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Autore: Alemortalsweet    22/09/2015    1 recensioni
Volterra è la casa di una ragazza di nome Sophia, che dopo la morte del fratello Sebastian non fa altro che leggere, cercando di dimenticare la sua scomparsa, così i libri sono diventati una vera e propria passione e ossessione per lei.
Ma un giorno finisce per sbaglio proprio nella tela del ragno, catturata dai Volturi e sottomessa dal loro leader, proprio così, perché Sophia non è una semplice ragazza, in lei risiede un qualcosa di prezioso…
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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~~La finestra si ruppe e provocò un gran fracasso, frammenti di vetro che si disperdevano nell’aria notturna, il mio corpo che attraversava la vetrata della stanza senza procurarsi un taglio, come un uccello che vola via dalla sua gabbia, verso la libertà.
Atterai su due piedi sulla strada asfaltata del paese che ora era color pece e iniziai a correre, la luna si nascondeva tra cumuli di nuvole, spariva e riappariva illuminando di tanto in tanto la città.
I lampioni posizionati ai lati della strada erano quasi tutti fulminati, io riuscivo a vedere benissimo anche senza luce, ma l’ambiente tetro e oscuro non mi era mai piaciuto fino infondo.
Feci il giro completo del palazzo più velocemente che potetti e mi ritrovai di nuovo nella piazza da dove ero entrata giorni prima, guardai l’orologio dai numeri romani posizionato sulla torre: segnava le 04:00.
Non c’era tempo da perdere, forse qualcuno si era già accorto della mia fuga e non avrebbe perso tempo pur di rintracciarmi, fortunatamente Demetri non c’era quindi avrebbero fatto più fatica a seguire le mie tracce, avrei dovuto dirgli addio, ma se l’avessi fatto, Aro sarebbe venuto a sapere comunque.
Nonostante la mia fuga, ero pur consapevole che i Volturi mi avrebbero sempre e comunque dato la caccia, il leader era così determinato a volermi che non aveva esitato ad usare Demetri contro di me, ma per il momento resuscitare mio fratello era l’unica cosa che mi importava davvero, per il resto sarà il distino che deciderà…
Il cimitero era appena fuori città in una radura di un piccolo bosco, raggiungerlo sarebbe stato abbastanza facile, dovevo solo agire in fretta.
Sperai con tutta me stessa di non incrociare la guardia, a quel punto la mia corsa sarebbe finita lì.

(La guardia)

‘’Ancora uno e poi possiamo ritirarci’’ Annunciò felice la vampira accompagnatrice, affiancata da Demetri, Felix, Jane e Alec ‘’Molto bene Heidi, adesso tocca a te’’ Rise Jane con lo sguardo rivolto su un umano da lei appena ucciso con i suoi poteri mortali.
La giovane vampira dalle eleganti vesti lasciò il gruppo, silenziosa come una leonessa calpestava l’erba sotto i piedi e si dirigeva dalla preda, non si udiva alcun rumore che l’ululato del vento freddo d’inverno.
L’uomo di spalle era spacciato ormai, con un salto l’elegante felino lo morse alla gola, cadde a terra, il sangue di lui che scorreva sul suolo, nel suo volto aleggiava un urlo sordo, gli altri della guardia la raggiunsero e qualcuno si unì al banchetto, erano completamente isolati.

Erano arrivati proprio davanti al palazzo quando, quattro sagome attendevano il loro ritorno: c’erano Aro con Renata al suo fianco, Caius e Marcus, tutti coperti con una tunica nera col cappuccio.
Si avvicinarono gli uni agli altri, il leader aveva uno sguardo spento e perfettamente irritato a vedersi ‘’è fuggita’’ ringhiò sotto voce, si avvicinò al segugio ‘’Portaci da lei’’, muto e impassibile, l’innamorato negò la sua richiesta.
Aro prese a sfidarlo con lo sguardo, poi si girò verso di lei e la chiamò ‘’Jane’’.
Urla di dolore si sparsero per l’aria notturna, catene impossibili da rompere anche grazie alla forza vampiresca avvolsero i polsi e le caviglie di Demetri, non appena Felix ebbe finito fece un passo indietro, ma senza staccare gli occhi da lui.
In cuor suo avrebbe voluto aiutarlo, ma nessuno e nemmeno lui ebbe il coraggio di sfidare la vampira più temuta da tutti.
‘’Basta così’’ Ordinò Aro nel vedere le poche forze rimastogli, stavolta parlò Caius ‘’Avanti, faccia strada’’ Disse con tono deciso, e a quel punto Demetri non ebbe scelta.
I loro mantelli si mimetizzavano con il buio della notte, e veloci come fulmini, iniziarono l’inseguimento.

Era incredibile quanto veloce stessi correndo senza nemmeno essermi stancata! Era una sensazione davvero meravigliosa, guardai il cielo: si stava schiarendo, era quasi l’alba.
Eccolo, si scorgevano le prime lapidi, ero riuscita ad arrivare alla tanto sperata meta, ma ora dovevo cercare la lapide, e la cosa bella era che mi ricordavo perfettamente dove fosse.
C’era un albero molto più alto degli altri all’interno del cimitero a cielo aperto, e sotto quell’arbusto si trovava il corpo di mio fratello.
Arrivata lì rilessi velocemente l’iscrizione in pietra e ammirai i fiori variopinti che circondavano il terreno appena sopra dove riposava il suo corpo.
Mi misi a scavare più veloce che potetti, quando avvertì in aria un odore familiare che mi fece accelerare di gran lunga: erano loro, mi avevano trovata!.
Pian piano tutto il corpo di Sebastian emerse dal terreno, ormai non aveva quasi più parti del corpo ricoperte dalla carne, posai le labbra sul suo cranio freddo, proprio in quel momento vidi le loro figure apparire pochi metri distanti da me.
Una luce accecante iniziò a brillare sulla sua fronte, il suo corpo era circondato da un’aura luminosa che investì anche me, formando una colonna di luce attorno a entrambi, intanto i vampiri avanzavano minacciosi, a condurli era Aro che tra le sue braccia teneva stretto Demetri, era in catene e non riusciva a muoversi.
Aveva rifiutato la sua richiesta, e aveva sofferto, per me.
Tutti gli sguardi dei vampiri spettatori erano puntati su Sebastian, il corpo di mio fratello ora fluttuava proprio sulle loro teste, volava come un angelo avvolto da quella strana luce dorata, pian piano la carne stava rinascendo sulle sue ossa, ero ammirata e con il cuore colmo di speranza.
All’improvviso sentì un dolore fortissimo al petto, come se una freccia mi avesse colpito proprio lì, caddi a terra urlando, di colpo mi ritornò in mente il rischio che avevo corso la volta scorsa, quel potere poteva anche essere bello, ma molto, molto pericoloso per chi lo esercitava.
Aro era così ammirato dalla scena che non si accorse della sparizione di Demetri, che seppur in catene si fiondò su di me ‘’Sophia, no!’’, non appena sfiorò la colonna di luce che mi circondava, venne spinto indietro con molta violenza e cadde al suolo, lo rincuorai, nonostante i dolori al petto fossero sempre più atroci ‘’Sto bene, sto bene, non preoccuparti, è stato solo un attimo, vedrai che mi riprenderò…’’ Iniziai a singhiozzare, ma non era per il male che stavo provando, guardare il suo viso a pochi metri dal mio, i suoi occhi che luccicavano e che subito dopo si riempivano di sangue, ricordai il nostro primo incontro, le nostre prime discussioni, il nostro primo bacio, il nostro amore che ormai si stava perdendo tra  buio e luce.
Battè i pugni a terra ed esplose in un pianto disperato, nessuno parlò, c’eravamo solo noi, gli altri era come se fossero completamente assenti.
Il corpo terminò il suo volo e, pian piano si andò a riposare sull’erba, era di nuovo lui, e ora di nuovo con la carne attaccata alle ossa era resuscitato, mio fratello, Sebastian.
Giacevo a terra, le forti fitte al petto non mi avevano abbandonato neanche per un secondo, guardai Demetri: aveva la testa poggiata sul terreno, era immobile con il volto sporco di sangue, non voleva guardarmi, aveva sofferto davvero troppo quel giorno.
La luce del giorno illuminò con un raggio il mio corpo e iniziò a brillare, mille diamanti lo ricoprivano, pronunciai il suo nome ad alta voce ‘’Sebastian’’ si girò verso di me concedendomi l’occasione di rivedere il suo volto un’altra volta,  dalle sue labbra si levò un sorriso luminoso, mia aveva riconosciuta.
Non si preoccupò nemmeno dei vampiri appena davanti a lui, venne verso di me e lo avvisai poco prima che potesse toccare la luce protettiva ‘’N-non farlo, ti farai male…’’ balbettavo, ormai non riuscivo nemmeno più a parlare tanto bene ‘’No sorella, la luce respinge solo i cattivi’’ Aveva una voce angelica, i suoi occhi celesti si addolcivano sempre di più man mano che il sorriso si allargava, un braccio attraversò la colonna di luce e prese la mia mano, i nostri occhi non smettevano di fissarsi, gli scese una lacrima sulle guance candide, guardare il suo volto era l’unica cosa che avrei desiderato vedere prima di morire, e stavolta per sempre.

La morte, se era quello il prezzo pur di farlo rivivere, l’avrei fatto.


 

 

 

   
 
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