Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Hikari_11    22/09/2015    2 recensioni
(Elsanna)
- Oh..- rispose appena Anna. - Certo.. che stupida che sono, tu hai molti impegni, hai un regno da gestire, non puoi certo perdere del tempo-
-..con me..-concluse infine.
Anna perdonami, ma io...
-Devo andare- aggiunse Elsa e si voltò scattando via in fretta per le scale.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, FemSlash | Personaggi: Anna, Elsa, Hans
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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Capitolo 4

 

"Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris"-Catullo

 

Ma dove sarà finita? Insomma non è da lei fare tardi per cena, solitamente arriva mezz'ora prima..

Mi sto preoccupando..che sia arrabbiata con me per quello che le ho detto stamattina? L'ho forse ferita? Ma non volevo io..oh ma è meglio così Elsa, lei deve odiarti ricordi?

 

Pensò la regina mentre rigirava con nervosismo il cucchiaio nella zuppa davanti a sé ed osservando a pause regolari le lancette dell'orologio muoversi sulla parete di fronte.

Ma perché non arriva insomma? Non può essersi offesa così tanto.

Continuò tamburellando le mani sul tavolo.

 

Tuttavia qualcosa improvvisamente ridestò l'attenzione della sovrana.

 

-Arriverà, non si preoccupi- proruppe il cameriere di sala, un uomo dai capelli bianchi ed il viso roseo e paffuto ricoperto da un leggero filo di barba grigia.

-Io..cosa?- esclamò ella sobbalzando, poi si voltò verso l'uomo guardandolo con aria confusa.

-Arriverà- ripeté serenamente, abbozzando un sorriso.

-No, ma io non sono preoccupata per..-

-E' solo che non ho molta fame- rispose stizzita Elsa.

-Capisco..- sussurrò egli continuando ad osservarla con dolcezza.

 

Perché il cameriere sembra divertito? Se non mi piace la zuppa non la mangio! E poi mi si è chiuso lo stomaco! Quella ragazzina, mi farà impazzire...

 

-Mi porti il secondo, questa zuppa è immangiabile- ordinò esasperata Elsa sperando di liberarsi di quel cameriere e del suo irritante sorriso sornione.

L'uomo, da parte sua, si limitò ad assentire e silenziosamente fece quanto gli era stato ordinato affrettandosi ad uscire dalla sala.

Ma poco dopo che egli si fu allontanato la porta si spalancò di nuovo e comparì la figura snella di Anna piegata in due mentre tentava di riprendere fiato a causa della sfiancante corsa.

-Elsa! Eccomi! Scusami per il ritardo- disse affannosamente la giovane entrando in salone mentre tentava di risistemare i capelli scompigliati dal vento.

-Figurati- rispose secca l'altra, cercando di mostrarsi indifferente alla sua presenza.

-Uff temevo di non fare in tempo- constatò la più piccola.

-Ho una fame! Hanno già portato la cena?- chiese poi.

-Sì, credevo non venissi quindi io ho già iniziato a mangiare.. e ho quasi finito- disse ella gelida portando alle sue labbra un bicchiere di vino.

-Oh..- replicò Anna.

 

Bugiarda la verità è che non hai mangiato nulla e che eri preoccupata per lei

 

-Dove sei stata?-

-In giro..-rispose vagamente Anna

-In giro..-
-E in giro dove?- insistette l'altra.

-In giro.. beh ho girato il palazzo.. è molto grande e si gira per molto tempo e il tempo non passa mai quando giri..ehm..- inventò la rossa nel tentativo di elaborare una scusa convincente.

-In giro per il palazzo..- ripeté la bionda dubbiosa squadrando la più piccola.

Tuttavia quest'ultima si accorse di stringere ancora tra le mani il pacchetto regalo che aveva acquistato per Elsa e vide la maggiore accorgersi dell'oggetto e guardarla con aria interrogativa.

-Cos'è quello?-

-Niente, niente!- ribatté imbarazzata l'altra.

-Anna- la richiamò severamente la regina.

-Cosa mi stai nascondendo?-

-Ecco la verità è..- iniziò balbettante.

Coraggio Anna dillo, dillo, dillo. Vedrai che andrà bene

-Che ti ho comprato un regalo- disse tutto di un fiato.

-Un regalo?- disse stupita Elsa. -Perché? io..- sussurrò confusa -E dove lo hai preso?- riuscì a dire.

 

Non riesci proprio a ringraziare eh?

Pensò la maggiore maledicendo i suoi tentativi di non mostrarsi troppo riconoscente.

 

-Oh beh..- borbottò con aria colpevole l'altra.

-Anna, aspetta, non mi dire che..sei uscita senza permesso?-

-No, cioè sì.. ma non è questo il punto..-

-E' pericoloso Anna! quante volte te lo devo dire che non puoi fare tutto quello che ti passa per la testa! In questo palazzo ci sono delle regole e pretendo che vadano rispettate!-

-Al diavolo le regole Elsa! ti ho detto che ti ho comprato un regalo e l'unica cosa che sai dirmi è che dovrei rispettare le regole?- urlò la piccola irritata sbattendo un piede per terra.

-Anna io...-
-Io volevo solo farmi perdonare perché ti procuro sempre disturbo- continuò.

-Invece tu ricominci con le tue solite prediche! Sì, lo so che non sono perfetta, so che ti dà fastidio la mia presenza, so che sono una piccola immatura, ma cercherò di essere una sorella migliore anche se vorrei solo che tu mi accettassi per quello che sono!-

-Ma tanto a te non interessa vero? Non te n'è mai fregato niente di me- Anna, completamente fuori di sé dalla rabbia, si voltò per uscire dal salone ma poco prima che potesse abbassare la maniglia della porta Elsa le prese il braccio e la voltò prepotentemente verso di sé bloccando il suo corpo contro il suo.

Una strana sensazione di confusione attraversò la rossa che non si aspettava quella reazione impulsiva da parte di Elsa ed imbarazzata si accorse che ora la bionda era vicinissima a sé e la stava fissando dritta negli occhi. A così breve distanza Anna poteva percepirne il profumo, era talmente intenso, penetrante, che ad ogni respiro quell'odore sembrava non solo insinuarsi nelle sue narici ma impossessarsi di tutto il corpo, disorientando anche i suoi pensieri.

 

-Aspetta Anna io..- sussurrò Elsa colta dalla stessa confusione e restò in silenzio a fissare gli occhi della sorella incapace di compiere qualsiasi altra azione.

Dille che ti dispiace, che lei è perfetta così com'è e che è colpa tua tutto questo

-Io..- cominciò titubante.

Dille la verità

-Io..vorrei solo che tu capisca che..-

 

-Che non voglio che tu esca mai più da palazzo, siamo intesi? Fino a mio nuovo ordine-

non essere così dura

-Le mie regole vanno rispettate per il bene di tutti e pretendo che tu lo capisca-

ti odierà

-e sopratutto infrangerle solo per comprare uno stupido...- -uno stupido regalo è inconcepibile!-

l'hai uccisa.

Elsa abbassò lo sguardo a terra, gli occhi le bruciavano per la rabbia delle sue stesse parole perciò sperò con tutto il cuore che il dolore che aveva provocato ad Anna fosse sufficiente per essersi fatta odiare perché, se avesse dovuto continuare, di lì a poco sarebbe scoppiata in lacrime. Tuttavia qualcosa che non si sarebbe aspettata accadde: Anna le prese il viso e la costrinse a fissarla di nuovo negli occhi.

-Smettila!- strillò la rossa incapace di contenersi.

-Smettila, smettila! Voglio la verità! perché adesso che mi dici queste parole non mi guardi negli occhi eh?-

-Cosa?- biascicò Elsa in difficoltà mentre un lieve tremore le attraversava le dita.

-Prima, quando mi hai afferrata per fermarmi, mi guardavi negli occhi. Ed io ho visto la vera Elsa! Perché adesso non mi guardi? perché non ammetti che queste parole fanno male anche a te?-

-Anna..-

-Perché Elsa..-

Sussurrò infine e poi crollò, quasi non avesse più forze, posando la sua testa sulla spalla della sorella.

-Io non mi voglio arrendere Elsa-

-Non voglio- ripeté avvicinando il viso all'incavo del suo collo.

-Ma perché tu vuoi che io lo faccia?-

Elsa, oramai pietrificata dalle emozioni, rimase in silenzio mentre percepiva il respiro di Anna accarezzare i contorni della sua pelle e lasciarle scie di calore. In quel momento la bionda sentì che avrebbe voluto ardentemente abbracciarla, dirle quanto ci tenesse a lei, urlarle tutto il suo dolore, il suo rancore, sputare fuori tutta la verità e confessarle quanto avesse bisogno di lei. Ma la sua coscienza le impose ancora una volta di non farlo: aveva giurato a sé stessa che nessuno avrebbe più sofferto il peso del suo segreto, tanto meno la sua amata Anna. Non poteva cedere, non doveva essere così debole.

Quindi chiuse gli occhi e facendo appello a tutta la sua forza di volontà scostò la minore da sé.

-Non ha senso continuare questo discorso, io non so di cosa tu stai parlando- disse flebilmente arretrando di un passo.

L'altra la scrutò con sguardo sconfitto, gli occhi arrossati che parevano urlare delusione e dolore.

-Va bene, fa come vuoi- bisbigliò amaramente, poi osservò sospirando il regalo che aveva ancora in mano.

- Beh di questo non ce né più bisogno..- aggiunse lasciandolo cadere a terra.

-Allora.. allora io me ne vado a letto. Sono stanca e forse tu preferisci mangiare da sola, no?-

No

-Sì forse è meglio-

-Immaginavo..-
Sono solo un'illusa
-Bene, allora buonanotte- sussurrò la rossa, e poi si girò delusa, chiudendo con un gesto secco la porta del salone alle spalle.

 

Maledizione! maledetti poteri, perché mi fate fare questo?

Pensò la bionda stringendo i pugni e cercando di trattenere le lacrime ma non riuscì a mettere ordine ai propri pensieri che qualcuno bussò immediatamente alla porta del salone.

-Anna, sei ancora tu?-

-Mia regina..il cameriere- rispose la voce al di là della porta.

-Oh sì, la cena..certo venite pure- disse, risiedendosi frettolosamente al proprio posto.

Ci mancava solo lui, e devo far finta di niente

L'anziano cameriere entrò e silenziosamente chiuse la porta dietro sé.

Elsa si risistemò sulla sedia riassumendo la sua aria composta e autoritaria per non destare alcun sospetto sull'accaduto e poi cacciò uno dei suoi soliti commenti maligni:

-Dunque spero che vi siate lamentati con lo chef per quella immangiabile zuppa e che il secondo sia quantomeno commestibile- disse ella senza degnarlo di uno sguardo.

-Certo regina, spero che ciò che vi sto portando non vi deluderà- rispose l'altro mettendosi accanto.

Tuttavia l'uomo invece di consegnarle il piatto le lasciò accanto il pacchetto che la sorella aveva gettato a terra. Elsa lo guardò esterrefatta.

-Perché non glielo dite mia regina..-disse lui con assoluta calma.

-Cosa?- disse ella ancora più sconvolta.

-Di che state parlando?-

-Mi riferisco ai vostri poteri- disse semplicemente.

-I miei poteri?-

-Già avete capito bene, il ghiaccio-

-E voi.. voi come lo sapete?- esclamò allibita.

-Che cosa.. Chi siete?- continuò.

-Calmatevi regina, io sono Arthur, vostro servitore personale dai tempi in cui erano vivi vostro padre e vostra madre. C'ero quella notte quando accadde l'incidente ad Anna...-

-Voi sapete..- sussurrò angosciata.

-Sì regina, io lo so-

-I mie genitori non mi avevano detto che..che qualcun altro sapesse-

-I vostri genitori erano delle care persone, molto premurose- disse pacatamente.

-Quando partirono eravate ancora bambina e mi affidarono il compito di controllarvi in segreto fino al loro ritorno..ma il triste finale lo conoscete bene... Io sento ancora la responsabilità di salvaguardare la vostra incolumità e di controllare che tutto vada bene-

-Io..non immaginavo- sussurrò ella. -Ma perché me lo dite ora?-

-Ecco..Si dà il caso che io accidentalmente abbia ascoltato tutta la conversazione precedente mia regina- disse sorridente.

-Naturalmente non era mia intenzione, lo ripeto, passavo solo di lì- aggiunse con ironia.

-Quindi scusate se mi intrometto e so che sono questioni personali queste, ma vorrei darvi il mio parere...- disse guardando il pacchetto lasciato da Anna.

-E' da molti anni che vi osservo, che osservo voi e Anna. Le cose sono cambiate da quella notte, il vostro rapporto è cambiato, ma non siete cambiate voi. La principessa è cresciuta ormai, si fa domande, e ogni giorno che passa la vedo sempre più insofferente. Ha bisogno di sapere... Regina non abbiate paura di dire alla principessa la verità, lei vi vuole bene-

-Ma..ma voi non potete piombare qui a dirmi che sapete tutto e che va tutto bene- esclamò l'altra ancora turbata.

-Io non posso dirlo a nessuno, non capite? Né tanto meno ad Anna! i miei genitori avrebbero voluto che la tenessi all'oscuro di tutto-

- Ma i vostri genitori avrebbero voluto anche che voi foste felici, insieme- le disse egli sorridendole.

 

Essere felici.. Insieme.

 

- Io devo proteggerla, lei ha rischiato di morire già una volta. Non può accadere ancora..deve starmi lontana-

-Regina..-

-Lo faccio per il suo bene, comprendete vero?-

-Sì sì, lo capisco...-

-Allontanarla è l'unico modo..-

-Mia signora, voi non siete costretta a fare tutto da sola-

-Sì invece Arthur..lei non dovrà essere coinvolta e di questo ne sono sicura-

-Voi dovrete mantenere il segreto- disse decisa -Ho la vostra parola?-

-Sì regina l'ho mantenuto finora e continuerò a farlo..avete la mia parola- disse egli inchinandosi.

-Io sarò sempre al vostro servizio, e seguirò i vostri ordini. Ma rifletteteci vi prego..-

 

__________________

ore 2:40

Tutte le luci del palazzo erano spente e come ogni notte l'unica a non riuscire ancora a prender sonno era la regina. Elsa si era accoccolata nel proprio letto stringendo tra le mani il pacchetto regalatole dalla sorella.

-Dovrei aprirlo- sussurrò guardando con incertezza il pacco.

-E' solo un regalo Elsa, uno stupido regalo- continuò imprecando contro la sua agitazione.

Già uno stupido regalo.. è solo che nessuno ti faceva un regalo da molti anni vero?..

Elsa sospirò, rigirò il pacchetto tra le mani, lo poggiò sul comodino, spense la luce e poi la riaccese e lo riprese.

-Oh coraggio!- esclamò afferrando la busta e ne strappò l'apertura. Ecco finalmente il pacco era aperto ed ella poté infilare dentro la sua mano tremante per tirarne fuori il contenuto.

Qualcosa di morbido fu afferrato dalle sue dita, la bionda lo estrasse e finalmente scoprì cosa vi era all'interno: una bellissima sciarpa di lana color bianco decorata con un fiocco di neve.

Elsa l'avvolse lungo collo e una dolce sensazione di calore le si propagò lungo il corpo.

Immagino sia come avere l'abbraccio di Anna sulla propria pelle, pensò, rivivendo la sensazione del respiro della rossa sul proprio collo.

Inconsapevolmente cominciò ad accarezzarne con delicatezza il tessuto e continuò finché un particolare attirò la sua attenzione: accanto alla decorazione del fiocco di neve trovò le due lettera E&A fatte cucire dalla sorella. Ancora una volta le si strinse il cuore.

 

Anna tu non meriti affatto di avermi come sorella...

Pensò amareggiata.

 

-Provare ad essere felici..insieme- sussurrò carezzando le due lettere ed un pensiero le riempì la testa:

 

Potrei provare ad essere meno scontrosa, non dico certo di diventarle amica ma..beh se riuscissi a fare qualcosa di carino per lei, una volta sola, farle vedere la vera Elsa.

 

Annebbiata da questi pensieri la regina infine si addormentò stringendo al petto la sciarpa della sorella mentre il cuore le batteva rapido.

 

 

 

 

  
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