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Autore: ninive    11/02/2009    1 recensioni
Ambientata alla fine della 4a stagione, questa è la strana brutta storia della migliore amica di Alex, alle prese con una sfortunata serie di eventi. Questa è l'isola. Questa è SPARTAAAA!
Genere: Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hurley, Nuovo personaggio, Sawyer, Sayid
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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spiegazioni

Spiegazioni (notturno)

-Per l'amor del cielo, Sophie, calmati!-

Seduta sul letto, Sun cercava di consolare una ragazza  ululante di disperazione, completamente affondata nel cuscino di piume. Nei brevi momenti in cui non stava piangendo, la ragazza  in questione emergeva dal suo giaciglio di dolore per dire alla donna frasi del tipo "prestami la tua katana, devo fare hara-kiri" o "prestami la tua katana, devo commettere un omicidio", al che la donna in questione rispondeva sbuffando che "non sono una giapponese, e comunque non penso che vadano in giro con delle spade in tasca".

La scenata durava da più di mezz'ora ormai. Subito dopo l'angosciante equivoco, Sophie era schizzata come un fulmine in camera, portandosi dietro Sun che si stava intrattenendo piacevolmente con il maitre che, aveva scoperto, da sbronzo era quasi sopportabile. Così brutalmente rapita al suo svago per dover assistere a una pietosa manfrina, non c'era da stupirsi se la coreana fosse piuttosto irritata.

-Scusa se te lo dico, Soph, ma la stai mettendo giù un po' troppo dura con questa storia. E' da mezz'ora che piangi e ti autocommiseri come se ti avessero dato un sacco di legnate.- sbottò Sun incrociando le braccia seccata.

La ragazza alzò il capo dal cuscino ormai fradicio per fissarla con occhi pieni di risentimento. -Da quando in qua mi parli in questo modo? Dov'è finita la dolce Sun che mi consolava nel momento del bisogno, offrendomi sempre un saggio consiglio zen e una spalla su cui piangere?-

-La spalla si è arrugginita a forza di sopportare le tue lagne!- replicò sarcasticamente la donna, volgendole la schiena indispettita.

Sophie la guardò stupita, gli occhi pieni di lacrime e il labbro tremulo. -Scusami. Hai perfettamente ragione, hai tutti i motivi del mondo per considerarmi nient'altro che una piattola urlante. Non ho fatto altro che stressarti con i miei problemi fin dal primo giorno che ci siamo conosciute... ti ricordi?-

-Si, perfettamente, quindi NON c'è bisogno di un flashback, ok?-  disse misteriosamente Sun, rivolgendosi apparentemente all'aria.

-...però quella persona mi ha fatto veramente saltare i nervi! Come... come... come ha OSATO?!?!- disse scoppiando in lacrime e affondando di nuovo nel cuscino. -ha rovinato quello che doveva essere il più bel momento della mia vita!-

-Insomma, non fare la patetica! Sei stata tu a saltargli addosso, non è certo colpa di Ben se l'hai scambiato per Sayid... e non dev'essere stato poi così male se ci sei stata attaccata per cinque minuti buoni prima di accorgerti dell'errore.- disse maliziosamente Sun.

-che cosa vuoi insinuare?che l'abbia fatto apposta? pensi che mi sia divertita a essere umiliata in quel modo? Se solo ripenso alla sua espressione ironica quando mi sono resa conto della catastrofe...- un gemito strozzato si perse nel silenzio della camera. Sun roteò gli occhi  sbuffando.

-Per quanto tempo ancora intendi rimanere chiusa in camera MIA a frignare come un'isterica?-

Sophie si alzò di scatto e appoggiò i gomiti sul cuscino tenendosi il mento fra le palme delle mani con fare meditabondo. -uhm, vediamo...ancora un paio d'ore di autocommiserazione disperata, poi passerò alla fase di pianificazione vendetta... facciamo una mezz'ora per reperire tutto l'occorrente per un attentato biologico... direi che per le quattro del mattino avrò terminato tutto.- detto questo, la ragazza si lasciò cadere a faccia in giù con un ululato.

"Mobbasta! Ne ho piene le scatole di questa deficiente." pensò Sun alzandosi e uscendo di soppiatto, senza farsi sentire. Dopo aver chiuso con cautela la porta, si avviò al frigobar e si versò una tazza di gin.

-bevi in memoria di tuo marito?- chiese una voce alle sue spalle.

-molto spiritoso, Ben *- Sun si distese sul divano e svuotò la tazza in un sorso solo. -phew... mi ci voleva proprio dopo questa serata...-

-già, era da un po' che non passavo un Natale così movimentato.- l'uomo si tolse la giacca e l'appoggiò allo schienale della poltrona, poi si slacciò un paio di bottoni della camicia e allentò il nodo del cravattino, lasciandolo ricadere con nonchalance sul colletto. -ma credo che per me la serata sia solo iniziata...-

Sun lo fissò con la bocca spalancata, incapace di articolare verbo, mentre Ben si avviava con un sorrisetto compiaciuto verso la porta.

Solo quando l'uomo sparì nella camera, silenzioso con un fantasma, Sun ritornò in se'. Guardò la tazza vuota, poi la porta, riguardò la tazza e infine scosse la testa. "una volta, non mi ubriacavo così facilmente." mormorò addormentandosi pacificamente.

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-...e così, all'età di soli quattro anni, quel mostro mi ha rubato il mio lecca lecca!- Sophie non si era accorta che Sun era uscita ed era subentrato Ben che, da almeno mezz'ora, era seduto sulla sponda del letto ad ascoltare "come quel bastardo mi ha rovinato la vita" senza che il soggetto in questione desse segno della sua presenza. L'uomo si limitava a fissare con il suo solito sguardo vuoto la schiena sussultante della ragazza distesa sul letto. Improvvisamente, come se si fosse finalmente ricordato il motivo per cui era lì, Ben le appoggiò una mano sulla spalla.

-oh, Sun, adesso ti riconosco! sei rimasta zitta tutto questo tempo per poter riflettere sulle atrocità che ti raccontavo, e adesso non trovi le parole adatte per esprimere la tua indigniazione, vero? Ma era questo tutto quello che volevo da te, una calda e protettiva mano sulla spalla!- Sophie si girò per stringere in un abbraccio la sua amica, ma si fermò di botto, raggelata da due occhi acquosi e spenti.

- dobbiamo parlare.- fece Ben, ignorando lo spaventoso susseguirsi di colori che si alternavano sul volto di Sophie, facendo rassomigliare la ragazza ad un arcobaleno impazzito. Finalmente assestato sulla familiare tonalità rosso prugna tipica della furia omicida, l'uomo cominciò a parlare.

-ti devo spiegare un paio di cose, dato che sei qui e che ti sei divertita abbastanza per stasera...-

-COME-OSI-RIVOLGERMI-ANCORA-LA-PAROLA-DOPO-QUELLO-CHE-MI-HAI-FATTO?!?- Sophie si scagliò su Ben con una scarica micidiale di pugni borchiati. Dopo qualche minuto, le lenzuola gocciolavano sangue e una carcassa maciullata tentava di rimettersi insieme. L'autrice della carneficina ansimava soddisfatta, osservando il suo lavoro.

-se hai finito di giocare, ora vorrei cominciare.- l'uomo, tornato intero, le stava di fronte con un espressione insolitamente seria.

-cosa ti fa pensare che io sia disposta ad ascoltare le tue infami menzogne?- disse teatralmente la ragazza, distendendosi sul letto con una mano sulla fronte.

-perché credo che ti possa interessare il motivo per cui sei qui, no?- non vedendo alcuna reazione da parte di Sophie, Ben continuò. -Prima di tutto, come avrai certamente capito, lo spostamento dell'isola ha provocato una distorsione spazio-temporale che ci ha fatto finire a 20.000 km e 4 mesi di distanza dal punto di partenza. Dopo essere stati risucchiati nel vortice, ci siamo separati, e io sono atterrato casualmente addosso a due beduini che hanno cercato di uccidermi, ma sono riuscito a scappare su di un Cataricammello.-

-Allora eri tu!- esclamò Sophie.

Ben alzò il sopracciglio. -Già.-

-e allora perché non ti sei fermato ad aiutarmi? Stavo quasi per essere ammazzata!-

-mi pare di averti aiutata abbastanza investendo quel tizio, no?- disse Ben con aria annoiata.

-oh, certo, grazie mille! Però, se ti fossi sprecato anche di darmi un passaggio invece di lasciarmi girovagare per il deserto da sola, sarebbe stato, come dire... umano. Ma no, per carità, hai fatto anche troppo! Non sia mai che Benjamin Linus compia due buone azioni al giorno, gli si rovinerebbe la reputazione!-

-Se hai finito di fare dell'ironia, vorrei proseguire.- Sophie gli fece un segno inequivocabile, e Ben proseguì. -Dunque, dopo averti incrociata, ho preferito cercare subito un villaggio perché sapevo che portandoti con me ci avrei impiegato il doppio del tempo. E i fatti mi danno ragione...- la ragazza sbuffò, facendo volteggiare in aria la frangia ormai spettinata. -così  mi sono sistemato in questo hotel e ho cominciato a rintracciare i sei dell'Oceanic che sono scappati dall'isola sull'elicottero.-

-perché?- interruppe Sophie.

-Fammi finire. Dopo aver chiamato invano Jack, Kate e Hugo, sono riuscito a contattare Sayid, che mi ha raggiunto subito dato che  abita qui, e anche Sun, che era a Tunisi in vacanza. -

-come diavolo hai fatto a trovarli?!? gli hai impiantato un gps sottopelle?-

Ben le scoccò uno sguardo acquosamente minaccioso. -Piantala di interrompermi. Stavo dicendo, Sayid e Sun mi hanno raggiunto in poche ore, il tempo che tu hai impiegato ad arrivare in città e a farti assumere dal padre di Sayid, che mi ha informato dell'arrivo di una buffa  straniera munita di ferri da calza, e quindi ti sono venuta a prendere. Nient'affatto sorpreso di vederti immischiata in una rissa da bar, ti ho prelevata e portata qui, come tu sai.-

Sophie roteò gli occhi -non fare tanto lo splendido, sai? non è che tu abbia fatto gran... ehi, aspetta un minuto, hai detto che Jar Jar è il padre di Sayid?-

Ben la fissò un attimo, poi, scandendo bene le parole come se stesse parlando ad una celebrolesa disse: -Si, lui essere suo padre, ecco perché avere stesso cognome.-

-aaaah... è vero!- esclamò la ragazza  -non ci avevo fatto caso!-

-non mi stupisce... Comunque, ora veniamo al punto. Perché ci troviamo qui?-  Ben lasciò in sospeso la domanda, compiacendosi della divorante curiosità che la ragazza trasudava da ogni poro, anche se cercava in ogni modo di fare l'indifferente. Al limite della sopportazione, Sophie cedette. -E insomma! ti vuoi decidere a continuare?!?-

-non riesci proprio ad immaginare il motivo per cui voglio radunare tutti quelli che sono andati via dall'isola, in un modo o nell'altro?-Ben era irritantemente gongolante. -su, prova ad indovinare.-

-allegra rimpatriata in ricordo di un posto da incubo?-

-acqua.-

-terapia di gruppo per aiutare Jack a disintossicarsi e a farsi la barba?-

-sarebbe una causa persa.-

-stai cercando di combinare un appuntamento a Hurley e Kate?-

-fuochino...-

-Ci sono! In realtà sei un piazzista che ci vuole incastrare in una vendita di multiproprietà nelle isole Cayman!-

-Complimenti! Hai indovinato! E come premio, ecco a te un biglietto di sola andata per Babbeolandia!-

-Grazie, grazie... ehi, aspetta un attimo, mi stai prendendo in giro?- Sophie guardò di sbieco Ben, che cominciava a domandarsi se sarebbe riuscito a spiegarglielo senza ricorrere a dei disegni e a segnali luminosi.

-dobbiamo tornare sull'isola.- tagliò corto.

Questa volta, era Sophie a guardare Ben come se fosse stato un bambino particolarmente ottuso. -certo che dobbiamo tornare sull'isola... è la nostra casa, sai com'è!-

Ben rivolse lo sguardo verso di lei, sorridendo lievemente. Senza aggiungere altro, si alzò dal letto e fece per andarsene, ma si fermò con la mano sulla maniglia.

-prepara la valigia, domani si parte.- disse, e uscì.

Sophie si lasciò ricadere sul letto, portandosi le mani sul viso.  Aveva un'immensa confusione in testa, milioni di domande si sovrapponevano senza risposta.

Ma il dilemma fondamentale rimaneva uno solo.

"Io non ho una valigia!" pensò Sophie, ripiombando nell'abisso della sua miseria.

*Ben allude al fatto che il marito di Sun si chiama Jin e la pronuncia è "gin". Già, molto spiritoso.

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Waaaa! Dopo secoli sono riuscita a finire questo capitolo! Promesso, il prossimo (se ce ne sarà un altro -.-) sarà più movimentato... ma questo era di transizione. Anche se è cominciata la 5a stagione sulla ABC, non ho intenzione di seguirla, ne' di leggere spoiler, quindi da qui in poi sarà frutto della mia fantasia...se poi le mie idee si riveleranno molto simili a quelle di J.J. Abrams, non prendetevela con me!






  
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