Heilà
gente!
È da tanto che non ci si sente vero? Bene, dopo che la
bomboniera bionda aveva
messo a soqquadro l’intera villa, ho mollato tutti quanti al
loro triste
destino per rintanarmi in camera, causa urgenti bisogni
fisiologici (tradotto: dovevo andare
bagno), dopodiché mi sono buttata a peso morto sul letto
pronta per mangiarmi
la torta che avevo appena rubato dalla cucina. Ah la bella vita: letto,
cibo
ipercalorico e tranquillità, ecco come Lotty raggiunge il
Nirvana!
Già
nella mia mente si erano prodotte immagini di vallate verdi sul quale
saltellavo felice mentre afferravo al volo una ciambella: poco
più avanti una
Wendy raggiante passava in sella al suo panda corno, la lunga chioma
mora
sciolta al vento stile amazzone, e dietro di lei un intero prato fatto
di torte
si estendeva per kilometri e kilometri, in attesa di qualcuno con lo
stomaco
abbastanza capiente da poterle mangiare senza rischiare il coma
diabetico!
Aaaaah che meravig….
<
Lotty! Aprimi ho bisogno! >
Addio
Nirvana: è stato breve ma intenso.
La mia
amica entrò nella stanza senza nemmeno aspettare una
risposta, solo per dirmi
che la Mozzarella ci attendeva nello studio per continuare la lezione
di
valzer; uffa non si può mai mangiare in santa pace!
< Si
finisco la torta e arrivo >
< Ha
detto che è urgente, e che se arriviamo in ritardo non
sarà più consapevole
delle sue azioni nei nostri confronti >
< Non
mi interessa >
<
Lotty dai! Sai che a me fa paura quel signore! >
Wendy mi
tirò per un lembo del vestito, ed io la seguii mugugnando,
senza separarmi dal
piatto con la torta sia chiaro! L’avrei finita a qualunque
costo.
Arrivate
nello studio, trovai la mozzarella ad aspettarci già
sull’attenti e… perché
Ciel è qui? Non era stato rapito dalla bomboniera? Aaah ho
capito, vuole
invadere il mio territorio il furbastro, ma non mi lascerò
spodestare da uno
che si è fatto infinocchiare da una tipa infiocchettata!
Iniziai
a fare un breve elenco mentale sui vari modi per delimitare i miei
spazi, che
andavano dalle semplici trincee artigianali al marcare il territorio
stile
grandi felini della savana, ma mettermi a fare la pipì in
giro per villa
Phantomhive sarebbe stato scomodo e imbarazzante per la mia persona,
per cui
questa opzione la scartai subito. Stavo per valutare altri metodi,
quando la
voce di Sebastian interruppe il flusso dei miei pensieri:
<
Bene adesso continueremo la lezione che abbiamo interrotto prima: visto
che
Lady Elizabeth terrà un ballo stasera, voglio prepararvi
così che possiate
prenderne parte. Per cui vi chiedo il massimo impegno. A questa lezione
parteciperà anche il mio padroncino, siccome ho avuto modo
di appurare che le
sue conoscenze sul valzer sono…ehmm… alquanto
lacunose >
<
Cosa sarebbe lacunoso? > chiese il caro Conte con
un’espressione irritata
sul volto; povero, ammettere che fa cagare nel ballo è un
brutto colpo per il
suo ego! Quanto mi spiace…. Sono ironica sia chiaro.
La
mozzarella ci fece mettere a coppie: per questo giro io sarei stata la
dama di
Sebastian, di nuovo, mentre Ciel sarebbe stato il cavaliere di Wendy.
Ok, forse
devo avvisare la cara mozzarella sui miei gusti in fatto di maschi, e
sulla
fascia d’età in cui essi rientravano, cosa molto
importante se non volevo
rimanere vedova in tempo record, anche se tutta questa situazione aveva
un lato
positivo il cui nome era eredità: ma un maggiordomo non
credo possa essere
tanto ricco, per cui mi spiace caro Sebbo, ma non hai speranze di
conquistare
il mio cuoricino!
Dite che
sono materialista? Può essere.
Dopo una mezz’ora
spesa per convincermi a
mettere giù la mia adorata torta, e altri dieci minuti spesi
nel dirle addio,
tra i ringhi del depresso, la mozzarella che sbraitava (ebbene si sono
riuscita
a farlo urlare! Un punto per la magica Charlotte!), e undicenni che
camminavano
da una parte all’altra della stanza cercando il loro
amichetto immaginario, iniziammo
a volteggiare, e nelle mie orecchie partì l’elenco
di cose che non andavano
bene nella mia postura, gambe, braccia ecc ecc. Gli istinti omicidi
stavano
iniziando a venire a galla, e nella mia mente si stava già
materializzando la
scenetta di me che prendevo a botte la mozzarella con la famosa
spada-sedano,
mentre mangio una ciambella. Questi si che sono i sogni proibiti di una
dodicenne che molto probabilmente, il giorno in cui distribuivano la
fortuna,
era in fila per una coscia di pollo fritto, visto tutto quello che mi
è
capitato nel giro di due settimane!
Il mio
filmino mentale sarebbe continuato per un bel po’ di tempo, se non fosse stato per gli
urli che
provenivano dalle
mie spalle:
< Non
mi piace ballare con te! Sei scarso Steve era più bravo!
>
<
Smettila di lamentarti! È la prima volta che ballo
è logico che non sono
capace! Inoltre tu vai troppo forte non riesco a starti dietro! Poi con quella tenda che ti sei
messa addosso mi
fai inciampare! >
< Non
è una tenda, è un vestitino di tulle sciocchino!
>
Wow
Wendy che litiga con qualcuno: devo segnarmelo. Inoltre il caro Conte
era
peggio di un tizio che non esisteva! Wooo devo congratularmi con lui!
Ahahahaha!
<
Wendy i tuoi insulti mi fanno rabbrividire >
dissi ridendo: cavoli non mi sono mai
divertita così tanto come oggi, e non siamo ancora alle
quattro del pomeriggio!
La mia
amica, che evidentemente era stufa di quella situazione, per tutta
risposta si
sedette per terra con le braccia incrociate, e un’espressione
offesa sul volto.
< E
adesso cosa stai facendo? >
< Io
con te non ci ballo più >
<
Adesso basta! >
Sebastian,
il quale aveva osservato tutta la scena in silenzio, molto
probabilmente aveva
intuito che la situazione stava lentamente precipitando, e da perfetto
sboron…maggiordomo-mozzarella,
decise di intervenire.
<
Lady Wendy la prego di rialzarsi: lei e Lady Charlotte potete fare una
pausa;
padroncino, noi due continueremo la lezione invece > disse, per
poi prendere
per mano Ciel e guidarlo al centro della stanza, in modo mostrargli la
posizione di partenza.
Wendy ed
io ci sedemmo per terra, mentre davanti a noi la mozzarella e il Conte
iniziarono a danzare: non appena Sebastian fu a distanza di sicurezza
mi
fiondai a prendere il piatto con la torta che stavo mangiando, e che
per tutto
il tempo mi aveva osservato tristemente dal tavolino in cui
l’avevo appoggiata,
mentre Wendy estrasse dalla sua ampia gonna una bambola.
< Sai
a cosa stavo pensando? > mi chiese la mia amica.
< Che
lo yaoi domina… > risposi sovrappensiero, mentre brandivo una fetta di
torta, intenta ad
osservare i due aspiranti ballerini davanti a noi.
< Eh?
>
<
Niente! Roba mia >
risposi in modo
distaccato, onde evitare
domande a cui non saprei rispondere senza procurare uno shock
psicologico alla
mia cara amica, visto che credeva ancora nella storiella dei bimbi che
nascono
nel magico prato dei panda corni, per poi scendere sulla terra a
cavallo di un
pony volante. Che poi, detto tra noi, come fa un neonato a stare in
sella ad un
cavallo volante? Andiamo, è molto più realistica
la storiella della cicogna!
Uhmm cicogna uguale gallina, cioè pollo: ho fame!
< Ho
voglia di fritto! Mi accompagni in cucina? >
< Ma
ti sei appena mangiata una torta con doppio strato di panna! >
< E
allora? > dissi, per poi alzarmi e uscire dalla stanza, mentre
Wendy mi
raggiungeva saltellando.
<
Signorina siete bellissima >
< Non
respiro > rantolai,
ma Mey Rin
continuò lo stesso a stringere il corsetto spappolandomi tre
vertebre e due
costole, per non parlare del fatto che oggi avevo leggermente esagerato
con il
cibo, e quindi credo di essere anche sul punto di vomitare.
Perché non ci avevo
pensato? Sigh… ah no Wendy me lo aveva
detto…colpa sua allora, perché non mi ha
fermata!
< La
prego di pazientare ho quasi finito > disse la cameriera, per
poi farmi
indossare un lungo abito color smeraldo che Wendy e Lizzy avevano
scelto
appositamente per me siccome, testuali parole, “ il verde sta
benissimo con il
ramato dei tuoi capelli. Sarai così carrrriiiinaa!
“.
<
Lotty sei pronta? > ecco parli del diavolo e spuntano le corna!
Wendy
saltellò verso di me prendendomi per le mani e facendomi
roteare, cosa che mi
provocò una nausea spaventosa.
<
Smettila o ti vomito addosso! > gridai, per poi prenderla per le
spalle
sussurrandole all’orecchio: < Ricorda: la prossima
volta che ho intenzione
di mangiarmi una torta intera con doppio strato di panna e del cibo
fritto,
piuttosto infilami un vaso in testa! >
< Ma
Lotty, già una volta me lo avevi detto, e io ti avevo
ascoltato, ma dopo averti
infilato il vaso in testa ti sei liberata e mi hai calpestata per
un’ora! >
<
….
Dettagli >
Mey Rin
mi prese per un braccio, dicendo alla mia amica di pazientare un
attimo, visto
che non aveva ancora finito di prepararmi,e mi fece sedere per
sistemarmi
l’acconciatura; una volta terminata la sessione di trucco e
parrucco, tutte e
tre ci dirigemmo nel salone del ricevimento. Per tutta la strada mi
chiesi come
faceva Wendy a camminare, visto le dimensioni paurose del suo
gonfiosissimo
abito rosa shoking con tulle incorporato e fiocchi ovunque, che
avrebbero
impedito ogni movimento a qualsiasi essere vivente normale: ah e non vi
ho
detto del cerchietto rosa confetto con sopra un pony viola che portava
in
testa! La testolina dell’animaletto si muoveva a ogni passo
della mia amica
creando un effetto ipnotico niente male, oppure era la nausea che mi
faceva
girare la testa ogni volta che lo osservavo. Mah i misteri della
vita…
La
bomboniera dai riccioli d’oro era già pronta in
mezzo alla sala, e non appena
notò la nostra presenza, ci corse incontro gridando un
rumorosissimo: <
Carineeee!!!! >. Pure lei aveva addosso un abito che, se fossi
io la Queen
di questo paese, avrei bandito da ogni negozio
dell’Inghilterra considerandolo
illegale. Aaah la nausea!
<
Allora, vi piace come ho allestito il salone? >
<
Bellissimo sei stata bravissima >
<
…..vomito…. >
Wendy
prese in disparte la bomboniera per sussurrarle qualcosa
all’orecchio: quest’ultima,
dopo aver ascoltato attentamente
la mia amica, mi osservò tristemente, per poi afferrarmi per
un braccio e farmi
sedere su di una sedia in un angolino.
< Mi
spiace Lotty, ma è meglio se stai qui e riposi: non si sa
mai che mi vomiti nel
bel mezzo della festa rovinando tutto! È meglio se rimani
segregata in questo
angolino senza muoverti per tutta sera, ok? > esclamò
con un sorrisino
sinistro stampato in faccia.
Io
provai a replicare: nel bel mezzo delle mie facoltà mentali
la biondina si
sarebbe già pentita delle sue parole, ma il mio stomaco non
mi diede il tempo
di risponderle a modo facendomi afflosciare sulla sedia, vinta da un
altro
conato di vomito; Lizzy intanto si era già allontanata
raggiungendo Wendy al
centro della sala. Traditori! La mia vendetta sarà
dolorosissima per voi!
Dalla
mia postazione non riuscivo a vedere molto di quello che succedeva,
praticamente ero isolata dal mondo: capii soltanto che erano arrivati
anche
Ciel e la mozzarella grazie agli ululati della bomboniera e ai
cuoricini che
emanava, e, visto che tra l’elenco dei miei obiettivi nella
vita non c’è il
punto “ aspiro a diventare asociale e ad avere un solo amico
immaginario”,
decisi di spostarmi spingendo leggermente la sedia avanti, avanti,
ancora,
ancora, senza destare sospetti e senza attirare l’attenzione
della bomboniera.
In
religioso silenzio avevo già percorso metà
strada, e da lì riuscii anche a
distinguere quello che si dicevano: in poche parole il depresso non si
era
cambiato l’anello che indossava con quello che Lizzy gli
aveva comprato, e
questa si era offesa iniziando a piangere come una disperata, mentre
Wendy
puntava il ditino contro il depresso gridandogli contro che era un
insensibile,
e che avrebbe detto a suo zio di punirlo nel sonno, e la mozzarella
guardava
tutti con la sua solita espressione impassibile.
Secondo
me va a finire in rissa, e non sia mai che Lotty si perda un pestaggio!
Almeno
i cori dovevo farli, cacchius! Piano piano mi avvicinai arrivando alle
spalle
di Wendy, per poi afferrarle un lembo di tulle nel vano tentativo di
attirare
l’attenzione, ma il troppo gonfiore rendeva il suo vestito un
airbag naturale,
e quindi, scusate il francesismo, non mi cagò di striscio.
Rimasi così ad
osservare la scena nascosta dietro alla mia amica:
<
Adesso lo prendo io! > Lizzy aveva abilmente sfilato il famoso
anello dal
dito di Ciel, il quale non aveva preso la cosa tanto a genio, visto
l’espressione
da serial killer che aveva stampato in faccia.
<
Ridammelo >
Botte,
sangue, violenza alè alè: nella mia mente erano
già partiti i cori da stadio.
Ad un tratto la bomboniera scoppiò a piangere ancora
più forte, e quello che
successe fu così veloce e fulmineo, che quasi non me ne
accorsi, per cui
andiamo con calma:
La
bomboniera urla addosso al depresso che per colpa di quello stupido
anello si
sono messi a litigare, e poi lancia suddetto coso blu via. Il problema
è che
Wendy era finita dritta dritta sulla traiettoria
dell’oggetto, il quale la
colpì direttamente in faccia mandandola ko a terra, per poi
rimbalzare e finire
direttamente nelle mie manine, tra le urla dei presenti e le risatine
soffocate
della mozzarella.
<
Oddio avete ucciso Wendy! Presto ho bisogno di un sacco, una pala, e
dei guanti
in lattice per far sparire le prove! > gridai, ma le emozioni
vissute in
quella frazione di secondo furono troppo forti, per non parlare della
confusione che regnava intorno a me.
<
Rettifico: ho urgente bisogno di un bagno! > dissi, per poi
fiondarmi fuori
dalla stanza.
<
Signorina come sta adesso? >
<
Insomma, molto meglio di prima >
Sebastian,
dopo aver calmato i bollenti spiriti nell’altra stanza, aveva
portato sia me
che Wendy in cucina, dove preparò una limonata calda per la
sottoscritta e una
borsa del ghiaccio per Wendy, la quale si era appena ripresa; lo stesso
però
non si può dire del suo naso, che ha iniziato a gonfiarsi a
dismisura
diventando rosso rosso. Cavoli era davvero enorme, e la sua consistenza
pulsante mi attirava molto.
<
Smettila di guardarmi la faccia! > disse la mia amica, che
velocemente si
coprì il naso con la borsa del ghiaccio, per poi girarsi
verso la mozzarella
chiedendogli di farle bibi bibi per mandare via il dolore. Non
chiedetemi cosa
sia, lo ignoro pure io.
<
Lady Wendy credo che il ghiaccio sia un rimedio migliore. Lady
Charlotte, è
pronta la limonata > disse, per poi porgermi una tazza piena di
un liquido
ustionante a cento gradi.
<
Troppo caldo, io non lo bevo! >
< Se
non le passerà la nausea sarà costretta a seguire
una dieta per rimettersi in
sesto >
< Ne
voglio ancora > risposi porgendo al caro Sebbo la tazzina vuota.
Improvvisamente la temperatura è aumentata in questo posto.
Che caldo!
Dalla
porta entrò Ciel, seguito da Lizzy, la quale si
fermò davanti a me e Wendy, per
poi fare un leggero inchino: < Volevo chiedervi scusa per tutti
i guai che
vi ho procurato > disse con tono molto triste.
<
Scusavo
anche prima! > risposi mentre continuavo a sciogliermi
(accidenti alla
limonata), ma Wendy mi diede una leggera gomitata così da
zittirmi: < Non
preoccuparti l’importante è che si sia risolto
tutto! > disse sfoggiando uno
dei suoi sorrisi migliori, anche se il naso rosso rovinava tutto.
<
Piuttosto – dissi rivolgendomi a Ciel – riprenditi
sto coso, mi h già fatto
passare abbastanza guai! > ed estrassi dalla tasca del mio
vestito l’anello
che prima aveva quasi ucciso la mia amica.
Il Conte
osservò il gioiello che brillava tra le mie mani, per poi
voltarsi di scatto
verso la porta. Che melodrammatico….
<
Puoi tenertelo – disse con un’espressione ancora
più triste del normale – ormai
non ha più importanza > dopodiché
uscì dalla stanza: cioè, ha fatto piangere
la bomboniera, ucciso la mia amica, fatto pensieri rasenti
l’omicidio sulla sua
fidanzata (e non venitemi a dire che non è così,
me la ricordo la sua
espressione da phsyco di poco prima) a causa di
quell’oggetto, per poi
sbolognarlo a me?!?
<
Aspetta Ciel! > Lizzy seguì il tappo furi dalla
cucina, lasciandoci con il
maggiordomo: avevo notato che sia lei che la mozzarella erano quasi
rimasti
scioccati dalla frase pronunciata poco prima dal Conte, anche se io non
ne
capivo il motivo. E quando non capivo qualcosa, sapevo da chi andare:
<
Sebby carrrooooo, mi vuoi spiegare che cavolo hanno tutti? >
chiesi con il
mio miglior sorriso.
< Mi
spiace, ma non posso rispondere alla sua domanda, e ora con permesso
>
disse, per uscire pure lui lasciandoci sole.
< Che
palle! Odio i segreti! >
< Mi
fa male il naso >
Mandai
un’occhiataccia a Wendy, per poi osservare l’anello
che avevo nelle mie mani.
Di una cosa ero sicura: Ciel aveva mentito, si leggeva lontano un
kilometro che
rivoleva indietro l’arma impropria che reggevo in mano. E
quindi c’era una sola
cosa da fare.
< Tu
divertiti con la borsa del ghiaccio: io devo andare! > esclamai,
per poi
uscire e lasciare Wendy da sola.
Sono
appostata come un segugio fuori dalla porta della camera di Ciel da
più di
dieci minuti: uffa quanto ci metteva l’odiosa mozzarella ad
uscire? Inizio ad
aver sonno!
Un
rumore attirò la mia attenzione, e finalmente quella
maledetta porta aprì,
facendo uscire la mozzarella che, piano piano, si allontanò
lasciandomi campo
libero. Bene bene!
Bussai
leggermente, aspettando la risposta del caro Conte, che non
tardò ad arrivare:
entrai nella stanza completamente buia, soltanto i raggi lunari la
illuminavano
e piano piano mi avvicinai al grande letto, sul quale vedevo benissimo
la
figura seduta di Ciel, che mi fissava in modo duro.
< Che
cosa ci fai qui? > disse, ma io non risposi: mi limitai ad
avvicinarmi al
comodino, dove appoggiai il famoso anello, per poi allontanarmi piano
piano. Il
ragazzo mi fissò sorpreso, per poi afferrare con la mano il
prezioso oggetto: solo
adesso notai che non portava la benda all’occhio destro,
anche se esso rimaneva
comunque nascosto dalla lunga frangia. Mah, forse è un
aspirante emo….
“
Beh la
voglia di vivere è quella, su questo non ci piove”
pensai, ma all’improvviso le
mie seghe mentali furono interrotte dalla voce del tappetto:
<
Perché? >
Fu
l’unica parola che fuoriuscì dalle sue labbra,
quasi sussurrata, ma abbastanza
forte perché le mie orecchie la sentissero.
< Beh
– pensai portandomi un dito alla fronte - prima di tutto
perché non saprei che
farmene. Poi perché si vedeva lontano un miglio che avevi
mentito, e che in
realtà volevi indietro quel coso a tutti i costi! Per cui ho
deciso di
riportartelo! > risposi tranquillamente, per poi voltarmi verso
la porta;
osservai per un’ultima volta il viso di Ciel, e notai che mi
fissava con un’espressione
poco convinta sul volto.
< Ah se vuoi un consiglio,
perfezionati in fatto
di bugie: magari gli altri possono cascarci, ma non la sottoscritta!
>
esclamai, per poi uscire fuori dalla stanza, lasciando il caro Ciel con
una
faccia da pesce lesso.
Bene e
ora a nanna, il letto mi chiama!
È
passata una settimana dal fatidico ballo, e non è successo
nulla di
entusiasmante in questo lasso di tempo: ah si, la zia di Ciel
è venuta a trovarci
insieme al suo maggiordomo, e a quello che, secondo il mio parere,
è il pusher
di Wendy (lei dice di no, ma io sono straconvinta del contrario invece!
Finalmente
l’ho incontrato!)
Ah si! Un
pomeriggio i due amiconi sono scomparsi nel nulla, e quello
è stato il giorno
più bello di tutti: ho preso possesso della dispensa, mentre
Wendy ha quasi
allagato la sua stanza, ma nulla di grave, di solito gli altri
domestici della
villa combinano disastri peggiori!. Peccato che la sera i due
rompiscatole
siano riapparsi, con tanto di tramonto scenografico come sfondo, tra i
gridolini estasiati di Wendy, il fangirlismo dei domestici, e il mio
disgusto
personale davanti a tutto quel miele.
Finita
la cena mi sono chiusa in camera a leggere qualche libro,
così tanto per
passare il tempo, mentre Wendy disegna tranquilla sul mio letto; se
solo osa
sporcarlo la defenestro, ma dettagli, oggi mi sento buona per cui
chissene.
Stava filando tutto liscio quando, all’ improvviso, qualcuno
bussò alla porta.
< Non
ci siamo > gridai, ma evidentemente il trucco non aveva
funzionato, perché
la mozzarella entrò lo stesso sotto il mio sguardo vigile,
mentre la mia amica
alzò gli occhietti dal foglio.
<
Sono venuto a dirvi di preparare le vostre valige: domani partiamo per
Londra
>
< Ah
se avete deciso di rispedirci indietro puoi scordartelo: voglio un
avvocato
qui, adesso! > esclamai balzando giù dal letto
brandendo il libro come se
fosse un’arma.
Il
maggiordomo sospirò: < Non vi stiamo riportando
indietro, passeremo
l’inverno a Londra nella residenza personale della famiglia
Phantomhive. Se
preferite, invece, rimanere qui da sole, al freddo, senza cibo, nessuno
ve lo
vieta >
<
Eeeeeeh
vi piacerebbe: a chi dò fastidio se tutti vanno via? Bene
Sebbo caro, verremo
con voi! >
< Il
mio nome è Sebastian >
<
Certo Sebbo >
<
Sigh >
Dopo
aver sospirato rassegnatamente, la mozzarella si congedò
lasciandoci sole: che
caro, si doveva ancora abituare al soprannome coniato dalla mia amica,
che mi
osservava orgogliosa . Ehehehe! Non appena la porta si chiuse alle sue
spalle
Wendy ed io ci fiondammo sul letto, iniziando a saltare dalla gioia! Si
va in
gita! Yeeeeee!
ANGOLO
DELLA PAZZA
Arieccome!
Sono tornata apposta per tormentarvi, ehehehe…
Finalmente
sembra che le nostre due care bimbe si stiano adattando al loro nuovo
stile di
vita, e soprattutto ai loro nuovi coinquilini, anche se i guai non
finiranno
tanto presto!
Ringrazio
tanto tanto chi ha recensito, e chi ha inserito la storia tra le
preferite e
seguite: vi lovvo mi fate commuovere! E grazie anche ai lettori
silenziosi che
comunque sono partecipi delle avventure dei nostri cari protagonisti.
Spero di
non perdevi! Baci!
Cheshirecat96