici
anni e prese il coraggio a due mani. Aspettò pazientemente
che il suo principe
arrivasse a scuola, ma non arrivò più. Lei
aspettava paziente, ma il bambino
era scomparso e con lui era scomparso anche l’amore.
*
Chiedo umilmente perdono
per non aver aggiornato prima, ma ho avuto un po' di problemi a livello
personale e non mi sembrava oppurtuno ricominciare una storia che avevo
abbandonato da oltre un anno.
Diciamo che ho cambiato idea perché un giorno, non sapendo
che fare, l'ho riletta da capo e l'ispirazione mi è tornata
:]
Ho trovato un capitoletto mezzo steso e mi sono detta:
"Perché no?"
Alla fine ecco il capitolo che è uscito fuori. E' assurdo e
brutto lo so, ma lasciate che ci riprenda la mano. Dopotutto mi sono
anche discostata molto da questo fandom e non leggo più
nessun capitolo di Naruto da mesi!
Spero che mi perdoniate :]
Ringrazio tutti quelli
che hanno recensito fino ad ora, quelli che l'hanno messa tra i
preferiti e quelli che la leggono.
Grazie di cuore,
Faith.